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Gabriele S. (1), Tansi C. (1), Chiaravalloti F. (2), Fòlino-Gallo M. (2), Micieli M. (2), 2007, Progetto A.M.A.Mi.R. – Azioni di Monitoraggio Avanzato per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nel Comune di San Martino di Finita (CS): carta del drenaggio urbano,
2007,
Gabriele S. (1), Tansi C. (1), Chiaravalloti F. (2), Fòlino-Gallo M. (2), Micieli M. (2), 2007, Progetto A.M.A.Mi.R. – Azioni di Monitoraggio Avanzato per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nel Comune di San Martino di Finita (CS): carta della rete di monitoraggio,
2007,
Gabriele S. (1), Tansi C. (1), Chiaravalloti F. (2), Fòlino-Gallo M. (2), Micieli M. (2), 2007, Progetto A.M.A.Mi.R. – Azioni di Monitoraggio Avanzato per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nel Comune di San Martino di Finita (CS): carta geologico-strutturale con ubicazione delle indagini geognostiche, colonne stratigrafiche e tomografia elettrica,
2007,
Gabriele S. (1), Tansi C. (1), Chiaravalloti F. (2), Fòlino-Gallo M. (2), Micieli M. (2), 2007, Progetto A.M.A.Mi.R. – Azioni di Monitoraggio Avanzato per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nel Comune di San Martino di Finita (CS): carta delle fratture al suolo,
2007,
Gabriele S. (1), Tansi C. (1), Chiaravalloti F. (2), Fòlino-Gallo M. (2), Micieli M. (2), 2007, Progetto A.M.A.Mi.R. – Azioni di Monitoraggio Avanzato per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nel Comune di San Martino di Finita (CS): carta geologico-strutturale,
2007,
Gabriele S. (1), Tansi C. (1), Chiaravalloti F. (2), Fòlino-Gallo M. (2), Micieli M. (2), 2007, Progetto A.M.A.Mi.R. – Azioni di Monitoraggio Avanzato per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nel Comune di San Martino di Finita (CS): carta di sintesi dei dati geologico-geomorfologici, idrogeologici, geognostici e della rete di monitoraggio”,
2007,
Tansi C., 2007, Progetto AMAMiR (Azioni di Monitoraggio Avanzato per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nel Comune di San Martino di Finita): relazione sull’attività svolta nel periodo 28 marzo -15 dicembre 2007,
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Caloiero T.; Coscarelli R., 2007, Valutazione di trend climatici in un area del versante ionico della Calabria,
Il progetto I.S.PA.RI.DE. Identificazione e Stima dei PArametri per la valutazione del RIschio di DEsertificazione, edited by Coscarelli R., pp. 41–58. Cosenza_ Nuova Bios, 2007,
Abstract
Da diversi studi effettuati negli ultimi, anni sia a livello regionale che nazionale, emerge una ...
Da diversi studi effettuati negli ultimi, anni sia a livello regionale che nazionale, emerge una evidente variazione temporale di alcune delle principali grandezze meteoclimatiche quali ad esempio la precipitazione e la temperatura. La conoscenza di queste variazioni è di notevole importanza; si pensi, ad esempio, alle conseguenze date dalla variabilità delle precipitazioni sulla disponibilità delle risorse idriche, sulla pianificazione dell'uso del suolo e sulle attività antropiche.
Le analisi illustrate nel presente lavoro sono riferite alle serie storiche pluviometriche e termometriche registrate in Calabria tra il 1916 ed il 2000 nella porzione di territorio compresa tra i bacini del Trionto e del Neto. L'applicazione di alcuni test ha evidenziato trend negativi significativi per le precipitazioni annuali e per quelle autunno-invernali. Una tendenza opposta si è invece riscontrata per le piogge estive, come d'altronde già studi di letteratura hanno rilevato per altre aree del Mediterraneo
MARTIRANO M, GAGLIARDI V, COSCARELLI R, 2007, Tecniche di telerilevamento satellitare per la stima degli impatti sulla sensibilità alla desertificazione causati dalle dinamiche della copertura vegetale,
Il Progetto ISPARIDE. Identificazione e Stima dei PArametri per la valutazione del RIschio di DEesertificazione, edited by COSCARELLI R, pp. 141–162. Cosenza_ Nuova Bios, 2007,
Abstract
Il presente lavoro illustra alcune tecniche di telerilevamento da satellite
per la stima degli impatti sulla ...
