Il ruolo svolto da piene straordinarie nel rimodellare la geometria di un alveo fluviale

Turitto O., Audisio C., Agangi A., 2008, Il ruolo svolto da piene straordinarie nel rimodellare la geometria di un alveo fluviale, 21-1B (2008): 303–316.,
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In alcuni corsi d'acqua dell'Italia centro-settentrionale è stata recentemente osservata una tendenza ad un più o meno sensibile aumento della larghezza globale del letto, subentrata dopo un lungo periodo - culminato negli anni '70 e '80 del secolo scorso - in cui si erano diffusamente manifestati fenomeni di restringimento ed incisione degli alvei. Questi ultimi fenomeni, risultati particolarmenteaccelerati da vari tipi di condizionamento da parte dell'uomo, avevano portato alla trasformazione dell'originario modello fluviale a più canali di deflusso, tipico del XIX secolo, verso forme ad unico canale. Ne era derivata un'acquisizione di nuovi spazi ad uso antropico, ma con gravi ripercussioni sulla vulnerabilità di beni pubblici e privati collocati all'interno o in prossimità dell'ambito fluviale. Il caso di studio presentato si riferisce al Torrente Orco, tributario alpino del Fiume Po in territorio piemontese. Nella nota viene inizialmente fornito un quadro delle tappe evolutive (dedotte da analisi multitemporale di cartografia storica e di riprese aerofotografiche, con il supporto di applicativi GIS) che, a partire dal XIX secolo, hanno accompagnato la semplificazione dell'assetto planimetrico dell'alveo, con marcata riduzione della sua larghezza; i minimi valori di ampiezza sono stati raggiunti negli anni '70 e '80, in concomitanza della massima diffusione e intensità dell'attività estrattiva. Si descrivono quindi i meccanismi prevalenti che, in occasione di recenti piene eccezionali con valori di portata superiori ad ogni massimo precedente (nel settembre 1993 e nell'ottobre 2000), hanno indotto un'inversione di tendenza; in particolare si illustra come nel 2000 un sensibile aumento di larghezza dell'alveo sia avvenuto attraverso processi di erosione laterale o per riattivazione di originari spazi fluviali naturalmente abbandonati o artificialmente sottratti, con risultati che ripropongono, seppur localmente e forse solo temporaneamente, forme d'alveo pluricursali analoghe a quelle del passato. Brevi cenni sulle differenti variazioni morfologiche intervenute durante le gravi piene del settembre 1947 e dell'ottobre 1977, con portate tra loro confrontabili, sottolineano ulteriormente gli effetti del condizionamento imposto dall'uomo: nel 1947, con sistema di deflusso non ancora monocursale e disponibilità di sedimenti in alveo, si è prodotto in lunghi tratti un aumento della sezione d'alveo; nel 1977, con unico canale di deflusso sinuoso-meandriforme in fase di incisione e massiccio depauperamento di sabbie e ghiaie, l'alveo non ha mostrato un significativo aumento di larghezza, ma un'accentuazione delle anse presenti. Le varie situazioni vengono illustrate attraverso il confronto di immagini tratte da riprese aeree eseguite prima e dopo gli episodi di piena. Infine, nell'ottica di una cautelativa gestione dell'ambito fluviale indagato, si sottolinea la necessità di salvaguardare gli spazi necessari alla potenziale mobilità laterale del corso d'acqua - chiaramente emersa nel corso della piena del 2000 - per garantirvi in futuro un naturale sviluppo delle componenti morfologiche e biologiche.

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