Il Ghiacciaio del Rutor e i suoi laghi. Un patrimonio ambientale, una convivenza difficile

Bonetto F. (1), Boschis G. (2), Maggi V. (3), Mortara G. (4), 2017, Il Ghiacciaio del Rutor e i suoi laghi. Un patrimonio ambientale, una convivenza difficile, Itinerari glaciologici sulle montagne italiane - Dalle Alpi Marittime all'Alpe Veglia (Vol. 2), edited by Comitato Glaciologico Italiano, pp. 69–89. Roma_ Società Geologica Italiana, 2017,
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Il Ghiacciaio del Rutor, nonostante la sua progressiva contrazione in atto da un ventennio, si attesta ancora al terzo posto tra i ghiacciai valdostani per estensione, con una superficie di circa 8 km2. La sua vastità, il suo candore, la fronte plurilobata, il corollario di laghi, la presenza del Rifugio Deffeyes in posizione dominante e la non difficile salita alla Testa del Rutor fanno di questo ghiacciaio uno dei più affascinanti e frequentati luoghi dell'arco alpino occidentale. L'itinerario si sviluppa ad anello con partenza ed arrivo dalla località La Joux (1600 m) fino a raggiungere l'attuale fronte glaciale circa 1000 metri più in alto, passando per il Rifugio Mario Deffeyes (2494 m) in prossimità del quale si apre una spettacolare vista del Monte Bianco. L'ambiente di alta montagna, ricchissimo di laghi e di torbiere, permette un'osservazione di dettaglio sulle forme e sui depositi legati al ritiro della massa glaciale, in particolare dalla Piccola Età Glaciale ad oggi. Una serie di eventi parossistici di rotta glaciale verificatisi dal XVI° al XIX° secolo è anche l'occasione per illustrare una delle prime proposte di intervento a mitigazione di uno dei più temibili rischi dell'ambiente glaciale.

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