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La prevenzione per la mitigazione del rischio geo-idrologico

Contributo IRPI a cura di Silvia Barbetta e Paola Salvati pubblicato sulla rivista dell’Ente Italiano di Normazione  “STANDARD – Il magazine di UNI  per un mondo fatto bene”  numero 3/2023.

Il focus principale di quest’ultima edizione  è il tema della tutela e cura del territorio. Il contributo di IRPI tratta del ruolo della ricerca per la mitigazione del rischio geo-idrologico.

l’articolo è disponibile a pagina 28 del link https://bit.ly/3oV0sFb

Special Issue of Frontiers in remote sensing journal on “small, Uncrewed Aircraft Systems (sUAS)”

The Special Issue of Frontiers in remote sensing journal on “small, Uncrewed Aircraft Systems (sUAV)” (abstract submission deadline: 06 November 2023, manuscript submission deadline 04 December 2023) is opened.

The Guest Editors are: Dr John Fulton (United States Geological Survey (USGS), US); Dr. Silvia Barbetta (National Research Council, Research Institute for Geo-hydrological Protection, Italy), Dr. Tommaso Moramarco (National Research Council, Research Institute for Geo-hydrological Protection, Italy); Dr. Carl J. Legleiter (United States Geological Survey (USGS), US and Dr. Cian Dawson (United States Geological Survey (USGS), US).  
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For information: jwfulton@usgs.gov; silvia.barbetta@irpi.cnr.it; tommaso.moramarco@irpi.cnr.it; cjl@usgs.gov ; cbdawson@usgs.gov

The goal of this Research Topic is to establish a repository of sUAS research and operations that advance the utility of sUAS and various sensors used to address challenging earth science topics.

Link: https://www.frontiersin.org/research-topics/52585/small-uncrewed-aircraft-systems-suas#main-content  

 

Italian Tripartite Assembly on the European Open Science Cloud

L’evento “Italian Tripartite Assembly on the European Open Science Cloud” (ITAEOSC2023), si terrà a Roma il 5 giugno, promosso dal MUR nell’ambito degli eventi nazionali tripartiti dell’EOSC-Association, European Commission e EOSC Steering Board.

L’evento avrà luogo presso la Sala Convegni della sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche. A dare il via all’assemblea, saranno la Presidente del CNR Maria Chiara Carrozza e il Ministro del MUR Anna Maria Bernini.

Il programma metterà a fuoco le iniziative, opportunità e necessità di collaborazione nazionale, europea e internazionale per perseguire in modo coordinato la transizione verso il paradigma Open Science e la costruzione dello European Open Science Cloud: una piattaforma trasversale per la ricerca europea che realizzerà un internet dei dati e dei servizi scientifici, al fine di sostenere una collaborazione scientifica aperta e trasparente.

La sessione mattutina si aprirà con i messaggi dei rappresentanti della governance: MUR, Commissione Europea, Associazione EOSC, Consiglio Direttivo EOSC. La sessione proseguirà con una tavola rotonda di EOSC “Doers” sulle azioni in corso e prospettiche per la realizzazione del Piano Nazionale per la Scienza Aperta (PNSA).

La sessione pomeridiana coinvolgerà la comunità di ricerca nazionale per discutere l’implementazione del PNSA e le sinergie con EOSC. I rappresentanti delle iniziative in corso che contribuiscono agli obiettivi di questo piano saranno invitati a condividere le loro esperienze e ad identificare gli elementi per un’azione coerente verso l’implementazione dell’Open Science in Italia.

L’agenda, la registrazione e ulteriori dettagli sono disponibili alla pagina: https://open-science.it/itaeosc2023 .

Special Issue of Remote Sensing journal on “State-of-the-Art on Satellite and UAV Remote Sensing in Geoscience Research”

The Special Issue of Remote Sensing journal on “State-of-the-Art on Satellite and UAV Remote Sensing in Geoscience Research” (deadline: 30 November 2023) is opened.

The Guest Editors are: Dr Gabriella Caroti (Department of Civil and Industrial Engineering, Università di Pisa, Pisa, Italy); Dr. Yuankun Xu (Department of Earth and Planetary Science, University of California, Berkeley, 201 McCone Hall, Berkeley, CA 94720, USA) and Dr Francesca Ardizzone (National Research Council of Italy, Research Institute of Geo-Hydrological Protection (CNR IRPI), Via della Madonna Alta 126, 06128 Perugia, Italy.

For information: gabriella.caroti@unipi.it; yuankunx@berkeley.edu; francesca.ardizzone@irpi.cnr.it

This Special Issue focuses on the studies that utilize state-of-the-art remote sensing techniques to advance our knowledge in geosciences across a broad range of spectrums.

Link: https://www.mdpi.com/journal/remotesensing/special_issues/RU0HJ8R69F

Venticinque anni fa il disastro di Sarno: un evento chiave per la riduzione del rischio geo-idrologico in Italia

Sono trascorsi 25 anni da quel 5 maggio 1998, quando Sarno ed altri quattro comuni della Campania furono interessati da una serie di colate di fango che determinarono la perdita di 160 vite umane, e danni materiali quantificati in circa 30 milioni di euro. Si trattò di un evento molto complesso, sia dal punto di vista dei fenomeni che della gestione dell’emergenza, risultando tra quelli più impattanti nella lunga serie dei disastri geo-idrologici in Italia. La reazione emotiva fu molto forte nell’opinione pubblica così come nella classe politica, al punto da disporre una fitta serie di attività di prevenzione non-strutturale a scala nazionale confluite nella legge 267/1998, che riprendeva in parte quanto già inserito nella Legge 183/1989. Oltre a favorire interventi finalizzati alla riduzione del rischio geo-idrologico, il disastro del 1998 portò ad una notevole implementazione dell’intero sistema della Protezione Civile italiana, sia in termini di prevenzione dei rischi naturali che di risposta all’emergenza. Sebbene i progressi fatti in questi 25 anni siano notevoli anche in termini di conoscenze scientifiche, il 93.9% dei comuni italiani permane in condizioni di rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera, con danni alle persone ogni anno (https://polaris.irpi.cnr.it/report/).
Per ulteriori approfondimenti sul disastro del 1998 si rimanda all’articolo di Esposito et al. (2023) pubblicato sulla rivista scientifica “International Journal of Disaster Risk Reduction”, che fornisce una dettagliata descrizione dell’evento ed i progressi raggiunti dopo di esso, mettendo in evidenza le questioni ancora aperte per migliorare le attività di prevenzione. Si consiglia, inoltre, la consultazione dei seguenti focus pubblicati sul sito Polaris-IRPI:

Special Issue “Wind and Precipitation – Climatic Influence on the Mediterranean Basin”

Il bacino del Mediterraneo è un ambiente caratterizzato da una complessa dinamica meteoclimatica e rappresenta un sistema particolarmente sensibile e stimolante da studiare, sia per quel che riguarda la modellistica previsionale, sia per la ricostruzione di eventi e l’analisi di scenari d’impatto sul territorio e sulle articolate attività antropiche ivi presenti.

Questo Special Issue vuole essere l’occasione per fare il punto sia sullo stato dell’arte della modellistica, meteorologica e non solo, finalizzata alla previsione di eventi precipitativi e vento in ambito mediterraneo alle diverse scale temporali (dal nowcasting alla climatologia), sia per presentare casi studio e proiezioni anche per evidenziare variabilità stagionale o a lungo termine.

Obbiettivo principale dell’edizione è dunque quello di migliorare la conoscenza degli eventi fenomenologici nell’ambito del clima che caratterizza il bacino del Mediterraneo, anche alla luce dei cambiamenti climatici.

Gli articoli inviati possono riguardare, ma non sono limitati a questi, i seguenti argomenti scientifici:

  • numerical weather prediction modeling
  • precipitation forecast
  • nowcasting
  • wind forecast
  • severe weather
  • impact of extreme weather events
  • trend analysis

Link della Special Issue »

La ricerca incontra i giovani

Oggi, 13 aprile, nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario della fondazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, i sei Istituti del CNR (IBBR, IOM, IRET, IRPI, ISAFOM, SCITEC) che hanno sede in Umbria hanno organizzato alcune attività dedicate agli allievi delle scuole superiori all’insegna dell’inclusività e della partecipazione.
Gli obiettivi principali dell’iniziativa “La ricerca incontra i giovani” sono stati quelli di far conoscere ai ragazzi la rete scientifica operante nel loro territorio e di stimolare la curiosità sui progressi scientifici, tecnologici e applicativi raggiunti dai diversi Istituti.
A Perugia, i ricercatori di IRPI e degli altri Istituti che operano in città hanno dato vita all’iniziativa “Laboratori aperti”, accogliendo nelle rispettive sedi gli studenti dell’Istituto tecnico tecnologico statale ‘Alessandro Volta’ e dell’Istituto di istruzione superiore ‘Giordano Bruno’.
Nel nostro Istituto, i ricercatori del gruppo di geomorfologia hanno interagito con i giovani ospiti offrendo loro l’opportunità di visualizzare alcune immagini aeree con gli strumenti del laboratorio di fotointerpretazione che consentono la visione tridimensionale del territorio, e di riconoscere alcune forme tipiche dei movimenti franosi. Durante la visita al laboratorio di idrologia i ricercatori hanno invece illustrato ai ragazzi le strumentazioni installate sul territorio, e visionato le immagini e i segnali trasmessi dai satelliti costruiti e lanciati dalle principali agenzie spaziali Europee e Americane per il monitoraggio delle principali componenti del ciclo dell’acqua: la pioggia, la neve, l’evaporazione e il deflusso dei fiumi.
Dopo essersi alternati nelle visite ai diversi laboratori, l’attività si è conclusa presso l’Aula Florisa Melone di IRPI, dove il direttore Tommaso Moramarco ha brevemente descritto la storia del CNR e i ricercatori hanno riassunto alcune attività dei rispettivi Istituti e risposto alle domande dei partecipanti.

