Gioordan D, Allasia P., 2015, R.I. 2015,
2015,
Abstract
Sistema di monitoraggio della frana del Gollone (CN) - report di monitoraggio periodico del mese ...
Sistema di monitoraggio della frana del Gollone (CN) - report di monitoraggio periodico del mese di ottobre 2015
Giordan Daniele, Allasia Paolo, 2015, R.I. 2015,
2015,
Abstract
Sistema di monitoraggio della frana del Gollone (CN) - report di installazione e primi dati ...
Sistema di monitoraggio della frana del Gollone (CN) - report di installazione e primi dati relativi al periodo_ 10-30 settembre 2015
Chiarle M., Nigrelli G., 2015, Campagna glaciologica 2014_ osservazioni ai ghiacciai Arguerey e Breuil (La Thuile, Aosta),
Geografia fisica e dinamica quaternaria (Testo stamp.) 38 (2015): 263–264. doi_10.4461/GFDQ.2015.38.18,
DOI: 10.4461%2FGFDQ.2015.38.18
Abstract
Campagna glaciologica 2014_ osservazioni ai ghiacciai Arguerey e Breuil (La Thuile, Aosta) ...
Campagna glaciologica 2014_ osservazioni ai ghiacciai Arguerey e Breuil (La Thuile, Aosta)
Nigrelli G., 2015, Osservazioni preliminari per i ghiacciai del gruppo Miravidi-Lechaud,
Geografia fisica e dinamica quaternaria (Testo stamp.) 38 (2015): 262–263. doi_10.4461/GFDQ.2015.38.18,
DOI: 10.4461%2FGFDQ.2015.38.18
Abstract
caratterizzazione climatica per l'anno 2014 ...
caratterizzazione climatica per l'anno 2014
Marcella Biddoccu, Giorgia Bagagiolo, Eugenio Cavallo, Laura Turconi, Massimo Arattano, Velio Coviello, Stefano Ferraris, Davide Canone, Maurizio Previati, Ivan Bevilacqua, Emanuela Gaia Forni, Laura Alemanno, Massimo de Marziis, Paolo Vergano, Pino Donetti, 2015, RELAZIONE TECNICA FINALE Progetto CIRCE – Bando IoD 2015,
2015,
Abstract
Il progetto CIRCE ha avuto come obiettivo principale la realizzazione di una piattaforma per la ...
Il progetto CIRCE ha avuto come obiettivo principale la realizzazione di una piattaforma per la raccolta e la gestione di dati (real time e storici) meteo-idrologici e agrometeorologici, provenienti da stazioni ed osservatori e la diffusione di tali dati, tramite la Smart Data Platform della Regione Piemonte. Nell'ambito del progetto, sono state installate (o ripristinate) e collegate in remoto 45 nuovi sensori di monitoraggio che si sono aggiunte a quelli già operativi, gestiti dai vari partner pubblici e privati; arrivando a formare una rete di 171 sensori agrometeorologici ed idrometerologici sparsi sul territorio piemontese.
A questa rete di dati real time si è aggiunto inoltre un patrimonio di dati storici maturati nel corso degli anni recenti, relativi al monitoraggio e all'indagine su processi idrologici, idrogeologici e di degrado del suolo che interessano specificatamente le aree collinari e montane piemontesi.
Parallelamente si è cercata la collaborazione attiva con gruppi organizzati di cittadini che, secondo l'approccio dei Living Labs, si sono resi protagonisti dello studio del territorio e co-creatori della base di dati e degli strumenti informatici realizzati durante il progetto. Il progetto ha portato allo sviluppo di un'apposita APP per le osservazioni idrologiche (APP IDRO) per tablet e smartphone, facilmente utilizzabile dagli operatori e che consente di arricchire le informazioni puntuali fornite dai sensori, con rilievi relativi a livelli dei torrenti, frane, fenomeni di erosione e relativi danni. Il progetto CIRCE ha inoltre consentito, attraverso il coinvolgimento di tecnici agricoli, di migliorare uno strumento già esistente (APP AGRO) in modo da rispondere al meglio alle esigenze specifiche del settore.
Infine, a partire da uno strumento di aggregazione dei dati già esistente e gestito da una PMI partner del progetto, è stata implementata una piattaforma online al fine di creare una rete di sensori e di gestire i dati provenienti dai sensori e dagli osservatori in campo. I dati raccolti da tale piattaforma confluiscono in ultima battuta sulla piattaforma Yucca di SmartDataNet, entrando a far parte del patrimonio di dati "open" della Regione Piemonte.
Il raggruppamento che ha proposto il progetto ha inoltre individuato degli obiettivi di carattere trasversale e generale, rispetto ai risultati specifici raggiunti nel progetto. Il progetto CIRCE è stata un'occasione privilegiata per i partner di porre le basi per avviare una politica di condivisione e crescita collaborativa con tutti gli attori operanti sul territorio, volta alla valorizzazione (tecnica, scientifica e divulgativa) delle informazioni collezionate negli anni di studio. Inoltre è stato possibile lavorare alla creazione di un modello di riferimento per possibili applicazioni "business" rivolte ad operatori economici e diventare un punto di riferimento per la gestione ambientale in termini di pianificazione strategica e supporto nella gestione delle emergenze.
Per portare a compimento gli obiettivi del progetto è stato costituito un apposito raggruppamento nel quale sono stati coinvolti diversi attori_ due Istituti di Ricerca del CNR (IMAMOTER e IRPI), il Politecnico di Torino (DIST) e quattro PMI (3a srl, NetValue srl, Impresa Verde Cuneo srl, EnviCons srl). Le competenze che si sono rivelate necessarie per il compimento delle attività sono infatti molteplici_ conoscenze scientifiche dei fenomeni idrogeologici e di degrado del suolo, competenze tecniche nel campo del monitoraggio ambientale e agrometereologico e nella gestione informatica del flusso di dati.
Il progetto CIRCE è stata un'occasione per iniziare ad approcciarsi alla metodologia di lavoro dei Living Labs e per questo diverse amministrazioni pubbliche, interpellate a vario titolo, hanno dato la loro adesione all'iniziativa.
Tra gli aspetti innovativi del progetto, si evidenziano_
- la condivisione di dataset rilevati ai fini sperimentali e di ricerca (dai partner scientifici) e di dati rilevati in campo applicativo/tecnico (dalle PMI) e delle esperienze acquisite nei propri ambiti scientifici o tecnici, che ha comportato un arricchimento del patrimonio di dati e conoscenze delle parti coinvolte;
- la progettazione congiunta ed ottimizzazione dei sistemi di monitoraggio e comunicazione in remoto dei dati rilevati, anche in ambienti di difficile accesso, che ha permesso di individuare soluzioni condivise per il superamento di problemi di carattere tecnico;
- il coinvolgimento delle P.A., dei portatori di interesse e degli utenti finali nelle fasi di realizzazione progettuale, nella creazione, diffusione ed utilizzo dei dati, nonché nella comunicazione dei risultati, tramite la connessione alla Smart Data Platform delle reti di monitoraggio e dello strumento dei Living Labs;
- l'utilizzo di tecnologie innovative per l'acquisizione e trasmissione dei dati, sia da parte di sensori che di osservatori, per la loro gestione ed integrazione in reti di monitoraggio e per una loro diffusione ottimale in ottica "open data" e una facile interazione con fruitori/osservatori;
- la sperimentazione di modalità di condivisione e semplice accesso dei dati e di nuovi servizi fruibili da una moltitudine di potenziali utilizzatori (e.g. P.A, imprese agricole, fornitori di servizi assicurativi, PMI, studenti, etc)
- la sperimentazione di un "servizio di immissione dati" con il coinvolgimento di osservatori, attraverso la creazione ed utilizzo di apposite APP, nell'ottica di integrare i dati misurati con osservazioni "in campo" effettuate non solo da esperti, bensì da tutte le figure del territorio, opportunamente formate;
- la diffusione, nelle aree rurali interessate, di strumenti e tecnologie per agevolare la diffusione di tecniche di agro-management innovative, con conseguente miglioramento delle condizioni di lavoro dei soggetti coinvolti e aumento della competitività degli agricoltori.
