FONDAZIONE GENERALI – Mappatura nazionale delle aree inondabili in funzione di diversi tempi di ritorno

Ivan Marchesini, Paola Salvati, Mauro Rossi, Marco Donnini, Fausto Guzzetti, Simone Sterlacchini, Marco Zazzeri, Giacomo Cappellini, Debora Voltolina, 2017, FONDAZIONE GENERALI – Mappatura nazionale delle aree inondabili in funzione di diversi tempi di ritorno, Report 5 - 2017, 2017,
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Il lavoro ha avuto come obiettivo la definizione di una metodologia finalizzata alla delineazione delle aree inondabili in funzione di diversi tempi di ritorno applicabile a tutto il territorio nazionale. Le aree inondabili sono generalmente definite utilizzando modelli di flusso mono e bi-dimensionali, l'applicazione di questi modelli è condizionata dalla disponibilità di dati accurati e sono generalmente molto costosi in termini di disponibilità dei dati, tempo di calcolo e risorse umane impiegate. Per questo motivo la loro applicazione è limitata a studi specifici di singoli tratti delle aste fluviali. Per ovviare a queste limitazioni alcuni autori ((Degiorgis et al., 2012); (De Risi, Jalayer, & De Paola, 2015); (Manfreda et al., 2015)) hanno sperimentato l'utilizzo dei metodi statistici finalizzati all'individuazione delle aree inondabili, applicandoli con risultati soddisfacenti a bacini idrografici di dimensioni limitate utilizzati come aree test. In ragione dell'estensione dell'area di studio, corrispondente all'intero territorio nazionale, e della numerosità dei corsi d'acqua da valutare, si è scelto di far uso di un approccio statistico simile a quelli proposti in letteratura e precedentemente elencati. Sulla base di tali lavori, nel corso del biennio di progetto, IRPI ha sviluppato una procedura statistica che utilizza modelli statistici di tipo «machine- learning» per classificare il territorio (i.e. inondabile vs non-inondabile) basandosi sull'uso di variabili morfometriche derivate dai modelli digitali di elevazione (DEM). In pratica, l'approccio proposto per la determinazioni delle aree inondabili si basa su criteri di tipo geomorfologico. La modellazione ha previsto due fasi distinte_ (i) fase di calibrazione del modello; (ii) fase di validazione del modello. Per la calibrazione sono stati utilizzati i dati relativi alle aree inondabili resi disponibili nei PAI ed elaborati ai sensi del D.Lgs 49/2010 di recepimento della Direttiva Flood. La procedura statistica elaborata nell'ambito del progetto e l'applicazione su scala nazionale ha consentito l'individuazione delle aree inondabili delle aste fluviali e dei bacini secondari che non sono stati oggetto delle perimetrazioni della pericolosità idraulica elaborate ai sensi del D.Lgs 49/2010 che costituiscono lo scenario di pericolosità istituzionale di riferimento. Il risultato finale è uno scenario di pericolosità modellato, ovvero una zonazione sinottica della propensione del territorio ad essere inondato (suscettibilità da inondazione), per vari tempi di ritorno, uniforme e confrontabile per tutto il territorio nazionale basato su criteri di tipo geomorfologico Questo primo tentativo di modellazione statistica a scala nazionale finalizzata alla perimetrazione della pericolosità idraulica è da considerarsi un notevole valore aggiunto alla conoscenza della pericolosità idraulica del territorio italiano, complementare, e non sostituibile, agli scenari istituzionali dei PAI e delle perimetrazioni ai sensi D.Lgs 49/2010.

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