Alcuni colleghi dell’IRPI ricordano Velio così

Per i tanti che non l’hanno conosciuto, o lo hanno fatto solo marginalmente, vorremmo tratteggiare un breve ricordo di Velio, che all’IRPI di Torino ha mosso i suoi primi passi nella ricerca.

Velio è arrivato all’IRPI nel 2006 per la sua tesi triennale (“Fenomeni di instabilità in ambiente d’alta montagna. Studio e modellazione della valanga di ghiaccio del 25 agosto 2005 sulla parete nord-orientale del Monte Rosa”). L’introduzione inizia così “Alla base del lavoro svolto in questa tesi, ci sono, da un lato la mia grande passione per la montagna, dall’altro il mio assoluto bisogno di sentirmi in qualche modo utile alla “causa ambientale”. In queste parole è racchiuso il senso di tutta la sua attività futura…

Ha proseguito poi, sempre con noi, con una tesi magistrale dal titolo “Monitoraggio di emissioni acustiche in roccia nell’ambito di indagini relative agli effetti dei cambiamenti climatici sulla degradazione del permafrost alpino Applicazione al sito della Capanna Carrel (3835 m), M. Cervino “: è stato in questa occasione che Velio ha iniziato ad occuparsi di sismica e a lavorare con i sensori di vibrazione (cominciando con i geofoni e i sismografi per arrivare ai sensori infrasonici, tutti strumenti che ha continuato ad utilizzare con intelligenza e fantasia in tanti ambiti diversi). Il destino ha voluto che la sua vita si sia chiusa proprio nei luoghi intorno a Cervinia dove era iniziata la sua avventura scientifica.

A partire dal 2010 Velio ha iniziato a lavorare all’IRPI come assegnista di ricerca, occupandosi del rilevamento sismico delle colate detritiche e conseguendo il suo dottorato al Politecnico di Torino nel 2015. Nel 2016 la decisione di cogliere la sfida di un post-doc in Messico per lavorare sui lahar. Tornato in Italia nel 2017 ha lavorato come ricercatore a tempo determinato presso l’Università di Bolzano e, finalmente, nel 2020 è entrato di ruolo all’IRPI, scegliendo la sede di Padova per essere più vicino ai siti di monitoraggio sui quali ormai lavorava da anni, in primis quello del torrente Gadria a Lasa (BZ). Negli anni più recenti ha continuato le sue ricerche sull’uso di sensori sismici per il monitoraggio delle colate detritiche, estendendole alla più ampia tematica della sismicità ambientale applicata allo studio dei processi di trasporto solido e di piena. Grazie alla presenza in Alto Adige di stazioni idrometriche e di monitoraggio del sedimento tecnologicamente avanzate ha anche avviato, in collaborazione con la Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige e la Libera Università di Bolzano, studi sul trasporto solido in sospensione e al fondo, con l’obiettivo di pervenire a bilanci del sedimento a scala di bacino.

Persona concreta e fattiva, non si tirava indietro di fronte a nessuna sfida, mettendo tutto se stesso in quello che faceva. Intelligente, propositivo, critico, fortemente indipendente, aperto al confronto e pronto anche allo scontro, se riteneva di dover difendere le proprie idee e la propria autonomia.

Al CNR e all’IRPI vengono a mancare un ricercatore brillante, competente e appassionato; un collega che non si accontentava di portare avanti le proprie ricerche, ma che, come ricordato dal Direttore, voleva contribuire attivamente alla vita dell’istituto e dell’Ente. Sapeva fare rete e sapeva essere, oltre che collega, amico.

Ci mancherà; ci manca già, tantissimo.

Marta, Massimo, Lorenz

Velio Coviello, ricercatore Cnr-Irpi, vittima della valanga in Valle d’Aosta

Ci ha lasciati improvvisamente Velio Coviello, da fine 2020 ricercatore dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica presso la sede di Padova, travolto dalla valanga staccatasi nel pomeriggio del 1 aprile in Valle d’Aosta.

Si era laureato con lode nel 2009 in Ingegneria Ambientale al Politecnico di Torino e aveva ricevuto il Dottorato di Ricerca nel 2015, presso lo stesso ateneo, con una tesi intitolata “Debris flow seismic monitoring and warning” e trascorrendo un periodo all’estero al centro di ricerca sui fenomeni franosi dell’USGS Golden (Colorado); in seguito ha sviluppato ricerca post-dottorale in Messico (UNAM Geoscience Center) studiando le colate detritiche in ambiente vulcanico (lahar) ed è stato, fra il 2017 e il 2020, ricercatore a tempo determinato presso la Libera Università di Bolzano.
I suoi interessi di ricerca riguardavano la caratterizzazione dei movimenti di massa e del trasporto solido attraverso indagini di terreno e dati di monitoraggio. In particolare, Velio ha condotto ricerche sull’uso della sismologia ambientale per l’identificazione automatica di processi franosi e torrentizi e per lo sviluppo di sistemi di allerta.
Velio è stato un ricercatore appassionato e con una grande vivacità e onestà intellettuale.
La sua dedizione alla comprensione dei processi ambientali integrando approcci modellistici con un’intensa e continua attività sul terreno, resta una preziosa eredità per il mondo scientifico nel campo dei pericoli geo-idrologici in ambiente montano.

 

Vedi anche:

A due ricercatrici IRPI il premio per il miglior poster al Congresso Nazionale delle Scienze Planetarie

Dal 6 al 10 febbraio 2023 si è tenuto a Perugia, presso la storica Sala dei Notari, il XVIII Congresso Nazionale delle Scienze Planetarie. Maria Teresa Brunetti e Silvia Peruccacci, ricercatrici CNR presso l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) con sede a Perugia, hanno presentato un lavoro dal titolo “Ubiquity of landslides in the Solar System”, che è valso loro il premio per il miglior poster.

Da sinistra: Silvia Peruccacci e Teresa Brunetti

La ricerca, frutto di un lavoro interdisciplinare, applica le tecniche della geomorfologia e del riconoscimento dei movimenti franosi all’ambito delle scienze planetarie. Nello specifico, il poster mostra lo stato dell’arte relativo all’osservazione e allo studio delle frane sui corpi solidi del Sistema Solare. Questa revisione della letteratura scientifica è attualmente in fase di pubblicazione a cura di Oxford University Press.

Aggiornato il catasto delle frane di alta quota nelle Alpi

Attualmente il catasto contiene informazioni relative a 772 processi di instabilità naturale (frane, colate detritiche, instabilità glaciale), avvenuti nelle Alpi italiane ad una quota superiore ai 1500 metri durante il periodo 2000-2022. Fra le tipologie di processi più frequenti si segnalano 279 crolli di roccia, pari al 36 % del totale e 191 colate detritico-torrentizie, pari al 25 % del totale dei processi censiti. Le regioni maggiormente colpite risultano essere la Valle d’Aosta (311 processi, pari al 40,3 % del totale), La Lombardia (147 processi, pari al 19,1 % del totale) e il Piemonte (126 processi, pari al 16,3 % del totale), seguito a breve distanza dal Trentino Alto Adige con 121 processi, pari al 15,7 % del totale. L’anno record per il periodo considerato è sicuramente il 2022, per il quale sono documentati 71 processi di instabilità e di questi, ben 60 (85 %) sono avvenuti in estate. L’analisi su base annuale ha fatto emergere anche una evidente tendenza all’aumento degli eventi con il passare degli anni, con ogni probabilità un effetto dell’aumento delle temperature alle quote più elevate ed alla conseguente degradazione del permafrost. La stagione in cui questi processi si manifestano con maggior frequenza è quella estiva (giugno, luglio ed agosto), con 434 eventi documentati, pari al 56 % del totale. L’attività di incremento della casistica presente è indirizzata verso l’inserimento degli eventi di frana ante-2000 e verso un aggiornamento periodico dipendente dal numero di eventi accaduti e censiti. Inoltre, particolare importanza verrà data alla ricerca di soluzioni informatiche in grado di migliorare la fruibilità del prodotto nel suo complesso. Mediante la realizzazione di questo semplice webgis si vuole fornire, da un lato, un concreto strumento alla comunità scientifica impegnata nello studio degli effetti del cambiamento climatico e agli enti di governo del territorio e, dall’altro, un elemento di stimolo verso la realizzazione di un Catasto delle frane di alta quota nelle Alpi europee.

Link pagina web catasto »

Link news CNR »

Opportunità per una borsa di Dottorato di Ricerca in collaborazione con il CNR-IRPI

Nell’ambito del progetto “ Tech4You – Technologies for climate change adaptation and quality of life improvement” finanziato con fondi PNRR – Ecosistemi dell’Innovazione, il CNR-IRPI ha promosso l’attivazione di una borsa di dottorato di ricerca in collaborazione con la Scuola di Dottorato in Scienze e Ingegneria dell’Ambiente, delle Costruzioni e dell’Energia, dell’Università della Calabria. La tematica di ricerca riguarda lo sviluppo di sistemi di monitoraggio in-situ o da remoto per la misurazione delle proprietà geotecniche e l’erosione idrica dei suoli in bacini idrografici interessati da incendi boschivi. Il bando con le relative informazioni è consultabile al seguente link:

 

La domanda di ammissione potrà essere presentata online entro le ore 12:00 (mezzogiorno ora italiana) del giorno 30 gennaio 2023.

