Antropocene e Geoetica_ il caso-studio sulla percezione del rischio idrogeologico in Calabria (Italia)

Francesco De Pascale¹, Loredana Antronico², Roberto Coscarelli², Marcello Bernardo¹, Francesco Muto³, 2017, Antropocene e Geoetica_ il caso-studio sulla percezione del rischio idrogeologico in Calabria (Italia), XXXII CONGRESSO GEOGRAFICO ITALIANO - L'apporto della geografia tra rivoluzioni e riforme, pp. 134–135, Roma, 7-10/06/2017,
URL: http://www.cnr.it/prodotto/i/373992

La geoetica, insieme alla geografia, studia i problemi legati alla gestione dei rischi naturali, all'educazione e alla comunicazione del rischio, al fine di migliorare la resilienza delle comunità di fronte agli eventi estremi. Comprendere la percezione della popolazione è fondamentale per il successo di un'eventuale attuazione dei piani di comunicazione del rischio, come parte delle strategie di riduzione dello stesso. Lo scopo di questo lavoro è analizzare, appunto, i meccanismi di percezione e propensione al rischio idrogeologico in un tratto di costa del Tirreno meridionale (Costa degli Dei), situato in provincia di Vibo Valentia (Calabria, Italia). Un questionario strutturato misto è stato somministrato a 300 cittadini dei Comuni di Tropea, Parghelia e Zambrone, utilizzando la modalità di campionamento non probabilistico, a scelta ragionata. Infatti, sul detto tratto costiero sono presenti numerose conoidi alluvionali che, negli ultimi cinquant'anni, sono state oggetto di un significativo sviluppo urbano (costruzione di edifici pubblici e privati, strutture alberghiere ed infrastrutture). Negli anni 2009, 2010 e 2011, tali conoidi alluvionali, densamente popolate, hanno subito gli effetti di numerose colate di detrito e di alluvionamenti, causati da eventi piovosi, anche non particolarmente eccezionali. In conseguenza di ciò, oltre a molteplici danni alle strutture ed infrastrutture presenti nell'area, si sono verificate condizioni di alto rischio per la popolazione. L'obiettivo del contributo, pertanto, è quello di analizzare_ la conoscenza della popolazione residente, o che lavora nell'area di studio, dei fenomeni idrogeologici (frane e alluvioni); la capacità della popolazione di affrontare e gestire situazioni di emergenza legate a detti fenomeni; il rapporto di fiducia della popolazione nei confronti degli amministratori. I primi dati emersi dall'indagine sono piuttosto allarmanti_ la comunicazione tra istituzioni e cittadini viene percepita dai cittadini stessi come inesistente. Inoltre, il 74% degli intervistati ritiene che le frane e le alluvioni siano "causate dall'uomo", indicando "abusivismo edilizio", "gestione del territorio", "disinteresse da parte degli amministratori pubblici locali" tra i fattori che influiscono maggiormente sul verificarsi di frane ed alluvioni. Dalla ricerca effettuata risulta, dunque, preoccupante il deficit di comunicazione tra istituzioni e cittadini; esso potrebbe essere colmato solo tramite eventuali campagne informative e la diffusione dei Piani di emergenza. Inoltre, è in aumento la percentuale di cittadini che considera i fattori umani decisivi nello scatenarsi di una catastrofe legata ad eventuali frane ed alluvioni. Ciò avvalora ancora di più la percezione di Crutzen e Stoermer, ripresa da altri studiosi, secondo cui ci troviamo nell'era geologica dell'Antropocene. Secondo Bonneuil e Fressoz, ciò che sta accadendo al nostro pianeta non è altro che "una rivoluzione geologica di origine umana".

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