Autovalutazione dell’Istituto per l’anno 2011

Elementi di autovalutazione

La missione dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) è quella di progettare ed eseguire ricerca scientifica e sviluppo tecnologico nel settore dei rischi naturali, con particolare attenzione ai rischi geo-idrologici. L’attività è condotta a tutte le scale temporali e geografiche, e in differenti ambiti fisiografici e climatici. L’obiettivo è la produzione di nuova conoscenza sui fenomeni naturali potenzialmente pericolosi e le loro interazioni con l’ambiente naturale e antropico, e lo sviluppo di prodotti e tecnologie innovative utili alla definizione e alla mitigazione del rischio, alla corretta pianificazione territoriale, e per una gestione dell’ambiente efficace e sostenibile.

L’autovalutazione determina se la missione dell’Istituto sia stata compiuta, e in quale misura gli obiettivi siano stati raggiunti, tenendo conto delle condizioni in cui ha operato l’Istituto, incluse le risorse umane, strumentali ed economiche disponibili. In continuità con quanto fatto negli ultimi due anni, l’autovalutazione per il 2011 è effettuata sulla base: (i) del rapporto entrate/spese, (ii) della capacità di produrre ricerca, misurata dalla qualità e dalla quantità delle pubblicazioni, (iii) della capacità di fornire consulenza tecnico-scientifica a utenti di riferimento, e (iv) delle azioni apportate in risposta a criticità individuate.

Nel corso del 2011 il finanziamento ordinario all’Istituto è stato di 196 K-euro, inferiore del 17% al finanziamento del 2010 (235 K-euro). Al finanziamento ordinario si sono aggiunti: (i) 5.365 K-euro per gli stipendi del personale a tempo indeterminato (5.895 K-euro nel 2010), (ii) 648 K-euro per gli affitti delle sedi di Perugia, Bari e Cosenza (609 K-euro nel 2010), e (iii) 348 K-euro per le cinque Aree della Ricerca (AdR) di Bari, Cosenza, Firenze, Padova e Torino nelle quali l’Istituto ha sede (459 K-euro nel 2010). A fronte di un costo complessivo per l’Ente di 6.556 K-euro, i ricercatori dell’Istituto hanno raccolto nel 2011 2.708 K-euro, corrispondenti al 41,3% del costo totale. Nel 2010, i fondi esterni raccolti ammontarono a 3.795 K-euro (52,7% del costo totale) mentre le entrate esterne previste per il 2012 sono pari a 1.742 K-euro. I principali committenti delle attività di ricerca e sviluppo condotte dall’Istituto sono stati la Commissione Europea, il Dipartimento della Protezione Civile, le Regioni e altre amministrazioni locali.

L’Istituto ha acquisito un Lidar aviotrasportato per il rilevamento topografico e fotografico di dettaglio della superficie terrestre. Si tratta di uno strumento unico nel panorama degli Enti di ricerca in Italia, che potrà far aumentare la competitività dell’Istituto, e più in generale del CNR. Lo strumento è stato testato in modo operativo in Liguria, a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito l’area delle Cinque Terre.

La capacità dei ricercatori dell’Istituto di svolgere ricerca e innovazione tecnologica è misurata dalla loro partecipazione a progetti nazionali e internazionali, e dall’abbondanza e qualità delle pubblicazioni. Nel 2011, l’Istituto ha contribuito a diversi progetti di ricerca europei (BIOSOS, CHANGES, DESIRE, DORIS, FIRESENSE, GLARISKALP, HYDRATE, MONIOR 2, MOUNTAIN RISK, PERMANET) e nazionali (VIGOR del Ministero dello Sviluppo Economico). Il progetto europeo DORIS ha visto ricercatori dell’Istituto nel ruolo di Project Manager e di coordinatore di workpackage. Ricercatori dell’Istituto hanno ottenuto il coordinamento del progetto europeo ABOT che inizierà nel 2012. Ricercatori e tecnici dell’IRPI sono stati impegnati nell’ambito del progetto VIGOR, per la valutazione del potenziale geotermico nelle regioni meridionali, ed hanno partecipato al progetto GIIDA del DTA, per lo sviluppo di sistemi per la gestione integrata e inter-operativa di dati ambientali. Nel corso del 2011, sono proseguite le collaborazioni internazionali, anche attraverso progetti bilaterali e nuovi accordi di collaborazione con la Chengdu University, Cina.