Masso ad Ischia, un recente lavoro aveva classificato quel tratto di strada come possibile bersaglio di crolli

Il 24 dicembre scorso ad Ischia, in via Nuovo Montevico, località Lacco Ameno, un grosso masso si è staccato da un costone roccioso colpendo la strada e danneggiando uno scooter e la segnaletica. Fortunatamente non ci sono stati danni a persone.

I ricercatori del CNR IRPI ed IREA hanno recentemente pubblicato un lavoro nella rivista “Geomatics, Natural Hazards and Risk” (Taylor & Francis online) in cui discutono la realizzazione di una mappa di suscettibilità per crolli in roccia in tutta l’isola, utilizzando un modello tridimensionale che simula la caduta dei blocchi, studiando il possibile impatto sulla rete stradale e sugli edifici.

I risultati del lavoro mostrano che il tratto di strada in cui si è verificato l’evento era classificato come possibile bersaglio di crolli. Sebbene molte delle strade dell’isola fossero state classificate in maniera simile, o molto spesso con probabilità maggiore di essere colpite, la corrispondeza trovata è importante per la validazione dei risultati del lavoro e fornisce una buona indicazione per continuare a studiare i fenomeni di crollo con questo metodo, e migliorarne ancora le capacità predittive con la raccolta di dati di alta precisione.

Sebbene la tragica frana che recentemente si è verificata ad Ischia abbia coinvolto massi rocciosi, precisiamo che il fenomeno di dissesto in quel caso era di tipo molto diverso, trattandosi di una colata di fango. I massi erano stati trasportati dalla colata, ed i risultati del lavoro indicato qui sono solo molto parzialmente confrontabili con quanto accaduto a Casamicciola.

Link al lavoro pubblicato: https://doi.org/10.1080/19475705.2022.2131472

Fonte repubblica.it

La figura si riferisce ai risultati pubblicati nel lavoro descritto; la zona in cui si è verificato l’evento è evidenziata con una freccia

 

La Montagna di Ghiaccio

Domenica 11 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale della Montagna, la Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani, cui l’IRPI partecipa, organizza in collaborazione con il Forte di Bard un evento divulgativo intitolato “La Montagna di Ghiaccio”, che si svolgerà in presenza presso il Forte di Bard (AO) ed in streaming. Il programma dettagliato e le informazioni per la partecipazione sono disponibili nella locandina allegata.

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Soglie topografiche per la formazione di canali di erosione nelle badlands. Risultati di un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Earth Surface Processes and Landforms”

L’articolo, intitolato “Topographic thresholds for gully head formation in badlands” è stato recentemente pubblicato sulla rivista “Earth Surface Processes and Landforms”. Lo studio è stato redatto da Mauro Rossi e Dino Torri del Cnr Irpi e da Jean Poesen, Sofie De Geeter & Cati Cremer dal Dipartimento di Scienze della Terra e Ambientali dell’Università Cattolica di Lovanio, Belgio.

In sintesi

Lo studio estende il modello di soglia topografica ai territori dominati dall’erosione (i.e. zone a biancane o a calanchi) sulla base di dati raccolti in ambiente mediterraneo in Italia e Spagna, caratterizzati da contesti climatici, litologici, geologici e antropici diversificati. I criteri per l’attribuzione dei valori di Numero di Curva (dato di ingresso del modello proposto) sono definiti in modo oggettivo, al fine di ridurre l’arbitrarietà nell’applicazione delle soglie topografiche. Sono stati rivisti i fondamenti fisici del concetto di soglia per i canali di erosione (i.e. gully) introducendo una descrizione della resistenza del suolo in termini attrito e coesione.

In dettaglio

L’erosione del suolo, che produce le forme tipiche dei calanchi, calanchi è un processo particolarmente dannoso che non è ancora sufficientemente compreso e parametrizzato. Le soglie topografiche sono un modello per la previsione spaziale dell’erosione canalizzata e sono state derivate per terreni coltivati, per i pascoli e per le foreste. Questo studio estende tale approccio modellistico ai calanchi e alle biancane, altrimenti definite in lingua inglese come badlands. Sono stati analizzati diversi otto siti in ambiente mediterraneo in Italia e Spagna, caratterizzati da contesti climatici, litologici e geologici diversificati e sottoposti a diversi condizionamenti antropici. Sono stati analizzati i condizionamenti antropici presenti nei diversi siti fornendo una retrospettiva storica e sono state analizzate le diverse caratteristiche geomorfologiche delle forme di erosione studiate. L’uso del suolo ha fortemente influenzato la formazione e lo sviluppo delle badlands, per colpa di uno sfruttamento del territorio estremamente impattante (di solito sovra pascolamento). Gli effetti dei processi geologici e geomorfologici sono estremamente visibili. Se da un lato è confermato l’effetto di discontinuità geologico strutturali caratterizzanti gli affioramenti rocciosi, dall’altro il diverso orientamento della stratificazione geologica rispetto all’aspetto del pendio (i.e. domini geostrutturali) è responsabile di un diverso sviluppo delle morfologie dei calanchi e delle biancane e di conseguenza di diversi valori delle soglie topografiche.

Citazione: Rossi, M., Torri, D., De Geeter, S., Cremer, C. and Poesen, J., Topographic thresholds for gully head formation in badlands. Earth Surface Processes and Landforms. https://doi.org/10.1002/esp.5473

Web linkhttps://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/esp.5473

Citazioni aggiuntive:

Rossi, M., Torri, D., Santi, E., 2015. Bias in topographic thresholds for gully heads. Nat Hazards 79, 51–69. https://doi.org/10.1007/s11069-015-1701-2

Torri, D., Poesen, J., 2014. A review of topographic threshold conditions for gully head development in different environments. Earth-Science Reviews 130, 73–85. https://doi.org/10.1016/j.earscirev.2013.12.006

Torri, D., Poesen, J., Rossi, M., Amici, V., Spennacchi, D., Cremer, C., 2018a. Gully head modelling: A Mediterranean badland case study: Gully head topographic threshold for badlands. Earth Surface Processes and Landforms 43, 2547–2561. https://doi.org/10.1002/esp.4414

Torri, D., Rossi, M., Brogi, F., Marignani, M., Bacaro, G., Santi, E., Tordoni, E., Amici, V., Maccherini, S., 2018b. Chapter 4 – Badlands and the Dynamics of Human History, Land Use, and Vegetation Through Centuries, in: Nadal-Romero, E., Martínez-Murillo, J.F., Kuhn, N.J. (Eds.), Badlands Dynamics in a Context of Global Change. Elsevier, pp. 111–153. https://doi.org/10.1016/B978-0-12-813054-4.00004-6

 

Ubicazione delle aree di studio. Codici sito in Italia: Verghereto VR, Montione MN; Leonina Biancana LH; Leonina Hillslope LB. Codici sito in Spagna: Puebla de Valles PV; Hiendelaencina HE; Villares de Jadraque VJ, Zarzuela de Jadraque ZJ.

 

Pendenza (tan slope) in corrispondenza delle teste di solchi di erosione e corrispondenti bacini di drenaggio (A) misurati nelle diverse aree di studio; le linee colorate solide e tratteggiate mostrano rispettivamente l’andamento della soglia mediana e media determinata per terreni coltivati (rosso scuro), pascoli (viola) e foreste (verde). Variabilità dei valori di k per i diversi siti di studio (B) e aree di studio (C).

Convegno sul progetto CARG: Strumento di Prevenzione dei Rischi Naturali

Lunedì 10 ottobre alle ore 9.30, dalla Sala Zuccari del Palazzo Giustiniani in Roma, sarà trasmesso in diretta streaming su https://webtv.senato.it e sul canale YouTube del Senato Italiano https://www.youtube.com/user/SenatoItaliano, il Convegno che affronta il tema del completamento del Progetto CARG (Cartografia Geologica d’Italia). Uno degli scopi dell’evento è quello di evidenziare che il Progetto è da considerarsi alla stregua di una sofisticata infrastruttura di ricerca, di fatto strategica per l’Italia, in particolare per perseguire lo sviluppo ecosostenibile e la pianificazione consapevole del territorio, per la mitigazione, riduzione e prevenzione dei rischi naturali (sismici, idrogeologici, vulcanici e geochimici), per la tutela dell’ambiente e per la gestione delle georisorse, a partire dalle quelle idriche. L’IRPI CNR sarà presente a tale iniziativa con Maurizio Polemio ricercatore presso la sede di Bari, che interverrà nel corso della diretta.

Dettagli dell’evento » 

L’IRPI di Cosenza ha partecipato alla Notte Europea dei Ricercatori 2022/2023 – “SuperScienceMe – REsearch is your Re-source”

La sede di Cosenza dell’IRPI ha partecipato anche quest’anno alla manifestazione della Notte Europea dei Ricercatori, che si è svolta in presenza venerdì 30 settembre, nell’ambito del progetto “SuperScienceMe – REsearch is your Re-source”, coordinato dall’Università della Calabria e con la partecipazione degli Istituti CNR con sedi in Calabria e Basilicata, dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria e delle Regioni Calabria e Basilicata.

Le molteplici attività programmate per l’evento sono state articolate in cinque aree tematiche ispirate alle cinque EU Missions: Climate Change, including Societal Transformation; Cancer; Healthy Ocean, Seas, Coastal and Inland Waters; Climate-Neutral and Smart Cities; Soil Health and Food.