Il presente lavoro illustra alcune tecniche di telerilevamento da satellite
per la stima degli impatti sulla sensibilità alla desertificazione causati dalle
dinamiche della copertura vegetale. Queste ultime sono state ottenute mediante
elaborazione ed analisi di dataset multispettrali multitemporali del
sensore TM (Thematic Mapper) a bordo del satellite Landsat5, durante un periodo
di osservazione di 20 anni, dal 1984 al 2004. Per ciascuna delle 4 scene
disponibili (luglio 1984, aprile 1990, luglio 1998, luglio 2004) è stato estratto
l'indice di vegetazione differenziale normalizzato NDVI e, utilizzando tecniche
di level thresholding, sono stati proposti due diversi metodi per identificare
all'interno di un'area di studio zone caratterizzate da gradi diversi di copertura
vegetale. Successivamente, mediante analisi multitemporali pixel-to-pixel
sulla persistenza di copertura vegetale o sulle sue transizioni da un grado ad
un altro, l'intera area di studio è stata classificata utilizzando due diversi criteri,
uno per ciascuno dei due metodi proposti, in funzione degli impatti sulla
sensibilità alla desertificazione causati dalle dinamiche della copertura vegetale.
È stato inoltre effettuato un confronto tra i risultati ottenuti con le tecniche
proposte e quelli ottenuti con altri dati disponibili per l'area di studio, una
prima volta utilizzando i dati di copertura/uso del suolo del progetto Corine
Land Cover ed una seconda volta utilizzando i dati di copertura/uso del suolo
ricavati dal CNR-IRPI, sede di Cosenza, mediante foto-interpretazione di
foto aeree.
CORDASCO M, COSCARELLI R, MARTIRANO G, 2007, Utilizzo dell’analisi fattoriale nella costruzione di un indicatore composto per lo studio della desertificazione,
Il Progetto ISPARIDE. Identificazione e Stima dei PArametri per la valutazione del RIschio di DEesertificazione, edited by Coscarelli R, pp. 99–118. Cosenza_ Nuova Bios, 2007,
Abstract
I fenomeni di desertificazione sono misurati quantitativamente attraverso
l'utilizzo di indicatori composti. Il presente lavoro ha ...
I fenomeni di desertificazione sono misurati quantitativamente attraverso
l'utilizzo di indicatori composti. Il presente lavoro ha come principale obiettivo
quello di definire un indice composto per lo studio della desertificazione
attraverso una metodologia basata su tecniche statistiche. Mediante un'analisi
di tipo fattoriale, infatti, è possibile valutare le correlazioni esistenti tra 15 parametri
utilizzati per lo studio della desertificazione e definire dei nuovi indicatori
che tengano conto del contenuto informativo dei parametri di partenza.
Gli indicatori ottenuti sono stati poi aggregati in nuovo indicatore composto
della desertificazione. I dati utilizzati ed il calcolo degli indicatori fanno riferimento
ad un'area del crotonese particolarmente a rischio di desertificazione.
I risultati ottenuti dall'applicazione della nuova metodologia sono stati anche
confrontati con i risultati dell'Environmentally Sensitive Areas Index (ESAI)
della metodologia ESAs.
Buttafuoco, G.; Caloiero, T.; Coscarelli, R.; Ferrari, E.; Mancini, M., 2007, Trend analysis of historical rainfall data and correlation with global scale climatic indicators_ a case study in Southern Italy (Calabria),
Geophysical research abstracts (Online) 9 (2007): 7097.,
Abstract
In the last years many studies, focused on the climate of the Mediterranean area, have ...
In the last years many studies, focused on the climate of the Mediterranean area, have shown that a many environmental variables, such as air temperature, chemical composition of the atmosphere, rainfall and mean sea level, have been experiencing important changes.
Particularly the analysis of the spatial and temporal evolution of precipitations is fundamental to evaluate water resources availability, especially in areas with a marked orography like the Calabria region Southern Italy). To this aim a lot of different parametric and non-parametric statistical tests can be used for exploratory analyses and detection of monotonic trends in time series data.
The use of global circulation model is allowing also to quantify the effects of planetary scale indicator on regional climatic conditions.Within this purview, some authors have drawn correlations between precipitation with indexes describing some well-known planetary-scale oscillations, like the North Atlantic Oscillation (NAO) and El Niño-southern oscillation.