La pubblicistica è stata buona, e si è mantenuta su livelli di valore internazionale. Il personale dell’Istituto ha contribuito alla pubblicazione di 50 articoli in riviste ISI, 13 articoli in riviste non ISI, 63 articoli e 81 abstract presentati a convegni nazionali e internazionali, 31 articoli in libri, 6 partecipazioni a attività editoriali, e a oltre 40 rapporti tecnici e di progetto. E’ anche iniziata la fase preliminare – interna al CNR – per la sottomissione di un brevetto.

Riguardo la capacità di fornire consulenza tecnico-scientifica ad utenti di riferimento, l’anno è stato caratterizzato dalla partecipazione dell’IRPI, come Centro di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile (DPC), a numerose attività, anche operative, e in particolare: (i) alla mappatura sistematica di dissesti nella Provincia di Messina; (ii) al monitoraggio e alla modellistica di grandi frane; (iii) allo sviluppo pre-operativo del Sistema d’Allertamento Nazionale per il possibile innesco di Frane indotte da piogge (SANF); (iv) e al supporto tecnico-scientifico a Marina di Lesina e in Liguria. Nel complesso, le attività hanno permesso di raccogliere dati e informazioni d’interesse scientifico, e di validare metodi, strumenti e tecnologie per la misura delle deformazioni, per la stima della pericolosità, e per la valutazione del rischio sviluppate dall’Istituto. Le diverse attività operative hanno permesso di stingere rapporti di collaborazione più efficaci con il DPC, e con le strutture di protezione civile regionali.

In risposta a criticità riscontrate nel 2009 e nel 2010, sono state intraprese – o sono proseguite – azioni organizzative, gestionali e scientifiche. Dal punto di vista organizzativo, è proseguita l’armonizzazione dei servizi e delle attività amministrative, anche attraverso l’implementazione di nuove funzionalità nel sito web dedicato alla gestione amministrativa cooperativa dell’Istituto, implementato nel 2010. Il processo di armonizzazione è ancora corso ma ha già dato risultati positivi. Le azioni gestionali hanno riguardato prevalentemente il completamento della ristrutturazione del sistema di Commesse e Moduli per l’organizzazione e la rendicontazione delle attività di ricerca e sviluppo, iniziate nel 2009. La “offerta di ricerca” dell’Istituto si articola oggi in cinque Commesse e 19 Moduli. La riorganizzazione ha portato all’individuazione di quattro nuovi responsabili di Commessa e diversi responsabili di modulo, contribuendo a ridistribuire le responsabilità e i carichi di lavoro nell’Istituto.

Dal punto di vista scientifico, una delle maggiori criticità evidenziate in passato ha riguardato la mancanza di “progetti comuni” che coinvolgessero il personale delle diverse sedi. Nel 2011 si è operato per facilitare l’interazione fra i gruppi di ricerca attivi nell’Istituto. Le azioni hanno portato (i) alla formulazione di nuove proposte progettuali che coinvolgono diverse unità organizzative dell’Istituto, (ii) alla partecipazione cooperativa al progetto VIGOR, (iii) alla partecipazione cooperativa al progetto Soglie, finanziato dal DPC, per la definizione di soglie di pioggia per il possibile innesco di frane in Italia, e (iv) alla partecipazione sinergica di ricercatori di più sedi alle attività svolte dall’Istituto come Centro di Competenza del DPC.

