Le modificazioni climatiche e i rischi naturali

POLEMIO M., 2011, Le modificazioni climatiche e i rischi naturali, Bari: CNR-IRPI, UOS di Bari, 2011,
URL: http://www.cnr.it/prodotto/i/146524

Negli ultimi decenni si è osservata una tendenza generalizzata al riscaldamento e, nella porzione a media-alta latitudine dell'emisfero settentrionale, un aumento dell'uno percento per decennio delle precipitazioni meteoriche, unitamente a incrementi contenuti, ma non nulli, della frequenza degli eventi di precipitazione intensa. In Europa, la distribuzione stagionale della piovosità è variata per una maggior frequenza di stagioni invernali particolarmente umide. Gli effetti descritti risultano variabili da regione a regione, anche a scala europea. Nell'area Mediterranea, come nel territorio nazionale, si osservano tendenze climatiche diverse. A prescindere dal segno delle variazioni e dall'estensione delle aree coinvolte, negli ultimi decenni sono state osservate modificazioni sostanziali della temperatura e delle precipitazioni. È legittimo chiedersi quali siano stati gli effetti di tali modificazioni e quali saranno nel futuro prossimo se gli scenari climatici previsionali, che nel complesso non segnalano inversioni delle tendenze, si avvereranno. La conoscenza dei cambiamenti climatici in atto e delle relative tendenze costituisce uno strumento fondamentale per studiare e comprendere la ricorrenza dei fenomeni geo-idrologici, e in particolare di quelli potenzialmente catastrofici, fra i quali principalmente piene e frane. La conoscenza dei cambiamenti climatici è anche importante per la comprensione della stabilità degli ambienti glaciali e periglaciali, per caratterizzare la frequenza e l'intensità delle siccità, per la valutazione delle disponibilità delle risorse idriche, anche in termini qualitativi, come nel caso di quelle sotterranee esposte al rischio di intrusione marina, nonché per valutare gli effetti complessivi sulla conservazione degli ecosistemi. Queste temi devono essere affrontati con un approccio olistico, che comprenda la raccolta e l'analisi statistica dei dati nonché lo sviluppo e l'utilizzo di scenari climatici a scala continentale e delle relative procedure di downscaling. I cambiamenti climatici e le complesse problematiche ad essi associate richiederanno sempre più spesso la progettazione di specifici interventi di adattamento e mitigazione sia per la realizzazione di opere sia per l'attuazione di politiche di gestione del territorio e degli ambienti naturali. Tali interventi dovranno essere ispirati a criteri di progettazione che tengano conto della variabilità, dell'incertezza e delle tendenze climatiche in atto. Esiste una percezione diffusa dell'esistenza del cambiamento climatico e che esso si sostanzi in un riscaldamento globale associato al progressivo verificarsi di sempre più intensi e/o frequenti fenomeni geo-idrologici catastrofici. Tuttavia, non sempre e non ovunque esistono studi di dettaglio che confermino le previsioni o le percezioni. Se ci si limita ai risultati conseguiti attraverso l'applicazione di un rigoroso metodo scientifico, non sempre le risposte sono disponibili per ogni dove, con sufficiente accuratezza. Vi è tuttavia un generale consenso sulla complessità delle ricerche, sui problemi connessi all'accuratezza delle previsioni a medio-lungo termine, e sulla difficoltà di costituire banche dati di qualità e di estensione temporale e geografica idonee. Le riflessioni sono anche coerenti con le finalità ambientali del 7° Programma Quadro della Commissione Europea. A scala europea, le conoscenze sul cambiamento climatico influiranno sempre di più sui processi decisionali (politici, sociali e economici), a diverse scale temporali e geografiche. L'attenzione è orientata a sviluppare nuove capacità d'analisi degli effetti dei cambiamenti, delle nuove tecnologie e delle pratiche innovative in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Se è vero che questi sforzi attiveranno competenze e approcci diversi, è altrettanto vero che tutte le ricerche finiranno per prestare particolare attenzione alle modificazioni del ciclo idrologico e alle conseguenze di tali modificazioni. La comunità scientifica nazionale, come anche attestato da questo Volume, sta fornendo un quadro di conoscenze coerente con le finalità perseguite dai propositi di ricerca europea. Una molteplicità di competenze, applicando diverse metodologie, ha fornito un quadro utile a caratterizzare interessanti previsioni in merito agli effetti dei cambiamento climatici. I lavori pubblicati nel Volume forniscono risultati scientifici interessanti, che si potrebbero definire, in estrema sintesi, di diverso segno. A seconda della tematica e dell'area geografica studiata, le valutazioni degli effetti dei cambiamenti climatici risultano essere negative o catastrofiche, ma anche foriere di un miglioramento delle condizioni di rischio. Molti dei cinquantacinque contributi evidenziano come il fattore chiave non sia dovuto tanto ai cambiamenti climatici quanto alle modificazioni antropiche. In molti casi è l'effetto antropico, in termini di utilizzo delle risorse naturali e di uso del suolo, il fattore che meglio spiega i cambiamenti nella ricorrenza di eventi catastrofici di tipo geo-idrologico e la degradazione quantitativa e qualitativa delle risorse naturali. Nel prossimo futuro dovremo aumentare le nostre conoscenze e le nostre capacità predittive degli effetti combinati delle modificazioni climatiche e antropiche in atto. Questo volume e l'evento che lo ha ispirato sono un contributo in questa direzione.

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