The present study presents an investigation on the precipitation trends in Calabria using a database of the rain gauges with more than 50 years of observation, and with at least a 5-year observation period in the decade 1991-2000 and a 3-year observation period between 1996-2000. Statistical analyses were performed on precipitation records (from 1916 to 2000) and the Mann Kendall non-parametric test was applied
to the annual and monthly precipitations, detecting significant positive and negative trends at the 95 percent confidence level.
In order to characterize the spatial pattern of trend variability and to determine critical areas where the trend is more pronounced, Geostatistical methods were used to predict trend values at ungauged locations.
Further statistical analyses were performed on seasonal and six months precipitations related to the data series in which a positive or a negative trend at the 95 percent confidence level were detected.
The correlations between precipitation and such global scale climatic indicators were detected in order to find trend analogies.
IOVINE G. (1), DI GREGORIO S. (2), SHERIDAN M. (3) & (4) MIYAMOTO H., 2007, Modelling, Computer-assisted Simulations and Mapping of Dangerous Phenomena for Hazard Assessment.,
Environmental modelling & software 22 (2007): 1389–1391. doi_10.1016/j.envsoft.2006.12.002,
DOI: 10.1016%2Fj.envsoft.2006.12.002
Coscarelli R., 2007, Il progetto I.S.PA.RI.DE. Identificazione e stima del parametri per la valutazione del rischio di desertificazione,
Castrolibero: Nuova Editoriale Bios, 2007,
Coscarelli R., Minervino I., Sorriso-Valvo M., Ceccanti B., Masciandaro G., 2007, Valutazione ed analisi dei fenomeni di degrado del suolo,
Clima e cambiamenti climatici_ le attività di ricerca del CNR, edited by Carli B, Cavarretta G, Colacino M, Fuzzi S, pp. 739–742. Roma_ Consiglio Nazionale delle Ricerche, 2007,
Abstract
Lo studio dei fenomeni di degrado del suolo, secondo gli attuali modelli previsionali del clima,
si ...
Lo studio dei fenomeni di degrado del suolo, secondo gli attuali modelli previsionali del clima,
si sta delineando come strumento conoscitivo di causa ed effetto delle dinamiche e delle variabilità climatiche.
In quest'ottica, lo studio della desertificazione, fenomeno complesso legato a vari fattori, tra cui
anche le variazioni climatiche e le attività antropiche, si configura come il giusto approccio alla conoscenza
della relazione clima-biosfera, posta alla base degli attuali modelli globali climatici. Il gruppo di lavoro
composto da ricercatori degli istituti IRPI ed ISE ha condotto uno studio in un'area del Crotonese
(Calabria), volto alla caratterizzazione della sensibilità ambientale alla desertificazione e alla validazione
della metodologia utilizzata per tale applicazione, basata sulla valutazione della funzionalità del suolo e,
quindi, del suo stato di qualità e della sua resilienza.
BORSELLI L., CASSI P., P. SALVADOR SANCHIS, F.UNGARO., 2007, STUDIO DELLA DINAMICA DELLE AREE SORGENTI PRIMARIE DI SEDIMENTO NELLAREA PILOTA DEL BACINO DI BILANCINO_ PROGETTO (BABI),
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Gabriele S., 2007, Le Fiumare,
2007,
GULLA' G. (Responsabile scientifico), ANTRONICO L. (curatori), 2007, Relazione Preliminare – Movimento franoso in località la Palazzuola nel Comune di Cetraro (CS),
2007,
Abstract
Indagini preliminari movimento franoso in comune di Cetraro ...
Indagini preliminari movimento franoso in comune di Cetraro
Rizzo V., Petrucci O., Calendino A., Veltri P., 2007, A geo-database for the assessment of landslide damage evolution in a Calabrian study area (Italy).,
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Lorenzo Borselli et al., 2007, International conference_ Soil and Hillslope Management using scenario analysis and runoff-erosion models_ a critical evaluation of current techniques – Florence may 7th-9th 2007 FIELD TRIP GUIDE.,
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L'evento atmosferico del 12-13 Novembre 2004 sulla Regione Calabria., edited by R. Niccoli e G. Iiritano, pp. 89–102, 2007,
Antronico L., Scarpelli M., 2007, Valutazione dei cambiamenti di uso del suolo e dei fenomeni erosivi in unarea di studio del crotonese (Calabria, Italia),
. Cosenza_ Nuova Bios, 2007,
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Cosenza: Nuova Bios, 2007,
Buttafuoco G.; Caloiero T.; Coscarelli R.,, 2007, Valutazione dei trend pluviometrici in Calabria,
Clima e cambiamenti climatici_ le attività di ricerca del CNR, edited by Carli B.; Cavarretta G.; Colacino M.; Fuzzi S., pp. 237–240. Roma_ Consiglio Nazionale delle Ricerche, 2007,
Abstract
Un numero sempre maggiore di Autori, negli ultimi anni, sta mettendo in evidenza variazioni temporali ...
