Paola Salvati, Francesca Ardizzone, Francesco Bucci, Mauro Cardinali, Federica Fiorucci, Ivan Marchesini, Silvia Peruccacci, Mauro Rossi, Miche Santangelo, 2018, Analisi dei dati del censimento edifici in aree PAI a pericolosità idraulica,
2018,
Abstract
Obiettivo del documento è la relazione dei risultati del censimento degli edifici in aree a ...
Obiettivo del documento è la relazione dei risultati del censimento degli edifici in aree a pericolosità idraulica. Il lavoro di censimento si è svolto nell'ambito del progetto sentinelle del territorio e in collaborazione con il gruppo di volontari di protezione civile comunale, alcuni tecnici del comune e del personale di Irpi. Per l'individuazione delle aree dove eseguire il censimento dell'edificato sono state utilizzate le perimetrazioni della pericolosità idraulica definite dai PAI - Piani di Assetto Idrogeologico delle Autorità di Bacino territorialmente competenti. L'elaborato finale può essere considerato come livello informativo di fondamentale importanza per l'aggiornamento del piano di protezione civile comunale. Il censimento degli edifici ha avuto come obiettivo primario l'individuazione delle caratteristiche degli edifici inclusi nelle perimetrazioni PAI che in circostanza di allerte, emesse nel caso si prefiguri un rischio idraulico e/o idrogeologico, possano essere indicative di criticità per l'incolumità delle persone e quindi da aree da attenzionare
Paola Salvati, Francesca Ardizzone, Francesco Bucci, Mauro Cardinali, Federica Fiorucci, Ivan Marchesini, Mauro Rossi, Miche Santangelo, 2018, Analisi dei dati del censimento edifici in aree di versante a suscettibilità da frana da media ad elevata,
2018,
Abstract
Obiettivo del documento è la descrizione dei risultati del censimento degli edifici in aree di ...
Obiettivo del documento è la descrizione dei risultati del censimento degli edifici in aree di versante combinati con la suscettibilità da frana, elaborata per le differenti tipologie di frana. Per l'individuazione delle aree dove eseguire il censimento dell'edificato è stato utilizzato il risultato della modellazione della suscettibilità composita elaborata per tutto il territorio comunale e oggetto di una precedente consegna. L'elaborato finale può essere considerato come livello informativo di fondamentale importanza per l'aggiornamento del piano di protezione civile comunale.
Tale attività si è basata (i) sui risultati della modellazione della suscettibilità posta dai differenti tipi di frana (frane superficiali, colate, crolli) presenti nel territorio, (ii) sui risultati del censimento a scala di edificio espletato da tecnici professionisti incaricati dall'amministrazione comunale focalizzato sull'identificazione delle caratteristiche degli edifici.
Maria Teresa Brunetti, Silvia Peruccacci, Monica Solimano, Massimo Melillo, 2018, SARF Liguria – Raccolta, organizzazione e analisi di informazioni meteorologiche e…,
pp.1–17, 2018,
Abstract
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo Quadro di
collaborazione tra l'Agenzia Regionale per ...
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo Quadro di
collaborazione tra l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure (ARPAL) e il
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (CNR
IRPI) per la "Sperimentazione, validazione e sviluppo del Sistema di Allertamento Regionale
per la previsione di Frane pluvio-indotte in Liguria (SARF Liguria)".
Tale documento riporta dati e informazioni relativi alla consegna di un prodotto previsto
dall'Accordo:
? "Raccolta, organizzazione e analisi di informazioni meteo e geomorfologiche su
movimenti franosi indotti da piogge per la validazione del SARF Liguria"
Il presente documento è suddiviso in due capitoli. Il Capitolo 1 contiene un'introduzione ai
contenuti del documento. Nel Capitolo 2 è descritto il catalogo degli eventi pluviometrici che
hanno prodotto frane in Liguria.
Mauro Rossi, Maria Teresa Brunetti, Silvia Peruccacci, Monica Solimano, Ivan Marchesini, 2018, SARF Liguria – Integrazione delle misure radar e della nuova mappa di suscettibilità nel SARF Liguria,
pp.1–62, 2018,
Abstract
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo Quadro di
collaborazione tra l'Agenzia Regionale per ...
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo Quadro di
collaborazione tra l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure (ARPAL) e il
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (CNR
IRPI) per la "Sperimentazione, validazione e sviluppo del Sistema di Allertamento Regionale
per la previsione di Frane pluvio-indotte in Liguria (SARF Liguria)".
Tale documento riporta dati e informazioni relativi alla consegna di due prodotti previsti
dall'Accordo:
? "Integrazione misure radar", e
? "Nuova mappa di suscettibilità regionale"
Allo scopo di introdurre le procedure di integrazione di misure radar e l'implementazione
della nuova mappa di suscettibilità regionale, nei primi cinque capitoli sono descritti (i) le
strutture tabellari della base dati del SARF Liguria (Capitolo 2), (ii) l'importazione e
l'aggiornamento dei dati anagrafici della rete pluviometrica del DPC (Capitolo 3), (iii)
l'importazione dei dati misurati e di previsione di pioggia e il calcolo dei livelli di criticità
(Capitoli 4 e 5); (iv) l'interpolazione dei dati a livello di pluviometro (Capitolo 6).
I due capitoli successivi descrivono le procedure di integrazione delle stime di pioggia da
radar (Capitolo 7) e il nuovo modello di suscettibilità utilizzato per il calcolo delle probabilità
d'innesco di frane pluvio-indotte (Capitolo 8).
L'ultimo capitolo (Capitolo 9) contiene i riferimenti bibliografici.
Maria Teresa Brunetti, Mauro Rossi, Ivan Marchesini, Silvia Peruccacci, Francesca Ardizzone, 2018, SARF Liguria – Manutenzione e potenziamento operativo del SARF Liguria,
pp.1–27, 2018,
Abstract
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo Quadro di
collaborazione tra l'Agenzia Regionale per ...
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo Quadro di
collaborazione tra l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure (ARPAL) e il
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (CNR
IRPI) per la "Sperimentazione, validazione e sviluppo del Sistema di Allertamento Regionale
per la previsione di Frane pluvio-indotte in Liguria (SARF Liguria)".
Tale documento riporta dati e informazioni utili alla "Manutenzione e potenziamento
operativo del SARF Liguria". In particolare, sono descritti (i) la base dati del SARF Liguria,
(ii) la nuova interfaccia grafica e le nuove funzioni del Sistema di Allertamento rispetto alla
versione precedente.
Il presente documento è suddiviso in tre capitoli. Il Capitolo 1 contiene un'introduzione ai
contenuti del documento. Nel Capitolo 2 è descritta la struttura dati del SARF Liguria. Il
Capitolo 3 introduce le nuove funzionalità del sistema.
Maria Elena Martinotti, Maria Teresa Brunetti, Mauro Rossi, Ivan Marchesini, Silvia Peruccacci, 2018, SARF Liguria – Supporto per l’elaborazione di criteri per la definizione dei livelli di allerta,
pp.1–25, 2018,
Abstract
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo Quadro di
collaborazione tra l'Agenzia Regionale per ...
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo Quadro di
collaborazione tra l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure (ARPAL) e il
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (CNRIRPI)
per la "Sperimentazione, validazione e sviluppo del Sistema di Allertamento Regionale
per la previsione di Frane pluvio-indotte in Liguria (SARF Liguria)".
Tale documento riporta dati e informazioni utili al "Supporto per l'elaborazione di criteri per
la definizione dei livelli di allerta". In particolare, sono descritti (i) le procedure di validazione
delle previsioni del SARF Liguria e (ii) i risultati della validazione utili alla elaborazione di
criteri per la definizione dei livelli di allerta. Alcuni risultati delle attività di validazione, data
la loro numerosità o la loro dimensione, non sono contenuti nel documento ma sono stati
allegati separatamente.
Il presente documento è suddiviso in quattro capitoli. Il Capitolo 1 contiene un'introduzione
ai contenuti del documento. Nel Capitolo 2 è descritta in dettaglio la procedura di validazione
delle previsioni del SARF Liguria. Il Capitolo 3 riporta i risultati della validazione e il Capitolo
4 elenca gli output allegati al presente rapporto.
Ivan Marchesini, Paola Salvati, Cinzia Bianchi, Maria Teresa Brunetti, Silvia Peruccacci, 2018, SARF Liguria – Progettazione della struttura del database e implementazione dell’interfaccia web-based,
pp.1–26, 2018,
Abstract
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo Quadro di
collaborazione tra l'Agenzia Regionale per ...
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo Quadro di
collaborazione tra l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure (ARPAL) e il
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica
(CNR IRPI) per la "Sperimentazione, validazione e sviluppo del Sistema di Allertamento
Regionale per la previsione di Frane pluvio-indotte in Liguria (SARF Liguria)".