La sede di Cosenza dell’IRPI ha partecipato alla tematica “Climate Change” promuovendo due attività. La prima, prevalentemente divulgativa, è stata indirizzata a fornire informazioni sul rischio geo-idrologico, collegato anche ai cambiamenti climatici, e su come affrontare gli stessi rischi da parte della popolazione. La seconda attività è stata diretta ad analizzare come i giovani percepiscono i cambiamenti climatici ed affrontano i principali rischi indotti da essi (in particolare, alcuni rischi naturali), tramite un questionario facilmente scaricabile mediante QR Code. Il questionario on-line è raggiungibile e compilabile attraverso la piattaforma digitale dell’evento www.superscienceme.it nella sezione Menu/Edu-Ambiente o direttamente attraverso il link www.superscienceme.it/questionario-cambiamenti-climatici-percezione-sociale.

Skype a Scientist e IRPI

‘Skype a Scientist’ è un progetto internazionale di divulgazione scientifica che mira a portare brevi lezioni di studiosi di svariate materie nelle scuole. A ogni ricercatore viene assegnata una scuola a cui tenere brevi talk con discussione su temi affini alla propria ricerca, in base all’età degli alunni.
In questa cornice Giulia Bossi, ricercatrice IRPI, ha tenuto due lezioni per bambini di 7-8 anni della St Peter’s Catholic Primary School (Londra). La presentazione “From rocks to soil to rocks again” trattava del “ciclo della roccia” e dell’evoluzione del paesaggio parlando di frane, alluvioni e trasporto solido.

Ricercatore del CNR-IRPI eletto Vicepresidente dell’AIEG

Le elezioni 2022 per il Comitato Esecutivo IAEG (International Association for Engineering Geology and the Environment) per il periodo 2023-2026 si sono svolte il 14 settembre durante la riunione online del Consiglio Internazionale. Janusz Wasowski, sostenuto dal Gruppo Nazionale Italiano, è stato eletto nuovo Vicepresidente dell’IAEG per l’Europa.
Fondata nel 1964, la IAEG è una società scientifica mondiale con oltre 4,500 membri, 69 Gruppi Nazionali e 19 Commissioni Tecniche. Il Gruppo Nazionale Italiano della IAEG ha 91 membri, il 20% dei quali è rappresentato da Ricercatori del CNR, incluso il Presidente del gruppo, Daniele Giordan.

La qualità di un inventario di frane può essere correlata alla visibilità del territorio dalle strade?

I ricercatori di CNR-IRPI, in collaborazione con il Geological Survey of India (GSI) e l’Università dei Paesi Baschi (UPV/EHU), hanno messo in pratica un esperimento per la valutazione della qualità degli inventari di frana esistenti. I risultati mostrano che gli inventari preparati utilizzando i dati delle indagini sul campo e/o i dati storici ereditati sottostimano sistematicamente la presenza di frane in aree poco visibili dal reticolo stradale. Questo studio, che può essere facilmente replicato utilizzando il software rilasciato dai ricercatori, ha chiare implicazioni sulle procedure che, in letteratura, vengono utilizzate per definire e validare la suscettibilità da frana di un territorio.
Maggiori dettagli nel seguente documento di ricerca.
https://doi.org/10.5194/nhess-22-2929-2022

Due Ricercatori dell’IRPI co-autori di un recente lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “NATURE”

L’articolo, intitolato “The challenge of unprecedented floods and droughts in risk management” pubblicato sulla rivista “NATURE”, presenta l’analisi di 26 coppie di eventi alluvionali e 19 di siccità occorsi in diverse parti del mondo con differenti contesti idroclimatici e socioeconomici. L’obiettivo è stato quello di valutare se e come l’occorrenza di un primo evento avesse condizionato l’impatto del secondo verificatosi a distanza di anni, utilizzando indicatori di pericolosità, vulnerabilità, esposizione, impatto e gestione del rischio.

I risultati dimostrano che quando due eventi colpiscono la stessa zona a distanza di anni, il secondo tende ad avere un impatto uguale o maggiore del primo, nonostante la realizzazione di interventi di prevenzione anche economicamente onerosi. Questa conclusione, per certi versi in controtendenza, è legata al verificarsi di eventi sempre più estremi, caratterizzati da magnitudo mai documentate in precedenza, che rappresentano ormai un allarme a scala globale soprattutto in considerazione degli scenari futuri. Solamente in due dei 45 casi analizzati, il secondo evento ha avuto un impatto più basso del primo nonostante una magnitudo più elevata, grazie al successo degli interventi di mitigazione del rischio.

L’unico caso italiano incluso nello studio, documentato dai due Ricercatori dell’IRPI Olga Petrucci e Giuseppe Esposito, è relativo ad una coppia di eventi alluvionali verificatisi in Calabria (Rossano-Corigliano). Questo caso ha evidenziato come l’impatto di un evento possa essere incrementato non solo da una maggiore magnitudo, ma anche dall’aumento di popolazione nelle zone a rischio. I due Ricercatori dell’IRPI sottolineano l’importanza di continuare a documentare gli eventi geo-idrologici, in quanto le informazioni raccolte, se adeguatamente trattate e sintetizzate sotto forma di indicatori, rappresentano validi strumenti sia per monitorare gli effetti del cambiamento climatico che per contribuire alla gestione delle azioni di adattamento e di mitigazione del rischio.

Link all’articolo: https://www.nature.com/articles/s41586-022-04917-5#MOESM1

Citazione: Kreibich, H., Van Loon, A.F., Schröter, K. et al. The challenge of unprecedented floods and droughts in risk management. Nature 608, 80–86 (2022). https://doi.org/10.1038/s41586-022-04917-5 

Relazione tra le variazioni di pericolosità e di impatto delle coppie di eventi alluvionali e siccitosi. Il colore dei simboli indica le variazioni della vulnerabilità, come indicato in legenda. Il cerchio verde evidenzia gli unici due casi in cui l’impatto si è ridotto nonostante l’aumento della pericolosità. Il cerchio viola evidenzia i casi associati ad impatti senza precedenti nonostante la riduzione di vulnerabilità.

Valutazione della ricarica delle acque sotterranee in Italia per un prelievo sostenibile delle risorse idriche. Risultati di un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Journal of Hydrology: Regional Studies”

L’articolo, intitolato Nationwide groundwater recharge evaluation for a sustainable water withdrawal over Italy” è stato recentemente pubblicato sulla rivista Journal of Hydrology: Regional Studies. Lo studio è stato redatto da Mauro Rossi e Marco Donnini del Cnr Irpi e da Giulio Beddini dell’Università degli Studi di Perugia.

In sintesi

Lo studio valuta in Italia la ricarica delle acque sotterranee, cioè la quantità di acqua che si infiltra nel suolo alimentando le falde acquifere. La stima di tale ricarica è stata confrontata con i prelievi idrici per l’industria delle acque minerali e per uso civile in determinati anni. I risultati mostrano che la ricarica delle acque sotterranee varia a livello regionale, influenzata soprattutto dalla distribuzione delle precipitazioni, dall’altitudine e dalle caratteristiche del suolo. Nel complesso, i prelievi idrici in Italia sono sostenibili negli anni analizzati, ma non trascurabili, essendo circa il 10-15% della ricarica delle acque sotterranee.

In dettaglio

Le studio ha utilizzato il software open source per il bilancio idrico (HYDRO-BM) sviluppato da Rossi & Donnini (2018) su una griglia di 10 km × 10 km e i seguenti dati ad accesso libero: (i) dati di quota del modello digitale di elevazione TINITALY/01 (https://tinitaly.pi.ingv.it/); (ii) precipitazioni (cumulate giornaliere) e temperature (minime e massime giornaliere) dal 1981 al 2010 del database SCIA dell’ISPRA (http://www.scia.isprambiente.it); (iii) dati pedologici e litologici dall’European Soil Database (https://esdac.jrc.ec.europa.eu/). Il modello è stato calibrato e validato utilizzando dati di letteratura disponibili per l’area appenninica (Italia centrale). I valori di ricarica delle acque sotterranee sono stati confrontati con i dati di prelievo idrico più recenti disponibili nella letteratura scientifica: (i) prelievi di acqua nel 1992 per l’industria delle acque minerali; e (ii) prelievi nel 2015 per uso civile.

I risultati mostrano che la ricarica delle acque sotterranee stimata nel periodo 1981-2010 è in media di 110 miliardi di metri cubi all’anno, con una significativa variazione annuale. Nel 1992 e 2015 la ricarica delle acque sotterranee ha superato il valore medio rispettivamente del 3% e del 27%. Nel 1992, il prelievo per l’industria delle acque minerali è stato pari a circa lo 0,01% della ricarica delle acque sotterranee, mentre quello per uso civile è stato pari a circa il 10% nel 2015. Complessivamente, i risultati mostrano (i) che i prelievi medi nel periodo 1981-2010 per uso civile, industriale e agricolo sono sostenibili, ma non trascurabili, essendo pari a circa il 14% della ricarica media delle acque sotterranee per lo stesso periodo; (ii) la sostenibilità dei prelievi varia a livello regionale.

La metodologia proposta consente di valutare la sostenibilità dei prelievi idrici a livello regionale e nazionale, in linea con l’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (“Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti”, cfr. https://sdgs.un.org). Inoltre, l’approccio proposto può avere un’importanza strategica per i Paesi in via di sviluppo, che sono interessati dalla scarsità di risorse idriche e hanno problemi di sostenibilità, soprattutto in un contesto del cambiamento climatico.

Citazione: Rossi M., Donnini M., Beddini G. (2022). Nationwide groundwater recharge evaluation for a sustainable water withdrawal over Italy. Journal of Hydrology: Regional Studies, Volume 43, 101172, ISSN 2214-5818, https://doi.org/10.1016/j.ejrh.2022.101172.

