Rapporti stratigrafici tra pietra leccese, piromafo e Calcareniti di Andrano (area urbana e periferia est di Lecce).

Alfarano A., Delle Rose M., Orlanducci L., Resta F., 2008, Rapporti stratigrafici tra pietra leccese, piromafo e Calcareniti di Andrano (area urbana e periferia est di Lecce)., GEOSED 2008, pp. 8–9, Bari, 2008,
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Il Salento e le Murge, sub-paleodomini della Piattaforma Apula (Auct.), confinano lungo una fascia di deformazione tettonica con orientamento meridiano e sono caratterizzati da differenti assetti tettono-stratigrafici. Nel Salento, l'abitato di Lecce è ubicato su un horst a struttura complessa (delimitato a sud-ovest da un blocco ribassato noto come graben di Novoli) dove affiorano depositi miocenici (De Giorgi, 1922) attribuiti interamente alla pietra leccese (Rossi, 1969), oppure in parte anche alle Calcareniti di Andrano (Bossio et al., 2006). Benché una distinzione tra pietra leccese e calcareniti macrofossilifere (Lumachelle) fosse stata già introdotta da De Giorgi (1922), è solo con la redazione della IIa ed. della Carta Geologica d'Italia a scala 1_100.000 che la questione della differenziazione litostratigrafica assume la giusta rilevanza. Secondo Martinis (1967) e Rossi (1969) l'istituzione di una nuova formazione è "giustificata dal fatto che mentre nella pietra leccese i caratteri sono piuttosto costanti e uniformi, nelle Calcareniti di Andrano i caratteri sono molto diversi". Tale apparentemente vago criterio distintivo, ha contribuito a determinare nella letteratura geologica un proliferare di suddivisioni e schematizzazioni oltre a indurre ampia discrezionalità nelle distinzioni in affioramento e in perforazione. Il limite tra pietra leccese e Calcareniti di Andrano è infatti descritto come_ privo di significative discontinuità (Rossi, 1969); eteropico (Largaiolli et al., 1969); trasgressivo e discordante (Bossio et al., 1988); con interposizione di livelli di transizione (Margiotta e Varola, 2004; Bossio et al., 2006). Tuttavia, mentre per la pietra leccese manca ancora una proposta di sezione tipo e le indicazione di letteratura sull'aria tipo sono piuttosto generiche, le Calcareniti di Andrano sono state validate come formazione (Commissione Italiana di Stratigrafia, 2002). La definizione di un limite litostratigrafico così diversamente descritto in letteratura e ad andamento sub-orizzontale, costituisce una questione di rilievo anche nell'ottica della c.d. "geologia urbana", le cui tecniche di rilevamento differiscono da quelle classiche delle zone affatto o poco antropizzate, utilizzando frequentemente osservazioni su tagli artificiali (ipogei, scavi) e su campioni carotati mediante sondaggi. Le ricerche eseguite nell'area urbana ed a est di Lecce, svolte nella prospettiva di quanto indicato dalla Commissione Italiana di Stratigrafia (2003), hanno condotto ai seguenti risultati_ - la litozona di passaggio dalla pietra leccese alle Calcareniti di Andrano, tradizionalmente denominata piromafo e ben descritta già da Martelli (1931), è chiaramente individuabile anche in perforazione così come i sovrastanti strati basali della unità superiore; - il piromafo, già considerato livello guida per il Salento (Delle Rose, 2001) benché privo di un ben definito status litostratigrafico, permette correlazioni tra le successioni dell'horst di Lecce e del graben di Novoli, la cui interposta fascia di deformazione è il risultato di intersezioni tra dislocazioni NNO-SSE e NO-SE, queste ultime attive probabilmente dal Pliocene; - la base delle Calcareniti di Andrano è interessata da intensa bioturbazione con particolari icnoforme evidenziate da patine ocracee, ed è anche caratterizzabile dal punto di vista paleontologico (macrofossili); - per il passaggio piromafo/Calcareniti di Andrano viene proposta una sezione stratigrafica di riferimento completata dalla stratigrafia di un carotaggio eseguito sino al limite pietra leccese/piromafo; - nel Foglio 204 - Lecce della CGI a scala 1_100.000, il limite pietra leccese/Calcareniti di Andrano appare posto alla base di depositi riferibili a una facies calcareo-detritica (con intraclasti) delle Calcareniti di Andrano, probabilmente distinguibile anche nell'area tipo di tale formazione. Oltre alla valenza stratigrafica gli studi eseguiti assumono risalto anche in campi applicativi. Infatti il piromafo, la cui predisposizione alla carsogenesi e speleogenesi è già nota in letteratura (Tadolini et al., 1971) è sede preferenziale di dissesti idrogeologici quali sprofondamenti del suolo. Nondimeno, per l'abitato di Lecce, si segnala una discreta sovrapposizione tra gli areali di affioramento di pietra leccese, piromafo e Calcareniti di Andrano e le zone a differente pericolosità idraulica e rischio di allagamento del Piano di bacino stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI) elaborato dall'Autorità di Bacino della Puglia. BIBLIOGRAFIA Bossio A. et al., 1988. Evoluzione paleogeografica dell'area di Leuca nel contesto dell'area mediterranea. Atti Conv. Conoscenze Geologiche Salento, Lecce 12/12/1987, 31-54. Bossio A. et al., 2006. Stratigrafia neogenica-quaternaria del settore nord-orientale della provincia di Lecce. Geol. Rom., 39, 63-87. Commissione Italiana di Stratigrafia, 2002. Catalogo delle formazioni-Unità validate. Apat, quaderni, serie 3, n. 7, 11-20. Commissione Italiana di Stratigrafia, 2003. Guida italiana alla classificazione e alla terminologia stratigrafica. Apat, quaderni, serie 3, n. 9, 155 pp. De Giorgi C., 1922. Descrizione geologica e idrografica della provincia di Lecce. 263 pp. Delle Rose M., 2001. Salento Miocene_ a preliminary paleoenvironmental reconstruction. Thalassia Salentina, 25, 41-66. Largaiolli T. et al., 1969. Note illustrative della CGI, Foglio 214 Gallipoli. Serv. Geol. It., 63 pp. Margiotta S. e Varola A., 2004. Nuovi dati geologici e paleontologici sul alcuni affioramenti nel territorio di Lecce. Atti Soc. Tosc. Sc. Nat., 109, 1-12. Martelli A., 1931. Sui fosfati del leccese. Boll. Soc. Geol. It., 50, 171-188. Martinis B., 1967. Note geologiche sui dintorni di Casarano e Castro (Lecce). Riv. Ital. Paleont., 73, 1297-1380. Rossi D., 1969. Note illustrative della CGI, Foglio 215 Otranto. Serv. Geol. It., 69 pp. Tadolini et al., 1971. Idrogeologica delle sorgenti Idume. Geol. Appl. e Idrogeol., 6, 41-64.

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