Rapporto sull’analisi preliminare della variazione della suscettibilità da frana a seguito degli incendi dell’estate 2012 nella Regione Umbria

Rossi M. (1), Torri D. (1), Bacaro G. (1), Brunetti M.T. (1), Luciani S. (1), Peruccacci S. (1), Santi E. (1), 2012, Rapporto sull’analisi preliminare della variazione della suscettibilità da frana a seguito degli incendi dell’estate 2012 nella Regione Umbria, 2012,
URL: http://www.cnr.it/prodotto/i/275440

La Regione Umbria con DGR n. 1175 del 01/10/2012 ha costituito un gruppo di lavoro finalizzato alla valutazione degli effetti degli incendi boschivi sulla suscettibilità da frana occorsi lungo la SS 3 "Flaminia" nei pressi di Molinaccio (TR) nei giorni 20-23 luglio 2012 e lungo la SP 418 "Spoletina" in località Acquasparta il 19 luglio 2012. Il dott. Dino Torri e il dott. Mauro Rossi dell'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRPI CNR) sono stati individuati dalla delibera quali esperti di rischio idrogeologico da frana. In tale rapporto sono riportati i risultati dell'analisi preliminare delle variazioni della propensione al dissesto delle zone interessate dagli incendi oggetto di studio. Frane e processi di erosione controllano l'evoluzione morfologica dei versanti. Tali fenomeni innescati in genere da forzanti meteorologiche o sismiche, sono dipendenti da tutti gli elementi che coesistono nel versante. Particolarmente significativo è il ruolo svolto dalla vegetazione che controlla direttamente e indirettamente i processi di formazione del suolo e le sue caratteristiche fisico chimiche. Ad esempio la resistenza al taglio, la porosità, o la permeabilità di un suolo possono essere fortemente modificate dalla vegetazione. Le diverse specie vegetazionali, ma anche la loro frequenza e distribuzione spaziale possono far variare localmente le caratteristiche del suolo e modificare i processi di infiltrazione del versante influenzando direttamente i processi di frana e di erosione superficiale. Nel caso di frane di crollo la vegetazione costituisce un ostacolo naturale al movimento dei massi sulla superficie agendo come un'opera di protezione naturale. Gli eventi naturali che modificano la distribuzione e le comunità vegetali di un versante possono quindi avere un'influenza diretta sui processi di frana ed erosione superficiale. Tra questi gli incendi possono modificare fortemente nel versante sia la vegetazione che la parte di suolo più superficiale con conseguente variazione delle condizioni locali di innesco di frana e processi erosivi canalizzati. Di fatto determinare le mutue relazioni dei vari elementi che costituiscono un versante e ricostruire come esse interagiscono anche sotto la forzante di eventi naturali esterni è complesso. Tale complessità si riflette nella determinazione degli effetti a loro volta indotti sulle dinamiche del versante, anche per le diverse interazioni da analizzare considerando diverse tipologie di fenomeni di instabilità. Per tali motivi la valutazione della risposta del versante in termini di aumento della suscettibilità idrogeologica indotta dagli incendi boschivi è stata affrontata analizzando specifici tipi di modellazione per i diversi fenomeni di instabilità quali_ oFrane superficiali; oProcessi di erosione canalizzati; oCadute massi. Tale suddivisione è stata dettata sia dalla diversità dei fenomeni individuati, ma anche in considerazione dei diversi inneschi che causano preferenzialmente tali fenomeni. Infatti le frane superficiali e i processi erosivi canalizzati sono preferenzialmente innescati da piogge intense e/o prolungate, mentre le cadute massi occorrono con maggior frequenza durante gli eventi sismici. I modelli individuati per le varie tipologie di fenomeno sono differenti e contemplano diverse strategie di inclusione degli effetti indotti dagli incendi. Per le frane superficiali saranno utilizzate le soglie pluviometriche di innesco di frana che sono modelli empirici basati sulla ricostruzione delle relazioni esistenti tra la pioggia e il tempo di innesco delle frane. Tali soglie sono definite come minime condizioni pluviometriche di innesco, caratterizzate dalla cumulata (o dall'intensità media) e dalla durata di pioggia, oltre le quali le frane possono occorrere. La determinazione della variazione di tali soglie a seguito di incendi è possibile solo dove si hanno informazioni sui tempi di innesco di frane per aree incendiate. Essendo modelli di tipo empirico, l'incertezza legata a tale determinazione è funzione della numerosità/qualità delle informazioni disponibili. Un'analisi più completa in materia di soglie empiriche di pioggia è riportata nel Capitolo 4. Per i processi di erosione canalizzati sono invece utilizzati modelli basati su soglie morfometriche, che determinano i valori minimi di area contribuente e pendenza oltre le quali è possibile l'innesco di tali fenomeni erosivi. Tali modelli possono integrare il ruolo svolto da dai diversi tipi di suolo e delle relative condizioni idrologiche. La determinazione della variazione delle condizioni di innesco di tali fenomeni a seguito di incendi è possibile quindi introducendo le modifiche di uso del suolo e delle relative caratteristiche osservate nelle aree incendiate. Per le cadute massi saranno utilizzati modelli fisicamente basati che descrivono i movimenti di massi lungo un versante includendo direttamente o indirettamente la vegetazione. La determinazione della variazione delle condizioni di innesco di tali fenomeni a seguito di incendi è possibile quindi modificando i parametri di input dei modelli relativi alla vegetazione così some osservati nelle aree incendiate. Nel presente documento sono descritti in particolare_ ogli effetti del fuoco sugli elementi che coesistono nel versante (Capitolo 2); ogli effetti del fuoco sulle dinamiche di versante, considerando in particolare frane di tipo superficiale e processi di erosione (Capitolo 3); ole soglie di pioggia per il possibile innesco di frane nelle aree in esame (Capitolo 4); oi risultati dell'analisi preliminare della variazione delle condizioni di innesco di frane superficiali e delle relative soglie (Capitolo 5). Infine nel Capitolo 6 sono riportate alcune considerazioni su quanto precedentemente descritto.

Data from https://intranet.cnr.it/people/