I risultati ottenuti con il progetto CIRCE, quali l'ampliamento della rete sensoristica in dotazione di organismi di ricerca e aziende private, l'interscambio di dati di monitoraggio ambientale, lo sviluppo di piattaforme web e APP dedicate, daranno origine a molteplici ricadute positive a seconda dell'ambito di riferimento dei dati_
a)In campo idrogeologico e di difesa del suolo potranno beneficiare dei risultati derivanti dal progetto sia la comunità scientifica che i soggetti privati e pubblici che operano nell'ambito della pianificazione e gestione del territorio, delle attività produttive agricole, della difesa del suolo ed idrogeologica.
In particolare, per gli istituti di ricerca coinvolti, il progetto CIRCE ha rappresentato un'occasione per migliorare l'efficienza d'uso del patrimonio di dati agro e idro-metereologici in loro possesso. Alcuni di questi enti infatti, gestiscono stazioni di monitoraggio sperimentale che negli anni hanno dato origine a un consistente patrimonio di dati storici, tali dati però fino ad ora erano sempre stati utilizzati esclusivamente ai fini della ricerca scientifica. Attraverso la connessione con la piattaforma regionale SmartData Platform un'utenza sempre più ampia potrà essere informata dell'esistenza e dell'operatività di tali stazioni e attingere a questo patrimonio in modalità "open".
Ulteriore ricaduta positiva deriva dalla sperimentazione dell'approccio "Living Lab". Si prevede che anche a progetto concluso, grazie al rapporto instauratosi tra partner progettuali e osservatori locali, prosegui l'attività di formazione e trasmissione della conoscenza (di tipo "top-down"), lo scambio continuo di esperienze, la condivisione e divulgazione dei dati. Questa azione di coinvolgimento ha già avuto come ritorno da parte degli utenti finali la co-creazione del dato ("bottom-up").
b) In ambito agricolo la possibilità di condividere prontamente le osservazioni degli operatori mette a disposizione della comunità di tecnici e agricoltori informazioni fondamentali per una migliore gestione delle colture con ricadute positive sia sul piano tecnico-economico che sul piano ambientale. Infatti la condivisione di immagini utili all'identificazione di attacchi di insetti o patogeni permettono in seconda battuta di attuare protocolli di produzione a basso impatto ambientale razionalizzando l'utilizzo dei prodotti chimici fitosanitari.
Più in generale i progetto CIRCE attraverso le sue piattaforme web e le applicazioni mobile consente una maggiore diffusione di informazioni di utilità tecnica anche in un contesto agricolo, spesso restio alle innovazioni, contribuendo all'ammodernamento delle aziende agricole.
Marcella Biddoccu, Giorgia Bagagiolo, Eugenio Cavallo, Laura Turconi, Massimo Arattano, Velio Coviello, Stefano Ferraris, Davide Canone, Maurizio Previati, Ivan Bevilacqua, Emanuela Gaia Forni, Laura Alemanno, Massimo de Marziis, Paolo Vergano, Pino Donetti, 2015, RELAZIONE TECNICA INTERMEDIA Progetto CIRCE – Bando IoD 2015,
2015,
Abstract
Nell'ambito del progetto CIRCE (Cooperative Internet-of-Data Rural-alpine Community Environment) è stata realizzata una piattaforma unificata ...
Nell'ambito del progetto CIRCE (Cooperative Internet-of-Data Rural-alpine Community Environment) è stata realizzata una piattaforma unificata per la raccolta e la gestione di dati meteo-idrologici e agrometeorologici (provenienti da reti di sensori pubblici e privati e da osservatori sul territorio), nonchè la diffusione di tali dati.
Alla realizzazione del progetto hanno partecipato sia gruppi di ricerca scientifica (IMAMOTER-CNR, IRPI CNR, DIST) sia PMI operanti nei settori dell'ICT e del monitoraggio agro-ambientale (namely: 3a srl, NetValue srl, Impresa Verde Cuneo srl, EnviCons srl).
Nell'ambito del progetto, sono stati installati e collegati in remoto 45 nuovi sensori di monitoraggio che si sono aggiunti a quelli già operativi, gestiti dai vari partner pubblici e privati, formando una rete di 171 sensori agrometeorologici ed idrometeorologici sparsi sul territorio piemontese. Le reti di sensori, già esistenti ed implementate nel corso del progetto, sono gestite da diversi enti di ricerca o imprese. Le reti che confluiscono nella piattaforma sono molto diverse tra loro, per finalità, struttura, strumentazione, modalità di acquisizione dati.
Oltre ai dati real-time, sono stati raccolti ed uniformati numerosi dataset storici, relativi al monitoraggio e all'indagine su alcuni processi idrologici, idrogeologici e di degrado del suolo che interessano le aree collinari e montane piemontesi. Parallelamente si è cercata la collaborazione attiva con gruppi organizzati di cittadini che, secondo l'approccio dei Living Labs, si sono resi protagonisti dello studio del territorio e co-creatori della base di dati e degli strumenti informatici realizzati durante il progetto. Il progetto ha portato allo sviluppo di un'apposita APP per tablet e smartphone per la consultazione e l'implementazione sia dei dataset idrologici (APP IDRO) sia di quelli agrometeorologici (APP AGRO). Questo ulteriore strumento vuol rappresentare un tentativo di avvicinamento dell'utente finale con i concetti di "crescita condivisa"al fine di consentire l' arricchimento delle informazioni sensoristiche puntuali , con i rilievi quali-quantitativi tipici di una rete di osservatori (e.g. livelli dei torrenti, frane, fenomeni di erosione, patogeni, danni, etc). Infine è stata realizzata una piattaforma per la gestione online dei dati provenienti dai sensori e dagli osservatori in campo. I dati raccolti da tale piattaforma confluiscono in ultima battuta sulla piattaforma Yucca di SmartDataNet, entrando a far parte del patrimonio di dati "open" della Regione Piemonte.
Il progetto CIRCE ha costituito un'esperienza virtuosa di collaborazione, condivisione e crescita sinergica tra ricercatori, imprese, pubbliche amministrazioni e normali cittadini, volta alla valorizzazione (tecnica, scientifica e divulgativa) delle informazioni raccolte per finalità scientifiche o tecniche.
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 – 31 DICEMBRE 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 - 31 DICEMBRE 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 – 15 DICEMBRE 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 - 15 DICEMBRE 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO ALLE ATTIVITÀ SVOLTE NEL 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO ALLE ATTIVITÀ SVOLTE NEL 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 – 30 NOVEMBRE 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 - 30 NOVEMBRE 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 – 15 NOVEMBRE 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 - 15 NOVEMBRE 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 – 31 OTTOBRE 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 - 31 OTTOBRE 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 – 15 OTTOBRE 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 - 15 OTTOBRE 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 – 30 SETTEMBRE 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 - 30 SETTEMBRE 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 – 15 SETTEMBRE 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 - 15 SETTEMBRE 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 – 31 AGOSTO 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 - 31 AGOSTO 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 – 15 AGOSTO 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 - 15 AGOSTO 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 – 31 LUGLIO 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 - 31 LUGLIO 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 – 15 LUGLIO 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 - 15 LUGLIO 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 – 30 GIUGNO 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 16 - 30 GIUGNO 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
MANCONI Andrea
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 – 15 GIUGNO 2015,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI AGGIORNAMENTO RELATIVO AL PERIODO_ 1 - 15 GIUGNO 2015
GIORDAN Daniele
ALLASIA Paolo
MANCONI Andrea
DELL'ANESE Federico, 2015, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – REPORT DI INSTALLAZIONE,
2015,
Abstract
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI INSTALLAZIONE ...
SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX - REPORT DI INSTALLAZIONE
Marco Scaioni (a), Vasil Yordanov (a), Raffaella Brumana (a)
Maria Teresa Brunetti (b), Maria Teresa Melis (c), Zhizhong Kang (d), Angelo Zinzi (e), 2015, Studio dei fenomeni di dissesto geologico sulla superficie lunare a partire dai dati telerilevati dai satelliti Chang’E 1 e 2,
ASITA, pp. 917–918, Lecco, 29-30 settembre 1 ottobre 2015,
Abstract
L'esplorazione della Luna si sta avviando verso una fase in cui la pura indagine scientifica ...
