Autovalutazione dell’Istituto per l’anno 2014
Elementi di autovalutazione
La missione dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) è quella di (i) progettare ed eseguire ricerca scientifica e sviluppo tecnologico nel settore dei rischi naturali, con particolare attenzione ai rischi geo-idrologici nell’ambito dei cambiamenti globali in atto e previsti, (ii) fornire consulenza scientifica e tecnica nel settore dei rischi geo-idrologici, del monitoraggio, della caratterizzazione di suoli e rocce, della difesa del suolo e della protezione civile, della pianificazione territoriale, delle risorse rinnovabili e delle bonifiche ambientali, e di (iii) offrire formazione superiore sui rischi naturali, i cambiamenti climatici e ambientali, la loro previsione e mitigazione, la difesa del suolo e la pianificazione territoriale, la protezione civile e la sicurezza sociale.
In continuità con quanto fatto negli anni precedenti, l’autovalutazione è effettuata sulla base: (i) del rapporto entrate/spese, (ii) della capacità di produrre ricerca, misurata dalla qualità e dalla quantità delle pubblicazioni, e di ottenere progetti di ricerca, (iii) della capacità di fornire consulenza tecnico-scientifica a utenti di riferimento, (iv) delle azioni apportate in risposta a criticità individuate, e (v) ad attività generali volte a favorire il finanziamento di attività e progetti di ricerca nel campo del dissesto geo-idrologico.
L’Ente ha cambiato le modalità di gestione delle risorse per gli Istituti. Nel 2014 l’Istituto non ha ricevuto un finanziamento ordinario, e l’Ente ha coperto centralmente le spese (i) per i buoni pasto, (ii) parzialmente, il fabbisogno energetico (energia elettrica e gas), e (ii) parzialmente, i costi delle Aree della Ricerca (AdR) di Bari, Cosenza, Padova e Torino nelle quali l’Istituto ha Unità Organizzative di Supporto (UOS). Nel bilancio dell’Istituto vanno iscritti, erogati direttamente dall’Ente, 5.093 K-euro per gli stipendi del personale a tempo indeterminato, e 579 K-euro per gli affitti delle sedi di Perugia, Bari e Cosenza.
A fronte di un costo complessivo per l’Ente di 5.672 K-euro, nel 2014 i ricercatori hanno raccolto fondi esterni per 2.222 K-euro, corrispondenti al 39,2% del costo complessivo per l’Ente. La percentuale è in linea con quelle degli ultimi tre anni. I ricercatori hanno raccolto fondi esterni pari a 2.213 K-euro (37,3%) nel 2013, a 2.620 K-euro (41,5%) nel 2012, e 2.708 K-euro (41,3%) nel 2011. Nel 2014, la variazione nella raccolta di fondi esterni (+0,4% rispetto al 2013, -15,2% rispetto al 2012, -18,9% rispetto al 2011) è dovuta alla minore capacità di spesa delle Amministrazioni Pubbliche, le principali committenti dell’Istituto, e ad una maggiore competizione nel mercato della ricerca e dei servizi di consulenza tecnica nel quale opera l’Istituto. E’ prevedibile che la difficoltà nel reperire risorse esterne permanga, ed si accentui nel corso del triennio 2015-2017. Ad oggi (dicembre 2014), le entrate esterne previste per il 2015 sono stimate in 1.315 K-euro, in linea gli anni precedenti.
I principali committenti delle attività di ricerca e sviluppo condotte dall’Istituto sono stati la Commissione Europea, il Dipartimento della Protezione Civile (DPC), le Regioni e altre amministrazioni locali. E’ prevedibile che i committenti restino sostanzialmente gli stessi, e comunque rimangano nell’ambito del settore pubblico, in Italia e all’estero.