Un numero sempre maggiore di Autori, negli ultimi anni, sta mettendo in evidenza variazioni temporali di grandezze climatiche, quali la precipitazione, la temperatura e il livello medio del mare. In particolare, lo studio della variabilità delle precipitazioni, è rilevante per le conseguenze sulla disponibilità delle risorse idriche, sulla pianificazione dell'uso del suolo e sulle attività economiche. Le analisi illustrate nel presente lavoro sono riferite alle serie storiche pluviometriche registrate in Calabria tra il 1916 ed il 2000. L'applicazione del test non-parametrico di Mann-Kendall ha evidenziato significativi trend negativi per le precipitazioni annue, invernali e autunnali. Un trend positivo è stato rilevato invece per le precipitazioni estive. Il calcolo degli scostamenti standardizzati rispetto alla media, interpolati a livello spaziale, ha permesso di valutare l'estrema variabilità della precipitazione sulla Calabria. Degna di attenzione risulta anche la correlazione delle precipitazioni registrate lungo il versante tirrenico della regione con l'indice a scala globale NAOI.
COSCARELLI R, CECCANTI B, MASCIANDARO G, MINERVINO I, SORRISO-VALVO S, 2007, Applicazione della metodologia ESAs in un’area di studio e validazione con dati di campo,
Il Progetto ISPARIDE. Identificazione e Stima dei PArametri per la valutazione del RIschio di DEesertificazione., edited by COSCARELLI R, pp. 73–98. Cosenza_ Nuova Bios, 2007,
Abstract
La metodologia ESAs (Environmentally Sensitive Areas), per la valutazione
delle aree sensibili alla desertificazione, si basa ...
La metodologia ESAs (Environmentally Sensitive Areas), per la valutazione
delle aree sensibili alla desertificazione, si basa sull'elaborazione e interazione
di quattro indici di qualità, relativi ad altrettante categorie (clima, vegetazione,
suolo, gestione territoriale) di indicatori di desertificazione. Il presente
studio concerne l'applicazione di detta metodologia in un'area del Crotonese,
coincidente con il distretto viti-vinicolo del "Cirò D.O.C.", che ha portato
alla valutazione della distribuzione nell'area di studio sia dell'indice per così
dire "fisico" (ESAPI), derivato da indicatori di caratteristiche territoriali fisicoambientali,
sia dell'indice ESAI, derivato dall'interazione delle caratteristiche
fisiche con quelle socio-economiche. I risultati, quindi, sono stati validati mediante
i dati di una campagna di indagini volta all'analisi dei caratteri chimico-
strutturali e biologici di alcuni campioni di suolo, rappresentativi delle
classi e sottoclassi più significative delle classificazioni ESAs. La validazione è
stata affrontata analizzando la qualità della sostanza organica, ritenuta in
grado di svolgere un ruolo determinante nella regolazione dei fattori chimicofisici
e biologici che stanno alla base delle funzioni di un suolo.
Coscarelli R, Minervino I, Sorriso-Valvo M, 2007, Il fenomeno della desertificazione e gli indicatori per la sua valutazione.-,
Il progetto I.S.PA.RI.D.E. - Identificazione e Stima dei PArametri per la valutazione del RIschio da Desertificazione, edited by Coscarelli R, pp. 17–39. Cosenza_ Nuova Bios, 2007,
Abstract
La desertificazione, fenomeno complesso in base al quale un suolo perde
progressivamente la propria capacità produttiva ...
La desertificazione, fenomeno complesso in base al quale un suolo perde
progressivamente la propria capacità produttiva e funzionale, rappresentando
perciò una seria minaccia per l'ambiente e per il benessere socio-economico
dell'umanità, sta diventando uno dei problemi ambientali più conosciuti e
importanti.