Le principali criticità irrisolte riguardano la dotazione economica e strumentale, e l’organico dell’Istituto. Nel 2011 i fondi ordinari (195 K-euro) sono stati largamente insufficienti per la manutenzione e l’aggiornamento delle infrastrutture e dei laboratori. Nessun contributo per il pagamento di canoni, utenze o servizi è stato trasferito alle AdR. A Padova fondi di progetti di ricerca sono stati utilizzati per il pagamento di spese dell’AdR. La dotazione preliminare per il 2012 non copre neppure i costi dovuti per i buoni pasto. Una nuova diminuzione dei fondi avrà conseguenze fortemente negative per la capacità di produrre ricerca e innovazione. Si identificano tre criticità principali. La prima concerne l’ammodernamento delle infrastrutture (automezzi, reti di monitoraggio, laboratori mobili) e dei laboratori (strumentazioni, risorse di calcolo) che da anni è effettuato esclusivamente con fondi esterni all’Ente, e con una limitata possibilità di acquisto di nuovi strumenti. L’obsolescenza delle infrastrutture e dei laboratori comporta maggiori difficoltà per la ricerca, con ricadute negative sulla competitività dell’Istituto. La seconda concerne il mantenimento da parte delle Sede centrale di adeguati servizi bibliografici centralizzati. E’ indispensabile che siano mantenuti – e possibilmente ampliati – gli abbonamenti alle riviste scientifiche e tecniche; un presupposto indispensabile per l’attività di ricerca. E’ anche necessario che siano inclusi fra gli abbonamenti le riviste di tipo “open source”. La terza riguarda la fornitura a tutte le sedi dell’Istituto di adeguati sistemi di video conferenza. Al momento, solo le sedi di Bari, Firenze e Torino sono dotate di sistemi adeguati, attraverso le AdR. Le altre sedi, inclusa la sede di Perugia, non hanno strumenti adeguati o funzionanti. Una specifica richiesta avanzata alla Direzione Generale nel corso dell’anno non è stata accolta.

Per quanto riguarda l’organico, le assegnazioni di nuovo personale all’Istituto di otto ricercatori (nel 2009), e di un tecnologo e un tecnico (nel 2010), hanno mitigato solo parzialmente lo stato di sofferenza. Tutti i concorsi per la selezione dei ricercatori sono stati espletati, e si attende l’assunzione delle ultime quattro unità di personale. Si auspica lo svolgimento in tempi brevi delle selezioni e delle assunzioni per i posti da tecnologo e da tecnico. In alcune sedi la sofferenza è considerevole anche per il personale tecnico e amministrativo. Nella sede di Firenze la sofferenza è tale da non garantire più la sopravvivenza dell’UOS.

Proposta di interventi organizzativi

Gli interventi richiesti mirano a risolvere le criticità più rilevanti, e comportano azioni sia a livello centrale (di Ente) che periferico (d’Istituto).

L’Istituto ha sei sedi territorialmente distinte, in altrettante regioni (Umbria, Calabria, Piemonte, Puglia, Toscana, Veneto). La sede principale dell’Istituto, a Perugia, non è all’interno di un’Area della Ricerca (AdR). La gestione di un Istituto “plurisede” distribuito sull’intero territorio nazionale ha difficoltà e costi, anche di semplice comunicazione, superiori ai costi affrontati da Istituti “monosede”. Di ciò si deve tener conto nell’assegnazione delle risorse economiche e strumentali. A tal propisito, sono indispensabili e improrogabili risorse per dotare di adeguati sistemi di videoconferenza le sedi sprovviste del servizio. La gestione delle AdR è differente nelle diverse sedi geografiche in cui si trova a operare l’Istituto. Ciò complica la ripartizione equa delle risorse. Sono necessari interventi regolamentari per armonizzare la gestione delle AdR.

Le strutture edilizie delle sedi dell’Istituto non sono ovunque adeguate. Per la sede di Cosenza, sono in corso iniziative per la costruzione di nuovi edifici nel campus dell’Università della Calabria ad Arcavacata di Rende. A Padova sono in atto iniziative per la realizzazione di un nuovo edificio in sostituzione di quelli esistenti, vetusti, costosi e inadeguati. Per entrambe le sedi, è necessario che la realizzazione dei nuovi edifici avvenga in tempi brevi. Per la sede di Bari, nel corso del 2010 sono stati definite le dimensioni e la posizione dell’Istituto nell’ambito della nuova AdR in corso di progettazione. La situazione più critica è a Perugia. L’Istituto ha la sua sede principale in un capannone industriale inadatto alla funzione di ospitare un moderno istituto di ricerca. Nel corso del 2011 la proprietà ha provveduto a sostituire il soffitto di parte dell’edificio (realizzato con lastre di cemento-amianto opportunamente trattate) con una nuova copertura. La reale capacità termica della nuova copertura andrà verificata nei prossimi mesi. Il costo per l’affitto della struttura (circa 200 K-euro l’anno) è comunque molto elevato, e con il crescere delle dimensioni dei gruppi di ricerca gli spazi sono divenuti largamente insufficienti. E’ improrogabile un intervento dell’Ente per la realizzazione di una struttura di proprietà che garantisca migliori condizioni di lavoro e un consistente risparmio economico già nel medio periodo. La nuova soluzione potrà coinvolgere anche le sedi di altre Unità Organizzative di Supporto presenti a Perugia. A tal proposito va ricordato che il Rettore dell’Università di Perugia ha già comunicato alla Presidenza del CNR l’interesse per la realizzazione di un’AdR CNR a Perugia, da realizzarsi auspicabilmente in stretta collaborazione con l’ateneo Perugino.