In particolare, il documento descrive la "Progettazione della struttura del database e
implementazione dell'interfaccia web-based per la raccolta e l'organizzazione di
informazioni meteorologiche e geomorfologiche su movimenti franosi indotti da piogge per
la validazione del SARF Liguria". Sono descritte (i) le ragioni che hanno portato allo
sviluppo della struttura della banca dati, (ii) i modelli concettuali, logico e fisico che sono
alla base dello sviluppo, (iii) le caratteristiche principali della struttura.
Viene inoltre fornito un manuale d'uso della interfaccia web al database.
Il presente documento è suddiviso in quattro capitoli. Il Capitolo 1 contiene un'introduzione
ai contenuti del documento. Nel Capitolo 2 è descritta in dettaglio la progettazione e
l'implementazione della banca dati. Il Capitolo 3 descrive le caratteristiche tecniche del
database e il Capitolo 4 riporta il manuale d'uso.
Maria Teresa Brunetti, Massimo Melillo, Silvia Peruccacci, Barbara Denti, 2018, SARF Sardegna – Analisi banca dati esistente, raccolta, organizzazione ed elaborazione di informazioni meteorologiche e geomorfologiche su movimenti franosi…,
pp.1–38, 2018,
Abstract
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo di collaborazione
tra la Direzione Generale della ...
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito dell'Accordo di collaborazione
tra la Direzione Generale della Protezione Civile della Regione Autonoma della Sardegna
servizio previsione rischi e dei sistemi informativi, infrastrutture e reti e il Consiglio Nazionale
delle Ricerche, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (CNR IRPI) per la
"Sperimentazione, validazione e sviluppo del Sistema di Allertamento Regionale per la
previsione di Frane pluvio-indotte in Sardegna (SARF Sardegna)".
Tale documento riporta dati e informazioni relativi alla consegna di due prodotti previsti
dall'Accordo:
? "Analisi della banca dati esistente e raccolta, organizzazione ed elaborazione di
informazioni meteorologiche e geomorfologiche su movimenti franosi indotti da piogge
in Sardegna";
? "Definizione di nuove soglie pluviometriche empiriche per la previsione del possibile
innesco di fenomeni franosi in Sardegna"
Il presente documento è suddiviso in sei capitoli. Il Capitolo 1 contiene un'introduzione ai
contenuti del documento. Nel Capitolo 2 è descritto il catalogo degli eventi pluviometrici che
hanno prodotto frane in Sardegna. Nel Capitolo 3 è spiegato il tool per la ricostruzione delle
condizioni pluviometriche responsabili dell'innesco dei fenomeni franosi in Sardegna. Il
Capitolo 4 descrive la rete pluviometrica regionale e il Capitolo 5 contiene la definizione
delle soglie pluviometriche regionali. Il Capitolo 6 contiene la bibliografia di riferimento.
Maria Teresa Brunetti, Ivan Marchesini, Mauro Rossi, Silvia Peruccacci, Barbara Denti, 2018, SARF Sardegna – Aggiornamento dell’interfaccia di visualizzazione del SANF Sardegna,
pp.1–23, 2018,
Abstract
Il documento illustra le funzionalità della nuova interfaccia del SANF Sardegna in cui sono
implementati aggiornamenti/miglioramenti ...
Il documento illustra le funzionalità della nuova interfaccia del SANF Sardegna in cui sono
implementati aggiornamenti/miglioramenti delle procedure di calcolo e delle interfacce di
consultazione. In particolare è (i) migliorata e ottimizzata la strategia di archiviazione dei dati
di pioggia misurata e prevista, (ii) implementato un algoritmo di previsione del possibile
innesco di frane che sfrutta le stime di pioggia prevista nelle 3, 6, 12, 24 e 48 ore successive
all'ora di calcolo, (iii) reso possibile accedere alla visualizzazione grafica dell'andamento
temporale delle previsioni di innesco frane su singolo pluviometro, (iv) aggiunta
all'interfaccia di monitoraggio una serie di layer accessori mediante ingestione di servizi
WMS (Web Mapping Services) esterni, (v) reso possibile accedere allo storico delle
informazioni pluviometriche e di previsione di innesco frana). Si sottolinea inoltre che le
mappe di probabilità di innesco frane sono fornite anche in formato raster e che
nell'interfaccia di monitoraggio è mostrata una mappa in tale formato con la probabilità di
innesco più elevata tra quelle calcolate considerando le precipitazioni previste nei diversi
periodi di previsione sopra riportati (i.e. 3, 6, 12, 24, 48 ore successive all'ora di calcolo).
Il presente documento è suddiviso in due capitoli. Nel capitolo 1 viene effettuata una breve
introduzione al documento. Il capitolo 2 descrive la nuova interfaccia integrata a un nuovo
sistema di gestione in back-end.
Maria Teresa Brunetti, Silvia Peruccacci, 2018, SARF Sardegna – Relazione finale 1° anno,
pp.1–21, 2018,
Abstract
Il documento illustra le attività svolte durante il primo anno dell'Accordo tra la Direzione
generale della ...
Il documento illustra le attività svolte durante il primo anno dell'Accordo tra la Direzione
generale della Protezione Civile della Regione Sardegna, Servizio previsione rischi e dei
sistemi informativi, infrastrutture e reti e l'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica
(IRPI), Centro di Competenza (CC) del Dipartimento della Protezione Civile (DPC). In
particolare, le attività previste riguardavano (i) la selezione e la formazione di un'unità di
personale, (ii) l'analisi della banca dati esistente e la raccolta, l'organizzazione e
l'elaborazione di informazioni meteorologiche e geomorfologiche su movimenti franosi
indotti da piogge nella Regione Sardegna, (iii) la regionalizzazione e la validazione delle
previsioni del Sistema di Allertamento Nazionale per il possibile innesco di Frane indotte da
pioggia in Italia (SANF) in Sardegna, (iv) la definizione di nuove soglie pluviometriche
empiriche per la previsione del possibile innesco di fenomeni franosi nel territorio regionale,
(v) il supporto alla realizzazione della carta di suscettibilità da frana in Sardegna, e (vi) la
formazione e il supporto per il personale della Regione Sardegna, e (vii) la relazione finale
sulle attività svolte.
Il presente documento è suddiviso in tre capitoli. Il Capitolo 1 contiene un'introduzione ai
contenuti del documento. Nel Capitolo 2 sono elencate e descritte in dettaglio le attività
svolte dal CNR IRPI secondo quanto previsto nell'Allegato Tecnico relativo all'Accordo. Il
Capitolo 3 elenca i prodotti previsti e consegnati nell'ambito dell'Accordo.
Loredana Antronico, Roberto Coscarelli, Francesco De Pascale & Giovanni Gullà, 2018, La comunicazione del rischio e la percezione pubblica dei disastri_ il caso studio della frana di Maierato (Calabria, Italia),
Prisma (Milano, Testo stamp.) 3 (2018): 10–29. doi_10.3280/PRI2018-003002,
DOI: 10.3280%2FPRI2018-003002
Abstract
Questo lavoro cerca di analizzare la percezione del rischio frana, utilizzando meto di qualitativi, in ...
Questo lavoro cerca di analizzare la percezione del rischio frana, utilizzando meto di qualitativi, in un villaggio situato nelle aree interne della regione Calabria, Maierato,
colpito da un fenomeno franoso nel 2010. Un questionario strutturato è stato somministrato a 200 cittadini. Nello specifico, questo studio ha lo scopo di indagare
i) la conoscenza dei fenomeni di frana e alluvione, la percezione dell'esposizione ai rischi (in particolare frane, alluvioni e terremoti); ii) i fattori percepiti come influenti
sullo scatenamento della frana del 2010 e sui modi in cui la comunità locale è stata colpita dal disastro; iii) le informazioni ricevute dai cittadini sul rischio frana
e i livelli di soddisfazione relativi alle attività svolte dalle autorità durante l'emergenza e gli otto anni successivi all'evento franoso. La ricerca proposta mira a fornire un aiuto alle autorità nello sviluppo e nel miglioramento delle strategie di riduzione del rischio, e nelle attività di pianificazione nel territorio per migliorare la governance del rischio e la comunicazione tra i responsabili delle politiche locali e i cittadini.
Aldo Bertone
Mattia Callegari
Giovanni Cuozzo
Niccolò Dematteis
Karl Krainer
Carlo Marin
Claudia Notarnicola
Roberto Seppi
Francesco Zucca, 2018, Interannual and subseasonal rock glacier displacement by exploiting different SAR techniques,
eucop 5, Chamonix, 23/06/2018, 01/07/2019,
Abstract
Active rock glaciers are slow-moving, permafrost landforms that characterize high mountain periglacial terrains. Their
complex movement, ...