Web linkhttps://doi.org/10.1016/j.ejrh.2022.101172

Citazioni aggiuntive: Rossi, M., & Donnini, M. (2018). Estimation of regional scale effective infiltration using an open source hydrogeological balance model and free/open data. Environmental Modelling & Software, 104, 153-170. https://doi.org/10.1016/j.envsoft.2018.03.005

Ricarica delle acque sotterranee stimata nel 1992 (a) e nel 2015 (b) e percentuale di prelievi per l’industria di acqua minerale nel 1992 (c) e per uso civile nel 2015 (d).

IRPI è presente al 2022 IEEE International Symposium on Measurements and Networking

IRPI è presente al 2022 IEEE International Symposium on Measurements and Networking (Padova, Orto Botanico, 18-20 luglio 2022) con un intervento dal titolo “Distributed optical fiber sensors for the soil temperature measurement in river embankments” presentato da Luca Schenato della Filiale di Padova.

Carta Archeologica del comune di Asciano

La nuova Carta Archeologica del comune di Asciano (Siena) e le relative note, alla quale stesura hanno collaborato i tre ricercatori dell’IRPI CNR di Perugia, Mauro Rossi, Dino Torri e Giulia Margaritelli sarà presentata presso la chiesa di Sant’Agostino, Corso Matteotti, Asciano, durante la serie di eventi “Le notti dell’Archeologia”. La partecipazione è gratuita.

 

Luca Schenato al workshop internazionale sul monitoraggio con fibre ottiche

L’IRPI ha partecipato al workshop internazionale “SISTEMI INNOVATIVI DI MONITORAGGIO GEOTECNICO MEDIANTE SENSORI IN FIBRA OTTICA”, che si è svolto a Padova, presso l’Orto Botanico, il 28 giugno 2022.

In particolare, Luca Schenato della Sede di Padova ha presentato una relazione su “SENSORI A FIBRA OTTICA: PRINCIPI BASE E APPLICAZIONI”.

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Premiato Velio Coviello all’ Euromediterranean Network of Experimental and Representative Basins (ERB)

Velio COVIELLO ha ricevuto il premio “best oral presentation award” dall’Euromediterranean Network of Experimental and Representative Basins (ERB) per la presentazione “Continuous monitoring of bedload transport in a glacierized Alpine basin”. Il premio è stato assegnato in occasione della 18th Biennial Conference ERB 2022 svoltasi a Portoferraio, Isola d’Elba, dal 7 al 10 June 2022 ed organizzata dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi Firenze. La ricerca presentata alla conferenza ERB riguarda lo studio del trasporto solido al fondo nel bacino glaciale di Solda (BZ) ed è realizzata in collaborazione con il River Basin Group della Libera Università di Bozen-Bolzano. Link al sito web della conferenza: https://www.dagri.unifi.it/p562.html

Special Issue “Atmospheric Rivers from Modeling and Remote Sensing”

Gli Atmospheric Rivers (ARs) sono sistemi di trasporto di vapore acqueo organizzati in strutture lunghe e strette a forma di filamento che si muovono attorno al pianeta e possono interagire coi sistemi precipitanti rinforzando l’intensità della pioggia al suolo. Gli ARs si formano tipicamente su regioni di media latitudine, spostandosi verso i poli dai tropici e poi approdando tipicamente forzati dalle montagne. Dai primi studi pionieristici (Zhu e Newell, 1994), l’interesse della comunità scientifica è progressivamente cresciuto, come dimostrano i numerosi progetti, sperimentazioni in campo e simulazioni numeriche e il gran numero di pubblicazioni scientifiche. Tuttavia, diverse questioni scientifiche rimangono inesplorate.

Questa Special Issue di MDPI Remote Sensing mira a migliorare l’attuale stato dell’arte attraverso la pubblicazione di articoli originali che si focalizzino su studi innovativi e trasversali: un esempio è la valutazione degli effetti delle precipitazioni forzate dagli ARs su bacini idrologici di piccole-medie dimensioni. Il miglioramento delle tecniche satellitari e di modellistica numerica per l’identificazione e la caratterizzazione degli ARs ermette oggi di quantificare meglio la distribuzione spazio-temporale delle precipitazioni nelle reti di drenaggio valutando la risposta dei bacini idrografici agli effetti locali dovuti alla gravità di un evento.

Gli articoli inviati possono riguardare, ma non sono limitati a questi, i seguenti argomenti scientifici:

  • Impatto degli AR su piogge e nevicate intense e conseguenti alluvioni in regioni alle medie latitudini.
  • Cambiamenti nella risposta idrologica del terreno complesso dovuti agli AR. 
  • Focus sul Bacino del Mediterraneo: caratteristiche, frequenza deli eventi, stagionalità ed effetti degli AR in questo complesso dominio. 
  • Storm collegati agli AR nel contesto del cambiamento climatico.
  • AR quali prodotto operativo chiave per applicazioni di nowcasting e di gestione del rischio dalle alluvioni. 

 

Guest Editors

Dott. Sante Laviola (CNR-ISAC), Dott. Francesco Chiaravalloti (CNR-IRPI), Dott.ssa. Annalina Lombardi (CETEMPS), Dott.ssa. Barbara Tomassetti (CETEMPS)

Scadenza per la sottomissione dei manoscritti: 31 marzo 2023.

Ulteriori dettagli sono reperibili alla pagina web della Special Issue.

 

IL LiDAR aerotrasportato CNR IRPI è nuovamente operativo dopo un major upgrade riguardante camera aerea e sistema di navigazione

Il LiDAR aereotrasportato del CNR IRPI, (responsabile Marco Baldo del gruppo GMG – Geohazard Monitoring Group – sede distaccata di Torino), è nuovamente operativo dopo un upgrade hardware che ne ha sensibilmente migliorato le prestazioni in termini di efficienza di volo e risoluzione del prodotto ortofotogrammetrico.

E’ stata infatti sostituita la camera aerea esistente con una full frame PhaseOne iXM-150Mpixel (focale 50mm).

Contestualmente è inoltre stato aggiornato il sistema di navigazione e controllo con il nuovo modello IGI CCNS5 (Computer Controlled Navigation System).

Camera PhaseOne iXM-150

Il sensore di medio formato, con pixel size di 3,76 mm, è in grado di scattare fotogrammi raw alla risoluzione di 14204X10652 pixel corrispondente ad un GSD (ground sampling Distance) di circa 6cm/pixel a 900m di quota relativa.

Il sistema di controllo hardware, completamente gestibile con un toughpad dotato di software IGIVisu, consente la visualizzazione in tempo reale della copertura stereoscopica fotografica e dell’impronta laser a terra.

Il sistema di assistenza al volo CCNS5 infine, dotato di display a colori full anti-reflection, è programmabile per l’aeromobile su cui è  destinato al volo ed è dotato di un sistema di predizione della virata di procedura che tiene conto di fattori ambientali quali intensità e direzione del vento, consentendo un più efficace inserimento in strisciata e un risparmio dei tempi di volo.

CCNS5 in fase operativa

ToughPad con software IGIVisu: proiezione in real-time di impronta laser e copertura stereoscopica.

Risoluzione a terra di un particolare sopra torrente Dora di Verney, La Thuile (AO)

 

Per informazioni: Marco Baldo (marco.baldo@irpi.cnr.it)

Special Issue su ‘Remote Sensing’ per raccolta articoli riguardanti recenti progressi nel campo del Remote Sensing

Fino al 30 dicembre 2022 rimarrà aperto lo Special Issue della rivista Remote Sensing (IF:4.84, Cite score Scopus 6.6) su “Remote Sensing for Geohazards: Status, New Challenges and Opportunities”. Guest Editors dello Special Issue sono Francesca Ardizzone (CNR-IRPI), Federica Fiorucci (CNR-IRPI) e Silvia Bianchini (Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Firenze).
Lo Special Issue intende raccogliere articoli riguardanti recenti progressi nel campo del Remote Sensing applicato all’osservazione, monitoraggio, mappatura e modellazione della pericolosità geologica (ad esempio frane, eruzioni vulcaniche, subsidenza, sismicità).
Per informazioni: francesca.ardizzone@irpi.cnr.it, federica.fiorucci@irpi.cnr.it, silvia.bianchini@unifi.it
Link: https://www.mdpi.com/journal/remotesensing/special_issues/Remote_Sensing_for_Geohazards

Ricercatori dell’ IRPI al “Progressive Workshop on Statistical Analysis of Landslide Susceptibility”

Paola REICHENBACH e Mauro ROSSI hanno partecipato al “Progressive Workshop on Statistical Analysis of Landslide Susceptibility” presso la Faculty of Mining, Geology and Petroleum Engineering of the University of Zagreb. Paola REICHENBACH e Mauro ROSSI hanno tenuto lezioni frontali su temi relativi alla realizzazione di modelli di suscettibilità e hanno effettuato sopralluoghi in campagna nelle aree oggetto di studio. Il workshop, articolato in 3 giornate (dal 4 al 7 aprile 2022 ), ha visto la partecipazione di docenti e studenti di dottorato dell’Università di Zagabria. Le attività di collaborazione sono state effettuate nell’ambito del progetto scientifico LandSlidePlan finanziato dalla Croatian Science Foundation (https://landslideplan.eu/en/home/) e del progetto pri-mjer (https://pri-mjer.hr/).

Published the first dataset of flood fatalities for territories in the Euro-Mediterranean region

Scientific Data, a scientific journal of the Nature.com portfolio, yesterday (12/04/2022) published Developing a large-scale dataset of flood fatalities for territories in the Euro-Mediterranean region, FFEM-DB (https://doi.org/10.1038/s41597-022-01273-x).

