Ivan marchesini, Francesco Bucci, Mauro Cardinali, 2017, SISMA 2016 – Relazione di sopralluogo per soluzioni abitative in emergenza (SAE) – Comune di Norcia,
31 Marzo 2017 Norcia, 2017,
Abstract
Localizzazione
Provincia_ Perugia
Comune_ Norcia
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato sessagesimale): 42°47'49.9"N ...
Localizzazione
Provincia_ Perugia
Comune_ Norcia
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato sessagesimale): 42°47'49.9"N 13°05'14.4"E
Ivan Marchesini, Francesco Bucci, Mauro Cardinali, 2017, SISMA 2016 – Relazione di sopralluogo per soluzioni abitative in emergenza (SAE), Castelluccio di Norcia – Comune di Norcia,
31 Marzo 2017 Castelluccio di Norcia, 2017,
Abstract
Localizzazione
Provincia_ Perugia
Comune_ Norcia
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato sessagesimale):
Area 1_ 42°49'44.1"N ...
Localizzazione
Provincia_ Perugia
Comune_ Norcia
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato sessagesimale):
Area 1_ 42°49'44.1"N 13°12'51.0"E
Area 2_ 42°49'45.3"N 13°12'20.7"E
Ivan Marchesini, Francesco Bucci, Mauro Cardinali, 2017, SISMA 2016 – Relazione di sopralluogo per soluzioni abitative in emergenza (SAE), Piedivalle – Comune di Preci,
31 Marzo 2017 Preci, 2017,
Abstract
Localizzazione
Provincia_ Perugia
Comune_ Preci
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato sessagesimale): 42°52'06.6"N ...
Localizzazione
Provincia_ Perugia
Comune_ Preci
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato sessagesimale): 42°52'06.6"N 13°03'48.4"E
Ivan Marchesini, Francesco Bucci, Mauro Cardinali, 2017, SISMA 2016 – Relazione di sopralluogo per soluzioni abitative in emergenza (SAE) – Comune di Preci,
31 Marzo 2017 Preci, 2017,
Abstract
Localizzazione
Provincia_ Perugia
Comune_ Preci
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato sessagesimale): 42°52'43.3"N ...
Localizzazione
Provincia_ Perugia
Comune_ Preci
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato sessagesimale): 42°52'43.3"N 13°02'35.9"E
Ivan Marchesini, Federica Fiorucci, 2017, SISMA 2016 – Relazione di sopralluogo per soluzioni abitative in emergenza (SAE), passo di Treia – Comune di Treia,
02 febbraio 2017 Treia, 2017,
Abstract
Localizzazione
Provincia_ Macerata
Comune_ Treia
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato decimale): 43.281773 ...
Localizzazione
Provincia_ Macerata
Comune_ Treia
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato decimale): 43.281773 N, 13.327198 E
Ivan Marchesini, Federica Fiorucci, 2017, SISMA 2016 – Relazione di sopralluogo l’ubicazione di MUSP da adibire a laboratori – Tolentino,
02 febbraio 2017 Tolentino, 2017,
Abstract
Localizzazione
Provincia_ Macerata
Comune_ Tolentino
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat):
Sito 1 liceo Coreutico Ex- ...
Localizzazione
Provincia_ Macerata
Comune_ Tolentino
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat):
Sito 1 liceo Coreutico Ex- Mattatoio
13.280627°E
43.212938°N
Sito 2 Contrada Cisterna
13.335915°E
43.224096°N
Ivan Marchesini, Federica Fiorucci, 2017, SISMA 2016 – Relazione di sopralluogo per l’ubicazione di un MUSP adibito a laboratorio – Comune di San Ginesio,
02 febbraio 2017 San Ginesio, 2017,
Abstract
Localizzazione
Provincia_ Macerata
Comune_ San Ginesio
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato decimale): ...
Localizzazione
Provincia_ Macerata
Comune_ San Ginesio
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato decimale): 43.116079°, 13.374970°
Ivan Marchesini, Federica Fiorucci, 2017, SISMA 2016 – Relazione di sopralluogo per soluzioni abitative in emergenza (SAE) – Comune di Caldarola,
02 febbraio 2017 Caldarola, 2017,
Abstract
Localizzazione
Provincia_ Macerata
Comune_ Caldarola
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato decimale):
Area1 43.14391°, 13.217970°
Area2 ...
Localizzazione
Provincia_ Macerata
Comune_ Caldarola
Indirizzo/Località, Coordinate geografiche (WGS 84 lon/lat in formato decimale):
Area1 43.14391°, 13.217970°
Area2 43.142957°, 13.218185°
Area3 43.139477°, 13.221456°
Area4 43.132590°, 13.229322°
Dott. Ivan Marchesini
Dott. Mauro Rossi
Dott. Massimiliano Alvioli
Ing. Maria Elena Martinotti, 2017, CC-DPC – SVILUPPO DEL SISTEMA DI ALLERTAMENTO NAZIONALE PER LA POSSIBILE OCCORRENZA DI FENOMENI FRANOSI INDOTTI DA PIOGGE (SANF) E CERTIFICAZIONE DEL SISTEMA,
pp.1–70, 2017,
Abstract
Il documento illustra le attività realizzate nel corso del 2016 nell'ambito dell'Accordo di
Collaborazione (AC) tra ...
Il documento illustra le attività realizzate nel corso del 2016 nell'ambito dell'Accordo di
Collaborazione (AC) tra il Dipartimento della Protezione Civile (DPC) e il Centro di
Competenza dell'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (CC IRPI), del
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) [DA-011]. Le attività previste dal presente AC
si inquadrano nell'ambito dell'Accordo di Programma Quadro firmato dal Capo del
Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e dal
Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche [DA-002].
Le attività oggetto del presente AC riguardano la manutenzione e lo sviluppo del
Sistema di Allertamento Nazionale per la previsione del possibile innesco di fenomeni
Franosi indotti da piogge (SANF).
Nel capitolo 1 viene effettuata una breve introduzione al documento. Il capitolo 2
descrive le attività volte al mantenimento del sistema di allertamento e al miglioramento
dell'efficienza e delle performance del sistema in termini di lettura e scrittura sui
database. Il capitolo 3 descrive riguarda la memorizzazione nel sistema delle previsioni
della possibile occorrenza di frana effettuate con previsioni inferiori alle 24 ore. Il
capitolo 4 descrive nuovi algoritmi studiati e implementati per il calcolo delle probabilità
di innesco di frane pluvio-indotte. Il capitolo 5 descrive la nuova interfaccia integrata di
un nuovo sistema di gestione in back-end. Nel capitolo 6 viene dettagliato
l'aggiornamento della mappa di suscettibilità da frana a scala nazionale utilizzata per
modulare le previsioni basate sulle intensità di pioggia in base alle caratteristiche locali
del territorio. Nel capitolo 7 si tratta della certificazione di SANF.
Ivan Marchesini, Federico Fugnoli, Cristiano Corradini, Francesca Ardizzone, Mauro Rossi, Mauro Cardinali, Silvia Peruccacci, 2017, ITALGAS – Rapporti di Prova riguardanti 141 siti d’indagine,
2017,
Abstract
Laboratorio CNR IRPI Perugia. Consegna Rapporti di Prova per accertamenti
sperimentali e valutazioni comparative utili per ...
Laboratorio CNR IRPI Perugia. Consegna Rapporti di Prova per accertamenti
sperimentali e valutazioni comparative utili per la verifica della conformità della
rete di distribuzione del gas in prescelte tratte/sezioni del territorio italiano. Rif.
contratto ITALGAS - CNR prot. CNR n. 0018528 del 17/ marzo 2016.
Ivan Marchesini
Paola Salvati
Silvia Peruccacci
Cinzia Bianchi
Domenico Casarano, 2017, GEO-PUGLIA – PROGETTAZIONE E IMPLEMENTAZIONE BANCA DATI,
D02-01, 2017,
Abstract
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito del WP2 dell' Accordo di
Collaborazione tra la ...
Il presente documento illustra le attività realizzate nell'ambito del WP2 dell' Accordo di
Collaborazione tra la Regione Puglia e l'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica
(IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la "Valutazione Integrata di
Dissesti Geo - Idrologici nel Territorio della Regione Puglia, Modelli Interpretativi dei
Fenomeni e Definizione di Soglie di Pioggia per il possibile innesco di frane superficiali".
