Metodologie di studio delle acque sotterranee ed esperienze scientifiche maturate in Puglia

Polemio, M. Mitolo, D., 1998, Metodologie di studio delle acque sotterranee ed esperienze scientifiche maturate in Puglia, pp.1–68, 1998,
URL: http://www.cnr.it/prodotto/i/251776

Con il presente capitolo si vuole porre l'attenzione alle varie metodologie di studio che negli ultimi decenni sono state impiegate per la risoluzione di numerosi problemi di carattere idrogeologico riguardanti gli acquiferi carbonatici fessurati della Puglia, senza però dimenticare che, in prima analisi, sono state indispensabili tutte le osservazioni geologiche dell'intera area pugliese (analisi stratigrafiche, tettoniche, morfologiche, litologiche, ecc.). Il chimismo delle acque è di grande ausilio per lo studio della circolazione delle acque nel sottosuolo. L'analisi della temperatura delle acque sotterranee, in determinate condizioni idrogeologiche, consente di ottenere indicazioni utili sulla quantità delle alimentazioni idriche e di localizzare le aree di infiltrazione e quelle caratterizzate da circolazione idrica attiva. Le tecniche che si basano sull'uso di traccianti, naturalmente presenti nell'ambiente o artificialmente immessi, offrono un notevole apporto negli studi sulla circolazione delle acque e quindi sugli inquinanti. L'uso dei traccianti artificiali consente di ottenere, attraverso pozzi, dati sulla velocità di filtrazione, sull'esistenza di correnti verticali e sulla direzione dei deflussi sotterranei, costituendo uno dei mezzi più efficaci negli studi sulla circolazione idrica sotterranea. Anche l'uso degli isotopi ambientali nelle ricerche idrogeologiche ha avuto un notevole sviluppo negli ultimi decenni. Questi isotopi determinano un marcamento delle acque sotterranee su grande scala e forniscono informazioni sull'origine e sui tempi di residenza delle acque nel sottosuolo, nonché sulla localizzazione del bacino di alimentazione. Dall'analisi dei contenuti naturali in tritio e carbonio-14 si possono invece trarre indicazioni sui tempi di permanenza delle acque nel sottosuolo, sui tassi di rinnovamento e sulle entità di eventuali miscelamenti tra acque antiche e recenti, e quindi sull'età delle acque. Infine, tecniche di telerilevamento, mediante apposite telecamere o scanner, si sono diffuse recentemente al fine di studiare, oltre gli aspetti geologici, morfologico-strutturali, pedologici e agronomici della superficie terrestre, le risorse idriche, studiando quindi le sorgenti sottomarine fredde e calde, e l'inquinamento dei corpi idrici.

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