L’eccezionale valanga di ghiaccio e roccia di Blatten nel Canton Vallese (Svizzera)
Un evento straordinario che interroga sui pericoli naturali presenti e futuri nelle Alpi in un contesto di riscaldamento climatico

Il 28 maggio 2025, alle 15:24 (CEST), la porzione frontale del Ghiacciaio di Birch nel Canton Vallese (Svizzera), stimata in circa 3 milioni di m3, è collassata, trascinando con sé gli oltre 6 milioni di m3 di detriti accumulatisi sulla sua superficie nell’arco delle settimane precedenti, a seguito di una sequenza di crolli di roccia provenienti dal versante settentrionale del Kleines Nesthorn (3335 m s.l.m.). La massa di ghiaccio si è disintegrata subito dopo il distacco, dando origine a una catastrofica valanga di ghiaccio e roccia con un fronte largo circa 500 m, che si è propagata lungo il versante a una velocità di 200 km/h, fino al fondovalle della Lötschental. Dopo una corsa di oltre 2,5 km ed aver superato un dislivello di 1200 m, la valanga è risalita sul versante opposto della valle per circa mezzo chilometro e 240 m di dislivello: i video che ne riprendono l’arrivo sul fondovalle mostrano una nube gigantesca che, nel superare un gradino roccioso a quota 1850 m circa, si frastaglia tanto da assomigliare all’esplosione di un fuoco d’artificio. In un attimo, la nuvola di polvere che accompagna il soffio della valanga raggiunge le case di Weissenried: l’onda d’urto e lo spostamento d’aria causati dalla valanga sono percepiti in tutta la valle. L’energia rilasciata dalla massa in movimento è tale che una vicina stazione sismica rileva un evento di magnitudo indicativa 3.1. La massa di ghiaccio, roccia, acqua e detriti vegetali si espande sul fondovalle, occupandone un tratto di 2,5 km per una larghezza fino a 900 m. Verso valle, il flusso si arresta bruscamente a 1410 m s.l.m., poco a monte dell’abitato di Wiler. Verso monte, il flusso risale per circa un chilometro, seppellendo l’abitato di Blatten sotto una coltre di 20-30 m di spessore. Il Torrente Lonza, che scorre sul fondovalle, viene sbarrato dal possente accumulo della valanga e si forma un lago temporaneo che solleva timori per una possibile ondata di piena in caso di un suo svuotamento improvviso: fortunatamente dopo un paio di giorni il corso d’acqua riesce ad aprirsi in modo naturale una via di deflusso all’interno del deposito ed il livello del lago si stabilizza.
La gestione dell’emergenza a Blatten è stata esemplare e rappresenta un modello di gestione dei rischi naturali in ambienti complessi come quelli glaciali e periglaciali, in un periodo di grandi trasformazioni per effetto dei cambiamenti climatici in corso. A fronte di uno degli eventi più catastrofici che abbiano coinvolto aree abitate in ambiente alpino, il bilancio è di un solo disperso: i 300 abitanti di Blatten, infatti, sono stati allontanati dalle loro case all’insorgere dei primi indizi premonitori di quanto poteva accadere. L’allertamento tempestivo è stato possibile grazie al fatto che il Ghiacciaio di Birch era sotto osservazione da oltre due decenni, a seguito di due voluminose valanghe di ghiaccio che avevano raggiunto il fondovalle negli anni 1990, e già da alcuni anni mostrava una tendenza anomala ad avanzare. Il monitoraggio costante ha consentito di identificare l’instaurarsi di una fase evolutiva critica sul versante settentrionale del Kleines Nesthorn, soggetto a una sequenza di crolli, alcuni di dimensioni consistenti (il più grande il 19 maggio, valutato in circa 300.000 m3). A seguito delle sovrapressioni idriche venutesi a determinare nella massa glaciale per effetto del carico di materiale detritico sulla superficie e degli apporti idrici da fusione nivo-glaciale e da precipitazioni piovose, il settore frontale del ghiacciaio, pensile su un gradino roccioso a quota 2600 m circa, ha iniziato ad accelerare (raggiungendo velocità di 10 m/giorno) e ad essere coinvolto da crolli di ghiaccio. Tutti questi segnali d’instabilità sono stati correttamente interpretati e comunicati agli abitanti di Blatten, che hanno abbandonato la zona.
Anche se le analisi di dettaglio sono ancora in corso, si riconoscono in quanto accaduto tutti gli ingredienti degli effetti del riscaldamento climatico in corso: un versante che ha subìto una deglaciazione importante negli ultimi decenni, una parete rocciosa esposta a nord e caratterizzata da permafrost in degradazione, un ghiacciaio con un’abbondante circolazione idrica endo/subglaciale. Benché i dati disponibili su questo tipo di eventi siano troppo pochi per poter delineare delle tendenze statisticamente basate, è evidente a tutti come l’evento di Blatten non rappresenti un caso isolato, ma si inserisca in una sequenza di eventi che negli ultimi due-tre decenni hanno punteggiato le aree di alta montagna delle Alpi e del mondo. Citiamo ad esempio la valanga di ghiaccio e roccia nel bacino della Brenva (Monte Bianco) del 18 gennaio 1997 e quelle del 2007, 2010, 2015 e 2024 sulla parete Est del Monte Rosa. In Svizzera, grande risonanza ha avuto la valanga di roccia e ghiaccio del Pizzo Cengalo (Val Bondasca) del 23 agosto 2017, che ha innescato una colata detritica imponente, in totale assenza di precipitazioni, che ha raggiunto l’abitato di Bondo. In Asia, sono state drammatiche le conseguenze della valanga di roccia e ghiaccio di Kolka-Karmadon il 20 settembre 2002 (Caucaso) e di quella di Chamoli (India) del 7 febbraio 2021.
Al fine di poter applicare delle corrette azioni di prevenzione e di mitigazione del rischio da frana, nei prossimi anni sarà dunque di vitale importanza intensificare gli studi sui processi di instabilità naturale in atto negli ambienti di alta quota. Questi studi riguardano in particolare l’evoluzione delle masse glaciali, della criosfera e del permafrost, che devono essere condotti mediante l’acquisizione di dati sul terreno e di dati satellitari, al fine di riconoscere tempestivamente l’insorgere di situazioni di criticità e seguirne in modo appropriato l’evoluzione. Un’altra importante azione da intraprendere al fine di contribuire allo sviluppo delle conoscenze su questi temi è quella di dare sempre più importanza alla documentazione storica, alla realizzazione e aggiornamento di catasti e inventari relativi a questi processi. Sarà altresì centrale una corretta informazione sui pericoli connessi ai ghiacciai e ai versanti con permafrost, rivolta a quanti vivono e frequentano la montagna a vario titolo. A questo riguardo, i rifugi e gli osservatori alpini rappresentano un luogo privilegiato di comunicazione e divulgazione.
Per saperne di più
ETH, “Fact sheet for the now-collapsed Birchgletscher, Switzerland: https://polybox.ethz.ch/index.php/s/eazXqWn8z6rPNwo
Simeon Schmauß, “3D model”: https://sketchfab.com/3d-models/blatten-glacier-collapse-2025-05-30-037bb8933d2444d6b283da885ab77a8d