L'esplorazione della Luna si sta avviando verso una fase in cui la pura indagine scientifica sarà
affiancata dal tentativo di individuare e sfruttare le risorse minerarie ivi presenti. Numerose nazioni
hanno già investito importanti risorse in questa direzione. Oltre a quelle che tradizionalmente sono
state impegnate in programmi di esplorazione lunare (Stati Uniti e Confederazione Russa/ex-
Unione Sovietica), alcuni paesi emergenti dal punto di vista economico (Cina R.P., India,
Giappone) hanno già organizzato o stanno pianificando nuove missioni. Le missioni attuali sono
finalizzate all'acquisizione di dati telerilevati tramite satelliti per (i) la mappatura plano-altimetrica
della superficie topografica, (ii) la caratterizzazione mineralogica e petrografica e la composizione
chimica del suolo, (iii) la mappatura termica, oltre che per (iv) la misurazione di una serie di
parametri fisici necessari per specifiche indagini di tipo astrofisico. Oltre a ciò alcune delle missioni
hanno come obiettivo l'allunaggio di veicoli a navigazione autonoma o di astronauti, i quali
ovviamente rivestono un ruolo determinante per lo studio del potenziale sfruttamento di risorse.
In questa direzione, la ricerca di fenomeni di dissesto geologico sulla superficie lunare richiede una
particolare attenzione. Sapere dove sono già avvenuti fenomeni di dissesto è importante per studiare
le correlazioni con le caratteristiche geomorfologiche del suolo lunare, unitamente ad altri possibili
fattori che ne possono favorire o innescare l'occorrenza. La conoscenza di queste relazioni può essere utilizzata per valutare la suscettibilità alle frane, e quindi localizzare quelle aree dove è
sconsigliato l'allunaggio o la costruzione di insediamenti stabili. La presenza di aree già interessate
da frane può anche essere interessante per la ricerca di minerali presenti nel sottosuolo, che in
queste zone potrebbero avere affioramenti in superficie.
Nell'ambito del progetto di ricerca bilaterale tra l'Italia e la Repubblica della Cina Popolare
denominato "Moon Mapping", i ricercatori dei gruppi partecipanti hanno la possibilità di utilizzare i
dati acquisiti dai satelliti cinesi della serie Chang'E. Questi satelliti sono equipaggiati con diversi
sensori, tra i quali un altimetro laser e alcune camere per l'acquisizione di immagini multispettrali.
A partire da questi dati sono state realizzate alcune coperture complete di ortoimmagini e un
modello digitale della superficie lunare. L'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) si occupa di coordinare
il progetto dal lato italiano.
All'interno del progetto "Moon Mapping" un gruppo di lavoro si occupa dello studio delle frane
all'interno dei crateri di impatto. Allo stato attuale della ricerca, alcune immagini WAC (Wide
Angle Camera) e un modello digitale del terreno (DEM) provenienti dalla missione LROC della
NASA (risoluzione al suolo 100 m/pixel) sono stati utilizzati per individuare le frane sulla base di
un'ispezione visiva. I criteri proposti in Brunetti et al. (2014) sono stati applicati per compilare un
catalogo dei fenomeni franosi all'interno dei crateri. I passi successivi di questo studio dovrebbero
essere costituiti da_ (i) la classificazione dei crateri di impatto sulla base della forma della cavità, del
bordo e della dimensione (secondo quanto proposto in letteratura e in particolare in Melosh, 1989);
(ii) l'identificazione per ciascun tipo di cratere della forma teorica che dovrebbe assumere in
assenza di fenomeni di dissesto al suo interno (tramite modellazione 3D o attraverso una serie di
sezioni trasversali); (iii) la classificazione dei crateri attraverso l'analisi delle differenze rispetto alla
forma teorica; (iv) la misura del volume del materiale movimentato a seguito delle frane; (v)
l'analisi delle relazioni tra le frane e le caratteristiche morfometriche dei crateri che le contengono
(pendenza, profondità, ecc.) e del terreno circostante (pendenza topografica, geologia,
geomorfologia, ecc.); (vi) confronto dei dati multispettrali rispetto alle librerie spettrali disponibili
per la mappatura geomorfologici dei caratteri mineralogici sulla superficie della Luna. Saranno
inoltre testati algoritmi di classificazione automatica delle forme basati sull'utilizzo di DEM e
proposti da Melis et al. 2014 per il riconoscimento automatico e semiautomatico di morfologie
vulcaniche legate ai coni di scorie e di possibile applicazione all'ambito di interesse di questo
studio.
Al fine di poter analizzare questi aspetti si intende utilizzare i dati delle missioni cinesi Chang'E 2,
la cui risoluzione è superiore a quella dei dati messi attualmente disponibili per la missione LROC
della NASA.
Bibliografia
Brunetti, M.T., Xiao, Z., Komatsu, G., Peruccacci, S., Guzzetti, F., 2015. Large rockslides in impact
craters on the Moon and Mercury. Icarus, 260_ 289-300. Doi_10.1016/j.icarus.2015.07.014.
Melis, M. T., Mundula, F., DessÌ, F., Cioni, R., and Funedda, A.: Tracing the boundaries of
Cenozoic volcanic edifices from Sardinia (Italy): a geomorphometric contribution, Earth Surf.
Dynam., 2, 481-492, doi_10.5194/esurf-2-481-2014, 2014
Melosh, H.J., 1989. Impact Cratering_ A Geologic Process. Oxford University Press, New York, pp.
245.
Biddoccu Marcella 1; Zecca Odoardo 2; Barmaz Andrea 2; Godone Franco 3; Cavallo Eugenio 1, 2015, Assessment of long-term erosion in a mountain vineyard, Aosta Valley (NW Italy),
Geophysical research abstracts (Online) 17 (2015): 7613–7613.,
Abstract
Tillage and chemical weeding are common soil management techniques adopted in mountain vineyards, with high ...
Tillage and chemical weeding are common soil management techniques adopted in mountain vineyards, with high slope gradient, to maintain bare soil. Both techniques exposes the soil to degradation, favoring runoff and soil losses, that may cause relevant on-site and off-site damage. Steep mountain slopes makes optimum conditions for grape-growing. In the mountain region of Aosta Valley, NW Italy, the vineyards were, in the past, traditionally grown on terraces supported by dry stone walls. Since the 1960s the plantation of vines in the direction of the slope became more and more widespread, also on very steep slopes. Generally, no particular measure to channel and control surface water is adopted in this area due to the low rainfall (560 mm/year). Nevertheless in steep mountain slope rainfall events can cause important runoff erosion. In order to evaluate the long-term effect of vineyard management techniques on soil erosion, a study was carried out on a mountain slope vineyard located near Aosta, at about 900 m above the sea level. The vineyard was planted at the end of 1960s and is managed by the Institut Agricole Régional. The rows are accommodated oriented along the slope, which is about 45%. The inter-rows' soil management of the vineyard included chemical weeding and, in first year after plantation, the adoption of irrigation (by fixed overhead sprinklers) and hilling-up/taking-out the soil around the vine plants, to protect them from cold weather. The long-term soil erosion rate was determined adopting the technique of botanical benchmark (Casalí et al.,2009). The grafting callus was used as a marker to identify the paleo-surface at the time of planting. A detailed topographic survey was carried out to determine the present surface of the vineyard while the current position of the grafting callus was recorded for a number of plants. The original position of the callus was estimated by data obtained by farmers and by a survey on reference vineyards. Two digital elevation models (DEMs) were generated_ the first depicting, the present vineyard surface and the second representing the topography of the vineyard at time of vineyard plantation, based on the height of the grafting callus above the soil. The difference between the DEMs represents the local soil loss/gain over the vineyard surface from the plantation to today. According to this calculation the estimated total soil lost across 46 years was about 800 Mg, with average annual soil loss of 58.6 Mg ha-1year -1. The long-term erosion rate estimated by the study is consistent with values reported for vineyards by other studies considering shorter periods of time. The estimated erosion rate dramatically exceeds the upper limit of the tolerable soil erosion rates (1.4 Mg ha-1 year-1) proposed for Europe by Verheijen et al. (2009). It is likely that the water and soil management practices adopted in the vineyard, besides the high slope gradient, have played a relevant role in determining the high erosion rate.
Marcella Biddoccu 1, Stefano Ferraris 2, Laura Turconi 3, Eugenio Cavallo 1, 2015, A demonstration area in the Langhe-Roero and Monferrato vineyards (Piemonte, NW Italy): the Cannona Experimental Site,
Geophysical research abstracts (Online) 17 (2015): 15580–15580.,
Abstract
The Langhe-Roero and Monferrato vineyard landscape ) became a World Heritage Site (WHS) in 2014. ...
The Langhe-Roero and Monferrato vineyard landscape ) became a World Heritage Site (WHS) in 2014. It is a winegrowing area located in the Piemonte region, in the North-West Italy. The UNESCO awarded the area being an outstanding example of land-use, of cultures, and of human interaction with the environment.
