Metodologie speditive per la valutazione del rischio di degrado quantitativo e qualitativo delle acque sotterranee della Puglia

Polemio, M. Dragone, V. Limoni, P. P. Romanazzi, A., 2012, Metodologie speditive per la valutazione del rischio di degrado quantitativo e qualitativo delle acque sotterranee della Puglia, Geologi e territorio 1 (2012): 3–14.,
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La prevalente natura carsica del territorio limita la disponibilità di risorse idriche superficiali e conferisce valore particolare alle acque sotterranee della Puglia. Pregevoli per qualità, le acque sotterranee degli acquiferi pugliesi sono state prelevate in misura crescente a partire dai primi decenni del secolo scorso. La crescita dei prelievi ha sottoposto a notevoli "sollecitazioni" il sistema idrogeologico pugliese, dando concretezza ai rischi di degrado sia quantitativo sia qualitativo, rischi tra loro legati nel caso degli acquiferi costieri, quali sono quelli principali pugliesi. L'articolo descrive, con intenzionale brevità, i principali antefatti normativi che hanno regolamentato e regolamentano l'utilizzo delle acque sotterranee pugliesi, ponendo l'attenzione sugli obiettivi che occorre perseguire per coniugare il massimo soddisfacimento della domanda idrica con la duratura tutela di tali preziose risorse naturali e degli equilibri ecologici connessi. Per dare forza agli strumenti di gestione e di controllo e definire chiari obiettivi di tutela è necessario conoscere in modo quantitativo ed accurato quali siano i rischi reali. A questo fine si descrivono brevemente alcuni approcci metodologici accomunati dalla semplicità e dalla ripetibilità delle procedure in contesti non prioritariamente scientifici. L'articolo descrive la variazione della disponibilità della acque sotterranee pugliesi, fondamentalmente discutendo l'andamento dei trend piezometrici e delle portate delle sorgenti (minore attenzione è data al Gargano, per la scarsa disponibilità di dati, e al Tavoliere, per la minore qualità delle acque sotterranee). In sintesi, si osserva una tendenza alla riduzione della disponibilità spiccata ma, per fortuna, non monotona. Tale tendenza è solo in parte giustificabile in relazione alle modificazioni climatiche, che di certo hanno causato un calo della ricarica a partire dagli anni ottanta. Gli effetti più macroscopici riguardano la Murgia e il Tavoliere; rilevanti gli effetti in Salento, in particolare in relazione all'enfatizzazione dei rischi connessi all'intrusione marina. Per la valutazione dell'evoluzione del fenomeno dell'intrusione marina si descrive il criterio a soglia, che persegue l'individuazione del valore di soglia della salinità tra le acque sotterranee dolci e le acque sotterranee contenenti sia pure minime aliquote di acque saline di intrusione marina. Per le acque sotterranee degli acquiferi carbonatici pugliesi detta soglia è risultata pari a circa 0,5 g/l. A partire da tale soglia, si effettua un'analisi spazio-temporale, che permette di individuare le aree soggette a diversa vulnerabilità all'intrusione marina e di discriminare dove i rischi di degrado qualitativo sono più gravi. In ogni caso emerge la drammaticità degli effetti dell'intrusione marina nel Salento e la presenza di estese porzioni del territorio della Murgia e del Salento a rischio di degrado qualitativo per intrusione marina. L'articolo si conclude con alcune considerazioni sulla possibile implementazione delle conoscenze descritte in criteri di gestione delle acque sotterranee pugliesi.

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