In particolare, il documento descrive la "Progettazione e implementazione della banca dati
per la raccolta di informazioni sull'occorrenza di fenomeni geo-idrologici". Sono descritte (i)
le ragioni che hanno portato allo sviluppo della struttura della banca dati, (ii) i modelli
concettuali, logico e fisico che sono alla base dello sviluppo, (iii) le caratteristiche principali
della struttura, (iv) le specifiche caratteristiche del database legate ai fenomeni geo-
idrologici osservati sul territorio pugliese.
Mauro Rossi, Massimiliano Alvioli, Ivan Marchesini, Mauro Cardinali, Francesco Bucci, Fausto Guzzetti, Michele Santangelo, Federica Fiorucci, 2017, Paesaggi Sicuri_ Strategie di prevenzione e adattamento – Rapporto su “Azione 2 – Attività B_ Modellazione della pericolosità posta dai differenti tipi di frana (frane superficiali, colate, crolli) presenti nell’area di studio”,
2017,
Abstract
Gli obiettivi del documento sono quelli di descrivere le attività di modellazione della suscettibilità e ...
Gli obiettivi del documento sono quelli di descrivere le attività di modellazione della suscettibilità e pericolosità posta da differenti tipologie di frana (frane superficiali o di scivolamento, colate, crolli) presenti nelle aree di studio e riassumere i risultati ottenuti.
Il documento elenca inizialmente gli approcci selezionati (Capitolo 1) e i dati di frana e tematici utilizzati nella modellazione (Capitolo 2). Successivamente sono descritti le metodologie di modellazione utilizzate e le assunzioni modellistiche per le frane di tipo scivolamento (Capitolo 3), crollo (Capitolo 4) e colamento (Capitolo 5).
Nel Capitolo 6 sono analizzati i risultati ottenuti ed è proposta una modalità di combinazione delle zonazioni di suscettibilità per ogni tipologia di frana ai fini della realizzazione di una mappa di suscettibilità composita per sintetizzare i risultati modellistici ottenuti nell'area di studio.
Il Capitolo 7 riporta l'elenco dei file digitali contenenti i risultati della modellazione, mentre il Capitolo 8 riporta la bibliografia di riferimento.
Mauro Rossi, Silvia Peruccacci, Maria Teresa Brunetti, 2017, Paesaggi Sicuri_ Strategie di prevenzione e adattamento – Rapporto su “Azione 2 – Attività A_ Identificazione della modellistica ottimale per i differenti tipi di dissesto idrogeologico”,
2017,
Abstract
Gli obiettivi del documento sono quelli di_ (i) identificare la tipologia e le caratteristiche dei ...
Gli obiettivi del documento sono quelli di_ (i) identificare la tipologia e le caratteristiche dei movimenti franosi, (ii) definire e analizzare criticamente le diverse tecniche di modellistica utilizzabili per diverse tipologie di frana.
Il documento descrive sinteticamente le diverse tipologie di frana, le loro principali caratteristiche e la loro classificazione, elencando i principali fattori ambientali che ne controllano l'occorrenza e gli impatti/danni che possono produrre (Capitolo 1).
La modellistica delle frane è fondamentale per la comprensione dei movimenti franosi, dei loro meccanismi di innesco e per la mitigazione dei rischi ad essi connessi. In generale, i modelli possono essere differenti in funzione (i) del tipo di risultato modellistico/previsione modellistica attesa, (ii) del tipo di approccio modellistico che si intende utilizzare, (iii) della scala di applicazione del modello, (iv) della tipologia di fenomeno franoso analizzato. Tali aspetti sono descritti nel Capitolo 2.
Nel Capitolo 3 sono descritti in dettaglio gli elementi fondamentali e le principali criticità legate alla modellistica da realizzare nelle aree di studio in relazione alla tipologia di fenomeni presenti.
Il Capitolo 4 riportata la bibliografia di riferimento.
Rossi, Mauro; Kirschbaum, Dalia; Valigi, Daniela; Mondini, Alessandro Cesare; Guzzetti, Fausto, 2017, Comparison of Satellite Rainfall Estimates and Rain Gauge Measurements in Italy, and Impact on Landslide Modeling,
Climate (Basel) On line 5 (2017). doi_10.3390/cli5040090,
DOI: 10.3390%2Fcli5040090
Abstract
Landslides can be triggered by intense or prolonged rainfall. Rain gauge measurements are commonly used ...
Landslides can be triggered by intense or prolonged rainfall. Rain gauge measurements are commonly used to predict landslides even if satellite rainfall estimates are available. Recent research focuses on the comparison of satellite estimates and gauge measurements. The rain gauge data from the Italian network (collected in the system database "Verifica Rischio Frana", VRF) are compared with the National Aeronautics and Space Administration (NASA) Tropical Rainfall Measuring Mission (TRMM) products. For the purpose, we couple point gauge and satellite rainfall estimates at individual grid cells, evaluating the correlation between gauge and satellite data in different morpho-climatological conditions. We then analyze the statistical distributions of both rainfall data types and the rainfall events derived from them. Results show that satellite data underestimates ground data, with the largest differences in mountainous areas. Power-law models, are more appropriate to correlate gauge and satellite data. The gauge and satellite-based products exhibit different statistical distributions and the rainfall events derived from them differ. In conclusion, satellite rainfall cannot be directly compared with ground data, requiring local investigation to account for specific morpho-climatological settings. Results suggest that satellite data can be used for forecasting landslides, only performing a local scaling between satellite and ground data.
Maria Teresa Brunetti, Ivan Marchesini, Silvia Peruccacci, Mauro Rossi, Massimo Melillo, Fausto Guzzetti, 2017, SARF Sardegna – Sistema di Allerta Nazionale per la Previsione di Frane indotte dalla pioggia (SANF) in Sardegna,
pp.1–13, 2017,
Abstract
Il documento illustra l'interfaccia WebGIS prodotta per la visualizzazione delle previsioni del
Sistema di Allertamento Nazionale ...
Il documento illustra l'interfaccia WebGIS prodotta per la visualizzazione delle previsioni del
Sistema di Allertamento Nazionale per il possibile innesco di Frane indotte da pioggia in
Italia (SANF) in Sardegna.
L'interfaccia è stata realizzata nell'ambito dell'Accordo tra la Direzione Generale della
Protezione Civile della Regione Sardegna, Servizio previsione rischi e dei sistemi
informativi, infrastrutture e reti e l'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI)
del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Tale interfaccia permette la visualizzazione
e l'interrogazione delle previsioni sull'occorrenza di frane basate sul confronto di dati
pluviometrici misurati dalla rete fiduciaria del DPC e previsioni di pioggia fornite dal modello
LAMI (Local Area Model Italy) con le soglie pluviometriche empiriche definite a scala
nazionale.
Maria Teresa Brunetti, Silvia Peruccacci, 2017, SARF Sardegna – Analisi critica delle soglie di pioggia empiriche per l’innesco di fenomeni franosi,
pp.1–48, 2017,
Abstract
Il presente documento, redatto sulla base di un'estesa revisione della letteratura nazionale e internazionale sulla ...
Il presente documento, redatto sulla base di un'estesa revisione della letteratura nazionale e internazionale sulla definizione di soglie pluviometriche per l'innesco di frane e sulla loro applicazione nell'ambito di sistemi di previsione delle frane a differenti scale geografiche e temporali, comprende una disamina delle numerose misure o stime di precipitazione utilizzate nella definizione delle soglie pluviometriche. Più in particolare, nel Capitolo 2 sono discussi i criteri per la definizione delle soglie pluviometriche, e sono elencate oltre 180 soglie pluviometriche classificate in base all'estensione dell'area per la quale sono state definite (soglie globali, regionali, locali), ed alla tipologia dei dati pluviometrici, meteorologici o climatici utilizzati per la loro definizione. Nel Capitolo 3, sono raccolte le soglie pluviometriche definite per aree italiane. Il Capitolo 4 presenta le soglie pluviometriche frequentiste definite per l'intero territorio nazionale e per aree italiane. Nel Capitolo 5 sono discussi esempi di utilizzo di soglie pluviometriche in sistemi operativi per la previsione di frane indotte dalle piogge. Il documento si conclude con un'estesa bibliografia sulle soglie pluviometriche per la previsione dell'occorrenza di fenomeni franosi (Capitolo 6).
Guido Luzi
Niccolò Dematteis
Daniele Giordan
Francesco Zucca
Paolo Allasia
Oriol Monserrat, 2017, Monitoring an Alpine glacier through Ground Based SAR Interferometry_ a case study,
Fifth recent advances in quantitative remote sensing, edited by Josè Sobrino, pp. 318–322. València: Universitat de València, 2017,
Abstract
This paper reports the results of an experimental campaign carried out with a Ground Based
Synthetic ...