La capacità dei ricercatori dell’Istituto di svolgere ricerca e innovazione tecnologica è misurata dalla loro capacità a partecipare a progetti internazionali e nazionali, e dall’abbondanza e qualità delle pubblicazioni. Nel 2014, i ricercatori dell’Istituto hanno coordinato i progetti europei FP7-LAMPRE e INTERREG-SEDALP, ed hanno partecipato ad altri progetti di ricerca europei (CHANGES, FLIRE) e nazionali (ATLANTE, NEXT-DATA, RITMARE, VIGOR, oltre che a progetti PRIN. Sono proseguite le numerose collaborazioni internazionali, anche nell’ambito di progetti e/o attività bilaterali. Sono stati firmati nuovi accordi di collaborazione con la Lanzhou University (Cina) e con il National Science and Technology Center for Disaster Reduction (NCDR) a Taiwan. Sono in fase di negoziazione accordi di collaborazione bilaterale con il Servizio Geologico Spagnolo (IGME) e la Sinotech Engineering Consultants Inc. (Taiwan). La pubblicistica scientifica è buona e di valore internazionale.
Riguardo alla capacità di fornire consulenza tecnico-scientifica ad utenti di riferimento, il 2014 si è caratterizzato con la partecipazione dell’Istituto a diverse attività e in particolare: (i) al proseguimento del monitoraggio delle frane di Montaguto (AV), del “Rotolon” (VI), di Motescaglioso (MT), di La Saxe (VA), e degli spostamenti della “Nave Concordia” all’Isola del Giglio (GR), (ii) al potenziamento del Sistema d’Allertamento Nazionale per il possibile innesco di Frane indotte da piogge (SANF); (iii) alla fornitura alla rete dei Centri Funzionali di Protezione Civile di prodotti innovativi per la misura della pioggia e la stima dell’umidità del suolo; (iv) al supporto tecnico-scientifico post-evento in Abruzzo, Liguria, Marche, e Sardegna. Nel complesso, le attività svolte hanno permesso ai ricercatori di raccogliere dati e informazioni d’interesse scientifico e tecnico, e di validare metodi, strumenti e tecnologie sviluppate dall’Istituto. Le attività operative hanno permesso di stingere e/o consolidare rapporti di collaborazione efficaci con il DPC e con le Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Sicilia, Trentino, Umbria e Valle d’Aosta.
Sono proseguite azioni organizzative, gestionali e di coordinamento scientifico e tecnico per fronteggiare criticità note. Le azioni di armonizzazione dei servizi e delle attività amministrative hanno dato risultati positivi anche grazie alla formazione collettiva e individuale del personale amministrativo. Le azioni gestionali hanno riguardato il consolidamento del sistema di Commesse e Moduli per l’organizzazione e la rendicontazione della ricerca. Nel corso del 2014, l’offerta di ricerca prevalente dell’Istituto si è articolata in cinque Commesse e 24 Moduli. L’Istituto ha partecipato con moduli propri alle Commesse del progetto d’interesse NEXTDATA, del progetto bandiera RITMARE, e dei progetti VIGOR e ATLANTE.
Dal punto di vista scientifico, nel 2014 si è operato per facilitare l’interazione fra i gruppi di ricerca dell’Istituto. Le azioni hanno portato: (i) alla costituzione di due nuovi gruppi di ricerca sull’idrogeologia e la geologia applicata delle cavità sotterranee, (ii) alla formulazione di nuove proposte progettuali internazionali e nazionali che hanno coinvolto più UOS e gruppi di ricerca; (iii) alla partecipazione cooperativa ai progetti ATLANTE, CHANGES, LAMPRE e VIGOR; (iii) alla partecipazione cooperativa al progetto “Soglie” per il DPC; e (iv) alla partecipazione sinergica di ricercatori di più sedi alle attività svolte come Centro di Competenza del DPC, e in particolare per il monitoraggio delle frane di Montaguto e di Montescaglioso, e per sopralluoghi, rilevamenti e monitoraggi nelle Marche e in Liguria.
Nel 2014 sono aumentate le attività di comunicazione dell’Istituto. Con il coordinamento dell’Ufficio Stampa del CNR, diversi ricercatori hanno partecipato a trasmissioni su reti nazionali e locali, e rilasciato interviste a quotidiani locali e nazionali. Fra le attività di “outreach”, particolare evidenza ha assunto il portale POLARIS – Popolazione a Rischio da Frana e da Inondazione in Italia, che ha riscosso l’interesse dei media nazionali, contribuendo alla visibilità dell’Istituto.