Erosion, landslides, decrease of carbon content and compaction are the major threats affecting the soil recognized by the European Union. The hilly vineyards of the Langhe-Roero and Monferrato area are particularly vulnerable to soil erosion and landslides. The soil and crop management practices have an influence on these menaces. For example, the land leveling works during the vineyard plantation, the orientation of the vine-rows along the slope, and tillage and maintenance of bare soil in the inter-rows expose the soil to degradation processes. Furthermore, extreme rainfalls events engender gully erosion processes and intense runoff , which in turn, are often related to soil-slips and mud flows. . Relevant hydrological soil-slips and mud flows struck the Langhe-Roero and Monferrato hilly area in 1977, in 1994 and in October 2014.
Since 2000 IMAMOTER collected hydrological (?) data from the Cannona Erosion Plots, within the Tenuta Cannona Vine and Wine Experimental Centre of Regione Piemonte.It is located in the southern area of the Monferrato, within the WHS Here, rainfall, runoff and soil erosion are monitored under natural rainfall conditions on three field plots. The vines aligned in rows along the slope., , The soil of the inter-rows of the plots are managed with deep (xx cm) tillage, reduced tillage (xx cm), and controlled grass cover.
The aim of the study is to evaluate the effects of agricultural management practices and tractor traffic on soil degradation processes in vineyards.
The dataset collected since now include measurements for more than 200 runoff and over 70 soil loss events. Periodicical measurements of physical and hydrological characteristics of the soil are carried out on the three plots.
The analysis of data collected in the Cannona Experimental Site show that the use of permanent grass cover in the inter-rows reduces yearly and seasonal runoff and soil losses . According to the results of the analysis of the data the reduced tillage gives the highest soil degradation in term of soil losses , soil compaction, and water infiltration.
Grass cover is particularly effective in reducing runoff and soil erosion during summer storms.
The monitoring activities at the Cannona Experimental Site are still underway to improve the understanding of the soil management effects on soil hydrology, erosion and landslides triggering in sloping vineyards.
The long term data collect in the Cannona testing site can be used in multidisciplinary approach to investigate interactions among land use, soil management, and natural processes. The data recorded on experimental plots can be extended to small basin scale to study effect of different soil management technique on soil conservation and hydrological protection on larger similar area Theses studies became particularly important for the water and soil conservation in the vine-growing systems considering the increase in rainfall intensity the climate changes are engendering.
Cavalli M., Crema S., Viero A., Marchi L., 2015, Attività di studio sulle conoidi con sviluppo di una metodologia di raccolta dati e loro applicazione su aree test – Relazione finale,
2015,
Abstract
Il presente studio, svolto dall'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio Nazionale ...
Il presente studio, svolto dall'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) su incarico della Regione Veneto, ha per oggetto lo sviluppo di una metodologia per la raccolta dati dei processi torrentizi che interessano le aree di conoide e la relativa applicazione in tre aree test situate nelle province di Vicenza, Treviso e Belluno.
In accordo con quanto previsto dall'Art. 4 della convenzione tra la Regione del Veneto e il CNR IRPI, il presente documento descrive le attività condotte e presenta i risultati ottenuti.
Marcato G., Bossi G., Schenato L., 2015, Monitoraggio della galleria “San Lorenzo” in rapporto ai movimenti franosi esterni Relazione Finale – contratti 000404 del 16.07.15,
2015,
Abstract
Il presente documento rappresenta la relazione finale inerente l'incarico che ANAS Compartimento della Viabilità per ...
Il presente documento rappresenta la relazione finale inerente l'incarico che ANAS Compartimento della Viabilità per il Friuli Venezia Giulia ha affidato al CNR-IRPI UOS di Padova.
Il monitoraggio effettuato da IRPI CNR UOS di Padova per conto della Direzione Regionale della Protezione Civile ha messo in risalto come parte del versante sud del Monte Tinisa e del Clap di Lavres siano in movimento. Anas dopo aver ricostruito un tratto di galleria tra il 2005 e il 2008, dal 2014 ha implementato un sistema di monitoraggio in continuo delle lesioni sui conci 27,28,29 della galleria stradale San Lorenzo, costituito da 24 fessurimetri e 4 clinometri. Scopo di tale impianto di monitoraggio è di fornire dati per individuare eventuali correlazioni tra l'attività delle deformazioni e fattori perturbativi quali le precipitazioni e le acque circolanti nell'ammasso roccioso. Il sistema può integrarsi al monitoraggio della Protezione Civile in atto per il controllo dei fenomeni franosi dell'area.
M. T. Brunetti (1), Z. Xiao (2,3), G. Komatsu (4), S. Peruccacci (1) and F. Guzzetti (1), 2015, Terrestrial and extraterrestrial landslide size statistics,
European Planetary Science Congress 2015, Nantes, 27 September - 2 October 2015,
Abstract
We present the size statistics of landslides on Earth, Mars, the Moon and Mercury. We ...
We present the size statistics of landslides on Earth, Mars, the Moon and Mercury. We used two existing landslide inventories for New Mexico (USA) and for Valles Marineris, Mars, and two new inventories of lunar and Mercurian landslides. Failures on the Moon and Mercury were detected and mapped along the internal walls of impact craters. The statistical distributions of the extraterrestrial landslide area were exploited to compare the results with similar distributions obtained for terrestrial landslides.
M. T. Brunetti (1), Z. Xiao (2,3), G. Komatsu (4), S. Peruccacci (1), and F. Guzzetti (1), 2015, Large landslides in lunar and mercurian impact craters,
46th Lunar and Planetary Science Conference, The Woodlands, Texas, 16-20, March 2015,
Abstract
The contribution describes the recognition and mapping of large rock slides in impact craters on ...
The contribution describes the recognition and mapping of large rock slides in impact craters on the Moon and Mercury.
Massimo Melillo, Maria Teresa Brunetti, Stefano Luigi Gariano, Silvia Peruccacci, Fausto Guzzetti, 2015, AUTOMATIC RECONSTRUCTION OF RAINFALL EVENTS AND OBJECTIVE DEFINITION OF RAINFALL THRESHOLDS FOR LANDSLIDE OCCURRENCE,
Le Giornate dell'Idrologia, Perugia, 06/10/2015,
Abstract
Objective criteria for the identification of rainfall events are ambiguous or subjective, particularly when dealing ...
Objective criteria for the identification of rainfall events are ambiguous or subjective, particularly when dealing with the forecast of rainfall-induced landslides. In an attempt to overcome the problem, we developed an algorithm for the objective and reproducible reconstruction of rainfall events, and of rainfall conditions responsible for landslide occurrence (Melillo et al., 2015). The algorithm is implemented in a code written in the R language, and comprises three distinct modules to perform_ (i) the reconstruction of distinct rainfall events, in terms of rainfall duration (D in h) and cumulated event rainfall (E in mm), (ii) the identification of one or more rainfall ED conditions responsible for observed landslides, and (iii) the definition of rainfall thresholds for possible landslide occurrences.
The algorithm elaborates rainfall records and reconstructs individual rainfall events using pre-defined parameters to account for different geographical and climatic conditions. A comparison between rainfall characteristics in different regions can be performed.
We applied the algorithm in Sicily, southern Italy, using (i) rainfall measurements obtained from a network of 169 rain gauges, and (ii) information on 265 rainfall induced landslides occurred between January 2002 and December 2012. The algorithm reconstructed 29,270 rainfall events, corresponding to a mean of 24 rainfall events per year. For each rain gauge, the algorithm calculated statistics for the reconstructed rainfall events. The statistics have been proved useful for geographical and seasonal analysis of rainfall patterns.
Next, using information on landslide occurrence, the algorithm reconstructed 472 rainfall ED conditions as possible triggers of the observed failures. Then, the algorithm exploited the multiple rainfall conditions to define objective and reproducible empirical rainfall thresholds for the possible initiation of landslides. The calculated thresholds can be implemented in an operational early warning system for shallow landslide forecasting.
Maria Teresa Brunetti (1), Zhiyong Xiao (2,3), Goro Komatsu (4), Silvia Peruccacci (1), Federica Fiorucci (1),
Mauro Cardinali (1), Michele Santangelo (1), and Fausto Guzzetti (1), 2015, Landslides on Earth, Mars, Moon and Mercury,
Geophysical research abstracts (Online) 17 (2015).,
Abstract
Landslides play an important role in the evolution of landscapes on Earth and on other ...
