Segnalazione di rapide veicolazioni di inquinanti nella pietra leccese (pozzo Cozza-Guardati, Lecce).

Delle Rose M., 2009, Segnalazione di rapide veicolazioni di inquinanti nella pietra leccese (pozzo Cozza-Guardati, Lecce)., Penisola salentina_ geologia e pericolosità geologiche, Lecce, 2009,
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La struttura geologica ed idrogeologica del territorio di Lecce è, per alcuni importanti aspetti, descritta solo parzialmente in letteratura (Baldassarre et alii, 2000). Oltre alla falda profonda dell'acquifero cretacico (in pressione in corrispondenza di buona parte dell'abitato) più a oriente falde superficiali sono sostenute da acque marine di ingressione e contenute in acquiferi miocenici e plio-pleistocenici idraulicamente comunicanti tra loro e con l'acquifero profondo. L'approvvigionamento idrico è stato garantito per secoli da pozzi scavati a mano nei depositi miocenici su cui è stata eretta la città (oltre che dall'acqua piovana raccolta in cisterne). Di tali acque sotterranee non è stato ancora elaborato uno schema idrogeologico che ne giustifichi le caratteristiche. Sotto l'impulso dello scienziato leccese Cosimo De Giorgi al volgere del XIX secolo venne costruito un acquedotto cittadino servito da un pozzo (il Cozza-Guardati) appositamente scavato nella pietra leccese e nella Formazione di Galatone (Delle Rose, 2005). Nel 1906 "con un impianto di sollevamento a guisa di noria [...] la portata si appalesava costante ed intorno ai 2700 mc nelle 24 ore [... Nel 1929 la struttura passò all'Ente Acquedotto Pugliese che riversò le acque] nel Grande Sifone leccese in aggiunta ed integrazione delle acque del Sele, specialmente nei cicli d'interruzione. [...] Il tributo è stato sempre discreto, poiché in tempo di magra la falda rendeva nell'anno mc. 1.339.534 pari a litri secondo 42,27, come nell'anno 1948-1949, e nell'anno della più alta resa, il 1956-1957, è stato di mc. 2.729.643 pari a litri secondo 86,55 [...infine] sopravvenuto nel 1959 l'inquinamento della falda ogni espurgo prolungato è risultato vano, in quanto le analisi hanno rivelato la presenza di detersivi non biodegradabili e l'acqua nemmeno utilizzabile a scopo industriale" (Caruso, 1976). In seguito, a più riprese l'Acquedotto Pugliese ha provato a rendere nuovamente fruibile l'opera mediante prolungati emungimenti, senza però riscontare variazioni della qualità delle acque. Il problema della salvaguardia delle acque sotterranee nel perimetro urbano è tornato recentemente all'attenzione dell'opinione pubblica a causa dell'inquinamento di livelli idrici superficiali, e probabilmente della falda profonda, da idrocarburi fuoriusciti da depositi di carburanti. Nel periodo compreso tra dicembre 2004 e luglio 2006 è stata svolta, grazie alla cortese collaborazione del Dipartimento di Lecce dell'Acquedotto Pugliese, una attività di misurazione di parametri chimico-fisici e batteriologici su campioni d'acqua prelevati lungo la galleria drenante del Cozza-Guardati, i cui risultati sono stati già parzialmente pubblicati (Delle Rose, 2005). Il residuo salino è stato costantemente superiore a 1 g/l, mentre sono state rilevate concentrazioni di Cl- maggiori di 200 mg/l, e di NO3- compresi tra 35 e 45 mg /l; raramente sono stati riscontrati tracce di NO2- . La contaminazione fecale è risultata quasi sempre presente ma variabile con una punta di 223 coliformi fecali (unità formanti colonia) per 100 ml d'acqua rilevati in campioni prelevati il 15 aprile 2005 (vedi figura). Per verificare il legame con le precipitazioni meteoriche sono stati usati i dati della stazione pluviometrica del Campus dell''Università di Lecce, gentilmente resi accessibili dal responsabile scientifico della struttura. E' stata così riscontrata una buona correlazione tra il tenore di inquinamento fecale e gli episodi di pioggia avvenuti da 1 a 5 giorni prima dei prelievi. Con piogge nulle nei cinque giorni precedenti i coliformi fecali sono risultati compresi tra 0 e 21 ufc/100 ml, mentre in concomitanza anche con pochi millimetri di pioggia l'inquinamento batterico passava ad almeno 46, sino a oltre 100 ufc/100 ml. Risultava quindi molto probabile una relazione causa-effetto tra piogge e veicolazione degli inquinanti. D'altra parte lungo la galleria del pozzo Cozza-Guardati erano state osservate tracce di "discontinui flussi idrici, probabilmente relativi ad altrettanti episodi di pioggia e veicolati da fratture allargate dal carsismo" (Delle Rose, 2005). Una conferma a tale ipotesi si è avuta nel corso di un sopralluogo effettuato il 21 gennaio 2009, in quanto da un sistema di fratture prossimo al pozzo circolare fuoriusciva un rivolo d'acqua. Le stazioni meteo "Lecce Est" e "Lecce Ovest" (i cui dati sono stati consultati presso il sito meteosalento.it) hanno riportato per quel giorno rispettivamente 46 e 47 mm di pioggia, relativi a un episodio iniziato all'incirca a metà del giorno precedente. I campioni prelevati in quella occasione sono risultati particolarmente contaminati da coliformi, con alti valori di escherichia coli. Quanto osservato e dedotto presso il pozzo Cozza-Guardati è un significativo esempio di come rapide veicolazioni (ore-giorni) di sostanze inquinanti avvengano anche in zone definite "a media vulnerabilità con tempo di permanenza di un inquinante in zona anidra compreso tra 1 e 20 anni" (cfr. sito web del SIT della Provincia di Lecce, "Studio preliminare per la scelta dei siti candidati ad ospitare impianti di smaltimento dei rifiuti"). Tale stima di permeabilità a grande scala deve essere quindi ritenuta un parametro medio ma non significativo per valutazioni puntuali. Si conferma e si sottolinea quindi quanto già emerso in precedenti studi, ossia che solo l'analisi geologica di dettaglio può superare i limiti delle carte di vulnerabilità delle falde ottenute con metodi parametrici, e ciò specie laddove, circostanza molto frequente nel Salento, sistemi carsici permettono rapide veicolazioni in falda di sostanze inquinanti senza sostanziali effetti di diluizione e filtrazione (Delle Rose, 2001; Delle Rose et al., 2007). Riferimenti bibliografici Baldassarre R., Lucarelli A., Quarta F., Tedesco P. (2000) - Studio di verifica dello stato qualitativo della falda, Provincia di Lecce. Caruso V. (1976) - Compendiario sugli acquedotti pugliesi e lucani, Palo del Colle. Delle Rose M. (2001) - Geological constraints on the location of industrial waste landfills in Salento karst areas. IV Water Pollution, Wessex Institute of Technology. Delle Rose M. (2005) - Il pozzo Cozza-Guardati (Lecce, Salento). Geologi e Territorio, n. 1/2. Delle Rose M., Parise M., Andriani G.F. (2007) - Evaluating the impact of quarrying on karst aquifers of Salento (southern Italy). Geological Society Special Publication, 279.

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