Le principali criticità irrisolte riguardano (i) la dotazione economica e strumentale, (ii) l’organico e (iii) le strutture logistiche. Nel 2014 i fondi non sono stati sufficienti per la manutenzione e l’aggiornamento delle infrastrutture e dei laboratori. Ciò ha un impatto sulla capacità di ammodernare e potenziare le infrastrutture (automezzi, reti di monitoraggio, laboratori mobili) e i laboratori (strumentazioni, risorse di calcolo). L’obsolescenza delle infrastrutture e dei laboratori comporta difficoltà aggiuntive per la ricerca, con ricadute negative sulla competitività dell’Istituto, e sulla produttività scientifica. Per quanto riguarda l’organico, le assegnazioni di nuovo personale avvenute negli anni passati hanno solo mitigato le sofferenze, e sono state tutte effettuate ripescando da graduatorie di concorsi ormai datati. In alcune sedi la sofferenza è considerevole anche per il personale tecnico e amministrativo, aggravato sa alcuni recenti pensionamenti. In Istituto sono presenti unità di personale con contratto a tempo determinato, e numerosi Assegni di Ricerca.
Per quanto riguarda l’edilizia, nelle sedi di Padova e Perugia gli edifici non sono adeguati ad un moderno istituto di ricerca. La tipologia edilizia delle strutture (un capannone industriale a Perugia, un vecchio prefabbricato a Padova) comportano spese eccessive di raffrescamento e di riscaldamento. A Perugia sono in atto contatti con l’Università per l’utilizzo in comodato di un edificio da ristrutturare a spese dell’Ente. A Bari si sono registrati disagi e lamentele del personale per le condizioni di alcuni locali della UOS. A Cosenza è sfumata la possibilità di realizzare una nuova sede comune presso l’Università della Calabria. A Torino la sede è sovradimensionata rispetto alle esigenze, con costi elevati rispetto alle capacità di spesa.
Infine, con il coordinamento del DTA, si sono intensificate le iniziative per sollecitare un urgente programma di ricerca operativa sui rischi geo-idrologici in Italia. Nonostante l’Italia sia il paese europeo con il maggior numero di vittime prodotte da eventi geo-idrologici, non ha un programma nazionale di ricerca sul rischio. Si è proposto al Governo di investire l’1% dello stanziamento dell’iniziativa ItaliaSicura in attività di ricerca a supporto della lotta al dissesto geo-idrologico.
Proposta di interventi organizzativi
L’Istituto è costituito da una rete di cinque sedi territorialmente distinte in Umbria, Calabria, Piemonte, Puglia e Veneto. La sede principale dell’Istituto è a Perugia, e non è all’interno di una Area della Ricerca (AdR). La configurazione “a rete” e la distribuzione territoriale sono un vantaggio per lo svolgimento delle attività di ricerca, ma complicano la gestione di una struttura “plurisede” distribuita sull’intero territorio nazionale i cui costi, anche di sola comunicazione, sono maggiori ai costi di istituti “monosede”. Di ciò si deve tener conto nell’assegnazione delle risorse. La gestione delle AdR è differente nelle diverse sedi in cui opera l’Istituto. Ciò complica la ripartizione equa delle risorse. Sono urgenti interventi per armonizzare la gestione delle AdR. In questo senso, la sperimentazione per la gestione centrale dell’AdR di Bari è d’interesse per l’Istituto. E’ auspicabile che la sperimentazione possa essere estesa ad altre AdR nel 2015.
Sono urgenti accordi fra l’Ente, le Regioni e gli Atenei delle città/regioni nelle quali l’Istituto ha sede. L’accordo quadro fra CNR e Università degli Studi di Perugia, rinnovato nella primavera del 2014, dovrà essere aggiornato per includere gli aspetti edilizi connessi all’utilizzo in comodato d’uso di uno stabile dell’Università. E’ in corso di redazione una convenzione operativa per regolare l’utilizzo del personale. L’accordo quadro fra CNR e Università della Calabria, scaduto nel 2014, dovrà essere rinnovato.