This paper reports the results of an experimental campaign carried out with a Ground Based
Synthetic Aperture Radar (GB-SAR), aimed at monitoring the behaviour of an Alpine glacier. The apparatus is
an Ibis-L® system, a commercial interferometric radar operating at Ku-band. It has been installed in a valley in
front of the Planpincieux glacier, located on the Italian side of the Mont Blanc massif, about 3 km far from the
glacier surface. The images, acquired with a temporal frequency of approximately five minutes, were processed
correcting the atmospheric effect using a simple model which takes into account the variation of the atmospheric
parameters with the altitude. The study enhances the importance of a satisfactory evaluation of the atmospheric
behaviour to achieve an estimate of the deformation, and finally evaluates the mean velocity of the glacier in the
order of 20-30 cm per day.
Aceto Luigi, Pasqua Angela Aurora, Petrucci Olga, 2017, Effects of damaging hydrogeological events on people throughout 15 years in a Mediterranean region,
Advances in geosciences (Online) 44 (2017): 67–77.,
Abstract
Damaging Hydrogeological Events (DHE) are defined as rainy periods during which landslides and floods can ...
Damaging Hydrogeological Events (DHE) are defined as rainy periods during which landslides and floods can damage people. The paper investigated the effects of DHE on people living in Calabria (southern Italy) in the period 2000-2014, using data coming from the systematic survey of regional newspapers. Data about "fatalities", people "injured" and people "involved" (not killed neither hurt) were stored in the database named PEOPLE, made of three sections_ (1) event identification, (2) victim-event interaction, (3) effects on people. The outcomes highlighted vulnerability factors related to gender and age_ males were killed more frequently (75 %) than females (25 %), and fatalities were older (average age 49 years) than injured (40.1 years) and involved people (40.5 years). The average ages of females killed (67.5 years), injured (43.4 years) and involved (44.6 years) were higher than the same values assessed for males, maybe indicating that younger females tended to be more cautious than same-age males, while older females showed an intrinsic greater vulnerability. Involved people were younger than injured people and fatalities, perhaps because younger people show greater promptness to react in dangerous situations. In the study region, floods caused more fatalities (67.9 %), injured (55 %) and involved people (55.3 %) than landslides. Fatalities and injuries mainly occurred outdoor, especially along roads, and the most dangerous dynamic was to be dragged by flood, causing the majority of fatalities (71.4 %). These outcomes can be used to strengthen the strategies aimed at saving people, and to customise warning campaigns according to the local risk features and people's behaviour. The results can improve the understanding of the potential impacts of geo-hydrological hazards on the population and can increase risk awareness among both administrators and citizens.
olga petrucci, 2017, Coping with floods in the Northern part of the Mediterranean_ the application of an international database on flood events for a 35 years period,
10th HYMEX Int. Workshop, barcellona, 4/8/2017,
Abstract
Coping with floods in the Northern part of the Mediterranean_ the application of an international ...
Coping with floods in the Northern part of the Mediterranean_ the application of an international database on flood events for a 35 years period
Lupiano, Valeria; Machado, Guillermo E.; Molina, Lorena P.; Crisci, Gino M.; Di Gregorio, Salvatore, 2017, Simulations of flow-like landslides invading urban areas_ a cellular automata approach with SCIDDICA,
Natural computing 17 (2017): 553–568. doi_10.1007/s11047-017-9632-3,
DOI: 10.1007%2Fs11047-017-9632-3
Abstract
Different methodologies are used for modelling flow-like landslides. A common critical point concerns the flooding ...
Different methodologies are used for modelling flow-like landslides. A common critical point concerns the flooding into town areas, which cannot be assimilated straight to a morphology, especially, when the urban tissue is very irregular with narrow streets and odd setting of buildings, so that discretization processes of approximating numerical methods have to be carefully examined in their limits. A semi-empirical approach by the computational paradigm of cellular automata is here considered with SCIDDICA, a competitive (related to PDE approach) cellular automata model for 3-dimensions simulation of flow-like landslides. This paper presents innovations to the transition function of SCIDDICA-SS2, which manage opportunely building data in the cells corresponding to the urban tissue. The novelties of the transition function need a theorem, here demonstrated which regards the Algorithm of Minimization of Differences in the new context of inhomogeneous cells. This progress permits to simulate the complete evolution of landslides, from the detachment area to its exhaustion almost on the same precision level. This is an advantage for hazard and risk analyses in threatened zones. Improved SCIDDICA-SS2 was applied successfully to all the well-known 2009 debris flows of Giampilieri Superiore (Sicily) also in comparison with simulation results of the previous versions.
Gariano, Stefano Luigi; Petrucci, Olga; Guzzetti, Fausto, 2017, The Role of Rainfall and Land Use,
Landslides in Different Environments. Conference proceedings WLF 2017, edited by Matja? Miko?Vít VilímekYueping YinKyoji Sassa, pp. 339–345. London_ Springer, 2017,
Abstract
Urbanization in hazardous regions, the abandonment of rural and mountain areas, and
changed agricultural and forest ...
Urbanization in hazardous regions, the abandonment of rural and mountain areas, and
changed agricultural and forest practices have increased the impact of landslides through
the years. Hence, the changing climate variables, like rainfall, acted and will act on a
human-modified landscape. In this work, we analyze the role of rainfall variation and land
use/cover change in the occurrence of landslides in Calabria in the period 1921-2010.
Combining rainfall and landslide information, we reconstruct and analyze a catalogue of
1466 rainfall events with landslides (i.e., the occurrence of one or more landslide during or
immediately after a rainfall event). To investigate the impact of land use/cover changes in
the occurrence of landslides, we consider the "Land Use Map" made by the Italian National
Research Council and the Italian Touring Club in 1956, and the "CORINE Land Cover"
map released in 2000. Since our landslide catalogue is at municipality scale (i.e., for each
landslide we known the municipality in which it occurred), we attribute a prevailing land
use/cover class to each of the 409 municipalities of Calabria. We split the catalogue in two
subsets (1921-1965 and 1966-2010) and correlate the landslides occurred in the first period
to the 1956 land use and the landslides occurred in the second period to the 2000 land
cover. We find that_ (i) the geographical and the temporal distributions of rainfall-induced
landslides have changed in the observation period; (ii) land use/cover in Calabria has
changed between the two periods, with a huge decrease of arable land and an increase of
heterogeneous agricultural areas and forests; (iii) in both periods, most of the landslides
occurred in areas characterized by forests and arable land; (iv) in the second period, there
was an increase (decrease) of landslides occurred in agricultural areas (arable land).
Rosa Maria Cavalli, 2017, Retrieval of sea surface temperature from MODIS data in coastal waters,
Sustainability (Basel) 9 (2017). doi_10.3390/su9112032,
DOI: 10.3390%2Fsu9112032
Abstract
Accurate measurements of sea surface temperature retrieved from remote images is a fundamental need for ...
Accurate measurements of sea surface temperature retrieved from remote images is a fundamental need for monitoring ocean and coastal waters. This study proposes a method for retrieving accurate measurements of SST in coastal waters. The method involves the estimation of effectoftotalsuspendedparticulatematter(SPM)concentrationonthevalueofseasurfaceemissivity (SSE) and the inclusion of this effect in SSE value that is put into SST calculation. Data collected in three Italian coastal waters were exploited to obtain SSTskin and SSE values and to analyze SPM effects on SSE value. The method was tested on MODIS images. Satellite measurements of SST obtained with current operational algorithm, which does not require SSE value as explicit input, were compared with in situ values of SSTskin and RMSD is equal to 1.13 K. Moreover, SST data were retrieved with an algorithm for retrieving SST measurements from MODIS data, which allows the inclusion of SSE value with SPM effect. These data were compared with in situ values of SSTskin, and RMSD is equal to 0.68 K.
Wasowski, Janusz (1); Bovenga, Fabio (2); Nutricato, Raffaele (3); Nitti, Davide Oscar (3); Chiaradia, Maria Teresa (4), 2017, Sentinel-1 Data Help Capture Pre-failure Signatures of Slope Instability – Toward Forecasting of the Temporal Occurrence of Landslides with the Aid of Multi-temporal Interferometry,
FRINGE2017, 10th International Workshop on "Advances in the Science and Applications of SAR Interferometry and Sentinel-1 InSAR", pp. 94–94, Helsinki (Finlandia), 05-09/06/2017,
Abstract
The regularity and higher frequency of acquisitions of Sentinel-1A/B (S-1) with respect to earlier ESA's ...