Active rock glaciers are slow-moving, permafrost landforms that characterize high mountain periglacial terrains. Their
complex movement, with interannual and subseasonal rhythms, are of interest for interpreting the evolution of the
permafrost in response to meteorological and climatic variables. Given the generally remote location of the rock
glaciers, we propose a methodology to monitor their interannual and subseasonal dynamics using a satellite-based
approach with different types of Synthetic Aperture Radar (SAR) imagery (i.e. Sentinel 1 and TerraSAR-X), limiting the
need of in-situ measurements. This proposed methodology is tested on an active rock glacier, where many in-situ
measurements are available to compare the satellite results.
Luzi, G.; Dematteis, N.; Zucca, F.; Monserrat, O.; Giordan, D.; Lopez-Moreno, J. I., 2018, TERRESTRIAL RADAR INTERFEROMETRY TO MONITOR GLACIERS WITH COMPLEX ATMOSPHERIC SCREEN,
IEEE International Geoscience and Remote Sensing Symposium proceedings, pp. 6243–6246, valencia, spagna, 22-27/07/2018,
Abstract
This paper reports the results of two terrestrial surveys aimed at monitoring two Alpine glaciers ...
This paper reports the results of two terrestrial surveys aimed at monitoring two Alpine glaciers located in Italy and Spain respectively, and carried out using a Ground Based SAR interferometer. Although the monitoring of glaciers based on this technique does not represent a novelty, these two case studies are peculiar, due to the characteristics of the Alpine glaciers among which the dominant role of the atmospheric phase screen (APS) on the radar signal propagation. These kind of glaciers, with their climate and geographical features, often demand a detailed analysis of the acquired data, at small temporal (less than an hour), and spatial (a few square meters) scale. The meteorological conditions, which affect the dynamics of the glaciers, deeply influenced the backscattering behavior, demanding a careful analysis of the amplitude of the radar signal, to characterize the surface, and of the interferometric phase, to evaluate the role of the APS. Only after the correction of the APS, a final accuracy of a few millimeters/day was attained in the daily velocity of the glacier in both cases.
olga petrucci, 2018, Long-term analysis of Damaging Hydrogeological Events in Calabria,
EGU General Assembly, Vienna, 10/04/2018,
Abstract
Long-term analysis of Damaging Hydrogeological Events in Calabria ...
Long-term analysis of Damaging Hydrogeological Events in Calabria
Cruscomagno, F., Gullà, G., Petrucci, Versace, P., 2018, OCDPC n. 473,
pp.1–29, 2018,
Abstract
Indirizzi tecnici per i progettisti_ Interventi sui versanti. ...
Indirizzi tecnici per i progettisti_ Interventi sui versanti.
Antronico, L., Cruscomagno, F., De Luca, D. L., De Santis, D., Greco, Spina, D., A., Gullà, G., Petrucci, O., Spolverino, G., Versace, P., 2018, OCDPC n. 473,
pp.1–16, 2018,
Abstract
Risposta a specifiche richieste integrative pervenute dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, Ottobre 2018 ...
Risposta a specifiche richieste integrative pervenute dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, Ottobre 2018
Antronico, L., Cruscomagno, F., De Luca, D. L., De Santis, D., Greco, Spina, D., A., Gullà, G., Petrucci, O., Spolverino, G., Versace, P., 2018, OCDPC n. 473,
pp.1–274, 2018,
Abstract
Rimodulazione del Piano degli interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni ...
Rimodulazione del Piano degli interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o a cose in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatesi nei giorni dal 24 al 26 novembre 2016 nel territorio delle province di Crotone e Reggio Calabria e nei giorni dal 22 al 25 gennaio 2017 nel territorio delle province di Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria e dei comuni di Longobucco, Oriolo e Trebisacce in provincia di Cosenza e di Vazzano in provincia di Vibo Valentia
Antronico, L., Cruscomagno, F., De Luca, D. L., De Santis, D., Greco, A., Gullà, G., Petrucci, O., Spolverino, G., Versace, P., 2018, OCDPC n. 473,
pp.1–252, 2018,
Abstract
Piano degli interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone ...
Piano degli interventi urgenti volti ad evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o a cose a seguito degli eccezionali eventi meteorologici verificatesi nei giorni dal 24 al 26 novembre 2016 nel territorio delle province di Crotone e Reggio Calabria e nei giorni dal 22 al 25 gennaio 2017 nel territorio delle province di Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria e dei comuni di Longobucco, Oriolo e Trebisacce in provincia di Cosenza e di Vazzano in provincia di Vibo Valentia.
Gullà G., L. Aceto, L. Antronico, R. Coscarelli, A.A. Pasqua, O. Petrucci, 2018, Definizione dei Dati-Validazione e rilascio. WP01-Task03-CNR-IRPI.,
"RMS_Filiera - Risk Management System", Definizione dei Dati-Validazione e rilascio., 2018,
Abstract
Definizione dei Dati-Validazione e rilascio. ...
Definizione dei Dati-Validazione e rilascio.
Gullà G., L. Aceto, L. Antronico, R. Coscarelli, A.A. Pasqua, O. Petrucci, 2018, Definizione dei Dati-Lista dei Dati. WP01-Task01-CNR-IRPI.,
"RMS_Filiera - Risk Management System", Definizione dei Dati-Lista dei Dati, 2018,
Abstract
Definizione dei Dati-Lista dei Dati. ...
Definizione dei Dati-Lista dei Dati.
Gullà G., L. Aceto, L. Antronico, R. Coscarelli, A.A. Pasqua, O. Petrucci, 2018, Validazione e rilascio dei moduli e delle procedure. WP02-Task04-CNR-IRPI.,
"RMS_Filiera - Risk Management System", Validazione e rilascio dei moduli e delle procedure., 2018,
Abstract
Validazione e rilascio dei moduli e delle procedure. WP02-Task04-CNR-IRPI. Progetto "RMS_Filiera - Risk Management System" ...
Validazione e rilascio dei moduli e delle procedure. WP02-Task04-CNR-IRPI. Progetto "RMS_Filiera - Risk Management System"
Gullà G., L. Aceto, L. Antronico, R. Coscarelli, A.A. Pasqua, O. Petrucci, 2018, Metodi per la costruzione e la manutenzione della matrice degli scenari di intervento e della FILIERA (MATRICE_S e FILIERA_P). WP02-Task02-CNR-IRPI.,
"RMS_Filiera - Risk Management System", Metodi per la costruzione e la manutenzione della matrice degli scenari di intervento e della FILIERA (MATRICE_S e FILIERA_P)., 2018,
Abstract
Metodi per la costruzione e la manutenzione della matrice degli scenari di intervento e della ...
Metodi per la costruzione e la manutenzione della matrice degli scenari di intervento e della FILIERA (MATRICE_S e FILIERA_P)
Gullà G., L. Aceto, L. Antronico, R. Coscarelli, A.A. Pasqua, O. Petrucci, 2018, Metodi di analisi. WP02-Task01-CNR-IRPI.,
"RMS_Filiera - Risk Management System", Metodi di analisi., 2018,
Abstract
Metodi di analisi. "RMS_Filiera - Risk Management System", ...
Metodi di analisi. "RMS_Filiera - Risk Management System",
J. Boaga, F. Donini, G. Bossi, S. Cola, P. Simonini, G. Cassiani, 2018, Indagini ERT a supporto della modellazione idrologica in opere arginali_ un caso in Provincia di Bolzano,
GNGTS - 37° Congresso Nazionale, pp. 620–622, Bologna, 19-21/11/2018,
Abstract
Lo studio dimostra come l'utilizzo di tecniche non invasive di prospezione geofisica possa
essere discriminante per ...
Lo studio dimostra come l'utilizzo di tecniche non invasive di prospezione geofisica possa
essere discriminante per una corretta esecuzione di un'opera di difesa idraulica. Nel caso in
analisi, e? stato trattato un sistema di difesa arginale dell'Adige nei pressi di Salorno, in Provincia
di Bolzano (Angelucci, 2016). Il tratto di argine in studio è stato storicamente sottoposto a
diversi interventi per problemi di filtrazione nel tratto occidentale in destra Adige (Archivio del
Genio Civile della Provincia Autonoma di Bolzano). Nella zona di studio la porzione di piana
alluvionale e? stata infine separata dal corso fluviale per mezzo di un argine diaframmato, al fine
di limitare i problemi di filtrazione accorsi durante alti livelli di piena. Nonostante le ingenti
opere di difesa, la zona e? tuttora soggetta a fenomeni di fontanazzi variamente distribuiti che
si verificano in occasione di importanti piene del fiume Adige (Donini, 2017). L'impiego di
prospezioni geofisiche di tipo elettrico, sondaggi meccanici e modellazioni idrologiche sono
stati quindi incentrati sull'individuazione delle problematiche che compromettono l'efficienza
dell'opera idraulica esistente (e.g. Busato et al., 2016). Per raggiungere questo obbiettivo, il
lavoro e? stato eseguito in due fasi. La prima fase riguarda_ i) l'acquisizione, l'elaborazione e
l'interpretazione di dati geofisici di tipo elettrico ERT, ii) la raccolta delle conoscenze derivanti
da sondaggi meccanici e dalle informazioni ricavate da un sistema distribuito di misura di
temperatura a fibra ottica DTS, iii) lo studio delle conoscenze geologiche e geomorfologiche,
sia in termini attuali che storici avvalendosi di mappe storiche e foto aeree (Bassetti e Borsato,
2007). La seconda fase ha permesso, avvalendoci dei risultati della prima fase, di produrre dei
modelli di flusso del dominio investigato.
