Dalle conoscenze geologiche alla valutazione delle pericolosità. Casi di studio nel Terziario e Quaternario del Salento.

Delle Rose M., 2009, Dalle conoscenze geologiche alla valutazione delle pericolosità. Casi di studio nel Terziario e Quaternario del Salento., Penisola salentina_ geologia e pericolosità geologiche, Lecce, 2009,
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Le carte geologiche costituiscono il tramite fondamentale per l'inserimento delle conoscenze geologiche (geological prior information) in processi decisionali di governo del territorio relativi a_ dissesti idrogeologici e geomorfologici, inquinamento delle falde idriche, dinamiche costiere, stabilità tettonica regionale, risposte sismiche locali, eccetera. Esse sono interpretazioni soggettive influenzate dalla formazione, esperienza e capacità dei rilevatori, dallo stato delle conoscenze geologiche del periodo di elaborazione e dallo "stile di pensiero" della comunità scientifica o del singolo che le ha prodotte. Quelle tradizionali, cioè su supporto cartaceo, mancano delle informazioni sui modi di raccolta e interpretazione dei dati (aspetto che non permette di valutarne i relativi gradi incertezza) e costituiscono "documenti immutabili" non predisposti a recepire correzioni o migliorie né a essere integrati con altri tematismi con livelli di incertezza, anche perché i fruitori ne ignorano in genere gli aspetti ermeneutici (interpretativi). Professionisti e ricercatori che lavorano nella penisola salentina dispongono di numerose opzioni per elementi e concetti litologici, stratigrafici, strutturali, tettonici e morfologici da utilizzare, preferibilmente in modo critico, nelle elaborazioni di carte geologiche e altri prodotti intellettuali. Infatti, gran parte delle conoscenze geologiche apportate dopo la pubblicazione della seconda edizione della CGI a scala 1_100.000 attendono la validazione scientifica dalla "massa critica" dei geologi e si aggiungono, piuttosto che sostituirsi, a quelle preesistenti. Peraltro il processo di validazione è talvolta complicato dalla mancanza nelle pubblicazioni di adeguate informazioni su_ affioramenti studiati, ragionamenti teorici, procedimenti analitici e accessibilità ai campioni. Così, considerando le conoscenze litostratigrafiche, mentre segnalazioni pionieristiche di depositi oligocenici e aquitaniani (De Giorgi, 1922; D'Alessandro e Palmentola, 1978; Palmentola, 1987) hanno avuto conferma nella validazione della Formazione di Galatone da parte della Commissione Italiana di Stratigrafia, i rapporti stratigrafici tra pietra leccese (unità storica benché mai formalizzata) il livello-guida piromafo e le Calcareniti di Andrano sono oggetto di varie interpretazioni (Delle Rose, 2001, 2008; v. schema tettono-stratigrafico). E ancora si possono considerare le calcareniti del Salento, unità definita dai rilevatori della seconda edizione della CGI che andrebbe a seconda degli Autori abrogata, sostituita con nuove unità litostratigrafiche, correlata almeno in parte con le Calcareniti di Gravina (già proposta come formazione da Azzaroli, 1968), considerata espressione di un ciclo sedimentario, ecc. (cfr. Delle Rose, 2006). Ulteriore esempio è costituito dalle sabbie a brachiopodi, in origine indicate come probabile deposito marino terrazzato e successivamente collocate tra le Calcareniti di Gravina e i depositi corrispondenti alle Argille subappennine ossia la formazione di Gallipoli (Delle Rose e Medagli 2007a,b). In quest'ultima sono stati rinvenuti e studiati livelli vulcanoclastici che rafforzano la correlazione con i depositi della Fossa Bradanica (Delle Rose 2008b; Delle Rose et alii, 2007). In geologia strutturale pochi aspetti sono stati approfonditi mentre rimangono insolute questioni rilevanti quali le fasi di attività delle faglie principali. E ancora, in geomorfologia nuove conoscenze offrono numerosi riferimenti per la comprensione della geologia del Quaternario del Salento (specie di quello recente), con importanti implicazioni neotettoniche, paleoambientali e paleoclimatiche. Una conseguenza dell'ampliamento del complesso delle possibili ricostruzioni alternative dell'assetto e dell'evoluzione geologica del Salento, è stata il moltiplicarsi delle scelte dei parametri per la zonazione e quantificazione delle pericolosità. I rilevamenti geologici eseguiti (v. anche i lavori presentati come poster), di cui si portano alcuni esempi, sono stati finalizzati a produzioni cartografiche utilizzabili per_ definirne i gradi di incertezza, l'inserimento nei processi di validazione delle conoscenze e la valutazione delle pericolosità geologiche. Bibliografia essenziale Azzaroli A. (1968) - Studi illustrativi della CGI - Formazioni geologiche. SGd'I. D'Alessandro A., Palmentola G. (1978) - Sabbie a Brachiopodi, una nuova unità del Salento leccese. Riv. It. Paleont., 84. De Giorgi C. (1922) - Descrizione geologica e idrografica della provincia di Lecce. Delle Rose M. (2001) - Salento Miocene_ a preliminary paleoenvironmental reconstruction. Thalassia Salentina, 25. Delle Rose M. (2006) - Mediterranean Pliocene events in the Salento geological record. Thalassia Salentina, 29. Delle Rose M. (2008a) - The Chattian-Messinian Salento super-sequence and its relation with tectonic and paleoclimate. Convegno GEOSED, Bari. Delle Rose M. (2008b) - Eustatic-climate versus tectonic control of Pliocene-Lower Pleistocene sequence stratigraphic surfaces (Salento, south Italy). Convegno GEOSED, Bari. Delle Rose M., Medagli P. (2007a) - The Lower Pleistocene succession of Contrada Torsano. Thalassia Salentina, 30. Delle Rose M., Medagli P. (2007b) - Some inputs to the pre-Tyrrhenian sea level stands reconstruction (southern Apulia). Convegno FIST-Geoitalia, Rimini. Delle Rose M., Santi P., Renzulli A. (2007) - Volcanogenic sediments of the Apulian Foreland_ implications on paleo-environmental and provenance. Convegno FIST-Geoitalia, Rimini. Palmentola G. (1987) - Lineamenti geologici e morfologici del Salento leccese. Convegno sulle conoscenze geologiche del territorio salentino, Lecce.

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