The regularity and higher frequency of acquisitions of Sentinel-1A/B (S-1) with respect to earlier ESA's satellite C-band sensors (ERS1/2, ENVISAT) represent clear advantages for users of multi-temporal interferometry (MTI) products. The utility of the IW acquisition mode of S-1 for regional scale slope instability detection through MTI has already been demonstrated, e.g., via studies of landslide-prone areas in Italy. In this work, we explore the potential of S-1 data for local (site-specific) scale landslide monitoring and capturing pre-failure signs of slope instability. This is done by using examples of two unstable slopes from different environmental settings and MTI through the Persistent and Distributed Scatterers processing capability of the SPINUA algorithm.
The first case regards a hilltop town in the Apennine Mts., whose stability is threatened by a large (~600 x 300 m2), slow moving deep landslide. We processed over 50 S-1A images acquired since October 2014. The comparison of the MTI results with those based on ERS and ENVISAT imagery shows that a much higher number of radar targets is obtained from S-1A data (e.g., from ~2 to 5 times higher, respectively on the landslide and in the overall area of interest, including also the town and peri-urban areas). With more targets, we can better depict the spatial movement pattern and local velocity gradients, which is important for geotechnical assessment. Furthermore, the lateral boundaries of the landslide can now be delimited in more detail, overcoming the mapping uncertainties typical in cases of very slow, deep landslides affecting urbanized areas. This offers invaluable information for local inhabitants/property owners and for engineering scale hazard assessment. Importantly, the MTI from S-1A data also revealed an accelerating trend with a nearly doubled velocity of the displacements with respect to those in the earlier period covered by ERS-ENVISAT data. The higher frequency of S-1A acquisitions (about 30/year in this case) helped highlighting the non-linearity of surface deformations within the faster displacement phase, whose timing was consistent with the increase in landslide movements detected through subsurface inclinometer monitoring and field observations. The latter demonstrated that this faster movement phase coincided with (or was preceded by) a failure of the landslide toe, which occurred in the inhabited area.
The second case represents an example of a retrospective investigation of a huge (over 2 km long, few tens of m deep) landslide, which occurred in 2016 in an important open-cast coal mine in central Europe. The apparently sudden failure disrupted the mining operations, destroyed in part the mining machinery and resulted in high economic losses. In this case, we exploited over 60 S-1A/B images acquired since November 2015. Despite the presence of spatial gaps in information (due to intensive surface disturbance by mining operations), the MTI results provided a good overview of the ground instability/stability condition within and outside the active mine. Furthermore, it was shown that the 2016 slope failure was preceded by very slow (generally 1-3 cm/yr) creep-like deformations, already detectable in 2014. Although it would not have been simple to issue a short-term warning of the impeding failure based on the displacement time series, the MTI results showed that the slope had been in the critical instability state some months prior to the landslide event. Furthermore, the spatio-temporal mapping of coherence changes in the unstable area indicated a sharp coherence loss in the last few weeks before the slope collapse.
The above examples demonstrate that by securing long-term, regular, high-frequency acquisitions over wide-areas, the Sentinel-1 mission facilitates a more effective use of MTI in slope hazard assessment. We note further improvement thanks to the availability of S-1B data (e.g., more frequent measurements to forewarn potential instability hazards). This has practical impacts on landslide monitoring activities and will aid future research on slope failure forecasting. Thanks to this and free imagery, the site-specific investigations relying on MTI will become even more feasible and cost-effective for non-scientific users (e.g., engineering geology/geotechnical consulting) and commercial services (e.g., Rheticus®).
J. Wasowski (1), F. Bovenga (2) , D. O. Nitti(3), K. Tijani (3) , A. Morea (3) , R. Nutricato (3) , M. T. Chiaradia (4), 2017, Capturing pre-failure signs of slope instability using multi-temporal interferometry and Sentinel-1 data,
EGU General Assembly 2017, Vienna, Austria, 23-28/04/2017,
Abstract
The shorter repeat cycle (6 days since October 2016) and regularity of acquisitions of Sentinel-1A/B ...
The shorter repeat cycle (6 days since October 2016) and regularity of acquisitions of Sentinel-1A/B with respect
to earlier European Space Agency (ESA) satellites with C-band sensors (ERS1/2, ENVISAT) represent the key
advantages for the research-oriented and practical applications of multi-temporal interferometry (MTI). The
applicability of the Interferometric Wide Swath acquisition mode of Sentinel-1 (images covering a 250 km
swath on the ground) to regional scale slope instability detection through MTI has already been demonstrated,
e.g., via studies of landslide-prone areas in Italy. Here we focus on the potential of Sentinel-1 data for local
(site-specific), MTI-based monitoring and capturing pre-failure signs of slope instability, by exploiting the
Persistent and Distributed Scatterers processing capability of the SPINUA algorithm. In particular, we present
an example of a retrospective study of a large (over 2 km long) landslide, which took place in 2016 in an active
open-cast coal mine in central Europe. This seemingly sudden failure caused destruction of the mining equipment,
blocked the mining operations thereby resulting in significant economic losses. For the study, we exploited over
60 Sentinel-1A/B images acquired since November 2014. The MTI results furnished a valuable overview of the
ground instability/stability conditions within and around the active mine, even though considerable spatial gaps in
information were encountered due to surface disturbance by mining operations. Significantly, the ground surface
displacement time series revealed that the 2016 slope failure was preceded by very slow (generally 1-3 cm/yr)
creep-like deformations, already present in 2014. The MTI results also indicated that the slope experienced a phase
of accelerated movement several weeks prior to the landslide event. Furthermore, the spatio-temporal analysis of
interferometric coherence changes in the unstable area (mapped on Sentinel-2 Bottom Of Atmosphere reflectance
images processed by using the ESA Sen2Cor processor), indicated a sharp coherence loss in the last few weeks
before the slope collapse. The availability of more frequent measurements represents a key improvement for
MTI-based ground surface displacement monitoring and this will better support research on slope destabilization
processes over time and, ultimately, on slope failure forecasting.
daniele giordan
paolo allasia
niccolò dematteis, 2017, SISTEMA DI MONITORAGGIO SPERIMENTALE DEL FRONTE GLACIALE DEL GHIACCIAIO DI PLANPINCIEUX – rapporti quindicinali,
2017,
Abstract
rapporti di aggiornamento periodici ...
rapporti di aggiornamento periodici
Lollino P., 2017, NOTA DI VARIAZIONE SITI DI MONITORAGGIO FALESIE COSTIERE (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D00-02-b, 2017,
Abstract
Questa nota illustra le modifiche che si sono rese necessarie rispetto alla precedente
relazione prodotta nell'ambito ...
Questa nota illustra le modifiche che si sono rese necessarie rispetto alla precedente
relazione prodotta nell'ambito del progetto "Valutazione integrata di dissesti geo-idrologici
nel territorio della regione Puglia, modelli interpretativi dei fenomeni e definizione di soglie
di pioggia per il possibile innesco di frane superficiali", inviata in data 28/07/2017, dal titolo
"Selezione dei casi di studio per WP12".
Lollino P., Santaloia F., Casarano D., Peruccacci S., Rossi M., Cardinali M., Wasowski J., Pagliarulo R., Giordan D., Allasia P., 2017, RELAZIONE SEMESTRALE DI AGGIORNAMENTO SULLE ATTIVITÁ IN CORSO – WP0 Periodo di riferimento_ dicembre 2016 – giugno 2017 (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D00-04, 2017,
Abstract
La presente relazione propone un aggiornamento di cadenza semestrale sulle attività in
corso relative all'Accordo tra ...
La presente relazione propone un aggiornamento di cadenza semestrale sulle attività in
corso relative all'Accordo tra Sezione Protezione Civile della Regione Puglia e CNR - IRPI
dal titolo "Valutazione integrata di dissesti geo-idrologici nel territorio della regione Puglia,
modelli interpretativi dei fenomeni e definizione di soglie di pioggia per il possibile innesco
di frane superficiali" e si riferisce nello specifico al periodo temporale compreso tra il 15
Dicembre 2016, data della firma dell'accordo, ed il 30 Giugno 2017.