Per le analisi geofisiche ci si è avvalsi di tomografie di resistività elettrica condotte con
un georesistivimetro Syscal Pro 72 canali. Le analisi ERT hanno interessato il tratto arginale,
sia in senso longitudinale che trasversale, sia la piana alluvionale occidentale interessata dai
fontanazzi, al fine di ricostruire le caratteristiche geologiche dell'area e quelle dell'argine. Si è
optato per una configurazione dipolo-dipolo skip 4 e sono state acquisite N.8 linee ERT in tempi
diversi, utilizzando configurazioni a 48 e 72 elettrodi con spaziatura variabile di 1 e 2 m. Per
tutte le acquisizioni sono state condotte le misure dirette e reciproche dei quadripoli, al fine di
poter valutare la qualità del dato acquisito. A seguito del controllo dei reciproci i dati ERT sono
stati invertiti, con soglia di errore medesima a quella del controllo dei rapporti, con i codici di
inversione Profiler e R2 (Binley, 2015). La restituzione grafica dei profili bidimensionali è stata
infine eseguita con interpolatori grafici e metodo kriging.
Una volta determinate le caratteristiche del sottosuolo si è proceduto a realizzare dei
semplificati modelli idraulici di deflusso 2D e 3D, supportati da una caratterizzazione dettagliata
del dominio basata sia sulla investigazione geofisica che sulle informazioni derivanti da sondaggi
geognostici e prove di permeabilita?. Il sito era stato infatti oggetto in precedenza, da parte
delle Autorita? Provinciali, di una serie di studi geognostici_ sondaggi, prove di permeabilita?
tipo LeFranc, installazione di piezometri ed uno stendimento interrato di fibra ottica per
l'acquisizione della distribuzione delle temperature al piede della scarpata arginale (Autorità
Nazionale del Bacino del Fiume Adige,1998). Lo studio si è perciò avvalso dei risultati degli
studi precedentemente condotti, in particolare per l'attribuzione di proprieta? idrauliche ai vari
domini individuati dalle sezioni di resistivita? elettrica, sia per l'imposizione delle condizioni al
contorno che caratterizzano quest'area in termini di idrometria e soggiacenza.
Le prospezioni geofisiche, con il vantaggio della non invasivita?, hanno unito una facile
logistica di acquisizione del dato ad una buona risoluzione spaziale dell'indagine. Questo
la rende particolarmente informative per completare le informazioni derivanti da indagini
meccaniche di tipo puntuale, specie in aree che possono presentare frequenti anisotropie
laterali come sono i lunghi tratti arginali. La semplificata modellazione idrologica ha permesso
comunque la comprensione delle cause e una preliminare quantificazione delle condizioni di
innesco del fenomeno che porta al sifonamento al di sotto della struttura arginale durante le
piene fluviali. La campagna di caratterizzazione integrata ha evidenziato come, se condotte
preliminarmente e non dopo l'esecuzione delle opere di difesa, le indagini geofisiche possano
essere determinanti per l'inquadramento delle caratteristiche del sottosuolo a supporto delle
modellazione delle dinamiche di filtrazione
Peruccacci S., Brunetti M.T., Gariano S.L., Melillo M., Vennari C., 2018, RELAZIONE SOGLIE PLUVIOMETRICHE – WP3 – VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI – P.O.R. PUGLIA 2014 – 2020,
D03-02, 2018,
Abstract
Il documento illustra le attività svolte dall'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI), Centro ...
Il documento illustra le attività svolte dall'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI), Centro di Competenza (CC) del Dipartimento della Protezione Civile (DPC), nell'ambito del progetto dal titolo "Valutazione integrata di dissesti geo-idrologici nel territorio della regione Puglia, modelli interpretativi dei fenomeni e definizione di soglie di pioggia per il possibile innesco di frane superficiali" per la Sezione Protezione Civile della Regione Puglia.
In particolare, il documento è suddiviso in sei capitoli. Il Capitolo 1 contiene un'introduzione ai contenuti del documento. Il Capitolo 2 descrive il tool implementato dal CC CNR-IRPI per la ricostruzione degli eventi di pioggia e delle condizioni pluviometriche per l'innesco delle frane e la definizione oggettiva e riproducibile di soglie di pioggia empiriche a diverse probabilità di non superamento. Nel Capitolo 3 è descritta la rete pluviometrica regionale pugliese utilizzata per ricostruire gli eventi di pioggia presumibilmente responsabili dell'innesco dei fenomeni franosi. Nel Capitolo 4 viene descritto e analizzato il catalogo contenente le informazioni spaziali e temporali sui fenomeni franosi occorsi in Puglia. Il capitolo 5 mostra le condizioni pluviometriche responsabili dell'innesco dei fenomeni franosi e la definizione delle soglie pluviometriche empiriche per diverse probabilità di non superamento con le relative incertezze. Nello stesso capitolo viene mostrato il confronto tra la nuova soglia frequentista al 5% per la regione Puglia e le soglie precedentemente definite dal CC CNR-IRPI per altre regioni e per l'intero territorio nazionale. Il Capitolo 6 contiene l'elenco della bibliografia di riferimento.
Lollino P., Parise M., Vennari C., 2018, RELAZIONE WP7 – CARTOGRAFIA DEI FENOMENI DI SINKHOLE (NATURALI E ARTIFICIALI) IN PUGLIA – VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI – P.O.R. PUGLIA 2014 – 2020,
D07-03, 2018,
Abstract
Il documento illustra le attività realizzate nell'ambito del WP7 dell'Accordo di
Collaborazione tra la Regione Puglia ...
Il documento illustra le attività realizzate nell'ambito del WP7 dell'Accordo di
Collaborazione tra la Regione Puglia e l'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica
(IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la "Valutazione Integrata di
Dissesti Geo-Idrologici nel Territorio della Regione Puglia, Modelli Interpretativi dei
Fenomeni e Definizione di Soglie di Pioggia per il possibile innesco di frane superficiali".
In particolare, il documento illustra la "Cartografia dei fenomeni di sinkhole (naturali e
artificiali) in Puglia". Esso descrive gli elementi rappresentati nella carta preliminare che ne
costituisce parte integrante, e consistenti in (i) localizzazione sul territorio regionale degli
eventi di sinkhole per cui sia nota documentazione temporale, (ii) distinzione tra sinkhole
connessi a cavità naturali di origine carsica e quelli derivanti da presenza di cavità
artificiali.
Lollino P., Parise M., Vennari C., Marchesini I., 2018, RELAZIONE WP7_ ORGANIZZAZIONE E GESTIONE IN AMBIENTE GIS DELLA BANCA DATI SUI SINKHOLE IN PUGLIA-VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI P.O.R. PUGLIA 2014 – 2020,
D07-02, 2018,
Abstract
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito del WP7 dell'Accordo di
Collaborazione tra la Regione ...
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito del WP7 dell'Accordo di
Collaborazione tra la Regione Puglia e l'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica
(IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la "Valutazione Integrata di
Dissesti Geo-Idrologici nel Territorio della Regione Puglia, Modelli Interpretativi dei
Fenomeni e Definizione di Soglie di Pioggia per il possibile innesco di frane superficiali".
In particolare, il documento illustra la "Organizzazione e gestione in ambiente GIS della
banca dati sui sinkhole in Puglia". Sono descritti (i) le modifiche apportate al modello fisico
del database, (ii) il progetto GIS, (iii).le funzioni di inserimento delle informazioni inerenti i
fenomeni di sinkhole.
Rossi, Mauro; Donnini, Marco, 2018, Estimation of regional scale effective infiltration using an open source hydrogeological balance model and free,
Environmental modelling & software 104 (2018): 153–170. doi_10.1016/j.envsoft.2018.03.005,
DOI: 10.1016%2Fj.envsoft.2018.03.005
Abstract
Effective infiltration (EI) is the amount of precipitation infiltrating into the soil and recharging the ...