Landslides play an important role in the evolution of landscapes on Earth and on other solid planets of the Solar
System. On Earth, landslides have been recognized in all continents, and in subaerial and submarine environments.
The spatial and temporal range of the observed slope failures is extremely large on Earth. Surface gravity is the
main factor driving landslides in solid planets. Comparison of landslide characteristics, e.g. the landslide types and
sizes (area, volume, fall height, length) on various planetary bodies may help in understanding the effect of surface
gravity on failure initiation and propagation. In the last decades, planetary exploration missions have delivered
an increasing amount of high-resolution imagery, which enables to resolve and identify morphologic structures
on planetary surfaces in great detail. Here, we present three geomorphological inventories of extraterrestrial landslides
on Mars, Moon and Mercury. To recognize and map the landslides on the three Solar System bodies, we
adopt the same visual criteria commonly used by geomorphologists to identify terrestrial slope failures in aerial
photographs or satellite images. Landslides are classified based on the morphological similarity with terrestrial
ones. In particular, we focus on rock slides mapped in Valles Marineris, Mars, and along the internal walls of impact
craters on the Moon and Mercury. We exploit the three inventories to study the statistical distributions of the
failure sizes (e.g., area, volume, fall height, length), and we compare the results with similar distributions obtained
for terrestrial landslides. We obtain indications on the effect of the different surface gravity on landslides on Earth
and Mars through the relationship between the landslide area and volume on the two planets. From the analysis of
the area, we hypothesize that the lack of medium size landslides on Mars is due to the absence of erosive processes,
which are induced on Earth chiefly by water-related weathering processes.We find that gravity is key to explain the
difference between the distribution of the landslide area on the Moon and Mercury. The different surface gravity
likely sets the minimum crater diameter at which slope failures start to occur.
Maria Teresa Brunetti, Silvia Peruccacci, Anna Roccati, Massimo Melillo, Stefano Luigi Gariano, Fausto Guzzetti, 2015, AGGIORNAMENTO DI SOGLIE PLUVIOMETRICHE REGIONALI E SUB-REGIONALI E DEFINIZIONE DI NUOVE SOGLIE TOPOGRAFICHE PER LA LIGURIA,
pp.1–26, 2015,
Abstract
Il documento illustra l'aggiornamento di soglie pluviometriche regionali, sub-regionali e stagionali per il possibile innesco ...
Il documento illustra l'aggiornamento di soglie pluviometriche regionali, sub-regionali e stagionali per il possibile innesco di frane nella regione Liguria e la definizione di nuove soglie topografiche. I risultati riportati rientrano nell'attività di ricerca prevista dalla convenzione tra il Commissario Delegato per il superamento dell'emergenza derivante dagli eventi alluvionali occorsi nel novembre 2012 - Regione Liguria e L'istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, del Consiglio Nazionale delle Ricerche per realizzazione di soglie pluviometriche per il possibile innesco di frane indotte dalla pioggia in Liguria e la validazione delle previsioni del Sistema di Allerta Nazionale per la previsione di Frane indotte dalla pioggia in Liguria (SARF Liguria).
In questo documento sono definite nuove soglie pluviometriche empiriche per il possibile innesco di frane nella regione Liguria, ottenute analizzando 440 eventi pluviometrici, ciascuno dei quali ha innescato uno o più fenomeni franosi.
In particolare, il documento è suddiviso in sette capitoli. Il Capitolo 1 contiene un'introduzione ai contenuti del documento. Nel Capitolo 2 è descritto il catalogo degli eventi pluviometrici che hanno innescato frane in Liguria, con riferimento alle fonti di informazione e ai dati di pioggia con cui sono stati ricostruiti gli eventi pluviometrici associati ai dissesti. Il Capitolo 3 riporta l'aggiornamento delle soglie pluviometriche regionali, sub-regionali e stagionali per la Liguria. Il Capitolo 4 contiene le nuove soglie di pioggia per province fisiografiche (soglie topografiche). Il Capitolo 5 mostra il confronto tra la nuova soglia regionale definita nel presente documento e le soglie definite nei precedenti rapporti. Il Capitolo 6 riporta il confronto tra la nuova soglia regionale e quella nazionale. Il Capitolo 7 contiene l'elenco della bibliografia di riferimento.
Paolo Allasia, Francesca Ardizzone, Martina Cignetti, Daniele Giordan, Andrea Manconi, Michele Manunta, 2015, Progetto HAMMER.Deliverable 2. Collected and Processed data list,
2015,
Abstract
Secondo deliverable del progetta di ricerca HAMMER ...
Secondo deliverable del progetta di ricerca HAMMER
Francesca Ardizzone, Martina Cignetti, Andrea Manconi, Daniele Giordan, Paolo Allasia, Michele Manunta, 2015, D2.6j HAMMER Special Project – D2.6 Results of the Pilot studies,
2015,
Abstract
Il deliverable riassuma le attività del progetto HAMMER svolte nell'ambito del progetto interdipartimentale NextData. ...
Il deliverable riassuma le attività del progetto HAMMER svolte nell'ambito del progetto interdipartimentale NextData.
Andrea Maria Deganutti, Pia Rosella Tecca, Giuseppe Nigro, 2015, Numerical modelling of a debris-flow fan in Eastern Italian Alps,
Alluvial fans 2015, Christchurch, New Zealand, 30/11-8/12/2015,
Abstract
The knowledge of flow rheology, the accurate prediction of runout distances, and velocities, can ...
The knowledge of flow rheology, the accurate prediction of runout distances, and velocities, can reduce the casualties and property damage produced by debris flows, providing a means to delineate hazard areas, to estimate hazard intensities for input into risk studies and parameters for the design of control works.
The application of models which describe the propagation and deposition of debris flow for the hazard delineation and estimation, requires detailed topography, hydrological and rheological data that are not always available
In the Tolmezzo area, Eastern Italian Alps, a wide, complex shaped debris flow fan is built by a torrent and its several tributaries. the material transported by these events invaded a very busy national road
We compared the results of simulations carried on with two different single-phase, non Newtonian models, the two-dimensional FLO-2D and IDRA2D DF, in order to test the reliability to simulate the dynamic behaviour of the design debris flow. Data from field topographic surveys and from the rain gauges of the valley are used in order to build a trustworthy numerical model for deposition simulation.
FLO-2D model creates a more accurate representation of the hazard area in terms of flooded area, but the results in terms of runout distances and deposits thickness are similar to the open-source IDRA2D DF results. Parameters obtained through back-analysis with both models can be applied to predict hazard in other areas characterized by similar geology, morphology and climate.
Cotecchia, Federica; Santaloia, Francesca; Pedone, Giuseppe; Vitone, Claudia; Lollino, Piernicola; Mitaritonna, Giuseppina, 2015, Diagnosis of Slow Landslides Affecting Tectonised Clayey Slopes (Southern Apennines),
IAEG Congress, pp. 1029–1032, 2014, IAEG Congress,
Abstract
The assessment of the slope failure mechanisms, along with the identification of the factors promoting ...
The assessment of the slope failure mechanisms, along with the identification of the factors promoting the development of the landslide processes, represents the keystone for an effective design of landslide mitigation. The paper outlines some mitigation strategies for some slow-moving landslides, involving heterogeneous and tectonized soils, located in the outer sector of Southern Apennines. These mitigation designs result from a comprehensive analysis of the failure slope scenarios as resulted from field surveys and investigations, slope monitoring and laboratory testing.
IOVINE G. (1), AUBRECHT C. (2), PASTOR M. (3), 2015, An integrative perspective on modeling of dangerous phenomena for risk mitigation,
Computer modeling in engineering & sciences (Online) (2015).,
RONGO R. (1), D'AMBROSIO D. (1), IOVINE G. (2), LUCÀ F. (3), LUPIANO V. (4), BONGOLAN V.P. (5), SPATARO W. (1), 2015, A probabilistic approach to hazard mapping based on computer simulations. An example for lava flows at Mount Etna,
Computer modeling in engineering & sciences (Online) 109 (2015): 105–130. doi_10.3970/cmes.2015.109.105,
DOI: 10.3970%2Fcmes.2015.109.105
Abstract
Determining sectors that could be affected by lava flows in volcanic areas is essential for ...