Di seguito sono presentate le attività condotte nell'ambito dei diversi WP in cui è suddiviso
il progetto e, nello specifico, riguardano_ (1) la gestione del progetto, (2) l'analisi critica dei
risultati derivanti da progetti precedenti finanziati dalla Regione Puglia, (3) la raccolta e
l'organizzazione di informazioni su eventi geo-idrologici,(4) l'aggiornamento delle soglie
pluviometriche empiriche per il possibile innesco di frane indotte da pioggia nel territorio
della regione Puglia, (5) l'implementazione del sistema di allertamento per la previsione
del possibile innesco di frane nel territorio della regione Puglia (SARF Puglia), (6) la
redazione di cartografia tematica su frane nel Sub-Appennino Dauno, (6) la valutazione
del rischio da frana per 10 centri abitati delSub-Appennino Dauno, (7) l'elaborazione di
una banca dati e cartografia sui fenomeni di sinkhole nel territorio regionale, e l'analisi
della relativa suscettibilità, (8) la definizione di procedure metodologiche per l'analisi
dell'instabilità costiera, (9) la modellazione numerica di eventi geo-idrologici, (10) lo
sviluppo di un Sistema di Supporto Decisionale, (11) il supporto alla Sezione di Protezione
Civile della Regione Puglia, e (12) l'analisi di casi di studio, mediante studi di dettaglio,
progettazione del monitoraggio, esecuzione e interpretazione delle misure
Lollino P., Ardizzone F., Allasia P., Brunetti M. T., Cardinali M., Casarano D., Fazio N.L., Giordan D., Guzzetti F., Lollino G., Marchesini I., Pagliarulo R., Parise M., Perrotti m., Peruccacci S., Piasno L., Rossi M., Santaloia F., Wasowski J., 2017, RELAZIONE PRELIMINARE (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D00-01, 2017,
Abstract
Il documento illustra le attività che saranno svolte dall'Istituto di Ricerca per la Protezione
Idrogeologica (IRPI), ...
Il documento illustra le attività che saranno svolte dall'Istituto di Ricerca per la Protezione
Idrogeologica (IRPI), Centro di Competenza (CC) del Dipartimento della Protezione Civile
(DPC), nell'ambito del progetto dal titolo "Valutazione integrata di dissesti geo-idrologici
nel territorio della regione Puglia, modelli interpretativi dei fenomeni e definizione di soglie
di pioggia per il possibile innesco di frane superficiali" per la Sezione Protezione Civile
della Regione Puglia.
In particolare, le attività riguarderanno_ (1) l'analisi critica dei risultati derivanti da progetti
precedenti finanziati dalla Regione Puglia, (2) la raccolta e l'organizzazione di informazioni
su eventi geo-idrologici,(3) l'aggiornamento delle soglie pluviometriche empiriche per il
possibile innesco di frane indotte da pioggia nel territorio della regione Puglia, (4)
l'implementazione del sistema di allertamento per la previsione del possibile innesco di
frane nel territorio della regione Puglia (SARF Puglia), (5) la redazione di cartografia
tematica su frane nel Sub-Appennino Dauno, (6) la valutazione del rischio da frana per 10
centri abitati delSub-Appennino Dauno, (7) l'elaborazione di una banca dati e cartografia
sui fenomeni di sinkhole nel territorio regionale, e l'analisi della relativa suscettibilità, (8) la
definizione di procedure metodologiche per l'analisi dell'instabilità costiera, (9) la
modellazione numerica di eventi geo-idrologici, (10) lo sviluppo di un Sistema di Supporto
Decisionale, (11) il supporto alla Sezione di Protezione Civile della Regione Puglia, e (12)
l'analisi di casi di studio, mediante studi di dettaglio, progettazione del monitoraggio,
esecuzione e interpretazione delle misure.
Il documento illustra le attività suddette con maggiore dettaglio rispetto a quanto svolto
nell'Allegato Tecnico dell'Accordo tra Sezione Protezione Civile della Regione Puglia e
CNR - IRPI ed illustra, al termine, la valutazione economica dei costi del CC-IRPI per le
attività da svolgere.
I. Marchesini, P. Salvati, S.Peruccacci, C. Bianchi, D. Casarano, 2017, RELAZIONE WP2 – PROGETTAZIONE E IMPLEMENTAZIONE BANCA DATI (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI ),
D02-01, 2017,
Abstract
Il documento illustra le attività realizzate nell'ambito del WP2 dell' Accordo di Collaborazione tra la ...
Il documento illustra le attività realizzate nell'ambito del WP2 dell' Accordo di Collaborazione tra la Regione Puglia e l'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la "Valutazione Integrata di Dissesti Geo - Idrologici nel Territorio della Regione Puglia, Modelli Interpretativi dei Fenomeni e Definizione di Soglie di Pioggia per il possibile innesco di frane superficiali".
In particolare, il documento descrive la "Progettazione e implementazione della banca dati per la raccolta di informazioni sull'occorrenza di fenomeni geo-idrologici" sul territorio regionale. Sono descritte (i) le ragioni che hanno portato allo sviluppo della struttura della banca dati, (ii) i modelli concettuali, logico e fisico che sono alla base dello sviluppo, (iii) le caratteristiche principali della struttura, (iv) le specifiche caratteristiche del database legate ai fenomeni geo-idrologici osservati sul territorio pugliese.
Peruccacci S., Rossi M., Melillo M., Vennari C., Brunetti M.T., Marchesini I., 2017, ANALISI E IMPORTAZIONE DELL’INFORMAZIONE PLUVIOMETRICA DISPONIBILE NELLA REGIONE PUGLIA WP3 (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D03-01, 2017,
Abstract
Il presente documento illustra le attività realizzate in accordo a quanto previsto dal piano
delle attività ...
Il presente documento illustra le attività realizzate in accordo a quanto previsto dal piano
delle attività del WP3 nell'ambito dell'Accordo di Collaborazione tra la Regione Puglia e
l'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio Nazionale delle
Ricerche (CNR) per la "Valutazione Integrata di Dissesti Geo-Idrologici nel Territorio della
Regione Puglia, Modelli Interpretativi dei Fenomeni e Definizione di Soglie di Pioggia per il
possibile innesco di frane superficiali".
Il documento rappresenta il prodotto previsto al termine del primo anno dall'avvio del
progetto e descrive la "Analisi e importazione dell'informazione pluviometrica disponibile
nella Regione Puglia". In particolare, sono descritte (i) la procedura di importazione dei dati
di pioggia utilizzando il tool per l'interrogazione del database del sistema EXPERIENCE, (ii)
l'analisi delle informazioni anagrafiche della rete pluviometrica fiduciaria del Dipartimento di
Protezione Civile in Puglia, e (iii) l'analisi delle informazioni pluviometriche disponibili da
altre reti presenti nel territorio della regione Puglia.
Santaloia F., Lollino P., 2017, RELAZIONE WP1 RELAZIONE SUI PARAMETRI E MONITORAGGIO GEOTECNICO (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D01-02, 2017,
Abstract
La presente relazione, conclusiva delle analisi svolte per il WP1, descrive innanzitutto i
caratteri geotecnici delle ...
La presente relazione, conclusiva delle analisi svolte per il WP1, descrive innanzitutto i
caratteri geotecnici delle principali formazioni geologiche coinvolte nei processi franosi
dauni, i risultati delle analisi parametriche e delle modellazioni numeriche di casi
esemplificativi dei meccanismi di frana individuati nei territori dauni, cosi come riportati
nella documentazione prodotta durante il PS_119 (Progetto Strategico, svolto dal
Politecnico di Bari in collaborazione con il CNR IRPI negli anni 2006-2010). Al contempo,
una parte della relazione verterà su una breve sintesi dei risultati dei monitoraggi
geotecnici svolti per conto della Struttura Tecnica Operativa dell'Autorità di Bacino della
Puglia all'interno dei Progetti POR Puglia 2000/2006 e 2007/2013 (denominati come
POR/1-MONITORAGGIO e POR/2-MONITORAGGIO nella precedente relazione).
Allasia P., Giordan D., Lollino P., 2017, RELAZIONE INDICAZIONI PRELIMINARI PER LA PROGETTAZIONE DEI SISTEMI DI MONITORAGGIO WP12 (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D12-01, 2017,
Abstract
Il documento illustra le attività propedeutiche alla progettazione dei sistemi di monitoraggio,
all'esecuzione ed interpretazione delle ...