In questa memoria ne vengono identificate le cause, di diversa origine, naturale
e antropica, e trattati i fattori che concorrono a determinare la predisposizione
di un terreno al degrado attraverso i cosiddetti "indicatori di desertificazione".
Questi sono stati raccolti, descritti schematicamente tramite due tipi
di scheda e classificati secondo un sistema "aperto", tale da rendere la raccolta
sempre aggiornabile.
Petrucci O., Polemio M., 2007, Ricorrenza degli eventi alluvionali, dissesto idrogeologico e trend climatico nella Locride (Calabria SE).,
Clima e cambiamenti climatici_ le attività di ricerca del CNR, edited by B. Carli, G. Cavarretta, M. Colacino, S. Fuzzi, pp. 747–750. Roma_ CNR, 2007,
Abstract
Si definisce Evento Alluvionale (EA) l'insorgere simultaneo, a seguito di periodi piovosi, di frane, piene ...
Si definisce Evento Alluvionale (EA) l'insorgere simultaneo, a seguito di periodi piovosi, di frane, piene e/o allagamenti responsabili di danni a beni e/o persone. Si propone una classificazione degli EA basata sull'uso di dati storici. Distribuzione e ricorrenza degli EA sono discusse a confronto con le variabili climatiche, con riferimento alle piogge innescanti e agli effetti del trend climatico su tali variabili. Si considerano la ricorrenza, l'estensione dell'area colpita e la gravità dei danni, nonché il tempo di ritorno, la durata critica delle piogge innescanti e la piovosità totale nelle aree colpite. La metodologia è stata applicata alla Locride (Calabria SE), un'area di 686 km2, per la quale l'analisi si basa su 24 EA verificatisi in 80 anni. L'analisi mostra che tendenzialmente gli eventi non presentano una maggiore ricorrenza e che l'area colpita si riduce nel caso di eventi rara eccezionalità
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M.V. Avolio, B. Behncke, S. Calvari, G.M. Crisci, D. DAmbrosio, S. Di Gregorio, G. Iovine, V. Lupiano, M. Neri, G. Niceforo, R. Rongo, W. Spataro, 2007, A Methodology for Lava Flows Hazard Zonation of Large Areas_ An Example of Application to for the SE Flank of Mt Etna,
AOGS 4th Annual Meeting, Session IWG02, Bangkok, Thailandia, 30 luglio-4 agosto 2007,
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Convegno Nazionale di Fisica della terra fluida e problematiche affini, Ischia, Napoli, 11-25 Giugno 2007,
Abstract
Studi recenti nell'area del Mediterraneo hanno messo in evidenza variazioni, più o meno sensibili, in ...
Studi recenti nell'area del Mediterraneo hanno messo in evidenza variazioni, più o meno sensibili, in alcune grandezze climatiche, quali la precipitazione, la temperatura, la composizione chimica dell'atmosfera e il livello medio del mare.
In questo contesto, lo studio della variabilità spazio-temporale delle precipitazioni, soprattutto in aree caratterizzate da un'orografia accentuata come quella calabrese, è importante per la valutazione della disponibilità di risorse idriche e delle sue conseguenze nell'uso del suolo e nelle attività economiche.
Il lavoro ha avuto come obiettivo l'individuazione della presenza di trend nelle precipitazioni registrate in Calabria tra il 1916 ed il 2000. Inoltre, il test non-parametrico di Mann Kendall è stato applicato alle precipitazioni annue e a quelle stagionali e semestrali allo scopo di rilevare la presenza di eventuali trend con un livello di significatività del 95%. Per la stima dei valori del trend nei punti privi di stazioni di misura e per la successiva mappatura sono stati utilizzati i metodi della geostatistica.
I risultati hanno evidenziato un trend negativo delle precipitazioni annue, autunnali ed invernali e un trend positivo di quelle estive.
Il lavoro ha avuto, inoltre, l'obiettivo di una valutazione della correlazione esistente tra le precipitazioni annue, stagionali e semestrali e indici di circolazione globale che permettono di quantificare gli effetti delle fluttuazioni a scala planetaria sulle condizioni climatiche regionali, come ad esempio il NAOI (North Atlantic Oscillation Index).
I risultati hanno evidenziato una buona correlazione, soprattutto sul versante tirrenico della Calabria, tra il NAOI e le precipitazioni autunnali ed invernali.