Effective infiltration (EI) is the amount of precipitation infiltrating into the soil and recharging the aquifers. EI is estimated using direct or indirect methods or using water balance models. Direct and indirect methods lead to biased EI estimates, since based on simplified schemas of groundwater bodies and of their recharge mechanisms. Water balance models include different processes and variables, but they are seldom applied due to the limited availability of the input data, particularly at regional scales. We propose a method for EI estimation over large areas based on a monthly water balance model exploiting open source software and free/open data. The model integrates procedures to estimate EI and other water balance components, accounting for the uncertainty of input data. The model is calibrated in the Central Apennines (Italy), where EI reference values are available from the literature, and later applied in the Alps, where regional EI estimates are missing. (C) 2018 Elsevier Ltd. All rights reserved.
Baroni C. (1), Bondesan A. (2), Carturan L. (3), Chiarle M. (4), 2018, REPORT OF THE GLACIOLOGICAL SURVEY 2017,
Geografia fisica e dinamica quaternaria (Testo stamp.) 41 (2018): 115–193. doi_10.4461/ GFDQ 2018.41.17,
DOI: 10.4461%2F GFDQ 2018.41.17
Abstract
Annual reports are here presented on the frontal variations of Italian glaciers detected during the ...
Annual reports are here presented on the frontal variations of Italian glaciers detected during the 2017 glaciological survey, conducted by about 200 volunteer operators in the three Alpine sectors (Piemonte - Valle d'Aosta, Lombardy and Triveneto) and in the Apennines (Calderone Glacier, Gran Sasso Group). 109 glaciers were visited in the Piemonte - Valle d'Aosta sector (58 were measured), 20 in the Lombardy Sector (16 measured), 54 in the Triveneto Sector (45 measured) and 1 in the Apennines. A specific section is dedicated since this year to the mass balance of 17 Italian glaciers monitored during the 2016-
2017 hydrological year.
IOVINE G. (1), AUBRECHT C. (2), COHEN D. (3), PASTOR M. (4), 2018, Recent innovations in hazard and risk analysis,
Basel: Springer Nature Switzerland, 2018,
Abstract
Risk to people and properties commonly derives from different types of dangerous phenomena, either natural ...
Risk to people and properties commonly derives from different types of dangerous phenomena, either natural or man-made. The potential worth of loss depends on vulnerability of the exposed elements at risk, and on worth of these latter. Vulnerability generally refers to heterogeneous sets of elements and should be analysed by considering both actual and expected conditions, in terms of exposure and of potential effects on economic activities, environmental education and availability of authorities for forecasting and monitoring. Furthermore, the probability of occurrence (hazard) of a given type of phenomenon must be evaluated within a specific zone and temporal frame of interest. The above factors are all needed to assess the overall risk, but they can be very difficult to measure.
If different types of dangerous phenomena threaten a given site, or when cascading effects are expected, the evaluation of the combined risk is required, with overlapping and amplification issues often hard to quantify. To decrease the level of risk at local or regional scales, different techniques are available, based on inventories, spatial analyses, damage mapping, vulnerability and susceptibility mapping, numerical modelling, monitoring, and land-use planning, in addition to knowledge dissemination and realising of remedial works. Real-time monitoring systems may allow to implement early warning procedures for civil protection and, if combined with innovative modelling techniques, may help in defining reliable standards and implementing effective strategies for risk mitigation.
The nine papers collected in this special issue essentially derive from studies on the above mentioned topics, discussed at_
Session EGU2016 NH9.9 on "Monitoring and modelling of dangerous phenomena, and innovative techniques for hazard evaluation and risk mitigation" Conveners_ Giulio Iovine, Johannes Huebl, Christoph Aubrecht, Manuel Pastor http_//meetingorganizer.copernicus.org/EGU2016/session/20334.
Session EGU2015 NH3.6 on "Advanced methods in landslides research_ modelling" Conveners_ Giulio Iovine, Denis Cohen http_//meetingorganizer.copernicus.org/EGU2015/session/18763.
Session EGU2015 NH9.12 on "Modelling of dangerous phenomena, and innovative techniques for hazard evaluation and risk mitigation" Conveners_ Giulio Iovine, Johannes Huebl, Christoph Aubrecht, Manuel Pastor http_//meetingorganizer.copernicus.org/EGU2015/session/18752.
The topics dealt in the papers are quite differentiated, ranging from flood-related issues (cf. Hsu et al. 2017; Tzavella et al. 2017; Persi et al. 2017), to slope stability (cf. Goorchi et al. 2017; Canli et al. 2017; Yin and Zhang 2018), to earthquakes (Mignan et al. 2016), sinkholes (Guarino et al. 2017), and radon anomalies (Iovine et al. 2017). This special issue therefore covers a broad range of topics, addressing wide scope and integrative nature of disaster risk management.
Rosa Maria Cavalli, 2018, Comparison of split window algorithms for retrieving measurements of sea surface temperature from MODIS Data in Near-Land Coastal Waters,
ISPRS international journal of geo-information 7 (2018). doi_10.3390/ijgi7010030,
DOI: 10.3390%2Fijgi7010030
Abstract
Split window (SW) methods, which have been successfully used to retrieve measurements of land surface ...
Split window (SW) methods, which have been successfully used to retrieve measurements of land surface temperature (LST) and sea surface temperature (SST) from MODIS images, were exploited to evaluate the SST data of three sections of Italian coastal waters. For this purpose, sea surface emissivity (SSE) values were estimated by adding the effects of salinity and total suspended particulate matter (SPM) concentrations, sea surface wind speed, and zenith observation angle. The total column atmospheric water vapor contents were retrieved from MODIS data. SST data retrieved from MODIS images using these algorithms were compared with SSTskin measurements evaluated from in situ data. The comparison showed that the algorithms for retrieving LST measurements minimized the error in SST data in near-land coastal waters with respect to the algorithms for retrieving SST measurements_ A method for retrieving LST measurements highlighted the smallest root-mean-square deviation (RMSD) value (0.48 K) and values of maximum bias and standard deviation (?) equal to -3.45 K and 0.41 K; the current operation algorithm for retrieving LST data highlighted the smallest values of maximum bias and ? (-1.37 K and 0.35 K) and an RMSD value of 0.66 K; and the current operation algorithm for retrieving global measurements of SST showed values of RMSD, maximum bias, and ? equal to 0.68 K, -1.90 K, and 0.40 K, respectively.
Cerra D.; Agapiou A.; Cavalli R.M.; Sarris A., 2018, An Objective Assessment of Hyperspectral Indicators for the Detection of Buried Archaeological Relics,
Remote sensing (Basel) 10 (2018). doi_10.3390/rs10040500,
DOI: 10.3390%2Frs10040500
Abstract
Hyperspectral images can highlight crop marks in vegetated areas, which may indicate the presence of ...
Hyperspectral images can highlight crop marks in vegetated areas, which may indicate the presence of underground buried structures, by exploiting the spectral information conveyed in reflected solar radiation. In recent years, different vegetation indices and several other image features have been used, with varying success, to improve the interpretation of remotely sensed images for archaeological research. However, it is difficult to assess the derived maps quantitatively and select the most meaningful one for a given task, in particular for a non-specialist in image processing. This paper estimates for the first time objectively the suitability of maps derived from spectral features for the detection of buried archaeological structures in vegetated areas based on information theory. This is achieved by computing the statistical dependence between the extracted features and a digital map indicating the presence of buried structures using information theoretical notions. Based on the obtained scores on known targets, the features can be ranked and the most suitable can be chosen to aid in the discovery of previously undetected crop marks in the area under similar conditions. Three case studies are reported_ the Roman buried remains of Carnuntum (Austria), the underground structures of Selinunte in the South of Italy, and the buried street relics of Pherai (Velestino) in central Greece.
Domeneghetti, Alessio; Tarpanelli, Angelica; Grimaldi, Luca; Brath, Armando; Schumann, Guy, 2018, Flow Duration Curve from Satellite_ Potential of a Lifetime SWOT Mission,
Remote sensing (Basel) 10 (2018). doi_10.3390/rs10071107,
DOI: 10.3390%2Frs10071107
Abstract
A flow duration curve (FDC) provides a comprehensive description of the hydrological regime of a ...
