Il terremoto del Messico visto dallo spazio: le immagini radar acquisite dai satelliti Sentinel-1 mostrano come il terremoto in Messico ha deformato la terra

L’interferometria differenziale SAR (DInSAR), è una tecnica che permette di individuare e misurare le deformazioni della crosta terreste attraverso l’analisi di interferogrammi. Gli interferogrammi vengono generati a partire da due immagini acquisite da radar trasportati a bordo di satelliti artificiali. A differenza di altri dispositivi impiegati nel campo del telerilevamento, come ad esempio i sensori ottici, i radar permettono di registrare la fase dell’onda elettromagnetica retro-riflessa dalla superficie terrestre. Attraverso la misura di tale fase è possibile ricostruire la distanza sensore-bersaglio. Le variazioni di fase tra riprese successive, causate da mutazioni avvenute sulla superficie terrestre, vengono registrate negli interferogrammi e rappresentate attraverso una serie frange. Queste ci permettono di localizzare e quantificare la deformazione occorsa. La tecnica DInSAR è stata applicata con successo per rilevare gli effetti prodotti sulla superficie terrestre da fenomeni quali subsidenza, frane, bradisismo, risalita di magma nella camere vulcaniche ed effetti tellurici. Utilizzando due immagini radar acquisite dai satelliti dall’Agenzia Spaziale Europea Sentinel-1A/B siamo stati in grado di quantificare le deformazioni prodotte dal terremoto di magnitudo 7.1 che il 19 settembre 2017 ha colpito il Messico.

L’interferogramma, generato a partire da una ripresa Sentinel-1A del 17 settembre, 2 giorni prima del sisma, e da un’immagine acquisita dalla missione gemella Sentinel-1B, 6 giorni più tardi, ad evento concluso, mostra delle evidenti frange concentriche nell’area circostante l’epicentro (Figura 1).

(Figura 1: Frange interferometriche provocate dal terremoto di magnitudo 7.1 che ha colpito il Messico il 19 settembre 2017)

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L’informazione di fase è stata tradotta in termini di spostamento in Figura 2, che riproduce l’effetto del sisma sulla superficie terrestre. Le prime stime indicano un abbassamento della crosta (in rosso) di circa 5 cm su una superficie di più di 1,000 kmq. A margine di quest’area, si distinguono zone (in blu) in sollevamento, una particolarmente evidente a sud della città di Cuernavaca ad ovest dell’epicentro.

(Figura 2: Mappa di spostamento ricostruita a partire dall’interferogramma. Le aree tendenti al rosso rappresentano le regioni in cui si è registrato un abbassamento della crosta, viceversa quelle blu testimoniano un sollevamento della superficie. Le aree verde non hanno subito variazioni.)

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Il lavoro è stato effettuato da Matteo Mantovani ricercatore presso l’IRPI CNR sede di Padova