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Abstract
The study presents some assessments of water soil erosion in Calabria (Southern Italy) that
contribute to ...
The study presents some assessments of water soil erosion in Calabria (Southern Italy) that
contribute to improving measures to reduce and mitigate the effects of the factors affecting land
degradation processes. In fact, in the Mediterranean area increasing climate variability - more
frequent droughts and floods than in the past - and the ever stronger human influence on the
territory lead to land degradation phenomena and aggravate the conditions of stress on land
resources. In particular, during the last few decennia in some areas of Southern Italy, water soil
erosion has been responsible for desertification processes. Wide areas are, in fact, prone to
desertification and characterised by on the one hand i) semi-arid climate, ii) seasonal droughts
and iii) heavy rainfall events and, in the other, by iv) wildfires that decrease vegetation coverage,
v) agricultural crisis with the consequent neglect of farms and vi) land degradation.
BORRELLI L.; GRECO R.; GULLA' G.;, 2007, Weathering grade of rock masses as a predisposing factor to slope instabilities_ Reconnaissance and control procedures.,
Geomorphology (Amst.) 87 (2007): 158–175.,
Abstract
Weathering of rock masses often assumes importance as a predisposing factor to slope instability and ...
Weathering of rock masses often assumes importance as a predisposing factor to slope instability and it is possible to map it at
various scales depending on the different purposes. The effects of weathering processes are particularly intense on crystalline rocks
(plutonic and metamorphic). These rocks are present in large areas of the globe and widespread in Calabria. The relationships between
rock mass weathering grades and slope instabilities are analysed, with reference to sectors (1:50,000 scale) and areas (1:10,000 scale)
where crystalline rocks are strongly affected by weathering. To this aim a reconnaissance procedure has been proposed to delimitate
the zones with different weathering condition, three macro-classes at average scale (1:50,000) and six classes at detail scale
(1:10,000). In this procedure first analysis of aerial photos and then field observations of representative situations have been used. The
reconnaissance procedure has been verified in a selected study area (Acri), whose geological features are provided, by the comparison
with weathering maps obtained by means of a control procedure. This last procedure consists of observations and index tests carried
out in check points located in representative check sites (discolouration, sound when struck by geological hammer, effect of the point
of geological pick, breaking with the hands, rebound of Schmidt Hammer, grain-size analysis). The results obtained confirm through
quantitative data that the weathering of a rock mass can be assumed as a predisposing factor to slope instability. At average scale
(1:50,000) the reconnaissance procedure is able to give weathering maps representative for this type of evaluation (the ratio between
the landslides area in each weathering macro-class and the whole landslide area goes from 67% to 14% for the macro-class A and from
24% to 9% for the macro-class B); at detail scale (1:10,000) it is necessary to use a control procedure to obtain weathering maps
indicative of predisposition to slope instabilities.
Terranova O.; Antronico L.; Gullà G.;, 2007, Landslide triggering scenarios in homogeneous geological contexts_ The area surrounding Acri (Calabria, Italy),
Geomorphology (Amst.) 87 (2007): 250–267. doi_10.1016/j.geomorph.2006.09.021,
DOI: 10.1016%2Fj.geomorph.2006.09.021
Abstract
The paper describes a methodology to detect landslide triggering scenarios in geological homogeneous areas and ...
The paper describes a methodology to detect landslide triggering scenarios in geological homogeneous areas and for some
specific landslide categories. In these scenarios, the rainfall-landslide relationship as well as the pluviometric load conditions
influencing slope instability have to be investigated.
The methodology is applied to an area located in northern Calabria (Italy) and affected by widespread and different slope
instability phenomena. Outcropped, fractured, and deeply weathered crystalline rock masses, determining geologic homogeneous
conditions, are present. In the same area, suitable and homogeneous climatic features have also been found.
According to the methodology adopted, the hydrologic analysis of rainfall time-series is initially carried out notwithstanding
historical data concerning landslide mobilization, but using simple models to determine critical pluviometric scenarios for the three
landslide categories_ shallow, medium-deep, and deep. Landslide-triggering scenarios individualized according to this procedure
are less significant as compared to the landslide mobilization detected in the study area by means of historical research and ascribed
to the three landslide categories according to geomorphologic analysis.
Subsequently, the possible landslide triggering scenarios are outlined by carefully investigating the hydrologic analysis limited
to the periods identified according to the historical data.
