Il pozzo Cozza-Guardati (Lecce, Salento)

Delle Rose M., 2005, Il pozzo Cozza-Guardati (Lecce, Salento), Geologi e territorio 1 (2005): 15–28.,
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La siccità costituisce per la Puglia un problema di rilevanza storica, sociale ed economica, e nonostante siano passati quasi due millenni dalla formulazione della celeberrima definizione oraziana di siticulosa, la regione risulta tutt'altro che immune dai rischi derivanti da carenza di riserve idriche. Ancora sul finire del XIX secolo, la penuria d'acqua spesso provocava morie di bestiame nonché il diffondersi di epidemie e pestilenze tra le popolazioni; il 1867 e il 1886 furono particolarmente critici, il colera mietendo a "centinaia le vittime, soprattutto nelle classi agricole ed operaie, tanto nel barese come nel leccese, specialmente dove il terreno era permeabile e le acque sorgive superficiali" (De Giorgi, 1886). Le falde idriche superficiali venivano infatti tanto più utilizzate quanto più lunghi erano i periodi di siccità, in occasione dei quali, per la ridotta diluizione idrica, più elevata era la concentrazione di materia organica dispersa nel sottosuolo e quindi maggiore il rischio di contrarre infezioni batteriche. L'inquinamento batteriologico degli acquiferi pliocenici e pleistocenici costituì quindi una decisiva sollecitazione alla ricerca di acque sotterranee profonde più adatte ai bisogni umani. Nella prima metà del secolo scorso, con la costruzione dell'Acquedotto Pugliese, il problema dell'approvvigionamento idrico sembrava risulto ma le crisi degli ultimi decenni (Degiovanni, 2002), oggetto anche di sistematiche cronache giornalistiche, hanno nuovamente messo in dubbio la capacità di garantire una sufficiente distribuzione rispetto alle esigenze del territorio e delle collettività. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha recentemente inserito lo studio delle problematiche geologiche inerenti ai deficit idrici in seno ai Progetti di Ricerca "Rischi Naturali ed Antropici" e "Sostenibilità dei Sistemi Terrestri ed Acquatici". Nell'ambito del primo progetto, i risultati attesi riguardano l'approfondimento delle conoscenze sui fattori critici generanti il rischio da siccità al fine di prevedere, simulare e gestire situazioni reali, mentre per il secondo, risalto è dato all'uso sostenibile delle risorse idriche, con particolare riferimento a condizioni di stress, nonché alle strategie di distribuzione dei deficit tra i diversi settori di consumo. Prioritaria appare quindi la necessità di distinguere, nelle analisi retrospettive dei fattori di rischio, il ruolo svolto da processi naturali, quali ad esempio le variazioni dei regimi idrologici, da quello avuto da dinamiche di carattere antropico, come gli incrementi demografici o i cambiamenti dei sistemi produttivi. In questo ambito, lo studio di opere idrauliche come il pozzo Cozza-Guardati realizzato a Lecce durante un periodo di crisi idrica e poi abbandonato a causa di fenomeni di inquinamento, può assumere una particolare rilevanza non solo per la disamina storica di eventi di siccità, ma anche in prospettiva della utilizzazione integrata delle risorse idriche regionali (Cotecchia et alii, 1983).

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