The paper describes the multinational Database of Flood Fatalities from the Euro-Mediterranean region, FFEM-DB, that hosts data of 2,875 flood fatalities from 12 territories in Europe and the broader Mediterranean region from 1980 to 2020. The FFEM-DB database provides data on fatalities’ profiles, location, and contributing circumstances, allowing researchers and flood risk managers to explore demographic, behavioral, and situational factors, as well as environmental features of flood-related mortality.

The project started on 2019 after the initiative of Olga Petrucci, a researcher working at IRPI section of Cosenza, and currently it involves 24 researchers working in 12 study areas.  

In the light of FAIR Principles for scientific data management, which declare that research data should be Findable, Accessible, Interoperable and Reusable, the database is freely accessible in 4TU.ResearchData, an international data repository for science, engineering and design at: https://data.4tu.nl/articles/dataset/EUFF_2_0_European_Flood_Fatalities_database_/14754999.

The future plan is to extend the database to all the European countries. Researchers working on the impact of floods on countries of the Euro-Mediterranean region can participate to the enlargement of the database with data about flood fatalities occurred in their country in the period 1980-2020.

contact: olga.petrucci@irpi.cnr.it.

FFEM-DB study areas, in blue. BAL: Balearic Islands; CAT: Catalonia; CYP: Cyprus; CZE: Czech Republic; SFR: Southern France; GER: Germany; GRE: Greece; ISR: Israel; ITA: Italy; POR: Portugal; TUR: Turkey; and UK: United Kingdom.

FFEM-DB study areas, in blue. BAL: Balearic Islands; CAT: Catalonia; CYP: Cyprus; CZE: Czech Republic; SFR: Southern France; GER: Germany; GRE: Greece; ISR: Israel; ITA: Italy; POR: Portugal; TUR: Turkey; and UK: United Kingdom.

Sistemi di monitoraggio con bivalvi in gabbia installati e resi operativi nella sezione idrometrica di Orvieto Scalo, fiume Paglia (progetto ENTERPRISING PRIN)

Due sistemi di monitoraggio con mitili in gabbia sono stati resi operativi presso il sito idrometrico di Orvieto Scalo nei giorni 31 marzo e 7 aprile 2022 (fiume Paglia) nell’ambito delle attività del progetto PRIN ENTERPRISING. Un sistema è installato su una delle pile del Ponte Adunata e uno è in una vasca laterale sotto il ponte stesso. I sistemi consentono di confrontare l’apertura delle cozze con il livello dell’acqua, la conducibilità e la temperatura con l’obiettivo principale di identificare le interazioni tra le condizioni idrodinamiche e il comportamento delle comunità biotiche.

Si veda il progetto »

Avvio del programma esecutivo per la cooperazione scientifica e tecnologica tra Italia e India (2022-2024)

L’IRPI-CNR partecipa al programma bilaterale come partner italiano del ‘Significant Research Project’: Probabilistic floods and sediment transport forecasting in the Himalayas during the extreme events.

PI: Dott.ssa Silvia Barbetta

Link alla registrazione dell’evento (min 32-44) »

Maggiori informazioni »

Un minuto di silenzio, guardandoci negli occhi

Nella giornata dell’8 marzo, il Cnr-Irpi si è unito al minuto di silenzio a seguito delle parole della presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza: “Martedì 8 marzo, alle ore 13, tutta la comunità del Cnr è invitata ad osservare un minuto di silenzio ritrovandosi negli spazi antistanti la propria sede lavorativa. Un minuto nel quale, oltre ad esprimere solidarietà per il popolo ucraino – e per tutti i popoli attualmente vittime di guerre e ingiustizie – ci si possa riconoscere come parti di un tutto, come compagni di viaggio, uniti nella pace e nella fiducia per il progresso dell’umanità. Con un pensiero solidale in più in occasione della Giornata Internazionale dei diritti della donna”. Si riportano le foto delle sedi di Perugia, Cosenza e Padova. Le Sedi di Bari e Torino hanno partecipato al momento insieme agli Istituti afferenti alle rispettive Aree di Ricerca.

SANF-RFI prototipo di sistema di allertamento per le infrastrutture di trasporto riconosciuto dal Mims

Il sistema di allertamento da frana SANF-RFI, sviluppato da Irpi Cnr per l’infrastruttura ferroviaria gestita da RFI, citato nel rapporto “Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità” del Mims.

SANF-RFI è un sistema di allerta per la previsione di frane pluvio-indotte lungo l’infrastruttura ferroviaria gestita da RFI. Il sistema utilizza misure e previsioni quantitative di pioggia per prevedere l’occorrenza spaziale e temporale di frane lungo l’infrastruttura.

Il sistema è stato sviluppato a partire dalle precedenti esperienze che hanno portato alla implementazione di prototipi sia a scala nazionale, per conto del Dipartimento di Protezione Civile, che a scala regionale per le regioni Liguria, Sardegna e Puglia. SANF-RFI rappresenta un ulteriore sforzo, che mette a sistema le competenze di mappatura, modellazione e sviluppo tecnologico che il gruppo di ricerca ha maturato nel suo pluridecennale impegno istituzionale. Il sistema, in quest’ultima configurazione, prevede non solo l’occorrenza delle frane ma ne stima il possibile impatto sulla rete ferroviaria.

Nel rapporto “Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità: soluzioni e strategie per gli investimenti infrastrutturali in un contesto di adattamento ai cambiamenti climatici e di mitigazione delle emissioni di gas-serra” redatto dalla Commissione cambiamenti climatici infrastrutture e mobilità sostenibili del Mims (Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile), il SANF-RFI è stato citato come un “primo passo verso la definizione di interventi di early warning per le infrastrutture di trasporto”.

In particolare tali strumenti, anche secondo quanto specificato nel rapporto, sono da considerarsi come misure di adattamento di tipo soft ai cambiamenti climatici, in quanto utili a ridurre gli impatti che i fenomeni geo-idrologici pongono sulle infrastrutture e sulla popolazione.

Quanto riportato dal rapporto riconosce l’impegno decennale dei ricercatori del gruppo di Geomorfologia dell’Irpi di Perugia, e in particolare del team di sviluppo dei sistemi di allertamento territoriale, finalizzato alla previsione di fenomeni geo-idrologici di versante, combinando competenze scientifiche e di innovazione ai fini di Protezione Civile.

 

RIFERIMENTI SITO MIMS

https://www.mit.gov.it/nfsmitgov/files/media/notizia/2022-02/Rapporto_Carraro_Mims.pdf

https://www.mit.gov.it/comunicazione/news/mims-nuove-strategie-per-infrastrutture-sostenibili-e-resilienti-ai-cambiamenti

Il Gruppo Gestione dei Rischi Geologici partecipa ad un nuovo progetto

Il Geo-Risk Management Group partecipa al progetto “Numerical simulation and risk analysis of landslide hazard chains in high-mountain Asia considering the effects of global climate change” finanziato dall’ANSO (Alliance of International Science Organizations) e coordinato dal Prof. Gongdan Zhou dell’Insitute of Mountain Hazard and Environment (IMHE), CAS e del Sino-Italian Joint Laboratory on Geological and Hydrological Hazard di Chengdu. Oltre all’IRPI e all’IMHE partecipano al consorzio di ricerca l’ICIMOD (Centre for Integrated Mountain Development, Pakistan) con la dott.ssa Mandira Singh Shrestha e la Technical University of Munich con il Prof. Shiva P. Pudasaini.
Il progetto si ripropone di investigare i processi di instabilità in ambiente proglaciale e periglaciale con particolare attenzione ai fenomeni di sbarramento e ai possibili conseguenti “outburst floods” nelle regioni più elevate dell’Asia, attraverso rilievi diretti, modellazione fisica e numerica. Il risultato finale sarà un modello dinamico multirischio con lo sviluppo di un software per l’analisi del rischio e la sua mitigazione nei settori interessati dal progetto “Belt and Road Initiative”.

Il contributo del Cnr-Irpi al sistema paese per la mitigazione dei rischi geo-idrologici

Venerdì 26 novembre si è concluso il workshop dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica, Cnr-Irpi, dal titolo “Il contributo del Cnr-Irpi al sistema paese per la mitigazione dei rischi geo-idrologici”, organizzato presso la Sala convegni della sede del Cnr in piazzale Aldo Moro a Roma in occasione dei 50 anni di attività dell’Istituto. A seguito dell’alluvione di Firenze del 1966, nel novembre del 1970, vennero istituite le prime tre sedi autonome del Cnr-Irpi, a Perugia, Torino e Cosenza, e alle quali si sono aggiunte negli anni successivi quelle di Bari e di Padova. Dal 2001 le sedi autonome sono state riunite in un unico istituto con sede centrale a Perugia alla quale si affiancano le altre quattro sedi.

Il workshop, inaugurato ieri 25 novembre, si è articolato in 4 sessioni tematiche che, tra interventi in presenza e in remoto, si sono susseguite nelle due giornate. La prima è stata dedicata alle tecnologie e ai sistemi per il monitoraggio e la previsione dei fenomeni geo-idrologici, la seconda alle ricerche svolte per la caratterizzazione e l’analisi dei processi che sono alla base della formazione dei fenomeni geo-idrologici. La terza e corposa sessione ha indirizzato gli avanzamenti fatti nei settori che abbracciano la valutazione della pericolosità geo-idrologica, la stima dei possibili impatti e la definizione delle misure di mitigazione dei rischi in un contesto di cambiamento globale. La quarta sessione è stata dedicata al tema della comunicazione dei rischi geo-idrologici e delle relative incertezze, comunicazione che si rivolge non solo agli addetti ai lavori, ma anche a un più ampio pubblico con la finalità di sensibilizzare i cittadini alle problematiche del dissesto geo-idrologico.

