L’uso dei traccianti nello studio delle acque sotterranee ed esperienze relative alla Puglia

Polemio, M. Mitolo, D., 1998, L’uso dei traccianti nello studio delle acque sotterranee ed esperienze relative alla Puglia, Acque sotterranee 60 (1998): 9–25.,
URL: http://www.cnr.it/prodotto/i/232908

Si descrivono alcune tecniche di studio basate sull'impiego di traccianti, con particolare riferimento alle esperienze maturate dalla comunità scientifica studiando le quattro unità idrogeologiche pugliesi, prevalentemente costituite da acquiferi rocciosi di natura carbonatica. La sintetica descrizione delle procedure utilizzate è integrata dall'analisi dei principali risultati conseguite in alcune esperienze. Le metodologie di studio basate sull'uso dei traccianti si sono dimostrate utili al fine di caratterizzare l'età delle acque sotterranee e la mobilità delle stesse, le modalità di circolazione idrica sotterranea e il moto degli inquinanti. In particolare, le misure relative al contenuto in radon delle acque di falda hanno evidenziato che negli acquiferi pugliesi a maggiori concentrazioni di radon nelle acque sotterranee corrisponde una maggiore mobilità delle stesse. I traccianti radioattivi utili per lo studio delle correnti verticali sono risultati lo iodio-131 ed il bromo-82, mentre tra i traccianti stabili è stato utilizzato il cloruro di cadmio in soluzione alcolica, anche se, di recente, l'impiego dello ioduro di potassio come tracciante ha mostrato anch'esso buoni risultati. La misura della direzione dei deflussi sotterranei in un pozzo singolo ha consentito di accertare sia l'inversione della direzione di deflusso delle acque dolci di falda in prossimità della costa, a causa delle oscillazioni del livello del mare, sia la direzione del moto delle acque di mare di invasione continentale, che in condizioni di alta marea è orientato verso il continente e che si inverte con la bassa marea.

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