Determining sectors that could be affected by lava flows in volcanic areas is essential for risk mitigation purposes. Traditionally, when adopting methods based on probabilistic numerical simulations, the hazard is assessed by analysing a huge set of simulations of hypothetical events, each characterized by a distinct probability of occurrence based on statistics of historical events. If lateral or eccentric eruptions are also taken into account, simulated lava flows usually start from the nodes of regular grids of potential vents, uniformly covering the study area. In this study, an alternative approach to evaluate flow-type hazard, based on a non-uniform grid of potential vents, is proposed. The method takes into account expected changes in the topographic context due to successive lava-flow bodies, and allows to obtain more detailed maps for the most exposed areas, besides significantly reducing the computational efforts. The approach has been tested to evaluate lava-flow hazard at Mt Etna (Eastern Sicily, Southern Italy), and a preliminary
analysis has been performed to investigate the behaviour of the adopted technique with respect to the number of performed sets of simulations to better understanding its predictive capability.
Dragone V.
Muciaccia M.
Basso A.
Ciciretti L.
Palombella M.
Polemio M., 2015, Una molteplicità di approcci a supporto della mitigazione dei rischi idrogeologici perseguita dai consorzi di bonifica (Gargano, Puglia),
Giornate dell'Idrogeologia della Società Idrologica Italiana 2015, Perugia, 6-8/10/2015,
Abstract
Il Progetto GarganoLab ovvero "Sistema informativo integrato per la gestione del territorio, il monitoraggio ambientale ...
Il Progetto GarganoLab ovvero "Sistema informativo integrato per la gestione del territorio, il monitoraggio ambientale ed allerta di emergenza", finanziato dalla Regione Puglia grazie alle misure "Living Labs", è stato concepito dal consorzio tra le imprese Staer Sistemi, W-Enterprise e Gemict a supporto della domanda di innovazione tecnologica del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano (CBMG), al fine di perseguire la riduzione dei rischi idrogeologici e l'ottimale gestione delle opere di mitigazione. La nota descrive il contributo offerto in particolare dal partner di progetto, il Laboratorio di Idrologia del CNR-IRPI. Il progetto ha perseguito la mitigazione dei rischi naturali, dovuti a frane e, soprattutto, piene, e gli effetti della siccità nel territorio del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, con maggiore dettaglio nelle zone più esposte, come il bacino idrografico Molinella di Vieste, drammaticamente interessato anche dal più recente evento alluvionale, occorso nel Gargano dall'1 al 6/9/2014. Il Gargano è un territorio peculiare, spiccatamente montano e carsico; per la forte vicinanza al mare è colpito da fenomeni meteorici particolarmente violenti e repentini; con tali peculiarità il deflusso fluviale è di per se raro, breve e quasi sempre fulmineamente catastrofico. Il contributo del CNR-IRPI è consistito in diverse attività nel seguito brevemente descritte. 1)Analisi statistica delle serie idrologiche e individuazione dei trend_ è stato condotto lo studio statistico di tutte le serie storiche climatiche disponibili (dal 1918) per caratterizzare la siccità e l'eccezionalità degli eventi meteorici accaduti o attesi. Ricorrendo ai più opportuni indici statistici, ed in particolare all'indice SPI (Standardized Precipitation Index) maggiormente utilizzato a livello internazionale per descrivere gli eventi estremi della siccità mediante la quantificazione del deficit di precipitazione per diverse scale di tempi o durate, generalmente espressi in mesi, si è così dotato il progetto di uno strumento utile a individuare i trend statistici della siccità per diverse durate temporali, di interesse per gli aspetti meteorologici, idrologici e agricoli. Lo strumento è attivo a ritroso, per molte decine di anni, e si aggiorna in tempo reale, man mano che le misure climatiche si rendono disponibili. 2)Stima delle funzioni di distribuzione della probabilità: le serie dei massimi delle piogge cumulate da un'ora a 5 giorni sono state utilizzate per definire le funzioni di distribuzione della probabilità dei valori estremi a doppia componente (TCEV) a tutti di livelli di regionalizzazione. Tale approccio permette di compensare la limitata estensione del campionamento, ovvero della durata delle misure, limitata rispetto all'obiettivo di stimare tempi di ritorno molto più lunghi delle suddette durate, con le informazioni statisticamente rilevanti presenti nelle serie storiche della medesima regione, attualizzando e affinando i risultati del Progetto VAPI, relativo alla Puglia. Tale strumento, permette di stimare il valore della pioggia di desiderata eccezionalità per una località del Gargano per cui si conosca soltanto la quota o di convertire in tempo reale le previsioni di pioggia a breve termine, elaborate dal sistema nazionale di protezione civile, in valori di eccezionalità statistica per ciascuna località, informazione molto utile per predisporsi con un sufficiente orizzonte previsionale alla gestione delle emergenze, sia dovute alle frane a innesco piovoso che alle piene. 3)Creazione di un database geo-riferito degli eventi storici_ la ricerca storica documentazione tecnica, quotidiani locali e nazionali, database nazionali e pubblicazioni scientifiche, ha permesso di costituire un'inedita banca dati degli eventi calamitosi del Gargano con primaria attenzione a frane e alluvioni, occorsi a partire dal 1876. Tale banca dati è stata georeferenziata; le aree caratterizzate da più frequenti occorrenze e gli eventi più catastrofici sono stati studiati in maggiore dettaglio. L'uso dello strumento GIS ha dato vita al più completo geodatabase per il territorio di studio, raccogliendo ogni tipo di informazione utile (clima, geologia, idrogeologia, reti di monitoraggio, infrastrutture di trasporto, aree vulnerabili, etc.), integrando queste conoscenze con i livelli informativi derivanti dagli approcci precedenti. Tutto ciò fa da base per il livello informativo "opere" costituito dalle informazioni inerenti le opere, i manufatti, gli impianti o gli interventi realizzati dal Consorzio CBMG, tra cui almeno la localizzazione geografica e l'estensione (lineare o areale). Detto livello costituisce una sorta di cabina di regia delle opere di cui CBMG dispone per la mitigazione del rischio idrogeologico (argini, difese spondali, rimboschimenti, idrovore, etc...), in cui sono contenute e possono essere aggiornate tutte le informazioni utili, tra cui quelle geometriche, temporali (inerenti ad esempio le fasi di progettazione, realizzazione, collaudo, manutenzione e ripristino funzionale) ed economiche.
Arattano M.; Coviello V.; Cavalli M.; Comiti F.; Macconi P.; Theule J.; Crema S., 2015, Brief Communication_ A new testing field for debris flow warning systems,
Natural hazards and earth system sciences (Online) 15 (2015): 1545–1549. doi_10.5194/nhess-15-1545-2015,
DOI: 10.5194%2Fnhess-15-1545-2015
Abstract
A permanent field installation for the systematic test of debris flow warning systems and algorithms ...
A permanent field installation for the systematic test of debris flow warning systems and algorithms has been equipped on the eastern Italian Alps. The installation was also designed to produce didactic videos and it may host informative visits. The populace education is essential and should be envisaged in planning any research on hazard mitigation interventions_ this new installation responds to this requirement and offers an example of integration between technical and informative needs. The occurrence of a debris flow in 2014 allowed the first tests of a new warning system under development and to record an informative video on its performances. This paper will provide a description of the installation and an account of the first technical and informative results obtained.
Lazzarini S., Brardinoni F., Draganits E., Cavalli M., 2015, Contrasting mass-wasting activity in two debris flow-dominated catchments of the Venosta Valley,
European Geosciences Union - General Assembly 2015, Vienna, 12 - 17 Aprile 2015,
Abstract
Debris flows are the most common mass movements within alpine mountainous catchments and main responsible
process ...
Debris flows are the most common mass movements within alpine mountainous catchments and main responsible
process for sediment delivery from headwaters to streams. Often the delivered unsorted material accumulates as
debris-flow lobes on the large debris-flow fans occurring at the outlet of secondary valleys or where the slope
becomes less steep. These mass-wasting events are remarkable hazardous process concerning infrastructure and
people, especially if villages are located on such fans. Therefore monitoring and analysis of the debris-flow
activity is essential in order to mitigate the risk.
This study presents the results of a multi-temporal analysis of the debris flow activity and the evolution of
the colluvial sediment sources over the last 70 years. Two high-altitude watersheds, close to each other in the
Venosta valley (Eastern Italian Alps), were geomorphologically characterized and the transport regimes were
identified. The larger basin is Cengles Creek (10.7 km2) and the smaller watershed is Plaies Creek (3.6 km2).
