Determinazione delle caratteristiche reologiche di un debris flow

COUSSOT P., LAIGLE D., ARATTANO M., DEGANUTTI A.M. & MARCHI L., 1996, Determinazione delle caratteristiche reologiche di un debris flow, XXV Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Torino, 16-18 settembre 1996, pp. 124–135, Torino, 16-18 settembre 1996,
URL: http://www.cnr.it/prodotto/i/239846

I debris flow (colate detritiche) sono miscugli naturali di acqua e detriti in elevata concentrazione che, formatisi solitamente in seguito a piogge intense o di lunga durata, si propagano lungo le aste torrentizie dei bacini montani causando a volte danni considerevoli alle strutture antropiche ubicate sul conoide o su altre zone particolarmente vulnerabili. Al fine di predire le caratteristiche di propagazione di un debris flow è necessario determinare le proprietà reologiche del materiale di cui esso è costituito. Questo non è un compito semplice, per la presenza di detriti di grosse dimensioni che impediscono l'utilizzo dei comuni reometri. Una possibile soluzione consiste nel generare artificialmente una serie di miscugli mescolando al quantitativo d'acqua presente nel debris flow frazioni di materiale di dimensioni via via maggiori tratte da un campione secco dello stesso. I diversi miscugli così ottenuti possono essere considerati come fluidi interstiziali del debris flow originario via via più ricchi di sedimenti di grosse dimensioni. Le proprietà reologiche di questi miscugli possono più facilmente essere determinate e dai risultati ottenuti è possibile in seguito tentare di dedurre il comportamento dell'intero materiale costituente il debris flow. Questa procedura è stata adottata per una colata detritica verificatasi nel 1995 in un torrente ubicato in Friuli, impiegando un'ampia gamma di tecniche reometriche su un campione di materiale prelevato da un abbondante deposito individuato in alveo. I parametri reologici e la tipologia di comportamento del debris flow esaminato sono stati ottenuti per estrapolazione in base alla curva esprimente la variazione del valore critico dello sforzo tangenziale (il valore dello sforzo tangenziale in corrispondenza al quale inizia la deformazione) in funzione della frazione solida e quella esprimente la variazione dello sforzo tangenziale con il gradiente della velocità. Il comportamento individuato è stato quello di un fluido pseudoplastico dotato di un valore critico dello sforzo tangenziale, che può essere rappresentato con un modello tipo Herschel-Bulkley.

Data from https://intranet.cnr.it/people/