Le strutture edilizie dell’Istituto non sono adeguate. A Cosenza è sfumata la possibilità di costruire una sede CNR nel campus dell’Università della Calabria, ed è iniziata una valutazione per l’acquisto dell’edificio nel quale si trova l’Istituto. La sistemazione non è ottimale, mancando un’integrazione logistica e funzionale con l’Università. Anche a Bari è sfumata la possibilità di costruire una nuova AdR. Nel frattempo, il personale ha evidenziato disagi e problemi in locali della sede. I problemi sono stati affrontati con la positiva collaborazione dei servizi dell’AdR. A Padova è prevista la realizzazione di un nuovo edificio in sostituzione di quelli esistenti, vetusti, costosi e inadeguati. A Torino l’Istituto è posto all’interno della AdR sovradimensionata rispetto alle esigenze, con costi elevati rispetto alle capacità di spesa. Tentativi di portare in AdR Istituti presenti in città non hanno dato risultato. Potrà considerarsi l’opzione di spostare la sede dell’Istituto fuori dell’AdR, se ciò fosse economicamente vantaggioso. La situazione più critica è a Perugia. L’Istituto ha sede in un capannone inadatto ad ospitare un moderno istituto di ricerca. Nel 2011 la proprietà ha sostituito la copertura di parte dell’edificio realizzata in cemento-amianto trattato. La capacità termica della nuova copertura non si è dimostrata efficace. Nel 2014, la proprietà ha realizzato un servizio igienico per portatori di handicap (precedentemente mancante) e ha sistemato due servizi igienici al piano terra. Dato il numero delle persone che frequentano l’Istituto, la dotazione dei servizi igienici non è adeguata. Nel 2014, la proprietà si è impegnata a risolvere problemi di infiltrazione, e problemi connessi alla vetustà degli infissi esterni non adeguati dal punto di vista termico. Solo i problemi di infiltrazione sono stati affrontati, mentre gli infissi non sono stati sostituiti/adeguati. E’ iniziata una valutazione tecnico-economica per il possibile utilizzo di un edificio dell’Università di Perugia, che la stessa darebbe in comodato d’uso gratuito al CNR. Il CNR si impegnerebbe a ristrutturare l’edificio a proprie spese. La valutazione sembra essersi arenata per problemi connessi ad un possibile diverso utilizzo dell’edificio da parte dell’Università di Perugia. Si ritiene improrogabile un intervento dell’Ente per la realizzazione/sistemazione di una struttura edilizia che garantisca migliori condizioni di lavoro e un consistente risparmio economico già nel medio periodo.
Nella UOS di Bari sono emersi problemi con il personale che hanno portato ad una valutazione specifica del rischio di stress da lavoro correlato. L’attività è stata condotta con la collaborazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) e del medico competente della UOS. I risultati della valutazione preliminare sono risultati negativi. Nonostante ciò, si è deciso di proseguire con una valutazione più approfondita. La valutazione preliminare ha evidenziato possibili problemi nell’organizzazione del lavoro. Sono in corso attività per migliorare l’organizzazione del lavoro nella UOS di Bari. L’occasione è usata per rivalutare e migliorare l’organizzazione del lavoro nelle altre sedi.
Nel triennio 2015-2017, la scarsità delle risorse economiche, legata alle difficoltà delle amministrazione pubbliche di ordinare ricerca e di fruire dei servizi offerti dall’Istituto, avrà un impatto sulla possibilità di manutenere ed ammodernare le strumentazioni e i laboratori, e di stipulare contratti per l’acquisto e la manutenzione di software. E’ indispensabile un impegno organizzativo ed economico centrale per: (i) permettere un’adeguata manutenzione e l’adeguamento/adattamento dei laboratori, dei mezzi e degli strumenti; (ii) estendere i contratti unici agli editori internazionali di tipo “open access” consentendo un’ancora maggiore fruibilità delle riviste scientifiche e delle banche dati d’interesse scientifico; e per (iii) estendere il portfolio delle offerte contrattuali per l’acquisto e la manutenzione di software generico e scientifico.
