Evoluzione di lagune e paludi costiere della Puglia centro-meridionale, ed effetti sull’ambiente antropizzato.

Delle Rose M., Parise M., 2005, Evoluzione di lagune e paludi costiere della Puglia centro-meridionale, ed effetti sull’ambiente antropizzato., Lagune, laghi e invasi artificiali italiani, Roma, 2005,
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La regione Puglia presenta distinti contesti geologici, ciascuno caratterizzato da evoluzioni morfologiche che, a causa della elevata antropizzazione del territorio, inducono differenti condizioni di propensione al dissesto idrogeologico. Tra queste, data la natura prevalentemente carbonatica delle rocce affioranti, i fenomeni di subsidenza carsica e di sprofondamento hanno un ruolo notevole. Le fasce costiere adriatica e ionica della Puglia centro-meridionale sono sovente costituite da pianori carsici, elevati pochi metri sul mare, ed estesi da alcune centinaia di metri sino a qualche chilometro verso l'entroterra. Calcareniti del Pliocene e del Pleistocene costituiscono acquiferi costieri con diffuse manifestazioni sorgentizie, sede di accentuati fenomeni ipercarsici. I pianori sono caratterizzati da varie forme carsiche epigee tra cui numerose doline di crollo. Il frequente manifestarsi, anche alla scala umana, di fenomeni di sinkhole di tipo carsico e la loro interazione con l'ambiente antropizzato (edifici, infrastrutture viarie, linee di servizi) ha reso necessario l'approfondimento di queste tematiche ai fini della mitigazione dei rischi ad esse connessi. La zona paludosa delle Cesine è un'area naturalistica di notevole interesse, dichiarata Zona Umida di interesse internazionale. Sita sul litorale adriatico, a poca distanza da Lecce, quest'area è fortemente interessata da fenomeni di subsidenza carsica. Essendo quasi interamente coperta da vegetazione, risulta però pressoché impossibile monitorarne gli sprofondamenti. Infatti l'effetto di questi, ed in particolare la formazione di aree prive di vegetazione con forma circolare o ellittica, risulta visibile soltanto per brevi periodi, prima che la ricrescita delle piante, a cominciare da quelle idrofile, ne mascheri rapidamente la presenza. Le paludi e lagune delle Cesine sono considerate specchi d'acqua retrodunali. In realtà non si hanno elementi oggettivi per dimostrare l'origine degli invasi d'acqua quale effetto dello sbarramento verso mare alle acque interne operato da cordoni di dune. Gli studi geologici, carsici ed idrogeologici condotti dagli scriventi hanno consentito la ricostruzione del seguente modello di formazione_ dalla coalescenza di più singole doline originarie si formano depressioni estese sino a migliaia di metri quadri, che sono separate dal mare da diaframmi di roccia calcarea instabile e intensamente carsificata, il cui collasso può provocare la formazione di veri e propri canali costieri. Laddove la coalescenza delle doline avvenga secondo sistemi di fratture trasversali alla costa, tali fenomeni determineranno la formazione di insenature. Come precedentemente accennato, il verificarsi di fenomeni di sprofondamento sul territorio pugliese può avere ripercussioni anche sull'ambiente antropizzato. Un significativo esempio in tal senso è costituito dall'abitato di Casalabate, pochi chilometri a nord dell'area delle Cesine, che è stato ripetutamente interessato negli ultimi 15 anni da fenomeni di dissesto. Il primo di due eventi avvenuti nel 1993, ad esempio, ha avuto le maggiori conseguenze sul patrimonio edilizio_ la formazione di una dolina ha infatti dapprima determinato la distruzione di due edifici; in seguito le lesioni si sono propagate a numerosi edifici contigui, peraltro realizzati con scarsa attenzione rispetto alle interazioni con il sottosuolo. Nell'arco di alcuni mesi sono stati dichiarati pericolanti decine di abitazioni, poi completamente demolite. Tra i più recenti eventi in quest'area si ricorda quello del 2000, allorquando si formò una dolina in prossimità della battigia, in breve colmata dalle sabbie litorali.

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