Il documento illustra le attività propedeutiche alla progettazione dei sistemi di monitoraggio,
all'esecuzione ed interpretazione delle misure condotte dall'Istituto di Ricerca per la
Protezione Idrogeologica (IRPI), nell'ambito del progetto dal titolo "Valutazione integrata di
dissesti geo-idrologici nel territorio della regione Puglia, modelli interpretativi dei fenomeni
e definizione di soglie di pioggia per il possibile innesco di frane superficiali" per la Sezione
Protezione Civile della Regione Puglia. Tali attività si inquadrano all'interno del WP12 (Work
Package 12) del progetto stesso e seguono temporalmente una serie di sopralluoghi
finalizzati all'identificazione di siti idonei alle finalità del progetto.
Lollino P., Parise M., 2017, RELAZIONE PROGETTAZIONE BANCA DATI WP7 (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D07-01, 2017,
Abstract
Il documento illustra le attività che sono state condotte dall'Istituto di Ricerca per la
Protezione Idrogeologica ...
Il documento illustra le attività che sono state condotte dall'Istituto di Ricerca per la
Protezione Idrogeologica (IRPI), nell'ambito del progetto dal titolo "Valutazione integrata di
dissesti geo-idrologici nel territorio della regione Puglia, modelli interpretativi dei fenomeni
e definizione di soglie di pioggia per il possibile innesco di frane superficiali" per la Sezione
Protezione Civile della Regione Puglia, ai fini della progettazione della banca dati sui
fenomeni di sinkhole nel territorio della Regione Puglia, come parte delle attività del WP7
(Work Package 7).
Marchesini I., Brunetti M.T., Peruccacci S., Rossi M., 2017, RELAZIONE REGIONALIZZAZIONE SANF WP4 (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D04-01, 2017,
Abstract
Il documento illustra l'interfaccia WebGIS prodotta per la visualizzazione delle previsioni del
Sistema di Allertamento Nazionale ...
Il documento illustra l'interfaccia WebGIS prodotta per la visualizzazione delle previsioni del
Sistema di Allertamento Nazionale per il possibile innesco di Frane indotte da pioggia in
Italia (SANF) in Puglia. In tale contesto, è utile evidenziare che le attività di sviluppo del
SARF Puglia beneficia e condivide i risultati di tutte le attività di sviluppo e implementazione
realizzate a scala nazionale e regionale nell'ambito di Intese, Accordi e Convenzioni
precedenti e in atto tra il Centro di Competenza CNR IRPI e il Dipartimento di Protezione
Civile [DA-003, DA-004, DA-005, DA-006, DA-008, DA-009, DA-011]e altre amministrazione
regionali tra le quali la Regione Liguria [DA-007, DA-010] e la Regione Sardegna [DA-013].
L'interfaccia è stata realizzata nell'ambito dell'Accordo tra la Regione Puglia, Sezione
Protezione Civile e l'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio
Nazionale delle Ricerche (CNR). Tale interfaccia permette la visualizzazione e
l'interrogazione delle previsioni sull'occorrenza di frane basate sul confronto di dati
pluviometrici misurati dalla rete fiduciaria del DPC e previsioni di pioggia fornite dal modello
LAMI (Local Area Model Italy) con le soglie pluviometriche empiriche definite a scala
nazionale.
Lollino P., Santaloia F., Pisano L., 2017, RELAZIONE ANALISI CRITICA DEI RISULTATI DERIVANTI DA PROGETTI PRECEDENTI FINANZIATI DALLA REGIONE PUGLIA WP1 (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D01-01, 2017,
Abstract
Il documento illustra i risultati di un'analisi critica dei progetti precedenti finanziati nell'ambito
della Regione Puglia ...
Il documento illustra i risultati di un'analisi critica dei progetti precedenti finanziati nell'ambito
della Regione Puglia sulla tematica delle frane, operata dall'Istituto di Ricerca per la
Protezione Idrogeologica (IRPI), nell'ambito del progetto "Valutazione integrata di dissesti
geo-idrologici nel territorio della regione Puglia, modelli interpretativi dei fenomeni e
definizione di soglie di pioggia per il possibile innesco di frane superficiali". Tale attività è
parte del Work Package 1 (WP1).
Lollino P., Santaloia F., Wasowski J., Cardinali M., Fiorucci F., Pisano L., Reichembach P., Ardizzone F., 2017, RELAZIONE SELEZIONE CENTRI ABITATI PER WP6 WP0 (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D00-03, 2017,
Abstract
Il documento illustra le scelte operate dall'Istituto di Ricerca per la Protezione
Idrogeologica (IRPI), di concerto ...
Il documento illustra le scelte operate dall'Istituto di Ricerca per la Protezione
Idrogeologica (IRPI), di concerto con la Sezione Protezione Civile della Regione Puglia,
nell'ambito del progetto "Valutazione integrata di dissesti geo-idrologici nel territorio della
regione Puglia, modelli interpretativi dei fenomeni e definizione di soglie di pioggia per il
possibile innesco di frane superficiali", per la valutazione del rischio da frana alla scala del
singolo centro abitato, come richiesto nell'ambito del Work Package 6, WP6.
L'attività di ricerca pertinente al WP6 si inserisce all'interno della valutazione del rischio da
frana, che prevede la definizione della pericolosità da frana (probabilità di occorrenza di un
movimento franoso, nello spazio e nel tempo, riferita ad una determinata intensità o
magnitudo del dissesto), della vulnerabilità (grado di danneggiamento/perdita del bene) ed
elementi a rischio (strutture, infrastrutture, popolazione, attività economiche, proprietà).
Nell'ambito del WP6, l'analisi del rischio da frana dovrà essere condotta alla scala del
singolo centro abitato dell'area del Subappennino dauno pugliese. Pertanto, come
descritto nel documento, sono stati selezionati dieci centri abitati nell'area del
Subappennino, per i quali le condizioni di rischio da frana sono ritenute di particolare
interesse.
P. Lollino, P. Allasia, N.L.Fazio, D. Giordan, R. Pagliarulo, M. Parise, M.Perrotti, L. Pisano, F. Santaloia, J. Wasowski, 2017, RELAZIONE SELEZIONE DEI CASI DI STUDIO PER WP12 WP0 (VALUTAZIONE INTEGRATA DI DISSESTI GEO-IDROLOGICI NEL TERRITORIO DELLA REGIONE PUGLIA, MODELLI INTERPRETATIVI DEI FENOMENI E DEFINIZIONE DI SOGLIE DI PIOGGIA PER IL POSSIBILE INNESCO DI FRANE SUPERFICIALI),
D00-02, 2017,
Abstract
Il documento illustra le attività che sono state condotte dall'Istituto di Ricerca per la
Protezione Idrogeologica ...
Il documento illustra le attività che sono state condotte dall'Istituto di Ricerca per la
Protezione Idrogeologica (IRPI), nell'ambito del progetto dal titolo "Valutazione integrata di
dissesti geo-idrologici nel territorio della regione Puglia, modelli interpretativi dei fenomeni
e definizione di soglie di pioggia per il possibile innesco di frane superficiali" per la Sezione
Protezione Civile della Regione Puglia, ai fini della scelta dei siti da sottoporre a
monitoraggio secondo quanto richiesto dal WP12 (Work Package 12) del progetto stesso.
In particolare, tali attività hanno previsto_ l'analisi dei dati relativi ad elaborati e relazioni
disponibili sui casi di studio, la raccolta e l'organizzazione di informazioni su eventi geoidrologici
precedenti, rilievi in sito nelle aree interessate da dissesti.
Il documento di seguito riportato illustra nel dettaglio i risultati delle attività suddette, con
riferimento ai siti scelti per le attività di monitoraggio proposte nel WP12.
Tansi C., Cappadona P., Niccoli R., Russo L., Arcuri S., Versace P., Capparelli G., Petrucci O., 2017, DIRETTIVA Sistema di Allertamento regionale per il Rischio Meteo-idrogeologico e idraulico in Calabria (Approvata ed adottata con deliberazione della Giunta Regionale n. 535 del 15 Novembre 2017),
2017,
Abstract
DIRETTIVA Sistema di Allertamento regionale per il Rischio Meteo-idrogeologico e idraulico in Calabria ...
DIRETTIVA Sistema di Allertamento regionale per il Rischio Meteo-idrogeologico e idraulico in Calabria
Caloiero T., Coscarelli R., Ferrari E., 2017, Analysis of rainfall trend in southern Italy through the application of the ITA technique,
10th WORLD CONGRESS on Water Resources and Environment "Panta Rhei", pp. 98–98, Atene, 5-9 Luglio 2017,
Abstract
In the last decades, climate change has been the focus of considerable international attention due ...