A flow duration curve (FDC) provides a comprehensive description of the hydrological regime of a catchment and its knowledge is fundamental for many water-related applications (e.g., water management and supply, human and irrigation purposes, etc.). However, relying on historical streamflow records, FDCs are constrained to gauged stations and, thus, typically available for a small portion of the world's rivers. The upcoming Surface Water and Ocean Topography satellite (SWOT; in orbit from 2021) will monitor, worldwide, all rivers larger than 100 m in width (with a goal to observe rivers as small as 50 m) for a period of at least three years, representing a potential groundbreaking source of hydrological data, especially in remote areas. This study refers to the 130 km stretch of the Po River (Northern Italy) to investigate SWOT potential in providing discharge estimation for the construction of FDCs. In particular, this work considers the mission lifetime (three years) and the three satellite orbits (i.e., 211, 489, 560) that will monitor the Po River. The aim is to test the ability to observe the river hydrological regime, which is, for this test case, synthetically reproduced by means of a quasi-2D hydraulic model. We consider different river segmentation lengths for discharge estimation and we build the FDCs at four gauging stations placed along the study area referring to available satellite overpasses (nearly 52 revisits within the mission lifetime). Discharge assessment is performed using the Manning equation, under the assumption of a trapezoidal section, known bathymetry, and roughness coefficient. SWOT observables (i.e., water level, water extent, etc.) are estimated by corrupting the values simulated with the quasi-2D model according to the mission requirements. Remotely-sensed FDCs are compared with those obtained with extended (e.g., 20-70 years) gauge datasets. Results highlight the potential of the mission to provide a realistic reconstruction of the flow regimes at different locations. Higher errors are obtained at the FDC tails, where very low or high flows have lower likelihood of being observed, or might not occur during the mission lifetime period. Among the tested discretizations, 20 km stretches provided the best performances, with root mean absolute errors, on average, lower than 13.3%.
Raphael Schneider, Angelica Tarpanelli, Karina Nielsen, Henrik Madsen, Peter Bauer-Gottwein, 2018, Evaluation of multi-mode Cryosat-2 altimetry data over the Po River against in situ data and a hydrodynamic model,
Advances in water resources 112 (2018). doi_10.1016/j.advwatres.2017.11.027,
DOI: 10.1016%2Fj.advwatres.2017.11.027
Abstract
Coverage of in situ observations to monitor surface waters is insufficient on the global scale, ...
Coverage of in situ observations to monitor surface waters is insufficient on the global scale, and decreasing across the globe. Satellite altimetry has become an increasingly important monitoring technology for continental surface waters. The ESA CryoSat-2 altimetry mission, launched in 2010, has two novel features. (i) The radar altimeter instrument on board of CryoSat-2 is operated in three modes; two of them reduce the altimeter footprint by using Delay-Doppler processing. (ii) CryoSat-2 is placed on a distinct orbit with a repeat cycle of 369 days, leading to a drifting ground track pattern. The drifting ground track pattern challenges many common methods of processing satellite altimetry data over rivers. This study evaluates the observation error of CryoSat-2 water level observations over the Po River, Italy, against in situ observations. The average RMSE between CryoSat-2 and in situ observations was found to be 0.38 meters. CryoSat-2 was also shown to be useful for channel roughness calibration in a hydrodynamic model of the Po River. The small across-track distance of CryoSat-2 means that observations are distributed almost continuously along the river. This allowed resolving channel roughness with higher spatial resolution than possible with in situ or virtual station altimetry data. Despite the Po River being extensively monitored, CryoSat-2 still provides added value thanks to its unique spatio-temporal sampling pattern.
Bianchizza, Chiara; Frigerio, Simone; Schenato, Luca; Del Bianco, Daniele, 2018, Usability and communication of mobile applications for risk management_ the experience of MAppERS,
Rendiconti online Società Geologica Italiana 46 (2018): 101–106. doi_10.3301/ROL.2018.59,
DOI: 10.3301%2FROL.2018.59
Abstract
Prevention of natural hazards and support to risk management benefit both from volunteers' engagement and ...
Prevention of natural hazards and support to risk management benefit both from volunteers' engagement and from the deployment of new technologies. The DG-ECHO project, "Mobile Applications for Emergency Response and Support" (MAppERS, 2013-2015), has developed a mobile platform which was tested and applied in flood-prone areas. This platform consists of a mobile phone app (MP) and a related dashboard. The platform development implied design, testing and piloting. In order to make the app as user-friendly as possible, research on usability and communication elements was carried out in the preparatory design phase, which is illustrated in this paper.
Roberta Massini (1), Stefania Camici (2), Luca Ciabatta (2), Diana Salciarini (1), Massimiliano Alvioli (2), Luca Brocca (2), 2018, Toward and assessment of climate change impact of landslide occurrence in Central Italy through physically-based approaches,
16th Plinius Conference on Mediterranean Risks, pp. 1–1, Montpellier, 9-11 Ottobre 2018,
Abstract
Landslides are one of the most dangerous and widespread natural hazards that cause every year ...
Landslides are one of the most dangerous and widespread natural hazards that cause every year loss of human lifeand damage to properties. Nowadays, many approaches and models with the purpose to assess landslide hazardare available. Besides the evaluation of the occurrence of landslide over an area, these models can be used withbenefits to assess the effect of climate change on this kind of natural hazard, in order to mitigate the impact.In this study, the Transient Rainfall Infiltration and Grid-Based Regional Slope-Stability model (TRIGRS) hasbeen used to assess the variation in landslide occurrence in Central Italy. The rainfall projections of 6 RegionalCirculation Models (RCMs) were downscaled and weather generators were used for obtaining hourly rainfalltime series from daily RCMs raw data. Then, TRIGRS was employed to evaluate the stability conditions overthe analysis area during three different periods (1988-2005 as baseline, 2040-2069 and 2070-2069). For eachrainfall projection and for each temporal horizon, a rainfall event characterized by a return period of 5, 10, and50 years of daily rainfall is built and used to drive the model. The variation in the number of unstable grid cellsbetween present and future periods is considered to assess the impact of climate change on landslide occurrence.Preliminary results showed that the effects induced by the expected climatic trends are well reproduced by thephysically-based model, providing a worsening of the stability conditions when more severe climatic conditionsare considered to drive the model.
Coscarelli R.; Caloiero T.; Ferrari E.; Sirangelo B., 2018, Detection and analysis of drought events in Calabria (southern Italy),
Italian journal of engineering geology and environment (Testo stamp.) SI 1 (2018): 13–25. doi_10.4408/IJEGE.2018-01.S-02,
DOI: 10.4408%2FIJEGE.2018-01.S-02
Abstract
Drought phenomena are one of the greatest damaging climate events. For this reason it is ...
Drought phenomena are one of the greatest damaging climate events. For this reason it is necessary to detect several drought features such as its intensity, duration, recurrence probability and spatial extent, also in order to alleviate the impacts of droughts. In this study, drought, expressed using the Standardized Precipitation Index (SPI), has been analyzed in a region of southern Italy (Calabria) using a homogenized database for 24 monthly rainfall series in the 1951-2016 period. First, both the short-term (3 months) and the long-term (24 months) SPI were estimated and, in order to identify the worst events, the percentages of rain gauges falling within severe or extreme dry conditions have been evaluated. Then, the occurrence frequencies of severe/extreme droughts have been evaluated for each rain gauge. Finally, possible trends in the SPI values have been detected by means of a new graphical technique, Sen's method, which allows the trend identification of the low, medium and high values of a series. Results evidenced that, considering the 3-month SPI, the occurrence frequency of severe and extreme drought events increased from the late 1970s to the early 2000. As to what concerns the 12-month SPI, droughts were more frequent throughout the 1980s and the 1990s and in at beginning of this century. The trend analysis showed a general reduction in all the values of the SPI, that is a tendency towards heavier droughts and weaker wet periods.
Giulia Bossi
Gianluca Marcato
Luca Shenato
Giacomo Tedesco, 2018, Monitoraggio della galleria di San Lorenzo in rapporto ai movimenti franosi esterni nel periodo dal 01 marzo 2017 al 30 agosto 2018,
2018,
Abstract
ll rapporto presenta lo studio condotto nell'ambito dell'incarico conferito da ANAS nucleo di Trieste al ...
ll rapporto presenta lo studio condotto nell'ambito dell'incarico conferito da ANAS nucleo di Trieste al CNR IRPI sede di Padova, avente per oggetto il monitoraggio del quadro fessurativo della galleria di San Lorenzo -SS52- e lo studio della sua evoluzione in riferimento alla frana di Passo della Morte (lettera di affido del contratto di servizi protocollo 000472 ANAS SpA Trieste repertorio UO gare e contratti del 08/11/2017).
G. Bossi, L. Schenato, M. Mantovani, G. Tedesco, G. Marcato, 2018, Relazione Finale_ 2015-2018, convenzione Protezione Civile Friuli Venezia Giulia – CNR-IRPI per lo studio dei fenomeni di dissesto in località Passo della Morte (Forni di Sotto – UD),
2018,
Abstract
La presente relazione illustra l'attività svolta dal CNR-IRPI U.O.S. di Padova nell'ambito della collaborazione di ...