The analysis has been carried out using historical aerial photos and digital analogues as well as through geomorphological,
sedimentological and hydrological fieldwork. Our results consist of the identification of different
geomorphological features and debris-flow activity patterns within the two basins.
The Cengles basin is characterized by a diffuse layer of permafrost, a hanging valley floor where alluvial
processes predominate and considerable vegetation. Within this catchment the debris-flow activity has been quite
stable over the last seven decades, with peak activities related to exceptional events, for example in 1999. On the
other hand, the Plaies watershed possesses diffuse steep slopes, virtually no vegetation and a large glacier at its
headwaters; also there the mass-wasting activity shows a stable trend with an only exceptional peak, linked to the
occurrence of a large event in August 2012.
The processes in the catchment area combines zones with colluvial transport regimes with areas in which
fluvial transport prevails, whereas Plaies is essentially dominated by mass-wasting processes strongly controlled
by the dynamics of the overhanging Ortler Glacier. Further, Cengles is a supply-limited system, since there the
occurrence of debris flows is strongly controlled by in-channel sediment evacuation and recharge cycles that
interact with the overcoming of variable hydrometeorological thresholds. In contrast, Plaies is a transport-limited
resulting from the almost unlimited availability of loose, mainly glacigenic material that can be mobilized. The
debris-flow activity in Plaies is strongly controlled by a combination of hydrometeorological forcing and glacier
dynamics.
This work is part of SedAlp (www.sedalp.eu), a project funded through the Alpine Space Programme.
De Luca A., Cucchiaro S., Blasone G., Cavalli M., Cazorzi F., 2015, Data fusion of aerial and terrestrial LiDAR datasets for sediment transport modelling,
European Geosciences Union - General Assembly 2015, Vienna, 12 - 17 Aprile 2015,
Abstract
Availability of high-resolution morphometric survey datasets is not an issue any longer, especially after the
wide ...
Availability of high-resolution morphometric survey datasets is not an issue any longer, especially after the
wide adoption of laser scanning technology to collect data. Nevertheless, this abundance of data is not always
matched by the techniques and the procedures used to process it and to turn it into information useful for decision
makers. The work we present here was aimed at exploiting high-resolution morphometric data collected using
two different technologies, i.e. Aerial Laser Scanner (ALS) and Terrestrial Laser Scanner (TLS). The two datasets
were combined to generate a series of Digital Elevation Models (DTMs) that were in turn used to assess the effects
of the construction of a new check dam on sediment transport modelling in a small Italian mountain catchment
(Rio Moscardo).
The fusion of the two datasets allowed the generation of three DTMs. The first DTM (scenario 1, from
ALS data only) describes the morphology before the check dam construction. The second DTM (scenario 2, from
ALS and TLS data) describes the morphology right after the check dam construction, therefore without upstream
debris deposition. The third DTM (scenario 3, from ALS and TLS, modified) describes the morphology a few
years after the dam construction, with consistent upstream debris deposition. The three DTMs were used as a
basis for the calculation of a spatial sediment Connectivity Index (IC), to assess how different portions of the
catchment are connected to the catchment outlet (target) in terms of debris flow delivery. The modelling results
clearly show that in scenario 2 the check dam acts as an effective sink for the debris, almost disconnecting the
catchment portion upstream to the dam (15% of the catchment area) from the catchment outlet. In scenario 3,
where due to debris deposition the slope of the area just upslope to the dam has strongly decreased, the IC values
of the catchment portion upstream to the dam revert to the ones shown in scenario 1, where strong connection to
the outlet was detected.
Brardinoni F., Scotti R., Cavalli M., Mair V., 2015, Connectivity and colluvial sediment dynamics in the Saldur River basin, Eastern Italian Alps,
European Geosciences Union - General Assembly 2015, Vienna, 12 - 17 Aprile 2015,
Abstract
We present an integrated approach that aims to_ (i) document the spatial distribution of mass-wasting ...
We present an integrated approach that aims to_ (i) document the spatial distribution of mass-wasting activity
and sediment production in the Saldur River basin (97 km2); (ii) detect causal linkages between mass-wasting
intensity and the potential spatial distribution of discontinuous permafrost; (iii) identify source-to-sink colluvial
sedimentary pathways as modulated by the spatial organization of active and relict glacial and periglacial
depositional landforms; and (iv) test the reliability of a geomorphometry-based index of sediment connectivity. In
so doing we compare spatial patterns of process-based and structural geomorphic connectivity.
To these ends, we map rock glaciers, protalus ramparts and moraines, and compile a field- and air photobased
multi-temporal (1959-1969-1982-1997-2000-2006-2008-2011) inventory of colluvial sediment sources. We
then combine these data with two historical datasets of debris flow and landslide events (both implemented and
maintained by the Autonomous Province of Bolzano) and analyse mass-wasting spatial distribution and intensity
in relation to proximity to glacier fronts, intact and relict periglacial landforms, and a permafrost index map (i.e.
PermaNET; http_//www.permanet-alpinespace.eu/).
This work is part of SedAlp (www.sedalp.eu), a project funded through the Alpine Space Programme.
Cavalli M., Borselli L., Crema S., Marchi L., Vigiak O., 2015, The use of Digital Elevation Models for sediment connectivity assessment_ state of the art and perspectives,
European Geosciences Union - General Assembly 2015, Vienna, 12 - 17 Aprile 2015,
Abstract
Geomorphic coupling, i.e. linkages between geomorphic system components, and sediment connectivity, i.e. the
degree of linkage ...
Geomorphic coupling, i.e. linkages between geomorphic system components, and sediment connectivity, i.e. the
degree of linkage that controls sediment fluxes throughout landscape, have important implications for the behavior
of geomorphic systems and have become key issues in the study of sediment transfer processes.
The detailed characterization of the topographic surface plays a fundamental role for studying sediment dynamics
in a catchment. Digital Elevation Models (DEMs) can both improve geomorphological interpretation (e.g.
individuation of sediment source areas) and enable the quantitative modeling of sediment fluxes and connectivity.
In particular, the availability of LiDAR-derived high-resolution Digital Terrain Models (DTMs), exploited using
geomorphometric analysis, extends the applicability and potentialities of topography-based modeling approaches.
Indeed, geomorphometry allows to derive detailed characterization of drainage pattern and surface roughness,
which are two of the most important parameters in the study of sediment delivery.
Since the late 1990s, some GIS-based approaches mainly based on stream-power have been developed for modeling
the topographic potential for erosion and deposition and evaluating the impedance to sediment conveyance.
But it is in the more recent years that an increasing interest for the quantitative characterization of the linkage
between landscape units can be observed in literature. The development of geomorphometric indices, such as the
sediment connectivity index (IC) by Borselli et al. (2008) and the version of IC proposed by Cavalli et al. (2013),
and related freeware applications, has certainly contributed to this increased interest.
In this work, the state of the art on the use of DEMs for sediment connectivity assessment, with a specific focus
on the sediment connectivity index and following applications, will be presented. Future perspectives will be also
discussed.
References
Borselli L., Cassi P., Torri D., 2008. Prolegomena to sediment and flow connectivity in the landscape_ a GIS and
field numerical assessment. Catena, 75(3), 268-277. doi_10.1016/j.catena.2008.07.006
Cavalli M., Trevisani S., Comiti F., Marchi L., 2013. Geomorphometric assessment of spatial sediment connectivity
in small Alpine catchments. Geomorphology 188,31-41. doi_10.1016/j.geomorph.2012.05.007
Bossi G.; Cavalli M.; Crema S.; Frigerio S.; Quan Luna B.; Mantovani M.; Marcato G.; Schenato L.; Pasuto A., 2015, Multi-temporal LiDAR-DTMs as a tool for modelling a complex landslide_ A case study in the Rotolon catchment (eastern Italian Alps),
Natural hazards and earth system sciences (Print) 15 (2015): 715–722. doi_10.5194/nhess-15-715-2015,
DOI: 10.5194%2Fnhess-15-715-2015
Abstract
The geomorphological change detection through the comparison of repeated topographic surveys is a recent approach ...
The geomorphological change detection through the comparison of repeated topographic surveys is a recent approach that benefits greatly from the latest developments in topographical data acquisition techniques. Among them, airborne LiDAR makes the monitoring of geomorphological changes a more reliable and accurate approach for natural hazard and risk management. In this study, two LiDAR digital terrain models (DTMs) (2 m resolution) were acquired just before and after a complex 340 000 m3 landslide event (4 November 2010) that generated a debris flow in the channel of the Rotolon catchment (eastern Italian Alps). The analysis of these data was used to set up the initial condition for the application of a dynamic model.