In the last decades, climate change has been the focus of considerable international attention due to the increase of phenomena such as flood, heat waves, forest fires and droughts. In this context, research on the patterns of precipitation trends, both at regional and local scale, has been paramount because these variations can negatively impact on ecosystems, agriculture, water supply and management, human welfare and regional political stability. In this paper, an investigation of the temporal rainfall variability has been carried out using a homogeneous monthly rainfall dataset of 559 rain gauges with more than 50 years of observation. The region under investigation is a large portion of the Italian peninsula, ranging from the Campania and the Apulia regions in the North, to Sicily in the South, and covering an area of about 85,000 km2. Possible trends in monthly and seasonal rainfall values have been investigated by means of a new graphical methodology (Innovative Trend Analysis), which allows the trend identification of the low, medium and high values of a series. As a result, different values and tendencies of the highest and the lowest rainfall values have emerged among the five regions considered in the analysis. Especially at seasonal scale, a negative trend has been detected in winter and in autumn in the whole study area, whereas not well defined trend signals have been identified in summer and spring.
Giulia Bossi, 2017, Confronto tra modelli numerici bidimensionali e tridimensionali per l’analisi di stabilità di frane a geometria complessa.,
VI° Edizione dell'Incontro delle Commissioni di Ingegneria Geotecnica il Seminario d'aggiornamento Ingegneria Geotecnica Monitoraggio, Pendii, Dighe, Bolzano, 30/11 - 01/12/2017,
Abstract
Confronto e valutazione degli errori indotti dall'utilizzo di modelli bidimesionali o tridimensionali per la valutazione ...
Confronto e valutazione degli errori indotti dall'utilizzo di modelli bidimesionali o tridimensionali per la valutazione della stabilità di pendii instabili
Zabuski L.; Bossi G.; Marcato G., 2017, Influence of the geometry alteration of the landslide slope on its stability_ A case study in the Carnian Alps (Italy),
Archives of Hydroengineering and Environmental Mechanics 64 (2017): 101–114. doi_10.1515/heem-2017-0007,
DOI: 10.1515%2Fheem-2017-0007
Abstract
The paper presents the principles of the slope reprofiling and proves the effectiveness of this ...
The paper presents the principles of the slope reprofiling and proves the effectiveness of this stabilization measure. The case study of two adjacent landslides in the National Road 52 "Carnica" in the Tagliamento River valley, the Carnian Alps (46°23?49?N, 12°42?51?E) are the example allowing for illustration of this approach. The phenomena have been studied for more than a decade, making it possible to carry out a detailed geological and geomorphological reconstruction. That was done on the basis of a large amount of monitoring data collected during that period. Since the landslides are threatening an important road, countermeasure works to ameliorate the stability conditions of the slides need to be designed. The paper focuses on the creation of a numerical model consistent with monitoring data and capable of reconstructing the dynamics of both landslides. Two cross-sections, one for each landslide, were selected for the analysis. The geometry of the slip surface was determined on the basis of control points, such as slip surface readings from inclinometers, and geomorphological evidence for the contour. The FLAC2D code was used to evaluate the current stability of these landslides and to determine the effectiveness of changing the slope geometry by removing material from the upper part of the slope and putting it to the lowest part as reinforcement.
Antronico L., Gullà G., 2017, Siti minerari dismessi in aree in frana_ l’ex miniera di sale di Lungro (Calabria),
Cavità di origine antropica, modalità d'indagine, aspetti di catalogazione, analisi della pericolosità, monitoraggio e valorizzazione, Roma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Sala Convegni, 01/12/2017,
Abstract
I fenomeni indotti dalle attività di estrazione mineraria pongono spesso pesanti problemi ambientali e di ...
I fenomeni indotti dalle attività di estrazione mineraria pongono spesso pesanti problemi ambientali e di rischio per la popolazione residente soprattutto nelle aree minerarie dismesse. In particolare, la subsidenza, ovvero il lento abbassamento del suolo, è un fenomeno molto comune nei territori dove si sono sfruttati o si stanno sfruttando giacimenti di salgemma presenti nel sottosuolo. Nell'ambito di uno studio sull'attività franosa nell'abitato di Lungro (Calabria settentrionale) è stata effettuata la raccolta e l'analisi di informazioni storiche riguardanti i dissesti che nel passato hanno interessato l'area su cui insiste lo stabilimento dell'ex Miniera di Sale di Lungro (località San Leonardo). La storia di questa miniera, che ha rappresentato per molto tempo una risorsa economica importante per la comunità locale e per la Calabria, ha origini molto antiche. Sfruttata sin dai tempi dei romani, dopo il mille le vicende della salina furono legate alla storia dei feudatari della zona; la miniera cambiò spesso proprietario, coloro che la prendevano in fitto la sfruttavano a loro vantaggio cercando di ricavarne quanto più possibile durante il periodo. Ciò spiega perché l'estrazione del sale fino ad un certo periodo venne effettato in maniera disordinata e caotica sempre più in profondità e senza nessun piano di estrazione. Nel XIX secolo furono effettuati interventi di risanamento ma nel 1977 cessò definitivamente lo sfruttamento. Di recente sono stati eseguiti importanti lavori di recupero di larga parte delle strutture edilizie dello stabilimento dell'ex Miniera di Sale, con l'obiettivo di adibirle a varie attività socio-culturali, mentre nessuna iniziativa è stata posta in essere per le cavità (piani) dove si sono svolte le attività estrattive, che sono da tempo in totale abbandono. La peculiarità dell'ex Miniera di Sale di Lungro risiede nel fatto che i versanti a monte di tale sito minerario (località San Leonardo) sono interessati da fenomeni franosi attivi, i quali hanno coinvolto, nella loro lenta evoluzione, alcuni edifici e una strada statale (S.S. 105). Da quanto ricavato dalla ricerca storica è plausibile ritenere che molto probabilmente l'area S. Leonardo e la S.S. 105 non risentono in maniera significativa dei problemi di subsidenza conseguenti alla coltivazione della miniera a suo tempo condotta. Le conoscenze acquisite dal 2006, anche con l'ausilio di una rete integrata di monitoraggio, fanno ragionevolmente ritenere che gli spostamenti, e gli effetti conseguenti, registrati nell'area di S. Leonardo sono sostanzialmente determinati dall'evoluzione di fenomeni franosi che interessano i versanti. Le ipotesi formulate e le condizioni prima evidenziate circa lo stato di abbandono delle cavità consigliano, tuttavia, di non sottovalutare il possibile aggravio delle condizioni di dissesto che, nel medio-lungo termine, potrebbe sommarsi a causa di un incremento della subsidenza; tale incremento potrebbe manifestarsi a seguito di crolli diffusi delle cavità determinati sia a seguito del degrado delle cavità stesse sia a seguito di eventi sismici.
Loew, Alexander; Bell, William; Brocca, Luca; Bulgin, Claire E.; Burdanowitz, Joerg; Calbet, Xavier; Donner, Reik V.; Ghent, Darren; Gruber, Alexander; Kaminski, Thomas; Kinzel, Julian; Klepp, Christian; Lambert, Jean-Christopher; Schaepman-Strub, Gabriela; Schroeder, Marc; Verhoelst, Tijl, 2017, Validation practices for satellite-based Earth observation data across communities,
Reviews of geophysics (1985) 55 (2017): 779–817. doi_10.1002/2017RG000562,
DOI: 10.1002%2F2017RG000562
Abstract
Assessing the inherent uncertainties in satellite data products is a challenging task. Different technical approaches ...
Assessing the inherent uncertainties in satellite data products is a challenging task. Different technical approaches have been developed in the Earth Observation (EO) communities to address the validation problem which results in a large variety of methods as well as terminology. This paper reviews state-of-the-art methods of satellite validation and documents their similarities and differences. First, the overall validation objectives and terminologies are specified, followed by a generic mathematical formulation of the validation problem. Metrics currently used as well as more advanced EO validation approaches are introduced thereafter. An outlook on the applicability and requirements of current EO validation approaches and targets is given.
Baroni C. (1), Bondesan A. (2), Chiarle M. (3) (eds.), 2017, Relazioni della Campagna Glaciologica 2016,
Geografia fisica e dinamica quaternaria (Testo stamp.) 40 (2017): 233–320. doi_10.4461/ GFDQ 2017.40.14,
DOI: 10.4461%2F GFDQ 2017.40.14
Abstract
Relazioni della Campagna Glaciologica 2016 ...