In the study area and approximately for all the areas characterized by the outcrop of fractured and deeply weathered crystalline
rocks, significant triggering scenarios can be outlined. In particular, shallow landslide triggers could be activated by rainfall events
with intensities exceeding 90 mm/day and/or with amounts exceeding 160 mm. As for medium-deep and deep landslides,
triggering mechanisms are more complicated; and effective rainfall contribution must be taken into account compared to
groundwater storage. Moreover, a more complex link between deep landslides and precipitation is confirmed.
The results obtained to date highlight the potential of this methodology, which enables us to define and progressively improve
the knowledge framework by means of a work sequence integrating different disciplinary tools and results.
TANSI C. (1); MUTO F. (2); CRITELLI S. (2); IOVINE G. (1), 2007, Neogene-Quaternary strike-slip tectonics in the central Calabrian Arc (Southern Italy).,
Journal of geodynamics 43 (2007): 393–414. doi_10.1016/j.jog.2006.10.006,
DOI: 10.1016%2Fj.jog.2006.10.006
Abstract
A Middle Miocene-Middle Pleistocene regional NW-SE left-lateral strike-slip fault system profoundly conditioned the evolution
of central ...
A Middle Miocene-Middle Pleistocene regional NW-SE left-lateral strike-slip fault system profoundly conditioned the evolution
of central Calabria, during the late tectonic phases which involved the Apulian block and the Calabrian Arc. This system dissected
an Oligocene-Early Miocene orogenic belt, made of Alpine nappes overthrusted the Apennine Chain.
In the present study, three major faults, arranged in a right-hand en ´echelon pattern, have been identified within the mentioned
strike-slip system_ the Falconara-Carpanzano Fault, the Amantea-Gimigliano Fault, and the Lamezia-Catanzaro Fault. A wide
active transtensional area (N-S-trending Crati Graben), developed since Late Pliocene, is located at the SE termination of the
Falconara-Carpanzano Fault.
In the sectors of overlapping of the faults, the transpressional regime induced tectonic extrusions of the deep-seated units of the
Chain, producing push-ups within the overlying complexes. In particular, push-ups are either made of Mesozoic carbonate rocks at
Mt. Cocuzzo-Mt. Guono and Mt. S. Lucerna, or of ophiolite rocks at Mt. Reventino and Gimigliano. In these sectors, the primary
geometric relationships among the units of the orogenic belt were locally altered.
The en ´echelon arrangement of the above-mentionedNW-SE major strike-slip faults indicates the existence of a left-lateral crustal
shear zone, striking on average N160. The age of the regionalNW-SE left-lateral strike-slip system deserves thorough investigation.
Besides evidence from historical and instrumental earthquakes, and from paleoseismological investigations, the kinematic data
suggests that the "cause" of the transtensional sector (Crati Graben) could be found in the regional Falconara-Carpanzano Fault.
DAMBROSIO D. (1); IOVINE G. (2); SPATARO W. (1); H. MIYAMOTO (3), 2007, A macroscopic collisional model for debris-flows simulation,
Environmental modelling & software 22 (2007): 1417–1436. doi_10.1016/j.envsoft.2006.09.009,
DOI: 10.1016%2Fj.envsoft.2006.09.009
Abstract
SCIDDICA S4c is the latest hexagonal release of a family of Cellular Automata models for ...
SCIDDICA S4c is the latest hexagonal release of a family of Cellular Automata models for the simulation of flow-type landslides. It is able to
simulate the erosion of the regolith along the flow path, besides branching and re-joining events of the flow masses. Dissipative effects are modelled
in terms of not-exclusive velocity-dependent mechanisms, which allow to simulate even complex rheological behaviours. Moreover, it is
able to manage the peculiar characteristics of rapid flows, and the effects of mass collisions, by guaranteeing mass conservation. In case of no
dissipation, conservation of energy and momentum are also assured. Model calibration has been carried out through parallel Genetic Algorithms,
by considering the May 1998 Curti-Sarno (Campania, Southern Italy) debris flow. A preliminary analysis has also been performed, aiming at
evaluating the sensitivity of the model with respect to a sub-set of model parameters, the size of the cell, the orientation of the cellular space, and
noise in input data. Calibration confirmed the reliability of the model in reproducing the considered case of study. Moreover, sensitivity analyses
pointed out its robustness with respect to the considered factors, by highlighting their different weight in affecting the behaviour of the simulations.