Nel triennio 2012-2014, la scarsità delle risorse economiche avrà un impatto grave sulla possibilità di stipulare contratti per (i) gli abbonamenti alle riviste scientifiche, (ii) per l’accesso a banche dati d’interesse scientifico, e (iii) per l’acquisto e la manutenzione di software d’uso comune e scientifico. E’ indispensabile un impegno organizzativo ed economico centrale per: (i) mantenere i contratti unici (nazionali, di Ente) con gli editori internazionali, includendo nuovi contratti con editori di tipo “open source”, che consentano un’ancora maggiore fruibilità delle riviste scientifiche e delle banche dati d’interesse scientifico; e per (ii) estendere il portfolio delle offerte contrattuali per l’acquisto e la manutenzione di software generico e scientifico. A livello periferico (d’Istituto), si dovranno mettere in atto azioni per aumentare l’efficienza, l’affidabilità e la condivisione dei sistemi informativi e gestionali, e dell’infrastruttura informatica dell’Istituto. Oltre a ciò, con il coordinamento del DTA, dovranno essere stabilite regole condivise per l’utilizzo del nuovo sistema Lidar avio-trasportato acquisito dall’Istituto. Il costo dello strumento e la sua intrinseca complessità d’uso rendono indispensabile una programmazione delle attività di medio-lungo periodo. Dovranno essere anche risolti problemi legati alla stipula di una indispensabile assicurazione per lo strumento e i suoi accessori.

L’Istituto ha un organico insufficiente a svolgere i compiti cui è chiamato. E’ indispensabile che siano portate a termine le procedure per l’assunzione dei ricercatori vincitori di concorso, e le selezioni ancora in corso. E’ altresì necessario che siano assegnate all’Istituto nuove risorse di personale in tutti i profili: ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi. In alcune delle sedi la mancanza di personale è tale da non garantire più la sopravvivenza oltre che l’operatività stessa dell’Istituto. E’ altresì importante che l’Ente adotti una nuova e più moderna strategia per la selezione e la valorizzazione del personale. Ciò anche attraverso un nuovo sistema di responsabilità che agisca: (i) sul sistema per la gestione amministrativa (ad esempio riconoscendo le funzioni e il ruolo dei Responsabili delle Unità di Supporto), e (ii) sul sistema per l’organizzazione e la rendicontazione delle attività di ricerca (con l’effettiva responsabilizzazione dei coordinatori di commessa e di modulo). A livello periferico, sono necessarie azioni per: (i) sviluppare le conoscenze e le capacità del personale tecnico e amministrativo, con lo scopo di migliorare l’efficienza dei servizi comuni (amministrazione, infrastruttura informatica, laboratori, ecc.), (ii) aumentare le occasioni e le capacità di collaborazione fra i diversi gruppi di ricerca e fra le differenti sedi dell’Istituto, e (iii) migliorare la distribuire dei carichi di lavoro fra il personale, nei diversi ruoli e profili professionali.

Si sente l’esigenza di una forte semplificazione delle procedure amministrative e gestionali, a tutti i livelli e in tutti i settori dell’amministrazione dell’Ente. A tal proposito, è necessario un cambio di paradigma che sposti i sistemi di valutazione, anche amministrativa, sulla verifica indipendente dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi prefissati. E’ altresì divenuto indispensabile un maggior supporto su temi giuridici, supporto di cui l’Istituto ha e avrà una sempre maggiore necessità.