The comparison between the pre- and post-event DTMs allowed us to identify erosion and depositional areas and the volume of the landslide. The knowledge of the phenomenon dynamics was the base of a sound back analysis of the event with the 3-D numerical model DAN3D. This particular code was selected for its capability to modify the rheology and the parameters of the moving mass during run-out, as actually observed along the path of the 2010 debris flow.
Nowadays some portions of Mt. Rotolon flank are still moving and show signs of detachment. The same soil parameters used in the back-analysis model could be used to simulate the run-out for possible future landslides, allowing us to generate reliable risk scenarios useful for awareness of civil defense and strategy of emergency plans.
Schenato L., Palmieri L., Marcato G., Galtarossa A., Pasuto A., 2015, Fiber Optic Sensor with improved sensitivity for acoustic detection of rockfalls,
Rendiconti online Società Geologica Italiana 34 (2015): 66–69. doi_10.3301/IJG.2015.39,
DOI: 10.3301%2FIJG.2015.39
Abstract
This short note summarizes the activity about the development and optimization of a fiber optic ...
This short note summarizes the activity about the development and optimization of a fiber optic sensor for ultrasonic acoustic sensing to the aim of rockfall detection. The sensor is described and its viability to rockfall is discussed and experimentally validated. An improved design of the sensor, with double responsivity, is also proposed.
Schenato L., Marcato G., Ahlstedt M., Dwivedi S., Janse Van Vuuren D., Pasuto A., 2015, Crack Monitoring in a Road Tunnel by Plastic Optical Fibre Sensing,
2015 Fotonica AEIT Italian Conference on Photonics Technologies, pp. 1–4, Turin, 6-8 May 2015,
Abstract
In this work, a low cost optical fibre sensing system for concrete cracks assessment inside ...
In this work, a low cost optical fibre sensing system for concrete cracks assessment inside a road tunnel is presented. A plastic optical fibre, with large dynamic strain range is used for sensing cracks. The system exploits a commercially available interrogator capable of estimating integral deformation of the cable via a phase measurement of a RF modulated optical signal.
Rossi M.; Torri D.; Santi E., 2015, Bias in topographic thresholds for gully heads,
Natural hazards (Dordr.) 79 (2015): 51–69. doi_10.1007/s11069-015-1701-2,
DOI: 10.1007%2Fs11069-015-1701-2
Abstract
The topographic threshold for overland flow gully head represents a promising tool for both research ...
The topographic threshold for overland flow gully head represents a promising tool for both research development and users. Nevertheless, some of the basic assumptions that were used to derive the threshold equation are also at the base for errors, including systematic ones, which introduce bias in the evaluations. Particularly, the assumption that the gully head catchment (GHC) area is a synonym for runoff causes is often false. This cause errors when calculating the threshold equation parameters (i.e. exponent and coefficient of the power equation linking critical slope gradient near the gully head to the GHC area). The assumption implies that every part of the GHC is connected via continuous overland flow paths to the outlet at the moment of peak discharge. Larger areas require larger concentration times, hence longer rainfall duration. This makes the occurrence of a rainfall intensity of the right duration to allow the total connectivity of the GHC less frequent (i.e. less probable). Also the land use (characterized by a specific vegetation type) and the soil conditions could have an effect on the probability that the previous assumption is verified. In order to show this, a distributed model developed in R was used to analyse where the conditions for gully erosion are actually verified. The hydrological part was developed based on the curve number (CN) approach, including the simulation of peak discharge with a few modifications/adaptations to a spatially distributed environment. A small routine was added to simulate concentrated flow erosion and condition for gully head formation. Then, a set of simulations were run using a series of daily rainfall amount and different land use/soil scenarios. Results show a clear effect of the vegetation distribution and patterns on gully head position in the simulated landscapes. From these results, it becomes evident that CN-weighted average in composite catchments needs to be replaced by a different averaging procedures, where the fraction of catchment area as CN weight is completed by an additional weight based on distances to the catchment outlets of the different land uses.
Nasri B.; Fouche O.; Torri D., 2015, Coupling published pedotransfer functions for the estimation of bulk density and saturated hydraulic conductivity in stony soils,
Catena (Cremling.) 131 (2015): 99–108. doi_10.1016/j.catena.2015.03.018,
DOI: 10.1016%2Fj.catena.2015.03.018
Abstract
Saturated hydraulic conductivity (Ks) is one of the key parameters in the design of engineering ...
Saturated hydraulic conductivity (Ks) is one of the key parameters in the design of engineering and environmental structures built in the unsaturated zone for infiltration purpose. Unfortunately, its field determination is laborious and expensive and suffers non-uniqueness. Besides, pedotransfer functions (PTFs) have been established to translate some measured soil matrix properties such as bulk density, organic matter and soil texture into Ks. Especially when the soil is heterogeneous, these PTFs may exhibit large differences between the matrix-predicted and in situ measured Ks. Moreover, there is no published PTF to predict Ks in stony soils. In this study, the objective is to estimate Ks in heterogeneous stony soils by combining already published PTFs. A methodology has been developed to evaluate the performance of the combinations of ten published PTFs predicting Ks from bulk density in fine soil matrix (BDm0) with thirty two published PTFs predicting BDm0 from the soil matrix texture properties. These 320 combined functions are likely to allow finding a correct estimation of Ks in most of fine soils but not in stony soils. To test this assumption, in situ Ks measurements with a Guelph permeameter and matrix texture and organic matter determinations in laboratory were carried out in a stony soil (colluvium from limestone). The magnitudes of measured Ks are much higher than the values predicted for the given texture of the matrix by 320 combined functions. This suggests that the rock fragment fraction in the soil plays an important role in accelerating the evacuation of water by increasing the cinematic porosity. Then, the empirical relation of Torri et al. (1994) is used to take into account this additional porosity within the real bulk density of the soil matrix. The retention capacity of the stony soil is controlled by the matrix content, which provides for a relation between rock fragment content and residual water content. Finally, six combined functions transformed by the Torri's relation are selected which predict Ks for a stony soil.
Bacaro G.,
Maccherini S.,
Chiarucci A.,
Jentsch A.,
Rocchini D.,
Torri D.,
Gioria M.,
Otto R.,
Escudero C. G.,
Fernandez-Lugo S.,
Fernandez-Palacios J.M.,
Arévalo J.R., 2015, Distributional patterns of endemic, native and alien species along a roadside elevational gradient in Tenerife, Canary Islands,
Community ecology (Print) 16 (2015): 223–234. doi_10.1556/168.2015.16.2.10,
DOI: 10.1556%2F168.2015.16.2.10
Abstract
Abstract: Invasion by alien plant species may be rapid and aggressive, causing erosion of local ...
Abstract: Invasion by alien plant species may be rapid and aggressive, causing erosion of local biodiversity. This is particularly true for islands, where natural and anthropogenic corridors promote the rapid spread of invasive plants. Although evidence shows that corridors may facilitate plant invasions, the question how their importance in the spread of alien species varies along environmental gradients deserves more attention. Here, we addressed this issue by examining diversity patterns (species richness of endemic, native and alien species) along and across roads, along an elevation gradient from sea-level up to 2050 m a.s.l. in Tenerife (Canary Islands, Spain), at multiple spatial scales. Species richness was assessed using a multi-scale sampling design consisting of 59 T-transects of 150 m × 2 m, along three major roads each placed over the whole elevation gradient. Each transect was composed of three sections of five plots each_ Section 1 was located on the road edges, Section 2 at intermediate distance, and Section 3 far from the road edge, the latter representing the "native community" less affected by road-specific dis- turbance. The effect of elevation and distance from roadsides was evaluated for the three groups of species (endemic, native and alien species), using parametric and non-parametric regression analyses as well as additive diversity partitioning. Differences among roads explained the majority of the variation in alien species richness and composition. Patterns in alien species were also affected by elevation, with a decline in species richness with increasing elevation and no alien recorded at high elevations. Elevation was the most important factor determining patterns in endemic and native species. These findings confirm that climate filtering reflected in varying patterns along elevational gradients is an important determinant of alien species richness, which are not adapted to high elevations, while anthropogenic pressures may explain alien species richness at low elevation.