A livello d’Istituto, sono previste azioni per aumentare ancora l’efficienza, l’affidabilità e la condivisione dei sistemi informativi e gestionali, e dell’infrastruttura informatica dell’Istituto. Parte di questo sforzo andrà nel disegno e nell’implementazione del nuovo sito Web dell’Istituto, e nella manutenzione di altri siti collaborativi e/o d’interesse generale (ad esempio, il sito POLARIS.irpi.cnr.it). Restano irrisolti i problemi incontrati nella stipula di un’assicurazione per il Lidar avio-trasportato acquisito dall’Istituto nel 2012.
Si sente l’esigenza di un miglior supporto da parte dell’Amministrazione centrale. La decisione di accentrare la maggior parte di contratti per le forniture di servizi (energia, acqua, buoni pasto, ecc.), per gli affitti, e per i pagamenti di tasse e tributi, va nella direzione giusta, a patto che alla centralizzazione corrisponda un reale risparmio economico per l’Ente, e un beneficio in termini di qualità dei servizi erogati. E’ necessario che siano accentrati i contratti d’acquisto e di manutenzione per i principali software scientifici e di uso comune. L’accentramento della gestione dei contratti potrà portare a un minor impegno da parte dell’amministrazione dell’Istituto, con il vantaggio di una migliore e più efficace gestione di contratti e convenzioni di ricerca.
E’ sentito come imprescindibile un supporto su temi giuridici di cui l’Istituto ha una sempre maggiore necessità, in particolare nella redazione e per la stipula di contratti e convenzioni onerose, anche internazionali. Deve essere ripristinato il supporto su questioni relative alle missioni. E’ necessaria una migliore pianificazione delle attività amministrative richieste dalla sede centrale alle strutture periferiche. Una più attenta pianificazione delle richieste permetterà di gestire meglio il carico di lavoro dell’amministrazione periferica. E’ necessario che siano semplificate e accelerate le procedure per il pagamento delle spese, anche per permettere all’Istituto di effettuare i pagamenti nei tempi di legge. La liquidità dell’Istituto è troppo strettamente legata alla programmazione delle spese, e non tiene conto di alcune peculiarità dell’Istituto, in particolare le attività svolte come Centro di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile. Le procedure per la richiesta di variazioni di bilancio restano complesse e onerose, anche quando applicate a somme di modestissima entità (frazioni di euro).
Si sente l’esigenza di un ancora migliore coordinamento e di una semplificazione delle procedure per la partecipazione a bandi nazionali e internazionali. A livello nazionale, è necessaria una semplificazione delle procedure per la raccolta d’informazioni da parte dell’amministrazione centrale sulle proposte progettuali effettuate dagli Istituti in risposta a bandi specifici (PRIN, FIRB). E’ poi indispensabile che il CNR ottenga che nei prossimi bandi nazionali i propri ricercatori possano coordinare progetti PRIN e FIRB. A livello europeo, si ribadisce la necessità di un coordinamento per quanto riguarda la partecipazione a bandi che pongono limiti al numero di sottomissioni effettuate da una singola “legal entity”.
Nonostante le (limitate) assunzioni recenti, l’Istituto ha un organico insufficiente a svolgere i compiti cui è chiamato. E’ necessario che siano assegnate risorse di personale in tutti i profili. In alcune sedi la carenza di personale è tale da non garantire l’operatività. E’ importante che l’Ente adotti una più moderna strategia per la selezione e la valorizzazione del personale, anche attraverso un nuovo sistema di responsabilità che agisca sul sistema per la gestione amministrativa, e sul sistema per l’organizzazione e la rendicontazione delle attività di ricerca. A livello periferico, sono necessarie azioni per: (i) favorire, anche con maggiori finanziamenti del tipo “short term mobility”, periodi di ricerca, lavoro e formazione all’estero di ricercatori e tecnici qualificati, (ii) sviluppare le conoscenze e le capacità del personale tecnico e amministrativo, con lo scopo di migliorare l’efficienza dei servizi comuni (amministrazione, infrastruttura informatica, laboratori, ecc.), (iii) aumentare le collaborazione fra i gruppi di ricerca e le sedi dell’Istituto, e (iv) migliorare la distribuire del lavoro fra il personale, nei diversi ruoli e profili.
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