La presente relazione illustra l'attività svolta dal CNR-IRPI U.O.S. di Padova nell'ambito della collaborazione di ricerca con la Protezione Civile della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Nel periodo di indagine oggetto della presente collaborazione si è:
1. Raccolto i dati prodotti dagli strumenti di monitoraggio presenti nell'area studio, provveduto alle opportune manutenzioni
2. Aggiornato e ampliato il sito internet interattivo dove è possibile visualizzare i dati climatici e di monitoraggio
3. Analizzato i dati provenienti dal sistema di monitoraggio, identificato gli eventi significativi, caratterizzato la dinamica dei processi analizzati
4. Analizzato le forzanti idrologiche che inducono spostamenti nella Frana 1-2, correlato gli spostamenti con la velocità della frana, definito un modello numerico che permetta di stimare le velocità attese a partire dalle portate, quantificato l'efficacia un intervento di mitigazione sulla base del suddetto modello
Santi E.; Paloscia S.; Pettinato S.; Brocca L.; Ciabatta L.; Entekhabi D., 2018, On the synergy of SMAP, AMSR2 AND SENTINEL-1 for retrieving soil moisture,
International journal of applied earth observation and geoinformation 65 (2018): 114–123. doi_10.1016/j.jag.2017.10.010,
DOI: 10.1016%2Fj.jag.2017.10.010
Abstract
An algorithm for retrieving soil moisture content (SMC) from synergic use of both active and ...
An algorithm for retrieving soil moisture content (SMC) from synergic use of both active and passive microwave acquisitions is presented. The algorithm takes advantage of the integration of microwave data from SMAP, Sentinel-1 and AMSR2 for overcoming the SMAP radar failure and obtaining a SMC product at enhanced resolution (0.1° × 0.1°) and improved accuracy with respect to the original SMAP radiometric SMC product. A disaggregation technique based on the Smoothing filter based intensity modulation (SFIM) allows combining the radiometric and SAR data. Disaggregated microwave data are used as inputs of an Artificial Neural Networks (ANN) based algorithm, which is able to exploit the synergy between active and passive acquisitions. The algorithm is defined, trained and tested using the SMEX02 experimental dataset and data simulated by forward electromagnetic models based on the Radiative Transfer Theory. Then the algorithm is adapted to satellite data and tested using one year of SMAP, AMSR2 and Sentinel-1 co-located data on a flat agricultural area located in the Po Valley, in northern Italy. Spatially distributed SMC values at 0.1° × 0.1° resolution generated by the Soil Water Balance Model (SWBM) are considered as reference for this purpose. The synergy of SMAP, Sentinel-1 and AMSR2 allowed increasing the correlation between estimated and reference SMC from R ? 0.68 of the SMAP based retrieval up to R ? 0.86 of the combination SMAP + Sentinel-1 + AMSR2. The corresponding Root Mean Square Error (RMSE) decreased from RMSE ? 0.04 m3/m3 to RMSE ? 0.024 m3/m3.
Janusz Wasowski(1), Fabio Bovenga(2), Raffaele Nutricato(3), Davide Oscar Nitti(3) and Maria Teresa Chiaradia(4), 2018, High resolution multi-temporal interferometry for monitoring slope instability hazards in open-cast mines_ the strenghts and limitations” G21C-0607,
AGU Fall Meeting 2018, Washington (USA), 10-14/12/2018,
Abstract
he new multi-temporal interferometry (MTI) techniques can be profitably used to study land instability hazards. ...
he new multi-temporal interferometry (MTI) techniques can be profitably used to study land instability hazards. The potential appears great, but the MTI-derived results are yet to be fully explored, especially those based on high spatio-temporal resolution data. Here we focus on the use of MTI for mapping and monitoring of slope and ground instabilities in open-cast mines. They represent a good target for MTI, because they are i) often very large (from few to tens of km2); ii) free of or covered by sparse vegetation; iii) require long-term (years-decades) regular monitoring. Furthermore, given the often large extent of areas affected by surface mining and life span of mines (tens of years), long-term monitoring via traditional in-situ methods can be impractical (economically and technically). However, a review of the recent literature suggests that in comparison to applications to underground mines, MTI has been relatively little exploited to investigate ground instabilities related to surface mining. One reason for this is that some portions of open-cast mines can lack measurable radar targets due to rapid changes of ground surface caused by mining operations (e.g., overburden stripping, waste material damping). We argue that this limitation can now be (in part) mitigated by the higher frequency and regularity of acquisitions provided by the European Space Agency Sentinel-1 (S-1) mission (nominally every 6 days since Oct 2016). Indeed, S-1 medium resolution C-band SAR data acquired at 6 days imply improved time coherence with respect to previous C-band missions, leading to better coverage. We also argue that the initial reconnaissance approaches using S-1 data can be suitably integrated with high spatial resolution MTI (based on e.g., COSMO-SkeyMed or TerraSAR-X imagery) to provide most valuable information for the spatial and temporal analyses of slope deformation and a sound basis for derived products ranging from early slope instability hazard identification to individual landslide monitoring. To illustrate the potential and limitations of MTI for detecting and monitoring ground instabilities induced by surface mining, we present case study examples from two large coal open-cast operations in Europe.
J. Wasowski, F. Bovenga, R. Nutricato, D. O. Nitti, M. T. Chiaradia, 2018, Sentinel-1 data promote a more effective and affordable use of multi-temporal interferometry in slope instability detection and landslide monitoring,
EGU General Assembly 2018, Vienna, Austria, 08-13/04/2018,
Abstract
Landslides and potentially unstable slopes are present in almost every country of the globe. Moreover, ...
Landslides and potentially unstable slopes are present in almost every country of the globe. Moreover, the
population growth, with increasing impact of humans on the environment and the urbanization of areas susceptible
to slope failures implies that landslide hazard mitigation only via traditional engineering stabilization
works and in situ monitoring is no longer considered economically feasible. Given the global dimension of the
problem of slope instability, a sustainable way towards landslide hazard reduction seems to be via increased
exploitation of affordable remote-sensing systems, with focus on early detection, long-term monitoring, and
possibly early warning. In particular, satellite-based remote sensing, and especially the synthetic aperture radar
(SAR), multi-temporal interferometry (MTI), has great potential thanks to the wide-area coverage of space-borne
sensors, day/night image acquisitions and the capability to provide high precision (mm-cm), spatially dense
(from hundreds to thousands points per km2) measurements of slow displacements of the ground surface. In this
context, Sentinel-1 A/B (S-1) twin satellites of the European Space Agency (ESA), launched in 2014 and 2016,
are now providing truly global capacity for innovative, research-oriented and practical MTI applications, such
as mapping, characterizing and monitoring of landslides. The regularity of S-1 acquisitions, timeliness of data
delivery, increased revisit frequency (days) and the resulting high coherence, as well as the availability of free
imagery, facilitate a more effective and innovative use of MTI.
The main aim of this work is to compare and assess the potential of MTI based on S-1 data in slope instability
investigations with respect to MTI relying on the earlier C-band sensors (ERS and ENVISAT), as well as the
high resolution X-band sensors (COSMO-SkyMed, TerraSAR-X). This is done by considering different areas
characterized by a wide range of geomorphic, climatic, and vegetation conditions, with case study examples of
local to regional scale MTI applications comprising hill slopes in the Apennine Mts. (Italy) and in the European
Alps, and unstable slopes in two large open-cast mines of Central Europe. The results show that, by using S-1
data, MTI can now be more effective and affordable in long-term slope/landslide monitoring, early detection of
slope instability hazard, and (in some cases) in slope failure early warning.
Autori Vari, 2018, Natural Hazards and Disaster Risk Reduction Policies,
2018,
Abstract
Natural Hazards and Disaster Risk Reduction Policies (Editors: Loredana Antronico (CNR-IRPI) and Fausto Marincioni (UNIVPM)) ...
Natural Hazards and Disaster Risk Reduction Policies (Editors: Loredana Antronico (CNR-IRPI) and Fausto Marincioni (UNIVPM)) is a volume of the Open Access and peer-reviewed series "Geographies of the Anthropocene" (Il Sileno Edizioni), ISSN 2611-3171.
The purpose of the Book is to document a number of case studies from different regions of the World pursuing disaster risk reduction through preparedness, mitigation, emergency response, and recovery activities. The volume contains 14 chapters divided into three sections_ 1) disaster risk perception, 2) disaster planning and management, and 3) disaster mitigation and preparedness. The book chapters contribute to the current scientific debate on disaster ecology, exploring strategies and ability of local communities to adjust to hazard and disasters. Common thread among the different case studies is the need for Homo sapiens to define its rights and responsibilities in environmental dynamics, including extreme events and disasters. In the end, the choice of how to deal with hazard, vulnerability and disasters, highlights the ethical nature of disaster risk reduction; control of nature or adaptation to its cycles?
Schenato, L. and Rong, Q. and Shao, Z. and Qiao, X. and Galtarossa, A. and Pasuto, A. and Palmieri, L., 2018, Ultra-high-sensitivity 3D-printed FBG-based pressure sensor,
Optical Fiber Sensors, OFS 2018, Lausanne; Switzerland, 24-28/09/2018,
Abstract
An optical fiber sensor for the measurement of pressure is presented and experimentally characterized. The ...