Alcuni dei ricercatori e dei tecnologi Irpi protagonisti dell’evento

Le sessioni hanno rappresentato le molteplici attività svolte dall’Istituto, la cui missione è quella di promuovere l’avanzamento della conoscenza sui processi che sono alla base della formazione dei rischi geo-idrologici al fine di individuare misure adeguate per la protezione territoriale e ambientale, e nonché per lo sfruttamento sostenibile delle geo-risorse. Sono stati presentati i risultati finora ottenuti dall’Istituto nel campo del monitoraggio e della previsione dei fenomeni geo-idrologici, nella determinazione del loro impatto al suolo e della mitigazione e nonché dell’effetto del cambiamento climatico su tali fenomeni.

I lavori sono stati aperti nella mattina del 25 novembre dal direttore dell’Istituto, Tommaso Moramarco, che ha poi lasciato la parola ai suoi predecessori, Lucio Ubertini, Fausto Guzzetti e Alessandro Pasuto. Gli interventi successivi del presidente della Commissione grandi rischi, Gabriele Scarascia Mugnozza, e del direttore del Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr, Fabio Trincardi, hanno evidenziato il ruolo chiave dell’istituto nella ricerca sui rischi geo-idrologici, a livello nazionale ed internazionale.

“Nei suoi 50 anni di attività l’Irpi ha contribuito alla sicurezza geo-idrologica del nostro Paese favorendo adeguate misure di mitigazione del rischio, mediante l’avanzamento della conoscenza sui processi che sono alla base dei fenomeni naturali potenzialmente pericolosi”, queste le parole con le quali il Direttore ha aperto il discorso di inaugurazione. Il discorso ha poi toccato i vari momenti della vita dell’istituto e il suo ruolo nella ricerca internazionale, ricordando anche gli sforzi messi in campo a supporto delle amministrazioni impegnate sia nella pianificazione che nella gestione territoriale. Infine l’ingegnere Moramarco ha sottolineato il ruolo centrale dell’istituto quale Centro di competenza del Dipartimento nazionale della protezione civile sui rischi geo-idrologici, ed in particolare sul rischio da frana e da inondazione.

Modellazione stagionale dell’erosione alla scala di bacino. Risultati di un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Earth Surface Processes and Landforms”

L’articolo, intitolato “Modelling seasonal variation of gully erosion at the catchment scale” è stato recentemente pubblicato sulla rivista Earth Surface Processes and Landforms. Lo studio propone un metodo per integrare dati di telerilevamento della missione ESA Sentinel-2 e lo strumento di modellazione LANDPLANER sviluppato da Mauro Rossi, per prevedere l’occorrenza spaziale e temporale di fenomeni di erosione canalizzata (gully erosion). Lo studio indaga le condizioni stagionali responsabili dell’innesco di tali fenomeni a scala di bacino utilizzando diversi schemi di modellazione dell’erosione. I risultati mostrano come l’occorrenza di fenomeni di erosione nella regione studiata cambia stagionalmente, e come il metodo proposto sia stato in grado di discriminare efficacemente le occorrenze spaziali e temporali dei fenomeni studiati. Il metodo proposto può essere applicato a regioni con caratteristiche simili in tutto il mondo, anche laddove ci sia una limitata disponibilità di dati. Lo studio è stato realizzato con fondi del Progetto “SAPERE – Space Advanced projectExcellence in Research and Enterprise” e del Progetto BIOESSaNS “Biodiversity and ecosystem services in SacredNatural Sites” entrambi finanziati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR).

Citazione: Agostini, M., Mondini, A.C., Torri, D. & Rossi, M. (2021) Modelling seasonal variation of gully erosionat the catchment scale. Earth Surface Processes and Landforms,1–23. Available from: https://doi.org/10.1002/esp.5259.

50 anni di attività dell’Istituto di Ricerca par la Protezione Idrogeologica

In occasione del suo cinquantesimo anno di attività, l’Istituto di Ricerca par la Protezione Idrogeologica del CNR (IRPI CNR), ha deciso di realizzare un Workshop dal titolo “Il contributo del Cnr-Irpi al sistema paese per la mitigazione dei rischi geo-idrologici”.

L’evento avrà luogo dal 25/11/2021 ore 10.00 al 26/11/2021 ore 17.00 presso la Sala convegni della sede del CNR – Piazzale Aldo Moro, Roma – ed interesserà la gran parte dei Ricercatori e Tecnologi delle varie sedi dell’Istituto. Il workshop si svolgerà in presenza con l’opportunità di seguirlo in videoconferenza per coloro che saranno opportunamente registrati.

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Memorandum of Understanding tra IRPI CNR e Institute of Earth Exploration and Sensing, Najing University (Cina)

Il 19 novembre (2021) è stato firmato un Memorandum of Understanding (MoU) tra IRPI CNR e Institute of Earth Exploration and Sensing, Najing University (Cina), un progetto di collaborazione che coinvolge le due Parti per un periodo di cinque anni . L’obiettivo del MoU è stabilire un quadro collaborativo per attività congiunte di ricerca e sviluppo nelle aree di interesse delle due parti, e in particolare per lo sviluppo di (i) tecnologie di rilevamento in fibra ottica per problemi geologici e geotecnici in ingegneria; (ii) sistemi di monitoraggio in tempo reale, preallarme e valutazione del rischio per la mitigazione dei rischi naturali; (iii) tecnologie di intelligenza artificiale nell’ingegneria geotecnica e geologica.

Responsabile Scientifico per The Institute of Earth Exploration and Sensing, Najing University: dott. Hong-Hu Zhu (zhh@nju.edu.cn)
Responsabile Scientifico per CNR-IRPI: dott. Luca Schenato (schenato@cnr.it)

CNR IRPI partecipa in presenza al Kick-Off del progetto I-CHANGE

CNR IRPI partecipa in presenza al Kick-Off del progetto I-CHANGE (Individual Change of HAbits Needed for Green European transition – 25-26 Novembre 2021). L’evento si svolge a Savona, presso la sede di Fondazione CIMA. Il progetto, della durata di 3.5 anni è finanziato dall’Unione Europea (HORIZON 2020), è guidato dall’Università di Bologna e dalla Fondazione CIMA e vede la partecipazione di 16 partners da 12 diverse nazioni. IRPI rappresenta il CNR assieme a altri istituti (IAA, IMATI, IGAG). Sono coivolti nel progetto i ricercatori Ivan Marchesini, Paola Salvati, Giuseppe Esposito e Alessando Mondini.

(Nella foto presentazione di Ivan Marchesini ricercatore dell’IRPI CNR)

Conferenza Bilaterale tra il Cnr-Irpi e il Ministero dell’Ambiente, Infrastrutture, Trasporti e Turismo del Giappone

Mercoledì 24 novembre dalle 8:00 alle 12:00 si terra la XII conferenza Bilaterale tra Italia e Giappone sulla previsione e prevenzione dei rischi naturali nell’ambito della collaborazione, che dal 1998 lega l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRPI) ed il Ministero dell’Ambiente, Infrastrutture, Trasporti e Turismo (MLIT) del Giappone.

I temi di tale collaborazione sono essenzialmente correlati al dissesto idrogeologico e ai possibili interventi di mitigazione. L’incontro intende rappresentare un momento di confronto tra ricercatori e tecnici giapponesi e italiani su tre specifici temi: i cambiamenti climatici e le frane; la gestione delle opere di mitigazione strutturale e la gestione del rischio vulcanico. Quest’ultima tematica, espressamente introdotta per la prima volta dalla controparte giapponese rappresenta un importante occasione per un allargamento della cooperazione con il coinvolgimento di ricercatori dell’INGV.

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Ricercatori IRPI al convegno “Il monitoraggio delle frane per la gestione dei rischi naturali”

I ricercatori del CNR IPRI Velio Coviello e Daniele Giordan sono fra i relatori del convegno “Il monitoraggio delle frane per la gestione dei rischi naturali” organizzato da ARPA Lombardia, dove verranno affrontati gli aspetti legati ai sistemi di monitoraggio delle frane e di allertamento oggetto delle nuove Linee Guida Snpa. L’accesso alla sala sarà consentito ad un numero limitato di partecipanti ma l’evento sarà trasmesso in diretta streaming.

Località: Milano, Palazzo Pirelli
Data: mercoledì 10 novembre

Paola Reichenbach insignita della Varnes Medal 2021

Oggi, la dott.ssa Paola Reichenbach, dirigente di ricerca dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr è stata insignita della Varnes Medal 2021, riconoscimento che l’International Consortium on Landslides (ICL) attribuisce a ricercatori che si distinguono per l’eccellenza professionale e per le rilevanti ricerche svolte sul tema dei movimenti franosi. Il premio le è stato conferito per il contributo scientifico e per l’impegno profuso a livello internazionale nello sviluppo di metodi e tecniche innovative per la modellazione della suscettibilità e pericolosità da frana, e per il costante ruolo di mentore svolto nell’ambito di numerose collaborazioni con ricercatori e studenti della comunità scientifica internazionale.
La cerimonia di assegnazione si è svolta questa mattina, durante la sessione plenaria del World Landslide Forum 5, la conferenza mondiale sul tema delle frane, che si sta svolgendo a Kyoto in modalità ibrida (https://wlf5.iplhq.org/).
“Sono onorata di ricevere un riconoscimento così importante e lo sono ancor più perché prima ricercatrice donna a riceverlo. Ho trascorso una considerevole parte della mia carriera occupandomi di molteplici aspetti che riguardano i movimenti franosi”. Queste le parole pronunciate della dott.ssa Reichenbach durante la cerimonia di premiazione. “Un risultato raggiunto grazie al lungo e costante lavoro svolto insieme ai colleghi del gruppo di ricerca di geomorfologia di Perugia e alle numerose collaborazioni intraprese a livello nazionale e internazionale”. La dott.ssa Reichenbach ha poi concluso il suo discorso rivolgendosi alle tante donne della comunità scientifica mondiale che lavorano sulle tematiche dei movimenti franosi, ricercatrici che con il loro quotidiano impegno profuso con responsabilità ed entusiasmo contribuiscono ad accrescere la qualità della ricerca.

