Un’evidente esigenza di pianificazione dal basso_ il caso-studio sulla percezione del rischio idrogeologico in Calabria (Italia)

Francesco De Pascale¹, Loredana Antronico², Roberto Coscarelli², Francesco Muto³, 2017, Un’evidente esigenza di pianificazione dal basso_ il caso-studio sulla percezione del rischio idrogeologico in Calabria (Italia), X SEMINARIO ITALO-FRANCESE DI GEOGRAFIA SOCIALE - RIPARTIRE DAL TERRITORIO. I limiti e le potenzialità di una pianificazione dal basso, Monastero degli Olivetani - Lecce, 30-31/03/2017,
URL: http://www.cnr.it/prodotto/i/374001

Col presente contributo si intendono analizzare i meccanismi di costruzione e rappresentazione del territorio, che si sono generati e riprodotti in presenza di un'azione umana associata all'esistenza di un rischio idrogeologico, nel contesto di un tratto di costa del Tirreno meridionale (Costa degli Dei), situato in provincia di Vibo Valentia (Calabria, Italia). In particolare, la ricerca ha interessato tre Comuni, Tropea, Parghelia e Zambrone, all'interno dei quali sono stati intervistati complessivamente 300 cittadini, attraverso un questionario strutturato, utilizzando la modalità di campionamento non probabilistico, a scelta ragionata. Difatti, sul detto tratto costiero sono presenti numerose conoidi alluvionali che, negli ultimi cinquant'anni, sono state oggetto di un consistente sviluppo urbano (costruzione di edifici pubblici e privati, strutture alberghiere ed infrastrutture). Negli anni 2009, 2010 e 2011, tali conoidi alluvionali, densamente popolate, hanno subito gli effetti di numerose colate di detrito e di alluvionamenti, causati da eventi piovosi, anche non particolarmente eccezionali. In conseguenza di ciò, oltre a molteplici danni alle strutture ed infrastrutture presenti nell'area, si sono verificate condizioni di alto rischio per la popolazione. L'obiettivo del lavoro, pertanto, è quello di analizzare_ la conoscenza della popolazione residente, o che lavora nell'area di studio, dei fenomeni idrogeologici (frane e alluvioni); la capacità della popolazione di affrontare e gestire situazioni di emergenza legate a detti fenomeni; il rapporto di fiducia della popolazione nei confronti degli amministratori. Dunque, viene valutato anche il ruolo degli enti pubblici deputati alla pianificazione della risposta sociale e, di conseguenza, come e quanto sia percepibile sul territorio la loro azione rivolta alla trasformazione delle forme geografiche locali. I primi dati emersi dall'indagine risultano alquanto allarmanti_ la comunicazione tra istituzioni e cittadini viene percepita dai cittadini stessi come inesistente. Inoltre, la maggior parte degli intervistati ritiene che le frane e le alluvioni siano "causate dall'uomo", indicando "abusivismo edilizio", "gestione del territorio", "disinteresse da parte degli amministratori pubblici locali" tra i fattori che influiscono maggiormente sul verificarsi di frane ed alluvioni. Gli intervistati lamentano, altresì, "la mancanza di adeguati interventi di protezione dai fenomeni". Dall'analisi dei risultati principali, perciò, si evince un modello di governance caratterizzato da uno "stato di emergenza democratica e partecipativa", che rende l'idea di come amministrare le città e i borghi, oggi, non significhi più governarli dall'alto, ma, piuttosto, mettersi in comunicazione con le comunità locali tramite azioni dal basso. Tale prospettiva stimolerebbe la nascita di forme di soggettualità territoriale finalizzate a pianificare l'area a rischio nel modo più sostenibile e resiliente per i suoi abitanti.

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