An optical fiber sensor for the measurement of pressure is presented and experimentally characterized. The sensor, produced by additive manufacturing, converts pressure variations into strain along a fiber Bragg grating, and reaches the remarkable sensitivity of 25 pm/mbar at 1550 nm. ? OSA 2018 ? 2018 The Author(s)
Schenato, L., 2018, Distributed sensing in geotechnical and hydrological applications,
Optical Fiber Sensors, OFS 2018, Lausanne, 24-28/09/2018,
Abstract
Distributed Sensing is a disruptive technology in many geotechnical and geo-hydrological applications and, among the ...
Distributed Sensing is a disruptive technology in many geotechnical and geo-hydrological applications and, among the different sensing techniques, Optical Frequency Domain Reflectometry can be effectively used at different scales, in laboratory setups, physical models, and in-situ applications.
A. Tiesi1, S. Laviola1, M.M. Miglietta2, S. Gabriele3, 2018, The RAMSES weather forecast modeling, one year of results,
1st AISAM meeting, Bologna, Italy, 10-13/09/2018,
Abstract
The project RAMSES (RAilway Meteorological SEcurity System) is a pilot project
developed by CNR and Rete ...
The project RAMSES (RAilway Meteorological SEcurity System) is a pilot project
developed by CNR and Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., focusing on the mitigation of
the hydrological risks for railways in Calabria (Italy). In the framework of the modelling
part of the project, the work presents the results based on one year of weather
forecasting at the CNR-ISAC. The activity has focused on the set up of an operative
numerical system, performing high-resolution short-range forecasts and provide alerts in
case of intense precipitation.
The WRF (Weather and Research Forecasting) model is implemented in order to
perform weather forecasts over two nested domains with the finest grid spacing of 3 km.
A WRF run starts every day, and represents the background fields (WRFBG) on
which data assimilation is performed.
The analysis of the meteorological data is performed by LAPS (Local Area and
Prediction System, NOAA, USA). LAPS is a mesoscale analysis tool adaptable for any
source of data and its implementation does not require high CPU performances, which
makes it very useful for operative meteorological scopes. In the present project, LAPS
performs analyses using data from METAR stations, soundings, radar (CAPPI at 3
levels), and SEVIRI/MSG (Eumetsat/Geostationary). A short-range forecast of WRF
(WRFHR) starts every 3 hours, assuming as initial condition the real-time LAPS
analysis, and covers the following 6 hours.
After more than one year of forecasting activity, the statistical results show an
improvement of the WRFHR forecasts compared to the WRFBG forecasts due to data
assimilation, and a good level of robustness of the operative system chain WRF-LAPS-WRF.
M. Alvioli(1), L. Frankfurt(2,3), V. Guzey(4), M. Strikman(3), M. Zhalov(4), 2018, Color fluctuation phenomena in gamma-A collisions at the LHC,
PHOTON 2017, pp. 151–156, Ginevra, 22-26 Maggio 2017,
Abstract
We explain that color fluctuations (CFs) in the light-cone photon wave function
lead to much stronger ...
We explain that color fluctuations (CFs) in the light-cone photon wave function
lead to much stronger shadowing in the coherent production both in the soft
regime ( -meson photoproduction) and in the hard regime (J/ photoproduction).
We make CF based predictions for the distribution over the number of
wounded nucleons nu in the inelastic photon-nucleus scattering. We show that
CFs lead to a dramatic enhancement of this distribution at nu = 1 and large
nu > 10. Our predictions can be tested in proton-nucleus and nucleus-nucleus
ultraperipheral collisions.
Fausto Guzzetti, 2018, Rischi naturali_ l’urgenza di una scienza nuova,
, pp. 127–133. Roma_ Treccani - Istituto della Enciclopedia Italiana, 2018,
Abstract
L'Europa ha una lunga storia di 'catastrofi naturali', sconvolgimenti dovuti a fenomeni naturali che pro- ...
L'Europa ha una lunga storia di 'catastrofi naturali', sconvolgimenti dovuti a fenomeni naturali che pro- ducono danni rilevanti e che possono uccidere le per- sone. Nel continente, si hanno notizie di terremoti dal 464 a.C., quando un sisma distrusse Sparta causando forse piu? di 20.000 morti, un numero altissimo per la popolazione dell'epoca. La prima eruzione vulcanica di cui si abbiano dettagli e? quella del Vesuvio del 79 d.C., che seppelli? Ercolano, Pompei, Stabia e altri villaggi sulle pendici del vulcano. L'eruzione uccise migliaia di persone, fra le quali Plinio il Vecchio, reca- tosi a osservare l'evento. Notizie di tsunami si hanno invece in Scozia e Inghilterra, a causa della frana sottomarina di Storegga, in Norvegia, fra il 6225 e il 6170 a.C. circa (secondo datazioni radiometriche), e nel golfo di Eubea, nel Mare Egeo, nel 464 a.C., a causa dello stesso terremoto che distrusse Sparta. Le inondazioni piu? antiche di cui si abbiano informazioni, in- vece, colpirono la penisola dello Jutland, in Dani- marca tra il 120 e il 114 a.C. La prima documentazione su frane in Italia risale al 218 a.C., quando frane e va- langhe travolsero l'esercito di Annibale che attraversava le Alpi.
Cavalli M.; Crema S.; Viero A.; Arziliero L.; Marchi L., 2018, Metodologia e strumenti per la raccolta dati e l’analisi dei processi torrentizi che interessano le aree di conoide nella Regione Del Veneto,
Rendiconti online Società Geologica Italiana 46 (2018): 167–173. doi_10.3301/ROL.2018.69,
DOI: 10.3301%2FROL.2018.69
Abstract
Il presente studio nasce dall'esigenza degli uffici della Regione del Veneto di predisporre una procedura ...
Il presente studio nasce dall'esigenza degli uffici della Regione del Veneto di predisporre una procedura finalizzata alla valutazione della pericolosità sui conoidi alluvionali classificati come zone d'attenzione geologica nei Piani di Assetto Idrogeologico dei bacini montani del territorio regionale. Al fine di individuare un procedimento oggettivo per la valutazione della pericolosità sono state identificate e proposte metodologie di raccolta dati e di analisi atte ad individuare la tipologia del processo da investigare. Nell'ambito dello studio sono stati inoltre sviluppati strumenti per condurre e facilitare la raccolta dati del sistema bacinoconoide e software liberamente disponibili (https://github.com/ HydrogeomorphologyTools) per l'identificazione lungo il reticolo idrografico delle aree di potenziale innesco, rallentamento e deposito di colate detritiche e per il calcolo della distanza di arresto, finalizzato all'assegnazione di una priorità d'indagine dei conoidi. Il presente contributo presenta inoltre i risultati delle analisi in quattro aree test situate nelle province di Vicenza, Treviso e Belluno.
Llena M.; Cavalli M.; Vericat D.; Crema S., 2018, Assessing landscape changes associated to anthropic disturbances by means of the application of Structure from Motion photogrammetry using historical aerial imagery,
Rendiconti online Società Geologica Italiana 46 (2018): 74–81. doi_10.3301/ROL.2018.55,
DOI: 10.3301%2FROL.2018.55
Abstract
In this paper we present a methodological workflow to obtain planimetric and topographic data from ...
In this paper we present a methodological workflow to obtain planimetric and topographic data from historical aerial photos using photogrammetric methods through Structure from Motion (SfM) and Multi-View Stereo (MVS) algorithms. This methodology is applied in two case studies located in the Upper Cinca River catchment (Southern Pyrenees). These sites have suffered a series of direct anthropogenic disturbances that have modified landscape topography. Specifically, topographic changes associated with the construction of a road and the extraction of materials from a pit quarry have been analysed. The resultant products extracted by the application of SfM-MVS are orthomosaics with a root mean square error (RMSE) between 0.5 and 1 m, and points clouds (topography) with a RMSE between 1 and 2 m. The topography before and after each of the impacts was compared with the objective to analyse the changes attributed to these disturbances. A simple minimum Level of Detection (minLoD) was estimated based on the RMSEs in order to distinguish potential real changes from those due to the noise ascribable to the uncertainty of the topographic data sets. The significance of both impacts is relevant in terms of topographic changes (from -20 to +15 m). The dominant topographic change (in extension) in the case of the road construction (51% of the surface) is extraction (i.e. erosion). In the case of the pit quarry, the dominant process is deposition (i.e. sedimentation; 27% of the area). The extension below the minLoD is around the 23% and 48%, respectively, indicating that the magnitude of the changes is substantially higher in the case of the road construction. In both cases the net volume is negative (-913,710 and -16,197 m3 in the case of the road and the quarry, respectively), that show the differences in terms of the extension of the processes and their magnitude in each case study. Finally, both impacts had a direct effect on landscape morphometry (e.g. changes in the slope and flow direction). The developed approach provides an opportunity to analysed and quantify landscape changes that may help to improve our understanding of the long-term evolution of the transfer of water and sediment through landscapes