Paola Reichenbach nominata componente del Comitato nazionale per la valutazione della ricerca

Paola Reichenbach è stata nominata dal Ministro del MUR, Prof.ssa Maria Cristina Messa, componente del Comitato nazionale per la valutazione della ricerca (CNVR), istituito ai sensi dell’art. 64, decreto legge 31 maggio 2021, n. 77.

Il CNVR esercita le seguenti funzioni principali:
a) indica i criteri generali per le attività di selezione e valutazione dei progetti di ricerca, secondo canoni di imparzialità e tenendo nella massima considerazione le raccomandazioni approvate da organizzazioni internazionali di cui l’Italia è parte, nonché ispirandosi alle migliori pratiche applicate nei programmi dell’Unione europea;
b) nomina i componenti dei comitati di valutazione, ove previsti dai decreti attuativi applicabili ai fondi per il finanziamento di progetti di ricerca;
c) provvede allo svolgimento, anche parziale, delle procedure di selezione dei progetti o programmi di ricerca di altri enti, pubblici o privati, previo accordo o convenzione con essi;
d) definisce i criteri per l’individuazione e l’aggiornamento di liste di esperti tecnico-scientifici e professionali per l’affidamento di incarichi di valutazione tecnico-scientifica dei progetti di ricerca, istituite con decreto del Ministro dell’università e della ricerca;
e) predispone rapporti specifici sull’attività svolta ed una relazione annuale in materia di valutazione della ricerca, che trasmette al Ministro, il quale cura la pubblicazione e la diffusione dei rapporti e delle relazioni del CNVR.

L’IRPI alla conferenza di ricerca congiunta Banca d’Italia-Bank of England

I ricercatori Ivan Marchesini, Mauro Rossi e Paola Salvati del CNR-IRPI, sede di Perugia, partecipano alla Conferenza di ricerca congiunta Banca d’Italia-Bank of England “The macro-financial impacts of climate change and the net-zero transition”, che in questi giorni si sta tenendo a Milano, con la presentazione Quality of flood hazard and climate change implicaton.
Nella foto Ivan Marchesini al tavolo dei relatori.

Conferenza della European Geosciences Union 2022: sessione parallela a cura di ricercatori del CNR IRPI

La prossima conferenza della European Geosciences Union – EGU – si terrà a Vienna, dal 3 all’8 aprile 2022.
L’evento riunisce ogni anno migliaia di studiosi di geoscienze da tutto il mondo, per discutere di discipline riguardanti la Terra, le scienze planetarie e spaziali. La conferenza è un forum in cui scienziati, soprattutto nello stadio iniziale della loro carriera, possono presentare il loro lavoro e discutere le loro idee con esperti mondiali in tutti campi delle geoscienze.

La sessione di presentazioni proposta dai ricercatori del CNR IRPI, in collaborazione con ricercatori di diverse istituzioni di altrettanti paesi, è intitolata Novel data, methods and applications in Geomorphometry (Novità riguardanti dati, metodi ad applicazioni di geomorfometria). La geomorfometria è la scienza dell’analisi quantitativa della superficie terrestre, delle tecniche di analisi di immagini e analisi statistica volte a quantificare aspetti morfologici, idrologici, ecologici. L’input principale della geomorfometria è il modello digitale del terreno (DEM), e le quantità da esso derivate – importanti per studi di idrologia, pianificazione e gestione dell’uso del suolo, osservazione della Terra, rischi naturali e tutte le geoscienze.

La sessione proposta per EGU 2022 è volta a raccogliere contributi principalmente nei temi seguenti:

1 – Utilizzo di DEM globali con risoluzione di 1-3 arcosecondi, circa 30-90 m si spaziatura a terra; di DEM locali prodotti tramite tecniche LiDAR/Structure From Motion (SFM) con spaziatura di 1 m o minore; relazione fra DEM globali e locali, e vantaggi del loro uso combinato.

2 – Nuovi metodi di analisi numerica di dati spaziali, anche con tecniche di calcolo distribuito e parallelo, necessari per far fronte alla mole di dati sempre crescenti nel campo delle geoscienze e renderli utili per diverse applicazioni.

3- Applicazioni commerciali di DEM, dati spaziali in generale, e di metodi propri della geomorfometria, di interesse per un bacino di professionisti ed utenti sempre cresecente che fanno uso di dati DEM ad alta risoluzione tremite tecniche di processamnto spaziale ad alte prestazioni.

Maggiori dettagli sono disponibili qui: https://meetingorganizer.copernicus.org/EGU22/session/43941
L’ultima conferenza tematica sulla geomorfometria: http://geomorphometry2021.org
Contatti: Massimiliano Alvioli (massimiliano.alvioli [AT] irpi.cnr.it)

Partecipazione dell’IRPI alla “3rd European Regional Conference” della IAEG

Pochi giorni fa si è conclusa la 3rd European Regional Conference della IAEG – https://euroengeo2020.org/ , originariamente prevista per il 2020. La conferenza, organizzata dal Gruppo Nazionale greco della IAEG, si è tenuta ad Atene nei giorni 6-10 ottobre, 2021. Il tema unificante dell’evento è stato: Leading to Innovative Engineering Geology Practices.

Alla Conferenza svoltasi in maniera “ibrida” (in presenza + on-line), hanno partecipato 244 ricercatori e professionisti di tutto il mondo (33 paesi), di cui 55 partecipanti in collegamento via Web. Il programma ha incluso 6 Keynote lectures in presenza. Una Keynote, dal tema “Recent advances in Remote Sensing for use in Engineering Geology” è stata presentata dal ricercatore del CNRI IRPI di Bari, Janusz Wasowski. Inoltre, i ricercatori del CNRI IRPI di Torino hanno contribuito con alcuni lavori presentati oralmente in modalità on-line.

I Proceedings della Conferenza (2 Volumi: full papers & extended abstracts) e le presentazioni saranno presto disponibili sul sito della IAEG. E’ prevista anche la pubblicazione di un Volume Speciale (thematic collection con Keynote lecture e selected papers) del Quarterly Journal of Engineering Geology and Hydrology.

Special Issue “UAV Applications in Geology and Geomorphology” in Remote Sensing MDPI

La Special Issue, nella rivista Remote Sensing, dal titolo “UAV Applications in Geology and Geomorphology” (Deadline: 16 Marzo 2022) – Guest Editors: Dr. Danilo Godone (CNR-IRPI), Dr. Cignetti Martina (CNR-IRPI), Dr. Mihai Ciprian Mărgărint (Università di Iasi) è aperta per l’invio di contributi scientifici. La Special Issue ha l’obbiettivo di raccogliere articoli e technical notes riguardanti l’applicazione di aeromobili a pilotaggio da remoto (UAV) nell’ambito delle applicazioni ambientali e nel campo delle scienze della terra, con particolare interesse agli approcci open-source e all’impiego di sensori aggiuntivi, funzionali ad indagini multi-sensore e multi-temporali dei fenomeni indagati.

Info: danilo.godone@irpi.cnr.it ; martina.cignetti@irpi.cnr.it
Link: https://www.mdpi.com/journal/remotesensing/special_issues/UAV_Geo

L’IRPI di Cosenza ha partecipato alla Notte Europea della Ricerca 2021

La sede di Cosenza dell’IRPI è fra i partner del progetto “SuperScienceMe 2021 – Research is your Re-generation”, che è stato uno dei 6 progetti nazionali selezionati per la “Notte Europea dei Ricercatori 2021”, iniziativa promossa, fin dal 2005, dalla Commissione Europea, che quest’anno è stata dedicata al Green Deal.

Il progetto vede la partecipazione delle Università della Calabria (Cosenza), Magna Graecia (Catanzaro) e Mediterranea (Reggio Calabria), degli Istituti CNR con sedi in Calabria e Basilicata, delle Regioni Calabria e Basilicata. L’evento “Notte Europea dei Ricercatori 2021”, che si è svolto quasi completamente online venerdì 24 settembre, ha avuto come obiettivo quello di invitare i giovani ad acquisire conoscenze idonee a indurre un cambio nei comportamenti e trasformare le sfide climatiche e ambientali in opportunità.

Nell’ambito del progetto “SuperScienceMe – Research is your Re-generation”, l’IRPI, oltre a produrre due brevi filmati presenti nella piattaforma del progetto (www.superscienceme.it), ha promosso una indagine tramite un questionario con l’obiettivo di analizzare come i cittadini percepiscono i cambiamenti climatici e i rischi naturali (in particolare, frane e alluvioni), al fine di proporre strategie e azioni per migliorare l’informazione e la conoscenza delle comunità su queste problematiche ed attuare una efficace comunicazione. Si può partecipare al questionario, presente sulla citata piattaforma, tramite il link www.superscienceme.it/questionario-cambiamenti-climatici-percezione-sociale .