Relazioni della Campagna Glaciologica 2016
Nigrelli G., Chiarle M., 2017, Campagna glaciologica 2016_ osservazioni ai ghiacciai Arguerey e Breuil (La Thuile, Aosta),
Geografia fisica e dinamica quaternaria (Testo stamp.) 40 (2017): 272–272. doi_10.4461/GFDQ.2017.40.14,
DOI: 10.4461%2FGFDQ.2017.40.14
Abstract
Osservazioni ai ghiacciai di Arguerey meridionale, Arguerey settentrionale, Breuil meridionale e Breuil settentrionale (La Thuile, ...
Osservazioni ai ghiacciai di Arguerey meridionale, Arguerey settentrionale, Breuil meridionale e Breuil settentrionale (La Thuile, Aosta)
Nigrelli G., 2017, Campagna glaciologica 2016_ Osservazioni generali per i ghiacciai del gruppo Miravidi-Lechaud,
Geografia fisica e dinamica quaternaria (Testo stamp.) 40 (2017): 270–271. doi_10.4461/GFDQ.2017.40.14,
DOI: 10.4461%2FGFDQ.2017.40.14
Abstract
Descrizione delle caratteristiche termo-pluviometriche presenti nel gruppo montuoso Miravidi-Lechaud, Valle d'Aosta. ...
Descrizione delle caratteristiche termo-pluviometriche presenti nel gruppo montuoso Miravidi-Lechaud, Valle d'Aosta.
Mortara G. (1), Diolaiuti G. (2), Motta E. (3), Perona S. (4), Smiraglia C. (2), 2017, I ghiacciai del Monte Rosa, la “montagna di cristallo”. Il Ghiacciaio del Lys,
Itinerari glaciologici sulle montagne italiane - Dalle Alpi Marittime all'Alpe Veglia (vol. 2), edited by Comitato Glaciologico Italiano, pp. 151–171. Roma_ Società Geologica Italiana, 2017,
Abstract
L'itinerario parte da Staffal, frazione di Gressoney (Valle d'Aosta), segue il sentiero classico che conduce ...
L'itinerario parte da Staffal, frazione di Gressoney (Valle d'Aosta), segue il sentiero classico che conduce alle Sorgenti del Lys, sia in salita che in discesa, e permette di accostarsi direttamente ad uno dei siti più importanti delle intere Alpi dal punto di vista delle ricerche scientifiche, non solo nel settore della glaciologia e della geomorfologia glaciale, ma anche in quelli della storia del clima e degli effetti di quest'ultimo sulle popolazioni e gli insediamenti antropici. Da sottolineare in particolare l'interesse della visita all'anfiteatro morenico del Lys, uno dei meglio conservati delle Alpi, un esempio fondamentale dell'evoluzione dell'ambiente alpino negli ultimi 150 anni, e all'attuale fronte del ghiacciaio, testimonianza della rapidissima trasformazione in corso in questo ambiente. La prima metà del percorso si snoda nel bosco, fino a superarne il limite altitudinale, attraversare la prateria alpina e giungere presso i recenti depositi morenici del ghiacciaio.
Giardino M. (1), Bollati I. (2), Deline P. (3), Diolaiuti G. (2), Mortara G. (4), Pelfini M. (2), Perotti L. (1), Smiraglia C. (2), Motta E. (5), 2017, Il Miage, il ghiacciaio “himalayano” delle Alpi e gli altri ghiacciai della Val Veny,
Itinerari glaciologici sulle montagne italiane - Dalle Alpi Marittime all'Alpe Veglia (vol. 2), edited by Comitato Glaciologico Italiano, pp. 91–132. Roma_ Società Geologica Italiana, 2017,
Abstract
L'itinerario del Miage e della Val Veny si sviluppa al cospetto del Monte Bianco ed ...
L'itinerario del Miage e della Val Veny si sviluppa al cospetto del Monte Bianco ed è composto da tre percorsi collegati tra loro, i quali offrono nelle Soste alcune visioni panoramiche d'insieme e numerosi approfondimenti locali di dettaglio sui ghiacciai del Miage, della Brenva, della Lex Blanche e sugli altri apparati minori. In particolare è possibile fare alcune osservazioni in merito alIe pulsazioni tardoglaciali, oloceniche e storiche, all'instabilità delle pareti rocciose e delle morene, alla copertura detritica del Miage e alla sua articolata morfologia, alla presenza della vegetazione arborea sulla sua superficie, e all'evoluzione del Lago del Miage.
Bonetto F. (1), Boschis G. (2), Maggi V. (3), Mortara G. (4), 2017, Il Ghiacciaio del Rutor e i suoi laghi. Un patrimonio ambientale, una convivenza difficile,
Itinerari glaciologici sulle montagne italiane - Dalle Alpi Marittime all'Alpe Veglia (Vol. 2), edited by Comitato Glaciologico Italiano, pp. 69–89. Roma_ Società Geologica Italiana, 2017,
Abstract
Il Ghiacciaio del Rutor, nonostante la sua progressiva contrazione in atto da un ventennio, si ...
Il Ghiacciaio del Rutor, nonostante la sua progressiva contrazione in atto da un ventennio, si attesta ancora al terzo posto tra i ghiacciai valdostani per estensione, con una superficie di circa 8 km2. La sua vastità, il suo candore, la fronte plurilobata, il corollario di laghi, la presenza del Rifugio Deffeyes in posizione dominante e la non difficile salita alla Testa del Rutor fanno di questo ghiacciaio uno dei più affascinanti e frequentati luoghi dell'arco alpino occidentale. L'itinerario si sviluppa ad anello con partenza ed arrivo dalla località La Joux (1600 m) fino a raggiungere l'attuale fronte glaciale circa 1000 metri più in alto, passando per il Rifugio Mario Deffeyes (2494 m) in prossimità del quale si apre una spettacolare vista del Monte Bianco. L'ambiente di alta montagna, ricchissimo di laghi e di torbiere, permette un'osservazione di dettaglio sulle forme e sui depositi legati al ritiro della massa glaciale, in particolare dalla Piccola Età Glaciale ad oggi. Una serie di eventi parossistici di rotta glaciale verificatisi dal XVI° al XIX° secolo è anche l'occasione per illustrare una delle prime proposte di intervento a mitigazione di uno dei più temibili rischi dell'ambiente glaciale.
Lombardo B. (1), Fioraso G. (1), Balestro G. (1), Mortara G. (2), 2017, Monviso, Re di pietra. I ghiacciai che hanno visto nascere il Club Alpino Italiano,
Itinerari glaciologici sulle montagne italiane - Dalle Alpi Marittime all'Alpe Veglia, edited by Comitato Glaciologico Italiano, pp. 37–52. Roma_ Società Geologica Italiana, 2017,
Abstract
Il Ghiacciaio Superiore di Coolidge, localizzato in alta Valle Po nel territorio comunale di Crissolo ...
Il Ghiacciaio Superiore di Coolidge, localizzato in alta Valle Po nel territorio comunale di Crissolo (CN), è l'ultimo sopravvissuto di un gruppo di apparati glaciali originariamente ospitati sul versante nord-orientale del Monviso. L'area, dominata dalla maestosa piramide del "Re di Pietra", oltre a comprendere la riserva naturale speciale del Pian del Re è a sua volta parte integrante del Sito di Interesse Comunitario (SIC) denominato "Gruppo del Monviso e Bosco dell'Allevè" (Codice IT1160058) nonché parte del Parco Naturale del Fiume Po. Nel 2013 il Massiccio del Monviso è stato formalmente riconosciuto come nuova Riserva della Biosfera nazionale e transfrontaliera nell'ambito del programma UNESCO Man and Biosphere. La fitta rete di sentieri e punti di appoggio, che consente un'agevole esplorazione a 360° del massiccio, rende inoltre questo settore delle Alpi Cozie uno dei luoghi più frequentati della catena alpina occidentale.
L'itinerario descritto si sviluppa a partire dalle sorgenti del F. Po, situate al Pian del Re (2020 m), per giungere fino al Rifugio Quintino Sella (2640 m), localizzato alla base dell'imponente parete NE del Monviso. Il percorso si snoda attraverso un paesaggio suggestivo, profondamente segnato dal modellamento delle successioni meta-ofiolitiche da parte dei ghiacciai pleistocenici e, nell'area più prossima alla piramide del Monviso, dalla riavanzata delle fronti glaciali che ha contraddistinto la Piccola Età Glaciale. Le evidenze lasciate dal crollo di buona parte del Ghiacciaio pensile di Coolidge, avvenuto nell'estate del 1989, consentono inoltre di effettuare interessanti osservazioni sugli effetti indotti dal ritiro (generalmente graduale, talvolta parossistico) delle masse glaciali.