Preservare la qualità della conoscenza e dell’informazione scientifiche

Come garantire la sostenibilità degli attuali sistemi di trasferimento del sapere e della conoscenza

Rientra nella “missione” del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e conseguentemente del nostro Istituto, il compito di produrre nuove conoscenze. A questo obbiettivo, fondamentale per il progresso sociale e culturale del nostro Paese, occorre affiancarne un altro, di altrettanta importanza: garantire che la qualità del sapere e della conoscenza già accumulati e la qualità della loro ritrasmissione alle future generazioni siano adeguatamente preservate.

Siamo sicuri di saperlo fare?

Negli anni recenti, con l’avvento di Internet e dell’era digitale, le possibilità di immagazzinamento e di trasmissione del sapere sono cresciute enormemente, con un conseguente aumento della disponibilità del sapere stesso. Già a metà degli anni 90 il premio Nobel Murray Gell-mann, in un saggio intitolato “Information versus knowledge and understanding”, denunciava il pericolo di un deterioramento della qualità dell’informazione disponibile che proprio Internet contribuiva a rendere più acuto. A suo dire, si sentiva parlare molto di “come diffondere il materiale disponibile e di come trasferirlo da un mezzo all’altro ma ben poco di come distinguere il grano dal loglio”.

Che rimedi abbiamo per preservare la qualità dell’informazione, in particolare quella scientifica, e garantire la sostenibilità degli attuali sistemi di trasferimento del sapere e della conoscenza?

Alcuni anni fa abbiamo iniziato una ricerca nell’ambito delle discipline geoetiche finalizzata ad individuare strumenti e principi didattici che potessero servire a migliorare le qualità espressive e comunicative dei laureandi che svolgevano le loro tesi in collaborazione con il nostro Istituto. Nel condurre la ricerca ci siamo ispirati alle raccomandazioni di Gell-mann, ma anche al contenuto di saggi ed articoli sul tema di altri eminenti uomini di scienza, da Gustavo Colonnetti a Richard Feynman, da Thomas Khun a Jean Piaget. Abbiamo ritenuto che un buon modo per garantire la preservazione della qualità del sapere fosse quello di migliorare la qualità dell’espressione delle giovani generazioni di laureati, rendendoli capaci di ritrasmettere con qualità le loro conoscenze e di saper riconoscere ed eventualmente correggere l’informazione di cattiva qualità con cui fossero eventualmente venuti in contatto.

Negli anni abbiamo così individuato alcuni fondamentali principi didattici, e sviluppato originali esercizi rivelatisi particolarmente efficaci al raggiungimento dello scopo.

Risultati

Per non limitare la sperimentazione dei risultati del nostro lavoro ai nostri tesisti, abbiamo strutturato dei corsi specifici per insegnare in modo sistematico i fondamenti teorici e gli esercizi individuati durante le ricerche. I corsi sono stati proposti come parte dell’offerta formativa della Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Torino (FOIT), nell’ambito delle iniziative di formazione permanente proposte dalla stessa.

L’immediato successo ottenuto dai corsi e le numerose, favorevoli testimonianze che i partecipanti hanno inviato alla Fondazione ha indotto il Consiglio Direttivo della FOIT a riproporre negli anni i nostri corsi, e a riservarli anche alle categorie protette, cui la Fondazione fornisce sostegno formativo. Ciò ha consentito di ampliare notevolmente la portata della sperimentazione, e di rivelare un’insospettata e variegata potenzialità applicativa dei risultati delle ricerche condotte.

Abbiamo dimostrato sperimentalmente come sia possibile migliorare la capacità comunicativa di un individuo, anche in relazione a temi complessi e tecnici, rendendolo più capace di comunicare con audience di qualunque tipo, ivi inclusi bambini in tenera età.